Carini turismo,guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

Città e Comuni in Sicilia

Benvenuti su "Città, Comuni e Paesi di Sicilia", la guida turistica per scoprire le meraviglie dell'isola più affascinante del Mediterraneo. Da monumenti storici a panorami mozzafiato, da parchi
archeologici a teatri greco-romani, lo stile barocco e tanto altro ancora: qui troverai tutto ciò che rende la Sicilia unica. Preparati a immergerti nella sua storia millenaria.
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Carini turismo, guida turistica del Comune

Carini turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
Il versante nord del paese di Carini è bagnato dall'omonimo golfo di Carini, sorge su una collina a 170 metri sul livello del mare, a 4 km. dalla costa marittima,all'interno della catena dei monti Ericini, che dalla punta Lilibeo di Montagna Longa vanno fino a Capo Gallo, tra i monumenti più interessanti da visitare a Carini troviamo il Castello di Carini, legato alla storia dell'uccisione della Baronessa di Carini, Laura Lanza, da parte del padre.
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Duomo di Carini
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Duomo di Carini.
La Chiesa Madre dedicata originariamente al SS. Sacramento, è oggi intitolata a Maria SS. Assunta. Venne eretta alla fine del XV sec., incamerando l'Oratorio della Compagnia del Santissimo Sacramento e la cappella di S. Sebastiano. Diviene parrocchia nel 1523. La sua imponente struttura a croce latina è divisa in tre navate da 12 colonne in pietra di “Billiemi”, conserva un numero straordinario di opere di alcuni fra i protagonisti dell’arte siciliana fra XVI e XVIII secolo, come una preziosa acquasantiera di marmo bianco finissimo con raffigurate le torri del castello, simbolo della città, di scuola gaginiana, datata 1496; un tabernacolo in marmo, anch’esso di scuola gaginiana, dove è raffigurato l’ “Ecce Homo” con i simboli della passione e due angeli oranti. Si ammirano la grande tela dell’ “Adorazione dei Pastori” datata 1575, del toscano Alessandro Allori (1535-1607) allievo del Bronzino; una lavagna dello Zoppo di Ganci (1570-1633), raffigurante il Crocifisso tra S. Francesco e S. Onofrio. Di autore ignoto è invece il prezioso crocifisso ligneo (sec. XVI) circondato da un grande reliquiario della Croce dei Santi Martiri. Ad epoche più recenti si riferiscono due grandi tele di Vito D’Anna (1718-1769), il grande maestro del ‘700 siciliano,raffiguranti, rispettivamente, l’ “Addolorata” e la “Veronica”. Dei migliori allievi di Vito D’Anna sono altre importanti opere del Duomo; fra queste, gli affreschi (1795) della navata centrale, di Giuseppe Testa (1759-1815) e la splendida tela raffigurante lo “ Sposalizio della Vergine” di Antonio Manno (1739-1810). Dello stesso è la tela dell’Assunzione, collocata sull’altare maggiore. Il campanile rifatto negli anni trenta aveva originariamente quattro pannelli in maioliche, raffiguranti: S. Vito, l’Assunta, S. Rosalia e il SS. Crocifisso, datati 1715 e firmati da Ignazio Milone, che oggi si trovano sul lato esterno nord della chiesa. Adiacente alla chiesa si trova l’Oratorio del S. Sacramento. Si tratta di un vero trionfo di stucchi attribuibili alla scuola di Giacomo Serpotta (1652-1732). All’ ingresso troviamo un vero e proprio gioiello di pittura tardo-cinquecentesca di autore ignoto, raffigurante la Madonna del Monserrato. Nell’altare dell’Oratorio domina una grande tela dell’ “Ultima Cena” attribuita a Pietro D’Asaro (1579-1647), detto il monocolo di Racalmuto. Nella volta il grande affresco del Trionfo della Fede.

