Aidone castello e torri, informazioni per una visita
Aidone castello e torri, informazioni per una visita, storia architettura della struttura dalle origini ai giorni nostri.
Il Castello di Adrano, i luoghi da visitare, gli itinerari ed altre info utili per la vostra vacanza.
Da piccoli borghi a piccoli centri urbani, molti comuni hanno una torre un castello o le vestigia di una fortezza, che da fortezza a difesa del territorio con il tempo si è trasformato in una villa di villeggiatura, da luogo a difesa del castellano, le poche dame i cavalieri, tra duelli, amori e delitti, tra storie e leggende.
Molti di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, alcuni posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono abbandonati all'incuria del tempo.
Aidóne comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 800 m s.m., patrono San Lorenzo Martire 10 agosto
Il duomo di San Lorenzo, dirimpettaio del Castello, il complesso monastico di San Domenico, fondato dal Beato Vincenzo da Pistoia nel 1419,
la più recente Chiesa di San Vincenzo Ferreri caratterizzata da una magnifica facciata a bugne adamantine,
la piazza del palazzo di città, arricchita da un mirabile intervento architettonico pubblico qual’è il Palazzo Comunale costruito nel XVIII secolo e chiesa di San Leone Papa.
La Torre Adelasia di Aidone oggi costituisce la torre campanaria dell'annessa Chiesa di Santa Maria La Cava, ma in origine era una delle torri di difesa lungo le mura
la chiesa di Sant'Anna, con un bel Crocifisso ligneo di fra' Umile da Petralia, e la chiesa romanica di Sant'Antonio Abate.
Il Castello di Pietratagliata di Aidone è conosciuto anche come Casteddu di Gresti, dal nome della contrada in cui è stato eretto.
La denominazione "Pietratagliata" invece si riferisce alla presenza degli ambienti tagliati nella roccia, la struttura esistente è di epoca arabo-normanna
Aidone ospita il Museo archeologico regionale, situato nei locali dell’ex convento dei Cappuccini.
Parte del territorio comunale è compreso nel Parco Minerario Floristella-Grottacalda, vasto complesso di archeologia industriale, in cui sono visibili le strutture e le apparecchiature un tempo utilizzate per l'estrazione dello zolfo. http://www.enteparcofloristella.it/
A pochi chilometri a E di Aidone, inoltre, in un ambiente naturale perfettamente conservato, si trovano le rovine dell'antica città di Morgantina.
L’Area Archeologica di Morgantina si sviluppa su un’altura nei monti Erei, la città fu infatti abbandonata nel I secolo d.C., si trovano i resti dell’antico santuario tesmoforico di Demetra e Kore.
Nell’area di Contrada Serra Orlando si sviluppò, sotto il l’impero di Ierone II, il nuovo abitato edificato a seguito della distruzione dell’acropoli nel 459 a.C..
L’area presenta diversi imponenti monumenti i cui resti sono tutti databili a partire dal III secolo a.C..:
l’agorà, con le stoài est ed ovest; il Ginnasio; il pritaneion; il bouleuterion; il teatro e l’ekklesiasterion; due edifici termali la cui copertura a volta delle terme nord si ipotizza possa essere legata al nome di Archimede. A completare l’area i resti di due granai pubblici, la fontana monumentale edificata nella stoà est e una serie di abitazioni private a peristilio, tra cui la cosiddetta Casa del
Ganimede, così chiamata per la presenza di un mosaico figurato di Ganimede del III secolo a.C., uno dei più antichi in Sicilia.
Il teatro ospita periodica
Presso il teatro manifestazioni, https://www.facebook.com/barbablufest/
A pasta 'nta maidda" ad Aidone, all'interno della manifestazione esposizione di prodotti tipici locali, degustazioni, spettacoli.
Il Carnevale di Aidone è definito il carnevale più lungo perchè si festeggia fino al sabato successivo al martedì grasso, si balla lo Scotz è un antico ballo siciliano che viene ballato ad Aidone in occasione del Carnevale, La consuetudine prevede che ci sia un “capo maschera” che chiede al “padrone” due balli e alla fine prima di andare via si toglie la maschera per farsi riconoscere ed avere in premio un bicchiere di liquore. I ballerini si esibiscono al ritmo scatenato dello scotz, un ballo simile alla polka. Questo antico ballo figurato, si può ballare a coppie singole o di gruppo un divertente gioco di scambio di coppie, salti e giravolte, al ritmo dello scotz.
