Itinerario del Gattopardo tra ville e palazzi
Se sei un appassionato di storia e letteratura, l'itinerario del Gattopardo è proprio quello che fa per te.
Immagina di passeggiare nei luoghi che hanno ispirato il celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa, immergendoti nella bellezza della Sicilia.
Da Palermo a Donnafugata, ogni tappa ti racconterà storie affascinanti e ti regalerà panorami mozzafiato. Prepara la tua macchina fotografica e lasciati incantare dalle atmosfere uniche di questa terra, dove il passato si fonde con il presente in un mix di cultura e tradizione.
Non perdere l'occasione di vivere un'esperienza indimenticabile seguendo le orme del Gattopardo.
Questo tour vi porterà a scoprire i luoghi dove il principe Tommasi di Lampedusa ha vissuto e che hanno ispirato il suo celebre romanzo "Il Gattopardo". Potrete visitare la splendida città di Palermo, il bellissimo Castello di Donnafugata e la meravigliosa spiaggia di Mondello. Se siete appassionati di storia e di letteratura, non potete perdervi questa esperienza unica.
Il Gattopardo, altro non è se non un capolavoro letterario nato tra il 1954 e il 1957 dalla penna del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa ed un colossal del regista Luchino Visconti che ne ha curato la versione cinematografica.
L'opera ripercorre l'infanzia dello scrittore e la storia dell'antica e nobile famiglia dei Salina e del suo bisnonno Don Fabrizio, che assiste alla fine del suo vecchio mondo aristocratico. Il film narra le alterne vicende del principe Fabrizio Corbera di Salina e della sua famiglia nobiliare nell’epoca della fine del Regno borbonico e del passaggio all’Unità d’Italia.
Nel film la parte chiave per far notare questo passaggio da un regno all’altro è rappresentata dal ballo finale. “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”.
Un cambiamento che serve proprio per fare rimanere tutto uguale, cambia tutto per non fare cambiare nulla, il fallimento dei moti garibaldini e delle idee risorgimentali e l’avanzata della nuova nobiltà.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il principe, a Palermo trascorre gran parte della sua vita: rimase legato alla sua città ed ai luoghi della sua famiglia che contribuirono a trasmettergli quel senso di nostalgia e decadenza onnipresente nelle pagine del suo famoso romanzo.
La prima destinazione è dunque Palermo, tra luoghi esistenti e altri scomparsi.
Il racconto inizia nelle sale del Palazzo Salina, dimora del principe, della moglie Stella e dei loro sette figli.
Il palazzo Salina era attiguo alla Chiesa Madre. La sua breve facciata, con sette balconi sulla piazza, non lasciava supporre la sua smisuratezza che si estendeva indietro per duecento metri: erano dei fabbricati di stili differenti, armoniosamente uniti però intorno a tre vasti cortili e terminanti in un ampio giardino tutto cintato.
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Palazzo Lampedusa a Palermo, e l'itinerario del Gattopardo
In via Lampedusa, proprio di fronte palazzo Branciforte, si trova il palazzo dove lo scrittore nacque nel 1896 e al quale rimase sempre affezionatissimo tanto da scrivere:
“La amavo con abbandono assoluto […] in quella casa, in quella stessa stanza forse, ero lieto di essere sicuro di morire. Tutte le altre case (poche del resto, a parte gli alberghi) sono state dei tetti che hanno servito a ripararmi dalla pioggia e dal sole, ma non delle Case nel senso arcaico e venerabile della parola”
Quella casa alla quale era così fortemente affezionato fu distrutta da un bombardamento americano nel 1943. Giuseppe Tomasi non potè che constatare la distruzione della sua amata casa e con esso la fine di un’era, provando un sentimento di nostalgia per il passato che costituirà la base portante del suo libro il Gattopardo.
Nel 2014, il palazzo è stato acquistato da un’azienda che lo ha restaurato in modo fedele rispetto all’originale e lo ha suddiviso in appartamenti ad uso residenziale.
