riserva naturale dello zingaro - Parchi naturali in Sicilia

Parchi naturali in Sicilia

Siete appassionati di trekking, amate la natura, siete nel posto giusto, in queste pagine vi parliamo dei parchi naturali in Sicilia, delle riserve dove potrete  
immergervi nella bellezza incontaminata dell'isola.
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Riserva naturale dello zingaro

Riserva Naturale Orientata dello Zingaro
Via Segesta, 197
91014 Castellammare del Golfo
San Vito lo Capo

Lo Zingaro incanta per la sua aspra bellezza per i colori intensi in ogni stagione, per le bianche calette che si affacciano sul mare turchese, le palme nane, la ricca macchia mediterranea, i tenaci olivastri e gli imponenti carrubi da dove si intravedono le armoniose forme delle case contadine.
Lo Zingaro

La riserva si estende nella parte Occidentale del Golfo di Castellammare, nella penisola di San Vito Lo Capo che si affaccia sul Tirreno tra Castellammare del Golfo e Trapani.
Il territorio ricade in parte nel comune di San Vito Lo Capo e in parte nel comune di Castellammare; si estende lungo 7 km di costa e quasi 1.700 ha di natura incontaminata.

Itinerari
Sentiero costiero
È il sentiero principale della Riserva, il più battuto dai visitatori.
Si snoda per circa 7 km e collega l'ingresso di Scopello (Ingresso Sud) a quello di San Vito Lo Capo (Ingresso Nord). Durata: circa 2 ore (sola andata).
Subito dopo l'ingresso si attraversa la galleria, frutto dell'antico progetto di costruzione di una strada litoranea, e dopo un centinaio di metri si incontra una prima deviazione che conduce ad un'area attrezzata per picnic. Dopo un breve cammino si incontra il Centro visitatori, sede di un piccolo Museo Naturalistico, subito dopo il quale una deviazione conduce alle calette di Punta Capreria, due incantevoli spiaggette di ciottoli incastonate fra le rocce.
Continuando sul sentiero principale si attraversa un tratto di circa 2 km di gariga costiera e si giunge a Cala del Varo, dove si trova un piccolo rifugio, aperto solo nei mesi estivi. Dopo un ulteriore breve tratto di cammino si giunge in contrada Zingaro, il cuore della Riserva, dominato dalla macchia a palma nana. La contrada ospita alcuni caseggiati rurali. Da qui si possono facilmente raggiungere Cala della Disa e Cala Berretta. Procedendo ancora oltre si raggiungono prima la contrada Marinella (e la omonima incantevole caletta) e successivamente la contrada Uzzo (e l'ennesima splendida caletta). Da qui una breve deviazione in salita consente di raggiungere la grotta dell'Uzzo, di interesse archeologico. A meno di 300 m dalla grotta è ubicato il Museo della Civiltà Contadina, che custodisce testimonianze del ciclo del grano ed esempi delle tecniche di intreccio delle fibre vegetali autoctone. Poco prima di raggiungere l'ingresso Nord si incontra il caseggiato della Tonnarella dell'Uzzo, sede del Museo delle Attività Marinare.
Rifornimenti d'acqua sono disponibili a Cala del Varo (solo nei mesi estivi) e al Museo della Civiltà Contadina in contrada Uzzo.

Sentiero di mezza costa
È il sentiero più panoramico.  Ha un tragitto di 8,5 km. Durata 4h 30 m.
Dall'ingresso Sud della Riserva si raggiunge il Centro visitatori; da qui un ripido sentiero in salita, smorzato da alcuni tornanti, conduce all'inizio del sentiero di mezza costa (290 m), che percorre la Riserva da sud a nord, parallelamente al sentiero costiero. Lasciatasi sulla sinistra una deviazione che conduce al Bosco di Scardina (sentieri alti), si prosegue diritto sino a raggiungere Pizzo del Corvo. Da qui il sentiero procede quasi pianeggiante sino a contrada Sughero (367 m), offrendo una splendida vista dall'alto della linea di costa. In contrada Sughero si incontrano diversi caseggiati rurali, alcuni dei quali adibiti a rifugi. Il sentiero prosegue per altri 2 km, in leggera salita, sino a Borgo Cusenza. Si tratta di un piccolo borgo rurale, un tempo abitato da pastori e contadini, perfettamente conservato. Da qui un sentiero consente di raggiungere il circuito dei sentieri alti mentre percorrendo in discesa il Canalone delle Grotte di Mastro Peppe Siino si arriva al sentiero costiero e da qui verso l'uscita.
Nei mesi primaverili il sentiero di mezza costa è teatro della fioritura di numerose specie di orchidee.
Rifornimenti d'acqua sono disponibili in contrada Sughero e a Borgo Cusenza.

Sentiero alto
È senza dubbio il sentiero più impegnativo.
Lunghezza: 17,5 km. Durata: 7 ore.
Dall'ingresso Sud della Riserva si raggiunge il Centro visitatori; da qui un ripido sentiero in salita, smorzato da alcuni tornanti, conduce all'inizio del sentiero di mezza costa (290 m). Percorrendo il sentiero di mezza costa, dopo poche centinaia di metri sulla sinistra si incontra un sentiero che si inerpica attraverso un ripido canalone sui fianchi del quale si alternano macchie di ginestra odorosa e aree di prateria ad ampelodesma. Al termine del sentiero si arriva ad un pianoro (533 m) situato ai piedi del Bosco di Scardina, una zona di rimboschimento occupata da una pineta di pini d'Aleppo. Si prosegue per un sentiero in leggera salita che costeggia i caseggiati rurali di Marcato della Mennola e Marcato della Sterna e dopo circa 15 min di cammino si raggiunge Pianello, una zona in cui si alternano tratti pianeggianti di steppa mediterranea, rilievi calcarei e piccole depressioni carsiche e dove, nella stagione delle piogge, si forma un piccolo gorgo affiorante. In questo tratto il sentiero alto consente una deviazione per raggiungere il sentiero di mezza costa (deviazione per Sughero - deviazione per Borgo Cusenza). Da Pianello il sentiero procede in linea retta lungo il confine della riserva per circa 3 km attraverso la località Salta le viti, incontrando i rilievi di Monte Speziale (914 m) e Pizzo dell'Aquila (759 m). Proseguendo si arriva a Portella Mandra Nuova (717 m), un pianoro che ospita una fitta lecceta, da cui si gode un panorama mozzafiato; da qui è possibile salire a Monte Passo del Lupo (868 m), sul versante orientale del quale è presente l'unica stazione dell'endemico Limonium todaroanum, ovvero ridiscendere verso Marcato Puntina e Borgo Cusenza, un agglomerato di case rurali che in passato era abitato stagionalmente dal periodo estivo fino al mese di dicembre, periodo di semina del grano. Nella discesa, a circa un chilometro e mezzo dal Borgo, c'è un abbeveratoio risalente al 1696.

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