Biancavilla turismo, guida turistica del Comune
Le architetture religiose di Biancavilla si rifanno al barocco siciliano, ma dal Settecento si determinò lo sviluppo che riscontriamo ancora oggi, soprattutto nelle chiese dove è conservato la maggior parte del patrimonio artistico, con file di interpretazione fino ai primi dell'Ottocento; altre architetture appartengono alla fine del Novecento:
La basilica di Maria Santissima dell'Elemosina. Chiesa di Maria Ss. dell'Elemosina, basilica pontificia, chiesa madre della città e santuario mariano, risalente all'inizio del XVI secolo rimaneggiata nei secoli XVII e XVIII.; inizialmente dedicata a santa Caterina d'Alessandria, anche se è lecito pensare che si trattasse di un edificio a croce greca con l'abside orientata ad est, secondo la tradizione bizantina. È quindi molto probabile che l'attuale cappella di San Placido fosse parte integrante dell'antica chiesa
www.santamariaelemosina.it
Chiesa di Santa Maria del Rosario Il prospetto in stile barocco è opera dell'architetto milanese Carlo Sada realizzato precedentemente al 1900 sull'antica facciata. Ai lati del quale stanno due angeli oranti, inginocchiati di fronte alla maestosa statua della "Vergine del Rosario" che giganteggia all'interno della cella campanaria, conclusa da un cupolino maiolicato, L'interno della chiesa si presenta ad un'ampia navata senza transetto, del più puro stile barocco, sul primo altare di destra è posta la statua del "Cristo alla Colonna", opera lignea dell'artista locale Sac. Placido Portale, vissuto a cavallo tra fine Seicento e Settecento. Il simulacro è tra i più antichi protagonisti della processione serale del Venerdì Santo biancavillese. ssrosario.altervista.org
Chiesa dell'Annunziata il prospetto della chiesa con campanile è stato completato negli anni 50, mentre la chiesa è del 1600. Stile composito baroccheggiante.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie;
Chiesa della Badia, antica chiesa abbaziale;
Chiesa di Vadalatu, chiesa abbaziale del XVIII secolo in contrada Poggio Rosso, ridotta a rudere;
Chiesa di Santa Maria della Mercede;
Chiesa di Santa Maria dell'Idria
Chiesa e Convento di San Francesco;
Chiesa di Sant'Orsola risale al XV secolo, di stile barocco
Basilica Pontificia Maria S.S. Dell'Elemosina
Di origine seicentesca, sorge nel centro storico ed ha ai suoi piedi Piazza Roma e Piazza Collegiata. Il valore artistico architettonico della facciata risiede nella felice armonizzazione eseguita dall’architetto milanese Carlo Sada tra l’antica facciata preesistente e la nuova, realizzata in stile barocco nel 1899, con la costruzione anche del nuovo ed agile campanile coperto con tegole piane in terracotta, smaltate a due colori, giallo oro e verdone.
La chiesa è a tre navate: la navata centrale è delimitata da grossi pilastri , che terminano con ricchi capitelli corinzi. I pilastri formano 14 archi, 7 per lato, da cui pendono lampadari di cristallo di Murano. La volta è a botte e si formano in essa delle lunette che, uguali, si ritrovano nel transetto. Ai lati dell'abside maggiore si apre a destra la cappella della Madonna dell’Elemosina, a sinistra quella del SS. Sacramento.
L'altare della Madonna dell'Elemosina di stile barocco è tutto in marmo con filamenti dorati al centro del quale è posto il quadro della Madonna, arricchito da una preziosa cornice, che contiene in basso, due originali candelabri e che termina in alto con due putti alati che sostengono una corona.