Palazzo Cutò di Palermo
Palazzo Lanza Tomasi a Palermo e l'itinerario del Gattopardo
Con la distruzione del suo palazzo, Giuseppe Tomasi si trasferì stabilmente nel quartiere Kalsa, di fronte al mare, nel Palazzo Lampedusa alla Marina in via Butera 28, riacquistando un palazzo che un tempo era appartenuto alla sua famiglia, ma che poi era stato venduto.
Del trasloco si occupò interamente la moglie, perché lo scrittore si trovava a Roma, la quale riuscì a salvare alcuni oggetti dalle macerie di Palazzo Lampedusa e portarli nella nuova casa. Giuseppe Tomasi tuttavia non si sentì mai legato alla nuova abitazione tanto da scrivere:
la casa che ho adesso, che non mi piace affatto, che ho comperato per far piacere a mia Moglie e che sono stato lieto di far intestare a lei, perché veramente essa non è la mia casa.
Oggi Palazzo Lampedusa alla Marina si chiama Palazzo Lanza Tomasi ed è la casa del figlio adottivo ed erede dello scrittore. Degli ambienti originari resta solo la biblioteca, conservata ancora come Tomasi di Lampedusa l’ha lasciata, ed è visitabile su appuntamento. Dopo la morte dello scrittore siciliano, ne ha raccolto l’eredità intellettuale conservandone viva la memoria e recuperando, dopo lunghi anni di paziente restauro l’ultima dimora.
Palazzo Mirto, Palermo e l'itinerario del Gattopardo
Residenza dei conti di San Marco fino al 1984, l'edificio è ubicato nel centro storico di Palermo, alla Kalsa, antica cittadella araba fortificata. È stato per quattro secoli dimora palermitana dei Filangeri, e poi dei Lanza Filangieri Principi di Mirto, da cui prende nome il palazzo. I Filangeri sono ricordati ancora oggi come la più importante famiglia normanna in Sicilia.
Nel 1982, l’ultima erede, Maria Concetta Lanza Filangeri, donò il Palazzo alla Regione siciliana. Per i visitatori delle Vie dei Tesori, è stata allestita una sezione della mostra “Wunderkammer” che Palazzo Mirto divide con l’Abatellis e l’Oratorio dei Bianchi: la ricostruzione di una “stanza delle meraviglie” di stampo settecentesco, la stessa dove i nobili signori o i colti monaci collezionavano manufatti, gioielli, tele ispirati al rapporto tra uomo, scienza e natura. Dalle collezioni di Palazzo Mirto sono stati scelti i pezzi che segnano la passione per il collezionismo delle famiglie aristocratiche e dei colti monaci siciliani; e testimoniano la sintesi grandiosa tra arte, scienza e natura, quindi “naturalia, mirabilia e artificialia”: cioè suppellettili provenienti dalla natura, che destano meraviglia o rielaborazioni artistiche da parte dell’uomo.
Palazzo Ramacca, sede dell'Accademia nazionale di scienze, lettere e arti
Piazza Indipendenza, 17 90129 Palermo
Baglio di Villafrati, Villafrati e l'itinerario del Gattopardo
Residenza feudale dei conti di San Marco, famiglia aristocratica Filangeri, preferirono fondare il paese nel sito attuale, nei pressi della “Masseria di Villafrati” posta sulla antica trazzera regia che conduceva da Palermo ad Agrigento e dove già esistevano probabilmente i resti di un piccolo insediamento (Casale) di età arabo – normanna.
L’insediamento abitativo iniziale avvenne nei pressi di tale casale, che fu ampliato con la costruzione del quartiere “Castello, che prende la sua denominazione da un complesso edilizio, denominato Baglio
Villafrati comune della Città Metropolitana di Palermo, 450 m s.m., patrono Santissima Trinità seconda domenica di giugno. La settecentesca parrocchiale custodisce una cantoria e un organo coevi.
