Adrano castelli, torri e fortificazioni nel Comune - Borghi castelli e santuari in Sicilia

Borghi Castelli e Santuari in Sicilia

Scoprire la Sicilia è come sfogliare un libro di storia a cielo aperto. I borghi pittoreschi, i castelli ed i santuari che raccontano storie di un passato di culture e tradizioni. Passeggiando tra le stradine dei centri storici, ti sentirai immerso in un'atmosfera unica, dove ogni angolo svela un pezzo di patrimonio culturale da non perdere. Che tu sia un appassionato di architettura, un amante della natura, la Sicilia ti aspetta con il suo mix di bellezze da scoprire.
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Adrano castello e torri, informazioni per una visita

Adrano castello e torri, informazioni per una visita, storia architettura della struttura dalle origini ai giorni nostri.

Oggi vi parleremo di Adrano, un comune ricco di storia e di tesori architettonici. In particolare, ci concentreremo sui suoi castelli, le torri di avvistamento e le fortificazioni presenti sul territorio. Grazie a questa esperienza potrete conoscere da vicino le dimore storiche e difensive che hanno caratterizzato l'evoluzione di Adrano nel corso dei secoli. Venite con noi alla scoperta di questi luoghi suggestivi e affascinanti!

Da piccoli borghi a piccoli centri urbani, molti comuni hanno una torre un castello o le vestigia di una fortezza, che da fortezza a difesa del territorio con il tempo si è trasformato in una villa di villeggiatura, da luogo a difesa del castellano, le poche dame i cavalieri, tra duelli, amori e delitti, tra storie e leggende.

Alcuni di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, alcuni posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono abbandonati all'incuria del tempo.
Adrano comune della Città Metropolitana di Catania, 560 m s.m., patrono San Nicolò Politi 3 agosto
Adrano da non perdere il castello ed il monastero di Santa Lucia, il castello edificato nel XI secolo su fortificazioni preesistenti di epoca greca e romana. Alto circa 33 metri, è circondato da una cinta bastionata con torrioni angolari. I saloni furono riadattati in celle quando fu trasformato in carcere. Visitiamo il museo archeologico, la biblioteca e le interessanti collezioni storico-artistiche.

La Chiesa Madre di Adrano, dedicata a Maria Santissima Assunta, è stata edificata in epoca normanna, anche se oggi si presenta con una facciata in stile tardo barocco, e si trova in posizione adiacente alla torre di difesa nell’attuale Piazza Umberto.
Nella maestosa facciata, divisa in tre zone da paraste in pietra, il portale centrale è affiancato da coppie di colonne che sorreggono
un timpano barocco contenente la statua marmorea della Vergine Assunta, alla quale la Chiesa è dedicata.

La Chiesa e il Monastero di Santa Lucia di Adrano costituiscono il più importante complesso architettonico della città.
La fondazione del Monastero benedettino si deve alla contessa Adelasia, nipote di Ruggero, la quale ebbe in dote la Contea di Adernò.
A quel tempo il monastero era ubicato fuori le mura cittadine, vicino la chiesa della Madonna della Consolazione,
la chiesa e l'annesso monastero dedicati a santa Lucia furono eretti nel 1596.
La chiesa presenta la facciata, in pietra lavica, suddivisa in tre ordini ed ai lati si ergono due campanili alle cui estremità sono poste
rispettivamente due cupole quadrangolari. Al centro del primo ordine è inserito il portale d'ingresso, realizzato con una coppia di
colonne binate poste su di un piedistallo, sormontate da un timpano spezzato su cui siedono due angeli. Nella parte centrale del
secondo ordine, è posto un finestrone sormontato da un timpano; ai due lati si rivelano due finestre realizzate in pietra bianca. Il
terzo ordine è costituito da due campanili collegati da una balconata, divisa in tre campi da sei paraste.
L’interno presenta un'unica navata a forma ellittica

Il rifugio Giovannino Sapienza è un ex rifugio alpino situato a quota 1.910 metri s.l.m. sul versante meridionale dell'Etna, nel territorio del comune di Nicolosi (CT). Costituisce di fatto la base della stazione sciistica di Etna Sud, posto al termine della strada che risale il versante sud-est dell'Etna dal catanese con gli impianti di risalita che dipartono al suo fianco con la Funivia dell'Etna.

Nei dintorni il “Ponte dei Saraceni”, di origine romana ma rifatto nel sec. XIV, e il settecentesco Ponte-Acquedotto di Biscari, con trentuno altissimi archi.

