Alcara li Fusi turismo, guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

Città e Comuni in Sicilia

Benvenuti su "Città, Comuni e Paesi di Sicilia", la guida turistica per scoprire le meraviglie dell'isola più affascinante del Mediterraneo. Da monumenti storici a panorami mozzafiato, da parchi
archeologici a teatri greco-romani, lo stile barocco e tanto altro ancora: qui troverai tutto ciò che rende la Sicilia unica. Preparati a immergerti nella sua storia millenaria.
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Alcara li Fusi turismo, guida turistica del Comune

Alcara li Fusi turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Organizzare un tour, passeggiare tra le vie del Comune, offre l’opportunità di ammirare edifici storici e caratteristici monumenti.
Prima di organizzare un viaggio nel territorio, è meglio sapere cosa vedere, cosa fare nella località, perche alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.

Il paese di Alcara Li Fusi si trova a 398 m s.l.m. sulle pendici dei Nebrodi, che si estendono dalle cime del monte Crasto (circa 1.300 m s.l.m.) a nord est, all'altopiano di Miraglia, con il monte Soro (1.847 m s.l.m.).

Il comune fa parte del Parco dei Nebrodi.
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Chiesa Madre di Maria SS. Assunta
Chiesa Madre di Maria SS. Assunta, con un portale in pietra calcarea l'interno a tre navate in quella di sinistra troviamo la cappella di san Nicola , nella cappella destra un Crocifisso ligneo , nell'altare di sinistra un edicola lignea la Madonna della Catena, nell'altare di destra un immagine in legno dell'Immacolata, vicino l'ingresso il fercolo processionale di san Nicolo Politti con quadretti raffiguranti gli episodi della sua vita

CHIESA di San Pantaleone, con un campanile a cuspide , ricca di tele risalente al XVI sec., presenta un campanile a cuspide ed è ricca di tele settecentesche e, all'altare maggiore, un dipinto su tavola del 1530, di ignoto artista di scuola antonelliana, raffigurante una Madonna col Bambino, fra i santi Sebastiano e Francesco ed un organo, costruito da Annibale Lo Bianco nel 1755

Convento dei Cappuccini - CHIESA di S. Elia con una pala d'altare raffigurante la Vergine fra santi

CHIESA di SS. Maria del Rosario, con un bel portico ed una statua di Madonna con bambino del Laurana

CHIESA di San Michele Arcangelo ad unica navata , negli altari si custodisce una scultura dell'Immacolata , le statue di San Sebastiano e Michele Arcangelo.

CHIESA di SS. Maria del Rosario, con un bel portico ed una statua di Madonna con bambino del Laurana

Chiesa della SS. Trinità
sorge nel vecchio quartiere “Motta”, che conserva tuttora intatto, nell’impianto urbanistico, un fascino d' impronta medievale, dove venne stabilito, un tempo, il primo nucleo di Alcara Li Fusi. Risalendo lungo la via SS. Annunziata si giunge alla piccola chiesa dedicata alla Santissima Trinità, la quale costituisce, insieme ai ruderi del Castello Turiano nella cui area, un tempo, era annessa, gli unici resti dell’antico centro abitato fondato, come vuole la tradizione, da Patrone il turiano.

Castello Turiano

CHIESA di San Michele Arcangelo ad unica navata , negli altari si custodisce una scultura dell'Immacolata , le statue di San Sebastiano e Michele Arcangelo.

Monastero di Santa Maria del Rogato rimane la CHIESA

Convento dei Cappuccini - Chiesa di S. Elia con una pala d'altare raffigurante la Vergine fra santi

L'antico Monastero di Santa Maria del Rogato, sul versante sinistro del fiume Rosmarino. Era un centro conventuale dei monaci basiliani, il 10 giugno 1490 un violento terremoto fece crollare gran parte dell'edificio restando intatta la chiesa in cui si conservava l'arca col corpo del Santo Politi. Dopo questo disastro, i Padri basiliani recuperarono quel che poterono dalle macerie e ripararono alla meglio quella piccola parte del monastero che era congiunta alla Chiesa e che, pur essendo lesionata era rimasta in piedi. Dopo alcuni anni i monaci si trasferirono al più vicino monastero basiliano che era quello di San Filippo di Demenna detto di Fragalà (Frazzanò). La chiesa è composta di due locali, in uno c'è un altare spoglio, nel secondo locale c'è un altare e su di esso è collocata l'urna di cipresso, in cui furono conservate per circa un secolo le ossa del santo Politi. Sotto l'altare, un simulacro di San Nicolò disteso supino, con occhi chiusi e mani incrociate.