Ultima Fiera Verde a Villafrati a Giugno. La manifestazione, che affonda le sue radici nei primi anni della fondazione del paese, si svolge in occasione dei festeggiamenti in onore della Santissima Trinità a cui è dedicato il Duomo di Villafrati. L'Ultima Fiera Verde si chiama così perché la fera di Villafrati chiudeva la stagione delle fiere agricole del circodario, non mancano gli appuntamenti con momenti golosi, come la Sagra della salsiccia, e le degustazioni dei prodotti tipici locali, ricotta, cudduruni, muffolette. https://www.facebook.com/prolocovillafrati2017/
Palazzo Cutò o Palazzo Aragona di Cutò, Bagheria e l'itinerario del Gattopardo
Palazzo Cutò o Palazzo Aragona di Cutò è una delle grandi Ville costruite nel primo Settecento a Bagheria, edificata tra il 1712 e il 1716 da Luigi Onofrio Naselli, principe di Aragona, come residenza estiva, nel 1987 anno in cui l'intero complesso monumentale venne acquistato dal Comune.
Bagheria, e l'itinerario del gattopardo
Bagherìa Città Metropolitana di Palermo, 78 m s.m., patrono San Giuseppe prima domenica di agosto.
Delle numerose costruzioni nobiliari barocche che caratterizzano la città storica, la più nota è Villa Palagonia, costruita nel 1715 da Tommaso M. Napoli per il principe Gravina. Ha pianta ellittica e scenografica disposizione architettonica; il muro perimetrale è decorato nella parte alta da una serie di figure dalle fattezze mostruose i cosiddetti “mostri di pietra”.
Villa Valguarnera, edificata dal Napoli nel 1721, sorge al centro di un vasto giardino e ha i due prospetti ornati da sculture di I. Marabitti.
Villa Butera è la più antica (1658), palazzo Inguaggiato è del sec. XVIII.
La chiesa madre ha bella facciata in tufo giallo rifatta nel 1770.
La settecentesca Villa Cattolica ospita la Galleria Comunale d'arte moderna e contemporanea “R. Guttuso”.
Dal XV secolo, il territorio di Bagheria entrò a far parte del Feudo di Sòlanto. A questo periodo risalgono le prime torri sparse per le campagne circostanti. In seguito, intorno a queste torri, nacquero masserie
Il Museum, abbreviazione di Museum - Osservatorio dell'arte contemporanea in Sicilia è un museo privato di arte contemporanea situato a Bagheria,
Palazzo Filangieri, Santa Margherita di Belice e l'itinerario del Gattopardo
Danneggiato dal terremoto del 1968, Palazzo Filangeri di Cutò, meglio conosciuto come Palazzo Gattopardo. Quasi completamente distrutto durante il terremoto (si salvò solamente la facciata), è stato in seguito parzialmente ricostruito ed oggi è la sede del Municipio, del Museo del Gattopardo, dell'Istituzione Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Santa Margherita del Belice e l'itinerario del Gattopardo
Santa Margherita di Bèlice comune del Libero consorzio Comunale di Agrigento, 400 m s.m., patrono Santa Rosalia 4 settembre e 4 ottobre,
Del vecchio abitato rimangono la chiesa madre, dedicata a Santa Rosalia, originaria del Seicento ma ricostruita nel secolo seguente, e il palazzo Filangieri, con annesso parco e teatro, di cui Giuseppe Tomasi di Lampedusa diede una descrizione nel romanzo Il gattopardo.
Ficodindia Fest a Santa Margherita di Belìce, ad ottobre. Sapori, gastronomia, tradizione, arte, cultura, folklore: una due giorni ricca di eventi, spettacoli, degustazioni, laboratori del gusto, mostre e visite guidate nei suggestivi luoghi che furono di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. A Santa Margherita di Belìce, che nel famoso romanzo viene decritta sotto il nome di Donna Fugata, si possono visitare le ville e i giardini del Palazzo Filangeri di Cutò, dove all'interno è stato allestito il Museo del Gattopardo. Nell'antica piazza Matteotti ancora i segni e i ruderi del terremoto del 1968 che viene ricordato dalla vecchia facciata della chiesa madre trasformata in Museo della Memoria.
