Mistretta musei, arte sacra, opere d'arte, pinacoteca - Musei in Sicilia

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Mistreta musei, arte sacra, opere d'arte

Mistretta musei, arte sacra, opere d'arte, nel Comune sono presenti i musei, spazi attraverso i quali rivivere i fasti del passato, scoprire le tradizioni, le usanze della comunità, un percorso a ritroso nel tempo, tra storia, cultura ed arte, il segno della loro presenza, che è rimasto alla collettività.
I musei in genere, ci permettono di notare che l'industrializzazione ha cancellato le diversità regionali e l'unico modo è quello di realizzare dei centri , che raccolgono frammenti di storia, per evitare che possano cadere nell'oblio.
Per chi vuole conoscere qualcosa del tempo che è stato, per chi desidera un locale pieno, persone che parlano a te, è il museo, quel luogo che quando chiedi un Bellini, non ti daranno un cocktail estivo da servire senza guarnizione, ma un indirizzo sul cosa vedere.
Mistrétta comune della Città Metropolitana di Messina, 900 m s.m., patrono: san Sebastiano 20 gennaio e 18 agosto.
Centro situato sul versante settentrionale dei monti Nebrodi, nel cui parco regionale è compreso. L'abitato, attraversato dalla strada statale Centrale Sicula
Nei secoli la sua posizione strategica è stata fondamentale, è da sempre la porta d’ingresso occidentale del Parco dei Nebrodi, punto di passaggio tra il massiccio centrale della Sicilia e il Tirreno, nota anche come sella dei nebrodi, si trova nel territorio del Parco dei Nebrodi..

Mistretta si trova a metà strada tra Palermo e Messina, dall’alto dei suoi 1000 metri sul livello del mare, il panorama che si può ammirare dalle parti più alte del paese è spettacolare: lo sguardo spazia dai boschi dei Nebrodi fino all’orizzonte, dove si possono ammirare sullo sfondo le isole Eolie.
Mistretta è stata fin dalle sue origini un cittadina di passaggio per la sua posizione strategica, furono gli Arabi a costruire il nucleo originario della Fortezza oggi solo ruderi dominano la cittadina.

La città di Mistretta insorse e, nel 1282, i cittadini di Mistretta si unirono alla rivolta dei Vespri siciliani. Sotto i Borbone, assunse un ruolo ancora più centrale in quanto elevata nel 1812 a capoluogo dell'omonimo distretto.
Dopo i “Vespri Siciliani”, con gli Aragonesi Mistretta diventò città demaniale, il Settecento rappresentò per la città un periodo di benessere: divenne una base commerciale grazie all’esportazione dei suoi prodotti.

Alla fine dell’Ottocento la presenza dell’architetto Basile – chiamato per la progettazione del cimitero – fu fondamentale per l’assetto della Mistretta che conosciamo oggi, con la costruzione di fontane, larghi, piazze, pubblici passeggi e l’abbellimento della Villa Garibaldi, un giardino meraviglioso proprio nel centro del paese (che non potete perdervi!).

Le chiese di Mistretta sono una più bella dell’altra: c’è la Chiesa di Santa Caterina di Amestrata, che risale al XIII secolo, e rappresenta sicuramente il nucleo più antico del borgo; c’è la Chiesa di San Giovanni, trasformata dall’ex sinagoga; e poi quella piccola perla della Chiesa Madre Santa Lucia, stretta da due torri con un portale seicentesco in pietra, con stili architettonici diversi e preziose opere dei Gagini.

Tra i monumenti più importanti c’è Porta Palermo, l’imponente arco d’ingresso della città, circondata da cinta murarie, elemento di protezione da eventuali attacchi esterni. Poi ci sono i Palazzi: Palazzo Tita (1885) con il portale impreziosito con meduse e mostri marini; Palazzo Salamone-Giaconia (1600) ristrutturato nel 1865, Palazzo Russo (1775), con portale ad arco a tutto sesto in pietra arenaria con alla sommità l’aquila rampante dello stemma nobiliare.

Il castello nel 1500 fu ridotto a carcere, poi i mistrettesi stessi nel 1600 distrussero ciò che ne rimaneva, e nel tempo i ruderi del castello e le rocce vicine vennero usati come cava di pietra per la costruzione delle case del paese.

Numerosi i Musei, n  cui vi sono documentati cicli produttivi, le attività lavorative e artigianali,

La festa di San Sebastiano
Di particolare importanza, in paese, è la festa di San Sebastiano che si svolge due volte l’anno con una particolarissima processione: il 20 Gennaio secondo il giorno di festa della chiesa e il 18 Agosto in cui il santo si commemora in Oriente.