La fontana Abateo dei sette cannoli
La fontana Abateo dei sette cannoli, decorata da stemmi scritte e mascheroni fu costruita in epoca pre-araba quando Alcara si chiamava ancora Turiano come dimostrano le iscrizioni su di essa, infatti la parete posteriore si erge per vari metri e su di essa si notano tre iscrizioni latine. Quella centrale è rappresentata da due versi, un esametro e un pentametro, costituenti il classico distico elegiaco:
« Quas antro gelidas hausit Gens Turia lymphas, Arcara hoc placido splendida fonte bibit »
« La splendida Alcara beve da questo placido fonte le gelide acque che la Gente Turiana cavò fuori dall'antro »
Al di sopra di questa iscrizione è fissato l'antico stremma della città, cioè un'Aquila coronata con le ali spiegate scolpita artisticamente in pietra.

Borgo pastorale Stidda
l’antico villaggio pastorale “Stidda”, edificato nei pressi dell’omonimo torrente, si rivela un importante sito etno-antropologico. L’arcaico agglomerato rurale è costituito da capanne in pietra a secco con coperture in tegole o frasche, affiancati da recinti per il ricovero del bestiame che richiamano gli antichi insediamenti preistorici i quali, un tempo, punteggiavano numerosi le montagne, offrendo riparo ai pastori e alle loro greggi e mandrie.

Eremo di San Nicolò Politi


Un itinerario si parte dalla Chiesa del Rosario, all’inizio del paese, che presenta un bel portico del XV sec.  vi si può ammirare una statua marmorea di Maria SS. Della Catena, proseguendo per la strada principale che conduce verso il centro del Paese, si arriva al Convento delle Suore Benedettine, eretto nel 1580, con annessa Chiesa di Sant’Andrea, un tempo chiamato Ospedale dei Pellegrini,  in esso si può ancora vedere la Rota, posta in un muro vicino all’ingresso principale la quale girando su se stessa, fù usata per deporvi i bambini abbandonati che poi venivano raccolti e allevati dalle Suore; risalendo una viuzza laterale si arriva alla Chiesa di S. Pantaleone Martire, nell’omonima Piazza, costruita nel 1600, all’Altare Maggiore si ammira una stupenda tela del Damiani (1539) raffigurante la Madonna col Bambino, circondata da una schiera di angeli e sovrastante uno stuolo di Santi, da ammirare la cornice di legno in stile Barocco; proseguendo per la Via Don Gusmano si ammira una bella finestra Bifora del XV sec., e si giunge, risalendo la Via SS. Annunziata e passando davanti all’omonima chiesetta, all’antico quartiere Motta; Continuando si giunge nei pressi dei ruderi del Castel Turio, una torretta (risalente al XII sec. A. C.) arroccata su uno spuntone roccioso, e la piccola Chiesa della SS. Trinità, ai piedi dei ruderi del Castello, scendendo per la Via S. Antonio, si trova la monumentale Fontana Abate costruita in età remota dai Turiani, adornata di stemmi, pinnacoli e volute di pietra, dalla quale sgorgano sette cannoli d’acqua freschissima. Dalla Fontana escono sette grandi getti d’acqua che si versano in una lunga vasca. Nella parete della Fontana si notano tre iscrizioni latine. Quella centrale è rappresentata da due versi, che riportiamo testualmente: Quas antro gelidas hausit Gens Turia lymphas - Arcara hoc placido splendida fonte bibit, che in italiano significa: La splendida Alcara beve da questo placido fonte le gelide acque che la Gente Turiana cavò fuori dall’antro. Al di sopra di questa iscrizione è fissato l’antico stemma della città cioè un aquila coronata con le ali spiegate scolpita in pietra. Nell’iscrizione a destra si può leggere: Taurianae nunc Alcariae civitas sumptu, cioè fontana costruita a spese della città Turiana ora Alcara. In seguito al terremoto del 10 giugno 1490 la fontana subì notevoli danni, ma fu subito ricostruita; nel secolo scorso, a seguito di una frana dovuta ad infiltrazione negli strati sottostanti, avvenne il crollo di tutta la fontana, ma venne immediatamente ricostruita. In tale occasione fu aggiunta una terza iscrizione a sinistra e che dice: Post passas ruinas melior resurgo, Anno 1841, cioè: Dopo le subite distruzioni, risorgo migliore. Accanto alla Fontana Abate vi si trova una vaschetta con altri due getti d’acqua e nelle vicinanze sorge un grande lavatoio con ampia tettoia comprendente 24 vaschette con altrettanti getti d’acqua, ove le donne del Paese lavavano i panni.
Sul torrente “Stidda”, si susseguono i mulini ad acqua, uno dei quali è ancora integro.
Continuando verso la fine del paese, si giunge nella Piazza De Gasperi dove sulle rovine del Tempio Pagano dedicato alla Dea Fortuna sorse la Chiesa di S. Elia, ed accanto il Convento dei Cappuccini, costruito nel 1574, all’interno della Chiesa vi si trovavano un Tabernacolo in legno intagliato e adorno di numerose statuette, paziente lavoro dei Frati del XVI secolo è attualmente conservato in un deposito in attesa di restauro, mentre l’antico crocifisso in legno si trova, in una teca di vetro, nella Chiesa di S. Pantaleone. Annessa alla Chiesa vi è la sala dei morti con varie nicchie e in cui venivano appesi i corpi dei frati deceduti. Il Convento dei Cappuccini fu quasi completamente distrutto da un incendio nel 1956, risparmiando solo la Chiesa e la biblioteca. I preziosi libri si trovano presso la Chiesa di S. Pantaleone. Il Testo più antico risale al 1487, un incunabolo rarissimo con incisioni su legno e le prime e ultime quattro pagine manoscritte su pergamena con miniature. In luogo del Monastero oggi si trova un parco giochi. Ritornando nella Piazza Politi, al centro del paese, si può ammirare la Chiesa Madre di epoca Bizantina, con absidi e campanile del sec. XVI sec.dove è custodita anche la statua e le reliquie di S. Nicolò Politi, Santo protettore di Alcara. In essa, oltre ad un antico organo a canne recentemente restaurato, annesso alla Chiesa c’è un oratorio in cui ha sede la confraternita del SS. Assunta.
Infine, scendendo per la via Libertà, si giunge nel quartiere S. Michele con l’omonima Chiesa, costruita nel 1523 e dedicata a S. Michele Arcangelo, con un pregevole soffitto in legno dipinto. All’interno della Chiesa, si ammira una pregevole statua dell’Immacolata e di S. Michele Arcangelo. La Chiesa un tempo era la cappella dell’antico Monastero dei Minori conventuali.