Negli stand allestiti in centro, si potranno gustare i ficodindia del Belìce preparati in svariati modi: marmellate, torte, gelati, liquori.
Spettacoli, concerti e folklore allieteranno le serate dove si potranno gustare ficodindia e bere del buon vino accompagnato dalle prelibatezze del luogo come il famoso formaggio vastedda della valle del Belìce. https://www.facebook.com/ficodindiafest
La Rete Naturale Museale Belicina, nasce con lo specifico obiettivo di raccontare la storia, dei luoghi dei paesi che costituiscono la Valle del Belìce intesa come comunità.
La storia le arti antiche, il paesaggio l’identità culturale delle comunità, il dramma del sisma, la ricostruzione che hanno determinato l'incontro con i grandi maestri dell’arte contemporanea che con le loro opere hanno riconfigurato il territorio siciliano vedi il Cretto” di Alberto Burri, a Gibellina, come le realtà urbane scomparse nella valle del Belìce quali le rovine di Poggioreale e quelle di Salaparuta.
Il Distretto Turistico Selinuntino mira a valorizzare e far conoscere l'area Sud-Ovest della Sicilia ai fini turistici
Terre del vino sicane
La Strada del vino Terre Sicane è un itinerario-sistema per conoscere il territorio dei comuni di Contessa Entellina, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Sciacca.
Villa Filangeri, Santa Flavia e l'itinerario del Gattopardo
Villa Filangeri, il cui nome completo è Villa Filangeri di Santa Flavia, raramente indicata anche come Palazzo Mazzarino, nel 1666, il principe Pietro Filangeri acquista l'abitazione e la vicina chiesetta di Sant'Anna, successivamente trasformata fino a diventare l'attuale Basilica Soluntina di Sant'Anna.
La Villa oggi si presenta con un prospetto Barocco caratterizzato da una scenografica scalinata a doppia rampa, decorato con medaglioni a stucco ornati da ghirlande Rococò e da quattro statue in marmo bianco poste su alti basamenti in pietra, allegorie delle Quattro Stagioni.
Tra Ottocento e Novecento, Ernesto Basile fu autore di alcuni interventi di ristrutturazione: al piano terreno, ricavò la Sala da Biliardo, che porta oggi il suo nome, dotata ancora delle originarie boiserie lignee con reggi mensole "a colpo di frusta", ed un soffitto a volta decorato con motivi floreali dalle tenui cromie.
La Cappella
Sull'ingresso sinistro, si trova una piccola cappella con il prospetto Neogotico in mattoni, con una lunetta sovrapporta in ceramica invetriata policroma, ispirata allo stile dei Della Robbia, con angeli cantori che reggono un nastro con il motto latino GLORIA IN EX CELSIS DEO.
Santa Flàvia comune della Città metropolitana di Palermo, 45 m s.m., patrono Sant’ Anna 26 luglio. Centro situato presso il litorale tirrenico, a S del capo Zafferano.
la chiesa barocca Basilica Soluntina di Sant'Anna (1763)
tre splendide ville: villa Filangieri (sec. XVII-XVIII, oggi sede municipale), il villino Basile (sec. XIX) e villa Valdina, costruita nel sec. XVII attorno a una torre preesistente.
Villa San Marco, Santa Flavia e l'itinerario del Gattopardo
La villa venne edificata nel 1673 intorno ad una preesistente torre d'avvistamento del XVI secolo per il controllo di piantagioni di "cannamele" (canna da zucchero). Progettista fu l'architetto Domenico Cirrincione, frate domenicano, incaricato da Vincenzo Giuseppe Filingeri, conte di San Marco, principe di Mirto e Grande di Spagna.
Raro esempio di architettura civile di stile manierista, che fonde elementi militari a caratteri tipici dell'architettura residenziale . La cappella è però rifacimento dell'architetto Francesco Paolo Palazzotto nel 1906.
