Caccamo turismo, guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

Città e Comuni in Sicilia

Benvenuti su "Città, Comuni e Paesi di Sicilia", la guida turistica per scoprire le meraviglie dell'isola più affascinante del Mediterraneo. Da monumenti storici a panorami mozzafiato, da parchi
archeologici a teatri greco-romani, lo stile barocco e tanto altro ancora: qui troverai tutto ciò che rende la Sicilia unica. Preparati a immergerti nella sua storia millenaria.
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Caccamo, turismo, guida turistica del Comune

Caccamo turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.

fa parte dell'Unione dei Comuni della Bassa Valle del fiume Torto, si trova a circa 10 km dal mare del golfo di Termini Imerese. Sorge ai piedi del monte Eurako o San Calogero, su una collina a 520 metri sul livello del mare nel tratto inferiore della valle del fiume San Leonardo oggi Lago Rosamarina.

Nel 1094 la città di Caccamo viene concessa in feudo a Goffredo de Sagejo, signore normanno venuto in Sicilia al seguito di Ruggero. Alla sua famiglia il feudo rimane per circa mezzo secolo, prima di passare alla famiglia Bonello.

E’ di certo in questo periodo che il castello, a cui è legata molta della storia e dello splendore della città, fu se non più ingrandito reso più forte ed inespugnabile, tanto da essere scelto da Matteo Bonello e dai suoi compagni come rifugio, dopo il fallimento della così detta “congiura dei baroni”, il 10 novembre 1160 Bonello tese un agguato a Majone davanti al palazzo arcivescovile e lo uccise mentre gli altri baroni imprigionavano il Re. Il popolo spaventato andò in soccorso del Re e lo liberò riportandolo al potere e quindi costringendo Bonello e i suoi baroni a rifugiarsi al castello.

Guglielmo I giurò vendetta e organizzò un esercito attaccando il castello, ma quest’ultimo risultò inespugnabile. Allora cambiò tattica fece credere a Bonello di averlo perdonato, abrogò le riforme contro i baroni e gli permise di nuovo di frequentare la corte. Bonello cascò nel tranello e durante una giornata a corte fu assalito e rinchiuso al palazzo dove fu torturato sino alla morte.

Il castello tornò a essere possedimento reale finchè alla morte di Guglielmo I la vedova Margherita di Navarra cedette la baronia a un signore francese, Giovanni Lavardino. A seguito di controversie con gli abitanti però, egli fu costretto dai cittadini ad abbandonare la città. Dal 1169 al 1203 la città ritornò al demanio con delibera del Parlamento riunito a Messina.
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