Grammichele turismo, guida turistica del Comune
Grammichele turismo, guida turistica del Comune
Passeggiare qui è un'esperienza visiva e storica che permette di comprendere come la catastrofe del 1693 abbia dato vita a una "città ideale" settecentesca, concepita per resistere meglio agli eventi sismici.
La Rinascita: Dopo che il borgo medievale di Occhiolà fu completamente distrutto dal violento terremoto del 1693, il principe Carlo Maria Carafa Branciforte ne fondò uno nuovo sul vicino feudo di Grammicieli.
Il Progetto: Il principe incaricò l'architetto e frate Michele da Ferla di disegnare una nuova città. Il risultato fu un innovativo progetto a pianta esagonale, con strade larghe (circa 10 metri, pensate come vie di fuga) e una grande piazza centrale concepita come punto di raccolta.
Piazza Carlo Maria Carafa (La Piazza Esagonale): Cuore pulsante e geometrico della città. Dalla piazza si diramano le architetture e le arterie principali del paese, in una composizione concentrica e perfettamente razionale.
La piazza esagonale è circondata dai principali punti di interesse, che ne raccontano la storia e il genio urbanistico:
La Meridiana (o Gnomone): Al centro della piazza sorge la grande scultura monumentale che funge da orologio solare, uno dei più grandi al mondo. È costituita da una statua bronzea di un uomo inginocchiato, circondato da cerchi, e indica ore, solstizi ed equinozi.
La Statua del Fondatore: Un'opera in bronzo che ritrae il principe Carlo Maria Carafa, omaggio alla sua opera di ricostruzione.
Il Palazzo Comunale: Edificio in stile rinascimentale.
Chiesa Madre (Duomo di San Michele Arcangelo e Santa Caterina d'Alessandria): Imponente architettura barocca con pianta a croce latina e una cupola che si innalza a 39 metri.
Parco Archeologico di Occhiolà: A circa 2 km a nord, sul Poggio di Terravecchia, si trovano i resti dell'antico borgo medievale di Occhiolà, distrutto dal terremoto. L'area comprende anche i resti di un insediamento siculo-greco, dove è stato rinvenuto un santuario dedicato a Demetra e Kore.
Museo Civico: Ospitato nel Palazzo Comunale, è un luogo fondamentale per comprendere la storia del territorio. Qui sono conservati reperti archeologici di Occhiolà e, in particolare, l'originale tavola in ardesia dove Michele da Ferla incise la pianta innovativa di Grammichele.
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									CHIESA Madre: possiede dipinti del ‘600 e del ‘700 fra i quali quelli di Santa Caterina d'Alessandria e della Madonna del Rosario. La dedica della CHIESA a San Michele Arcangelo è legata all’introduzione all'epoca della fondazione del culto di Michele quale protettore dai terremoti. Al suo interno si possono ammirare, inoltre, la maestosa cupola istoriata, gli altari marmorei finemente decorati e il prospetto originale disegnato dall'architetto Carlo Sada. 
							CHIESA Spirito Santo: fu distrutta dalle acque piovane e subì, a partire dal 1822, una serie di opere di ricostruzione terminate nel 1886. La facciata esterna è stata completata solo nel 1970, ha una pianta a croce latina, quadri di San Francesco da Paola del 1830 dipinto da Michelangelo Selva detto "lo zoppo di Ganci". Di rilievo sono anche i dipinti del Barberis raffiguranti l'apparizione di Gesù a Santa Maria la Coque e le anime purganti. Di autore ignoto è la meravigliosa statua secentesca in cartapesta del Cristo alla colonna, che viene portata in processione per le vie della città il mercoledì della Settimana Santa. 
CHIESA di San Leonardo: iniziata alla fine del 1700 e completata intorno al 1850. Conserva al suo interno un prezioso Crocifisso , attribuito a frà Umile da Petralia . 
CHIESA del Calvario: preceduta da una suggestiva scalinata, mostra una facciata chiusa da un elegante ordine per l'alloggiamento delle campane e conserva al suo interno una “Deposizione” databile alla fine del ‘700. 
Santuario della Madonna del Piano: meta di pellegrinaggi e sede di un’antica festa popolare è l’unico edificio di Occhiolà ad essere stato risparmiato dal terremoto del 1693.
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