Chiesa degli Agonizzanti
Eretta nel XVII secolo è un classico esempio di barocco. Un ricchissimo scenario di stucchi, con un movimento di putti di scuola serpottiana, avvolge il visitatore, mentre, su una quota più bassa, due “Teatrini” a rilievo a tutto tondo propongono quadri di agonizzanti. Lungo le due pareti laterali, il dorato degli stucchi è intervallato da affreschi raffiguranti momenti diversi della vita della Madonna, attribuiti a Filippo Tancredi (1655-1722) e in parte a Filippo Randazzo (1692-1742). Nella volta sovrasta il grande affresco dell’ “Incoronazione della Vergine”. Altri dipinti su tela di bella fattura accrescono la godibilità dell’insieme, mentre il punto di fuga è costituito da una bellissima tela raffigurante la “Madonna degli Agonizzanti”, che si ricollega bene a quella cultura fiamminga operante in Sicilia nella prima metà del XVII sec. La chiesa probabilmente venne ultimata nel 1707 come riporta una lapide resecata collocata nel transetto.

La Chiesa del Rosario, con l’annesso convento dei Padri Domenicani, costituisce un grande complesso architettonico, con al centro un atrio. Pur essendo stata spogliata nel tempo delle sue opere migliori nella chiesa rimane un prezioso bassorilievo in marmo raffigurante la Madonna con Bambino , capolavoro di scuola gaginiana e la copia su tela della “Madonna del Rosario” di Vincenzo da Pavia. Di pochi anni dopo sono, del resto

la Chiesa e il Convento del Carmine (1566-1571), di cui si ammira un bellissimo chiostro con al centro una fontana. L’interno della chiesa è corredato di affreschi e tela di pregevole fattura e di una statua lignea dorata di Sant’Anna con la Madonna del XVII sec. Numerose le tele seicentesche. L’abside è arricchita da affreschi monocromatici raffiguranti prelati.

Il terzo monumentale complesso con grande chiostro all’interno è quello della Chiesa di San Vincenzo, collegato con il Convento delle Suore Domenicane (fine XVI sec.); oggi spogliata di molte opere d’arte. Dell’intensa operosità conventuale rimane oggi in Carini, come unica testimonianza, quella delle Suore del Collegio di Maria (XVIII sec.)

La Chiesa di Santa Caterina, annessa al collegio, è ricca di affreschi di Giuseppe Testa, mentre fra le tele si ammira quella di Santa Caterina, opera di Antonio Manno (1733-1810). Testimonianze d’arte più antiche, si trovano, nelle altre chiese minori. All’inizio del’900 Carini contava ben 20 chiese, fra queste, la Chiesa di San Giuliano, detta oggi delle Anime Sante del Purgatorio (dedicata a S. Antonio eremita), fu matrice fino al 1450. Nonostante oggi sia in precarie condizioni, questa chiesetta ebbe un momento di rinnovato splendore nel ‘700, quando si sovrapposero all’antico numerose tele, opere di artisti operanti nel territorio, soprattutto della scuola dei Manno.

Chiesa di San Giuseppe si ammira invece una statua lignea del Santo col Bambino del Bagnasco, mentre nella Chiesa di Sant’Antonio (XVII sec. ), successivamente dedicata a San Rocco, si apprezza un piccolo atrio dei Padri Conventuali. Alcuni ordini religiosi si avvicendarono nel passato.

Chiesa di San Lorenzo con annesso il convento, oggi trasformato in ospedale, probabilmente la più antica del territorio (XI sec.)

Il complesso Villa Belvedere oggi sede del Centro di attività francescane “Padre M. M. Kolbe” dotato fra l’altro di un grande anfiteatro all’aperto e di un auditorium, fu una stazione della via consolare Palermo-Trapani in epoca romana. In epoca normanna divenne villa reale arricchita da fontane, chioschi, boschetti e grotte artificiali. La struttura attuale risale al XVI secolo e si compone di tre plessi: Il castello(oggi deturpato da una costruzione moderna ad esso adiacente), la foresteria e la scuderia.
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