Il Castello Solicchiata, sito nell’omonima contrada a pochi chilometri da Adrano, rappresenta il primo taglio bordolese d’Italia
vinificato col metodo francese. Di proprietà di Felice Spitaleri di Muglia, Marchese di Sant’Elia e Barone di Solicchiata, fu edificato
intorno al 1855. Il Barone Spitaleri volle costruire nella contrada un edificio rurale sull’Etna.
Il Castello divenne la più importante industria per la produzione di vino, il cosiddetto Vino Solicchiata.
La bellezza del castello risiede nella sua composizione. Un maniero costruito interamente in pietra lavica, https://www.castellosolicchiata.it/


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Castello di Adrano o di Adernò, castrum Adernionis

Comune: Adrano
Ubicazione: Centro storico. Piazza Umberto
Proprietà attuale: pubblica (Comune)
Uso attuale: Museo civico

Il nome Adranon secondo alcuni studiosi è di origine orientale, mentre secondo altri di origine italica. Sembra, comunque, che Dionigi, fondando la città, l’abbia chiamata Adranon o  Adrano in riferimento al grande nume siculo, dio della guerra.

I greci associarono il dio oltre che alla guerra, anche al fuoco, identificandolo con Efesto.

Secondo lo storico Adolf Holm furono attribuite ad una sola divinità notizie riguardanti due diverse divinità e, per questo motivo, Adranon riunì in sé sia il carattere di dio della guerra, indicato dalla lancia, che quello di dio del fuoco, proprio di Efesto.

Secondo la leggenda il dio Adranon, venerato anche in altre località siciliane, era seguito da un corteo di mille cani, che accoglievano festosamente gli ospiti, ma sbranavano i mentitori ed i ladri.

Giovanni Sangiorgio Mazza, illustre storico adranita, affermava che parti dell’antico tempio del dio Adrano, che era stato edificato dai fondatori nei pressi della città, si trovassero nell’orto di Cartalemi; ma un possessore della località Cartalemi, tale Domenico dell’Erba, le avrebbe distrutte, assieme a vasi, monumenti ed altri preziosi beni storici.

In età romana e latina il centro abitato si chiamò Hadranum; nell’età saracena Adarnu o Adarna, nella normanna Adernio ed Adriano, nell’angioina Adernò.

Nel 1929 fu definitivamente chiamato Adrano.

Il donjon è un parallelepipedo a pianta rettangolare di m 20 x 16,70; in altezza raggiunge m 33,70. La tessitura muraria utilizza soprattutto materiale lavico di varie dimensioni ad eccezione dei cantonali realizzati da blocchi ben tagliati sempre di pietra lavica. Lo spessore dei muri misura variamente dai m 2,60 a 2,30. Lo spazio interno del torrione è ripartito in quattro piani oltre il pianterreno: pianterreno e primo piano sono coperti da volte a botte e a crociera. Il secondo e il terzo originariamente presentavano soffitti lignei, poi sostituiti. La copertura conclusiva dell’edificio mostrava volte ogivali poggianti su peducci.

Il torrione è accessibile al pianterreno mediante una sola porta. Nello stesso pianterreno sono due grandi ambienti divisi da un muro longitudinale; l’illuminazione è assicurata da feritoie. I citati ambienti presentano rispettivamente tre campate ciascuno. L’accesso al primo piano è consentito da una scaletta realizzata nello spessore del muro.
Anche al primo piano è presente un muro mediano impostato su quello sottostante. Tale piano presenta due saloni: quello settentrionale è illuminato da due ampie monofore e da una finestra ogivale di piccole dimensioni, in simmetrica corrispondenza con le feritoie del piano più basso. Altre tre finestre si aprivano nel salone meridionale.

Su questo piano si apre anche una porta ogivale, oggi raggiungibile dalla cinta bastionata.
Ancora una scaletta ad una sola rampa ricavata nello spessore del muro conduce al secondo piano, diviso in due ambienti da un muro a sviluppo est ovest: il vano settentrionale era illuminato da cinque grandi finestre; nelle mura erano inoltre ricavati nicchie e ripostigli che suggeriscono l’utilizzazione residenziale del torrione. li vano meridionale venne suddiviso in due da un tramezzo e nella parte verso est fu ricavata una piccola cappella a pianta rettangolare con abside inserita nello spessore del muro. La lunghezza della piccola cappella è di m 7, la larghezza di m 4; la volta è realizzata da due crociere a costoloni. Le fonti di illuminazione sono costituite dalle due porte di ingresso, da una grande monofora aperta sul muro meridionale e da una strettissima feritoia posta al centro dell’abside. Ancora una scaletta a rampa unica ricavata nel muro lascia accedere al terzo piano, suddiviso come il piano inferiore.
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