Raffadali turismo, guida turistica del Comune
Raffadali turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
L'altitudine del centro abitato è di 420 m s.l.m
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La chiesa di Santa Oliva è la chiesa madre di Raffadali. Si trova al centro del paese e domina, insieme al castello Montaperto, la via Nazionale.
La sua costruzione cominciò nella seconda metà del XV secolo per volere della famiglia Montaperto, ma fu finita due di secoli più tardi. Nella decorazione del portale a sinistra della facciata principale si vede la data 1831.
La facciata principale deriva da modelli tardo rinascimentali romani.
L'interno ha pianta a croce latina, a tre navate con transetto. La cupola e la volta della navata centrale sono affrescate.
Custodisce un sarcofago romano in marmo del II secolo d.C. con raffigurazione del ratto di Proserpina, una statua in legno di Maria santissima degli infermi con il Bambino
Chiesa di San Giuseppe
La chiesa sorge accanto al monastero delle suore collegine Vivacemente mossa e decorata da uno stile ricchissimo, la facciata della chiesa di San Giuseppe è un grande esempio di arte barocca siciliana. La facciata ondulata con la parte centrale sporgente dà un senso di grandezza in uno spazio che è invece piccolo. L'interno della chiesa, con una sola navata ampia, è un classico esempio di chiesa di predicazione a sala. La chiesa sorgeva dove un tempo vi era l'ospedale di San Giuseppe, il quale era annesso alla casa di San Ludovico. Dal 1739 vi ha sede il collegio di Maria.
Siti archeologici
Cozzo Busonè: tombe a forno e due tombe a camera con oggetti di pietra e di ceramica; sepolture a grotticella di epoca eneolitica antica dove furono rinvenute nel 1967 in seguito ad una campagna di scavo archeologico le due Veneri di Busonè, conservate nel Museo archeologico regionale di Agrigento. Secondo una leggenda araba la montagna si aprirebbe ogni sette anni e mezzo rivelando i tesori celati al suo interno.
Cozzo Pietrarossa: necropoli con tombe a forno risalente al 4000 a.C.
Colle di Palombara: grotta con frammenti ceramici della cultura di Castelluccio
Contrada Torrevecchia: resti di un abitato (frammenti ceramici, macine, lucerne, gioielli) identificato come la Statio pitiniana dell'Itinerario Antonino a nove miglia da Agrigento
Grotticelle: necropoli tardo romana e bizantina (III-IV secolo) con tombe ad arcosolio e a loculo scavate nella roccia; dalla necropoli proviene il sarcofago di Raffadali
Monte Guastanella: necropoli e resti di un castello arabo (dove venne imprigionato il vescovo di Agrigento, Ursone), distrutto da Federico II di Svevia tra il 1221 e il 1232.
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