Ci sono altri luoghi importanti legati allo scrittore che ormai sono scomparsi: il Bar Pasticceria Mazzara, , dove Giuseppe Tomasi si era recato tutte le mattine per anni scrivendo al solito tavolino, e la casa di Bebbuzzo Sgadari di Lo Monaco in Corso Scinà 109, all’angolo di piazza Edoardo Alfano, dove frequentava le serate d’ascolto e conobbe molti intellettuali palermitani dell’epoca.
Il Gattopardo… in pellicola
Ma forse alcuni di voi vorranno ricercare anche le atmosfere del film di Luchino Visconti, la cui scena del ballo, quella con Burt Lancaster e Claudia Cardinale, è rimasta impressa nel cuore di molti spettatori.
Occorre fare riferimento a Villa Boscogrande e Palazzo Valguarnera Gangi.
Villa Boscogrande che fu scelta per rappresentare il palazzo dei Salina nelle scene iniziali del film: fu restaurata e venne realizzato l’affresco del salone centrale che viene descritto nelle prime pagine del libro.
Le sale di Palazzo Valguarnera Gangi, invece, furono scelte da Visconti per la scena del ballo in casa Ponteleone: un apparato scenografico imponente che fu ulteriormente rifornito di arazzi, quadri, suppellettili dell’epoca per ricrearne lo sfarzo. Il palazzo era stato una residenza nobiliare costruita nel XVIII per il Principe Valguarnera il quale aveva sposato la nipote Marianna erede di un grande patrimonio, la stessa a cui Dacia Maraini si ispira nel suo romanzo La lunga vita di Marianna Ucria.
Dalla Palermo del principe di Lampedusa alla Donnafugata del principe di Salina: in questa seconda tappa ci spostiamo a Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento.
Donnafugata come paese è Palma, il palazzo è Santa Margherita. http://www.parcotomasi.it/
Per descrivere Donnafugata, dove nel romanzo si trova la residenza estiva del principe di Salina, Giuseppe Tomasi di Lampedusa aveva preso a modello l’antico feudo che era appartenuto alla sua famiglia, Palma di Montechiaro. È giusto precisare che la Donnafugata del romanzo non ha niente a che vedere con l’omonimo paese in provincia di Ragusa e nemmeno con il suo castello, da molti erroneamente ritenuto il set del film di Luchino Visconti.
Palma di Montechiaro era stata fondata nel 1637 da un antenato dello scrittore, Carlo Caro Tomasi, che aveva ricevuto la “licentia populandi” dal re Filippo IV di Spagna. Il fratello Giulio aveva poi ereditato il titolo dando impulso allo sviluppo religioso del paese con la costruzione della Chiesa madre e del Convento delle Benedettine. Il paese era rimasto un possedimento dei Tomasi di Lampedusa per due secoli, fino all’abolizione dei feudi nel 1812, ma ancora oggi vi sono venerati gli antenati di questa famiglia.
Lo scrittore aveva visitato Palma per la prima volta nel 1955 e ne era rimasto fortemente impressionato tanto da voler riprendere in mano il manoscritto che aveva lasciato in sospeso e che diventerà poi Il Gattopardo.
I luoghi principali di Palma che appaiono nel romanzo
La Chiesa madre
Quest’antica chiesa, a cui si accede salendo un’ampia scalinata, è stata fondata nel 1666 e costruita su progetto dell’architetto gesuita Angelo Italia secondo lo stile del barocco siciliano. Qui si reca il Principe di Salina non appena arriva a Donnafugata per assistere, come da tradizione, al Te Deum:
…come voleva un antichissimo uso, gli altri prima di mettere il piede in casa dovevano assistere a un Te Deum alla Chiesa Madre. […] Il duomo era stipato di gente curiosa tra le sue tozze colonne di marmo rosse…
Palazzo Filangeri-Cutò, Santa Margherita di Belice
Il palazzo del Principe di Salina del romanzo però non fu modellato sul Palazzo Ducale di Palma di Montechiaro, bensì sul Palazzo Filangeri-Cutò che si trova a Santa Margherita di Belice, in provincia di Agrigento. Il palazzo apparteneva alla famiglia materna dello scrittore che qui aveva trascorso parte dell’infanzia e a cui era nostalgicamente affezionato.