In fondo alla navata di sinistra, accanto alla cappella del Sacramento, si apre la grande cappella di San Placido. E’ un insieme molto ricco che rende all’occasione il senso del magnifico e dello stupefacente. L’altare barocco custodisce la statua di San Placido
Chiesa di Gesù e Maria;
Chiesa di San Giuseppe;
Chiesa di Sant'Antonio;
Chiesa di San Gaetano;
Monastero di Santa Chiara;
Monastero Salesiano;
Chiesa del Cristo Re di recente costruzione
Chiesa Madonna di Vadalato, è situata a 4 Km ad est del paese, recentemente restaurata, risale al 1830. Internamente la chiesa è formata da una grande grotta lavica. Vi si venera la Madonna di Vallelata, lì rappresentata insieme a S. Giuseppe con grappolo d'uva ed il bambino con mazzo di spighe
Chiesa Anime del Purgatorio in Via Vittorio Emanuele.
Santuario Maria SS. dell’Elemosina
Nel 1482, a seguito della vittoria dei turchi musulmani sulla terra d'Albania, una colonia di profughi, proveniente dalla città di Scutari e guidata da Cesare De Masi, sbarcò in Sicilia: e con i profughi in cerca di terre ospitali, anche l'Icona bizantina della teotòkos (Madre di Dio), una reliquia del soldato martire d'Arabia, Zenone, e una croce in legno di stile orientale. Gli esuli sostarono a 30 km circa da Catania, in un campo denominato "Callicari", proprietà dei Conti Moncada di Adernò; da qui avrebbero dovuto riprendere il viaggio per raggiungere i compatrioti che si erano stanziati nei pressi della città di Palermo (l'attuale Piana degli Albanesi) onde poter professare liberamente il loro simbolo cristiano. Secondo il racconto della tradizione, appeso il quadro ad un albero di fico, nottetempo, questo vi rimase prodigiosamente impigliato tra i rami: ciò venne interpretato come la volontà della Vergine di fare di quel luogo la loro definitiva dimora. Fu l'origine della città di Biancavilla. Nel volto "orientale" di Maria, sono contenuti i tratti identificativi della storia del suo popolo, dei biancavillesi. Quell'immagine rappresenta il più forte elemento di identificazione della comunità albavillensis , che in Maria ritrova la sua origine, ma anche il senso, primo ed ultimo, della sua esistenza. Anche per tutti i segni prodigiosi che, nei secoli, hanno confermato la predilezione della Vergine Madre per quella terra "da lei voluta". Gli annali della città sono ricchi di racconti di eventi straordinari di ordine soprannaturale: la città fu risparmiata dalle terribili conseguenze della peste che si diffuse nell'Isola nel 600; la tragica siccità della metà dell'800 venne prodigiosamente interrotta da una pioggia torrenziale che colse all'improvviso una processione straordinaria dell'Icona della Vergine, realizzata proprio per chiedere il dono della fertilità della terra; interventi straordinari si sono registrati anche a seguito delle continue eruzioni dell'Etna, che non hanno mai danneggiato la città e i suoi abitanti, essendo stato deviato miracolosamente il corso del magma; neppure i più devastanti terremoti che hanno scosso la Sicilia occidentale (il più noto quello del 1693), produssero mai alcun danno per gli abitanti di quella terra "benedetta da Maria". Anche per queste ragioni, nel corso dei secoli la popolazione è venuta crescendo, e la città si è sviluppata conseguentemente, soprattutto per l'arrivo All’interno la chiesa si apre in un ambiente grandioso riccamente ornato da stucchi della fine del ’700. La navata principale termina con il presbiterio absidato. Sul coro troviamo gli stalli lignei del 1740 decorati a bassorilievo; Nella parte retrostante all’altare maggiore è ospitato l’organo costruito da G. Puglisi. All’interno troviamo inoltre: la cappella absidata barocca dedicata alla Madonna dell’Elemosina, l’altare settecentesco in marmi policromi scolpiti e intarsiati dove si osserva