Acicatena turismo, guida turistica del Comune
Organizzare un tour, passeggiare tra le vie del Comune, offre l’opportunità di ammirare edifici storici e caratteristici monumenti.
Prima di organizzare un viaggio nel territorio, è meglio sapere cosa vedere, cosa fare nella località, perche alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
Il passato storico del comune si lega indissolubilmente alla fertile contrada della Reitana, ricca di numerose sorgenti formatesi al contatto tra il substrato argilloso impermeabile del terreno e le sovrastanti vulcaniti, caratterizzate, invece, da un”alta permeabilità.
In questa zona in età romana imperiale, fu costruito un importante complesso temale (detto di Santa Venera al Pozzo) di cui oggi sono visibili parte dell`acquedotto che conduceva l”acqua nei bagni, due sale delle terme con copertura a botte e gli sfiatatoi per il vapore.
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Santuario Santa Maria della Catena
Collocato nelle vicinanze delle antiche terme romane e dell’eremo di Sant’Anna.
La Chiesa di Santa Maria della Catena, chiesa Madre, e un monumentale edificio a tre navate innalzato a partire dalla fine del XVI secolo e, dopo il 1693, ricostruito sulle rovine del precedente tempio; il culto della Madonna che salvò tre condannati a morte che si erano rifugiati nella chiesa della Catena (detta così perche una catena sbarrava l'ingresso del porto di Palenno) è documentato sin dal medioevo.
Il culto della Madonna della Catena risale alla fine del XIV secolo e venne introdotto da re Martino, il quale diede il nome di Aci Catena all’antico borgo di Aci Scarpi, dove sorse un primo altarino raffigurante la Madonna della Catena simile a quella di Palermo. La cappella edificata nel 1576, venne trasformata in chiesa nel 1588, ottenendo il titolo di parrocchia nel 1597. L’11 gennaio 1693 il tempio mariano venne distrutto dal violento terremoto e rimase in piedi soltanto la cappella della Madonna. L’anno seguente la chiesa fu riscostruita. Le spese di ricostruzione furono pagate dai Principi Reggio, i quali, nel 1709, fecero dono alla chiesa delle reliquie di san Candido martire, portate dalle catacombe romane di San Callisto. Nel 1695, l’anno della consacrazione, s’innalzò l’artistica cupola e nel 1710 le venne dato il titolo di collegiata. Il 15 agosto del 1954 il tempio venne solennemente proclamato santuario diocesano.
L’interno della chiesa è a tre navate a croce latina. Nell’abside è collocato un coro ligneo sulle cui pareti sono dipinti due affreschi raffiguranti il miracolo della liberazione dei tre condannati di Palermo, da qui il nome Santa Maria della Catena.
Sulla volta dell’abside si staglia l’affresco di Maria Santissima Assunta in cielo. L’altare maggiore, di marmo, è arricchito dal gruppo statuario dell'Ultima Cena e dall’elegante pala, ricamata in seta e oro, che racchiude l’urna delle spoglie di san Candido. L’antica icona della Madonna della Catena risale al XVI secolo, ma il suo simulacro è stato realizzato nel secolo successivo. Si tratta di una statua imponente, adorna di preziosi monili e di un manto dorato. La Madonna sorregge il Bambino Gesù, il quale tiene in mano l’aurea catena. Fra i dipinti di maggior pregio ricordiamo Rebecca, la tela più antica della città, opera di Paolo Vasta; la Madonna dei Lumi di Costanzo; San Vincenzo Ferreri e l’agonia di San Giuseppe di Paolo Vasta junior.
L'immagine sacra della Madonna della Catena risale al Cinquecento, anche se la sua statua venne realizzata soltanto nel Seicento. Decorata e arricchita da pregiati gioielli e di un manto aureo, il monumento della Madonna sorregge il Bambino, che tiene in mano la catena dorata.
Tra i dipinti di maggiore interesse troviamo "La Rebecca", una delle tele più antiche, la Madonna dei Lumi e L'Agonia di S. Giuseppe. La raffinata cupola venne realizzata nel 1695.
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