L’edificio fu distrutto dal terremoto del Belice nel 1968 ma è stato in seguito restaurato e oggi fa parte del Parco Letterario del Gattopardo: al suo interno sono custoditi alcuni oggetti appartenuti allo scrittore come una copia autentica dell’originale manoscritto e del dattiloscritto del romanzo, materiale audiovisivo legato allo scrittore e al film di Visconti e un piccolo museo delle cere che riproduce una scena del suddetto film.
Il Palazzo, "posto nel centro del paese, proprio nella Piazza ombreggiata, si stendeva per una estensione immensa e contava tra grandi e piccole trecento stanze..." apparteneva alla famiglia materna di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e in questi luoghi trascorse le estati felici dell'infanzia e della giovinezza, fino ai vent'anni.
Luchino Visconti scelse il paese di Ciminna per girare le scene degli esterni ambientate a Donnafugata, fece costruire la facciata del palazzo dei Salina e girò alcune scene nella Chiesa Madre. Per gli interni del palazzo invece scelse Palazzo Chigi ad Ariccia (Roma).
Per l’ambientazione del viaggio dal palazzo dei Salina alla residenza estiva dei Donnafugata è stata scelta la location della campagna siciliana a Piana degli Albanesi.
Il Convento delle Benedettine, Palma di Montechiaro
Costruito negli anni 1653-1659 inglobando anche il primo palazzo ducale, qui si ritirarono alcuni membri della famiglia Tomasi, tra cui la moglie e le figlie di Giulio Tomasi, tra cui Isabella, nota col nome di Suor Maria Crocefissa della Concezione, ovvero la Beata Corbèra di cui parla lo scrittore nel Gattopardo:
“Abitudini secolari esigevano che il giorno seguente all’arrivo la famiglia Salina andasse al Monastero di Santo Spirito a pregare sulla tomba della beata Corbèra, antenata del Principe, che aveva fondato il convento, lo avea dotato, santamente vi era vissuta e santamente vi era morta.”
Giuseppe Tomasi accenna anche alla “lettera del diavolo“, una lettera scritta in caratteri incomprensibili custodita nel monastero che si dice sia stata consegnata dal Demonio a Suor Maria Crocefissa per tentarla, e ai mandorlati, dei dolcetti:
“…gli piacevano i mandorlati che le monache confezionavano su ricette centenarie, gli piaceva ascoltare l’Uffizio nel coro, ed era financo contento di versare a quella comunità una parte non trascurabile del proprio reddito, così come voleva l’atto di fondazione.”
Il monastero è in parte visitabile ed è possibile acquistare i tradizionali mandorlati menzionati nel romanzo.
La mandorla è la protagonista assoluta della pasticceria siciliana. Sono stati gli Arabi a scoprire il segreto di lavorare i frutti tritati con l’albume d’uovo e il miele e sono stati loro a inaugurare la grande tradizione siciliana dei dolci di mandorle diversificandosi di città in città, di borgo in borgo.
Palma di Montechiaro comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 162 m s.m., patrono Madonna del Rosario 8 settembre
Venne fondata nel 1637 da Carlo Tomasi di Lampedusa.
La chiesa madre di Santa Maria del Rosario, costruita nella seconda metà del Seicento su progetto di Angelo Italia, ha un'ampia facciata a due ordini chiusa fra due campanili gemelli e custodisce il sepolcro dell'astronomo Giovanni Battista Odierna (1597-1660), che contribuì allo studio dell'assetto urbanistico della città.
Il monastero benedettino, con facciata neoclassica.
Il Palazzo Ducale conserva una pregevole serie di soffitti lignei.
Su una rupe a dominio del mare sorge il castello di Montechiaro (sec. XIV), dalla planimetria irregolare e sviluppato intorno a un torrione merlato di forma quadrata.