L'8 settembre si svolge la Festa della Madonna della Luce, con la Sfilata dei Giganti, che rimandano alla tradizione di Mata e Grifone, i due mitici fondatori di Messina.
Le celebrazioni, tra le più caratteristiche della Sicilia, vedono protagonista la statua della Madonna della Luce, portata in processione per le vie di Mistretta insieme a una coppia di guerrieri Giganti, ovvero le statue in vetroresina di Kronos (il Tempo), che impugna una spada sguainata, e Mithia (il Mito), che reca sulla mano destra spighe e fiori di campo.
Questa particolare usanza trae origine dalla leggenda secondo cui un'immagine sacra della Madonna fu ritrovata insieme ad alcune ossa umane di notevoli dimensioni, attribuite a due giganti posti a guardia della Vergine. per festeggiare l’arrivo della Madonna a Mistretta. I Giganti si esibiscono nella loro ballata rituale, il ballo è esteriorizzazione del sentimento religioso in cui paganesimo e cristianesimo, popolare si fondono.
La ballata è speranza, è preghiera, è pantomima del corteggiamento.

Oggi per rendere omaggio ai boss della mafia si fanno inchinare le statue dei santi durante alcune processioni, anche se il gesto all’origine aveva altre motivazioni e faceva parte di una più ampia religiosità. Liquidato come gesto premoderno, in realtà l’obietivo era più complesso, voleva restituire interiorità alla devozione, oggi è sdoganata dalla categoria della religiosità deviata e si assiste ad una ingerenza che mira più in generale a volere controllare i tempi e i ritmi delle processioni religiose per rappresentare pubblicamente il proprio status sociale.

A pochi passi dai boschi incontaminati del Parco dei Nebrodi, il paese può vantare un sito naturalistico tutto da scoprire.

A circa quattro chilometri dal suo centro abitato, nella valle sottostante Montepiano, si trovano infatti le cascate di Mistretta, un vero e proprio capolavoro della natura. Nel raggio di meno di 500 metri se ne trovano altre sei, ciascuna con una propria caratteristica conformazione, le cui altezze oscillano dai 5 ai 25 metri. La maggior parte delle cascate si trova lungo due torrenti, che scorrono poco distanti l’uno dall’altro quasi paralleli: uno spettacolo da non perdere.

Molto apprezzati sono i dolci prodotti a Mistretta, uno da non perdere è la “pasta reale”, un caratteristico ed elegante dolce tipico della produzione amastratina. Preparato con pasta di mandorle, il dolce poggia su una base di pasta frolla sulla quale sono sovrapposte le figure modellate a mano, si fa cuocere pochi minuti dentro il forno e si cosparge di zucchero a velo. C’ è stato un tempo in cui veniva consegnato un vassoio o ,guantiera, in casa di una famiglia, ed era l’invito di partecipazione al matrimonio. Oggi il vassoio di dolci è stato sostituito dalla partecipazione scritta.

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Museo Civico Polivalente - Mistretta

Museo Civico Polivalente - Mistretta
via monte, 1
Mistretta
tel, +39 095 382499

Istituito nel 1982, il museo raccoglie reperti di epoca greco-romana, pergamene dei re aragonesi Martino, Alfonso e Ferdinando risalenti al XV secolo e dipinti del XVIII secolo

Museo Salvatore Cocchiara dedicato alle tradizioni contadine - Mistretta

Museo Salvatore Cocchiara dedicato alle tradizioni contadine - Mistretta
via Libertà, 184
tel. 0921381696

Il Museo Regionale delle Tradizioni Silvo-pastorali “Giuseppe Cocchiara” è il primo museo demo-etno-antropologico regionale.
Inaugurato nel marzo 2007, esso è stato intitolato a Giuseppe Cocchiara, illustre antropologo, demologo e studioso di tradizioni popolari, scienziato di fama internazionale, continuatore dell’opera di Giuseppe Pitrè e organizzatore del Museo palermitano che dal grande folklorista prese il nome.
il museo intende rappresentare le attività relativa ai pastori, ai taglialegna, ai carbonai, ai cacciatori, a tutti coloro che hanno nel corso del tempo antropizzato le zone interne dell’isola elaborando forme di cultura e habitat fortemente radicati in tale peculiare ecosistema.
All’interno di tali contesti, la pastorizia viene assunta come attività emblematica piuttosto che eminente.
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