l’icona bizantina di Maria Santissima dell’Elemosina; l’abside con l’altare del Santissimo Sacramento sulla parte sinistra dell’altare maggiore, la cappella barocca dedicata a San Placido martire ed altre testimonianze artistiche di notevole pregio.delle migliaia di persone provenienti dai paesi pedemontani, colpiti dalle calamità naturali. È sicuramente dopo il 1488, dopo che il Conte Tommaso Moncada accordò agli "esuli greci" il permesso di caseggiare che, verosimilmente, può datarsi il primo nucleo dell'attuale Basilica, originariamente intitolata a S. Caterina d'Alessandria. Dal 1555 la chiesa, però, risulta già dedicata a "Nostra Signora della Limosina" e viene appellata Matrice, il che lascia intendere che nel Casale di Callicari (antico nome di Biancavilla) doveva esserci qualche altra chiesa, sicuramente quella di S. Rocco (l'odierna chiesa del Rosario). Non è possibile sapere quale fosse la forma o la tipologia di questa primitiva chiesa, è certo, tuttavia, che tra il 1488 ed il 1602 la fabbrica subì notevoli trasformazioni. Nel 1654 è data licenza, dal Vescovo, Mons. Marco Gussio, di ingrandire la chiesa "portandola a quattro archi e di farne il tetto di legname". Nel 1734 la fabbrica fu allungata d'altri tre archi. Tra il 1773 ed il 1776 si diede inizio ai lavori per la volta. Il tetto fu ultimato definitivamente solo nel 1846. Ne l 1857 furono appaltati i lavori per la pavimentazione marmorea, commessa al marmista Carlo Cali da Catania e quelli per la costruzione della Cupola sotto la direzione dell'ing. Gaspare Nicotra da Catania. La cupola, del diametro interno di mt. 7,50 fu ultimata con lanternino, affrescata da Giambattista Russo palermitano, e solennemente inaugurata il quattro ottobre 1859, festa di Maria SS. dell'Elemosina. Ma solo dopo cinque mesi, nel febbraio del 1860, essa rovinava, con gravi danni al nuovo pavimento alla volta ecc. Sulle ragioni del crollo sono state avanzate ipotesi differenti: il cattivo impasto utilizzato; la prematura rimozione delle centine; le gravi carenze del progetto , redatto dall'ing. Nicotra. Tra il 1889 ed i primi del '900, essendo sindaco il Cav. Alfio Bruno (padre del poeta Antonio), fu dato incarico all'arch. Carlo Sada da Milano, (esperto e maturo architetto, autore di centinaia di progetti ed opere, professore ed accademico di S. Luca a Roma) di realizzare il prospetto della chiesa. Applicando tutte le moderne tecniche ottocentesche, dal cemento all'acciaio, eresse il monumentale campanile,che ancora oggi è considerato il simbolo della città. insieme al campanile (alto m. 42) ridisegnò anche la facciata, collocando sul cornicione le statue dei santi Giuseppe, Zenone, Placido, e Caterina d'Alessandria. Quest'opera, come le precedenti, fu totalmente promossa e sostenuta dalla amministrazione comunale e dai cittadini, i quali vi contribuirono sia attraverso generose largizioni in denaro, sia partecipando personalmente ai lavori manuali. Dopo il 1900, l'opera è rimasta invariata, fatta eccezione di piccoli interventi quali rifiniture interne, infissi, ecc. L'opera ha oggi due aspetti: il lato sud, comprendente la facciata ed il campanile, è monumentale ed organico; il lato ovest, prospiciente piazza Roma, risulta monco, poiché alla splendida mole del campanile non corrisponde la "mancata" cupola.
Le architetture religiose di Biancavilla sono state edificate principalmente in stile barocco siciliano, la Chiesa di Santa Maria dell'Elemosina è anche santuario mariano diocesano, ha una pianta a croce latina con tre navate, a destra dell'altare maggiore[1]si apre la cappella absidata barocca dedicata alla Madonna dell'Elemosina, arricchita da marmi e stucchi dorati e chiusa da un'alta cancellata barocca in ferro battuto, www.santamariaelemosina.it , www.circolosanplacido.it