Sagra della Seppia a Marina di Palma di Montechiaro, la seppia pescata nel mare di Palma di Montechiaro è la protagonista della sagra promossa dal Club Nautico, https://www.facebook.com/people/Club-nautico-marina-di-palma/100069584326504/
Lucio Piccolo a Villa Piccolo, Capo d'Orlando
Non bisogna dimenticare l’impegno profuso del cugino dell’autore de Il Gattopardo, per farlo occorre bisogna andare tra gli olivi a Capo d’Orlando a Villa Piccolo, residenza del barone Lucio Piccolo barone di Calanovella, poeta, cugino di Tomasi, e conoscere la sua storia straordinaria di questo luogo sospeso nel tempo. https://www.fondazionepiccolo.it/
Fra Palermo e Capo d’Orlando, ci sono due rami di una famiglia riservata e luminosa, una famiglia che ha fatto della diversità uno stile e una meta, che non si è incomodata né di piacere ad altri né di somigliare al popolo.
Capo d'Orlando e l'itinerario del Gattopardo
Capo d'Orlando comune in provincia di Messina, 8 m s.m., patrono Maria Santissima di Capo d'Orlando 20-22 ottobre
Capo d'Orlando e la Sicilia Tirrenica, così denominata perché il famoso paladino Orlando, diretto in Terrasanta, vi soggiornò per un breve periodo, Capo D'Orlando è un piccolo borgo sul mare, bello il porticciolo turistico, da poco inaugurato,
Il Castello Bastione eretto a protezione delle piantagioni dalle incursioni dei pirati, oggi è un centro polivalente, comprende un bel giardino e ospita mostre e manifestazioni artistiche, culturali e rappresentazioni teatrali. https://www.facebook.com/p/Castello-Bastione-100063661842311/
Villa Piccolo, sulle colline del borgo, questa villa privata ora è un centro culturale di tutto rispetto e un museo che comprende anche una ricchissima biblioteca. Bellissimo è anche il parco in cui l'edificio è immerso, ricco di diverse varietà di piante e di fiori. https://www.fondazionepiccolo.it/
Il vecchio Faro, il Santuario di Maria Santissima, il sentiero Goletta per godersi il panorama dall'alto e la natura rigogliosa della vecchia mulattiera, le Terme Romanedi Bagnoli meritano la visita per il valore storico culturale che rappresentano e per la bellezza dei mosaici presenti nel sito, la spiaggia ha un'arenile ghiaioso, molto lunga.
Limun'aria è il festival del limone in scena in Piazza Matteotti a Capo d'Orlando a giugno, organizzato dalla Pro Loco di Capo d’Orlando. Tre giorni di eventi tra enogastronomia, musica, cultura e convegni, oltre alla storia e alla degustazione di prodotti a base di limone, previsti tour alla scoperta della città. https://www.facebook.com/prolocodorlando
Little Sicily, la Sicilia che eccelle a Capo D’Orlando a settembre. Tre giorni intensi, dedicati ed esaltare le eccellenze della Sicilia in tutte le sue molteplici sfaccettature
Gli stand enogastronomici saranno come sempre protagonisti insieme ai laboratori del gusto curati da Slow Food Sicilia. https://www.facebook.com/LittleSicilyCapodOrlando/
Ittica, Porto di Capo d'Orlando, sabato 7 e domenica 8 ottobre 2023, il Festival per la valorizzazione del patrimonio ittico siciliano. https://www.facebook.com/people/%C3%ACttica/61551936324529/
Le tappe del nostro itinerario alla scoperta del Gattopardo :
Castello di Donnafugata http://www.clicksicilia.com/cittapaesisicilia/ragusa-turismo.html
Villa Boscogrande //villaboscogrande.it/
Palazzo Valguarnera Gangi www.facebook.com/cultura.itinerars/
Lago di Piana degli Albanesi www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/itinerario-colonie-albanesi.php
Santa Margherita di Belice https://www.clicksicilia.com/cittapaesisicilia/santa-margherita-del-belice-turismo.html
Palma di Montechiaro http://www.clicksicilia.com/cittapaesisicilia/palma-di-montechiaro-turismo.html
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