Nei dintorni: in località Grazia, si può ammirare la piccola chiesa omonima, si dice che sia stata costruita in segno di ringraziamento dopo l’epidemia pestilenziale del 1525 dalla quale Alcara rimase indenne. La Chiesetta sorge ai piedi di un affascinante costone roccioso. A circa 7 Km. ad ovest dal Paese sul versante sinistro della vallata del fiume Rosmarino si trovano i resti del Monastero Basiliano di S. Maria del Rogato e l’annessa chiesetta al cui interno vi si trova un raro affresco murario di chiaro stile Bizantino, raffigurante la Vergine dormiente. Spostandosi di circa 4 Km. a est del Paese si giunge all’Eremo di S. Nicolò Politi, costruito verso la fine del secolo XII, a cui interno vi è racchiusa la piccola grotta che la tradizione indica come dimora del Santo eremita.


Alla CHIESA del Rogato e dell'Eremo si giunge attraverso la strada di Militello e successivamente al bivio per Aria Carbuncolo, la CHIESA del Rogato . La CHIESA dell' Eremo ai piedi della Rocca Calanna che protegge la grotta del santo.

itinerari , la Grotta del Lauro situata a 1068 metri s.l.m., nel contesto delle imponenti Rocche del Crasto, un anfiteatro roccioso di tipo dolomitico. Nella Grotta sono presenti innumerevoli stalattiti, stalagmiti, colonne dalle forme più svariate e anche un tipo di concrezione mammellonare formata da spessi strati di calcite, rocche del crasto ultima propaggine dei monti Nebrodi e il pizzo San Nicola, partendo dalla rocca Calanna (1.045 metri s.l.m.) per proseguire sulla rocca del Crasto (1.315 metri s.l.m.) e passando per tutte le vette del costone roccioso che sovrastano il Paese per concludere sulla rocca Traura (1.005 metri s.l.m.)   ci sono due strade:
la prima si arriva risalendo dal la valle del torrente Rosmarino, giunti nello spiazzo antistante l'eremo di San Nicola si prosegue per una stradina che costeggia la faglia verticale di Rocca Calanna si incontra una freccia di pietre che indica la direzione per l'imbocco della grotta del Lauro, una spelonca ricca di stalattiti, terminata la visita alla grotta si ritorna alla freccia di pietre e si prosegue fino fino alla sella che divide Rocca Calanna dalle Rocche del Crasto fino a raggiungere il pizzo San Nicola,

il secondo percorso si giunge a Portella Gazzana , parcheggiando vicino ad una trattoria si comincia a salire si giunge ad una altura giunti in cima si si gira a sinistra per poi arrivare al Pizzo San Nicola.

bosco di Scavioli,
lago biviere proseguendo si arriva al lago Maulazzo , monte Soro per poi immettersi sulla SS 289 che ci porta o a San Fratello oppure a San Teodoro

Associazione Amici della Terra Club Nebrodi  
Piazza P. Togliatti 5
Alcara Li Fusi
Tel. 0941.785013
patroniti.roberto@tiscali.it
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