Castello di Pietratagliata di Aidone
Castello di Pietratagliata di Aidone
Conosciuto anche come Casteddu di Gresti. La fisionomia del castello di Pietratagliata si inquadra splendidamente nella singolare cresta rocciosa in cui si staglia. Anche da una sommaria visione d’insieme si percepisce subito la contemporanea presenza di svariate strutture che si sono sovrapposte ed affiancate nel corso dei secoli: grotte che furono abitazioni preistoriche, la fortezza di avvistamento e segnalazione ed infine l’ulteriore ampliamento del complesso edilizio, cioè i magazzini e le rustiche abitazioni di quella che era ormai divenuta una feudale “masseria fortificata”. L’ingresso al castello é ubicato in prossimità di una stretta curva della strada che collega Raddusa e Valguarnera.
Giunti davanti all’entrata del castello, ci si trova all'inizio di una stretta doppia piega che evitava a chi cercasse rifugio nel castello di diventare bersaglio delle frecce degli assalitori. Salendo la scaletta si accede al piano superiore del magazzino in cui si trova l'abitazione del massaro con annessa terrazza.
Dopo la curva a gomito, é ormai visibile la porta del castello. L'ultimo tratto del sentiero, intagliato nella roccia, é delimitato a sinistra dal muretto che fa da parapetto al profondo burrone sottostante ed a destra dal contrafforte roccioso che sorregge la torre. Si tratterebbe di un accorgimento che avrebbe costretto gli attaccanti di procedere con il fianco destro esposto alle frecce dei difensori.
Entrando dalla porta culminante con un archetto, si attraversa un corridoio sotterraneo ritrovandosi in una loggia , da cui è possibile affacciarsi sul dirupo. Si accede così in una grotta rettangolare scavata nell'arenaria e munita di finestra, che é certamente stata un'abitazione preistoric. L'acqua perenne dell'urna e l'abbondanza di selvaggina nelle fitte foreste che allora ricoprivano il territorio devono aver attratto insediamenti umani sin dal paleolitico superiore.
Visto che la rampa d’accesso ai piani superiori non esiste più, è difficile proseguire la visita. Al primo piano si trova un ingresso, da cui si accede sia alla scala che conduceva al piano superiore sia ad una stanza piuttosto curata e munita di una finestra con i due sedili tipici dell’architettura medievale.
Attraverso la scala intagliata nella roccia che ci si ritrova in un che abbraccia l’intera larghezza dell’edificio.
Nell’estremità occidentale si trovano i resti di una finestra che si affacciava sullo strapiombo sottostante, mentre in quella orientale, al termine del ballatoio si apriva una porta. Al centro del corridoio, una cisterna con tubazione di terracotta incassata nella roccia che serviva a convogliare l’acqua piovana raccolta da tetto. In questi locali si trovano i resti degli antichi fasti del castello: il portale d’accesso in lava lavorata, il volto sorridente scolpito sull’architrave e la volta con cupoletta ci rivelano la funzione nobile. L’attiguo ambiente era dotato di una finestra. Da questa stanza si doveva accedere alla torre. Dal lato opposto si trova una caverna di forma allungata, dove si nota una scritta in latino che evoca il diavolo ed una sorta di affresco in bianco e nero rappresentante un misterioso personaggio dalla lunga barba bianca, coperto da un mantello simile a quelli in uso nel Cinque o nel Seicento.
Riprendendo la scala, percorrendo l’ultima rampa ci si trova sul punto più elevato della grande roccia.
Attraverso un portale si accede in quella che é stata forse la cappella del castello. Da qui si gode della splendida vista di Morgantina e di Aidone.
Conosciuto anche come Casteddu di Gresti. La fisionomia del castello di Pietratagliata si inquadra splendidamente nella singolare cresta rocciosa in cui si staglia. Anche da una sommaria visione d’insieme si percepisce subito la contemporanea presenza di svariate strutture che si sono sovrapposte ed affiancate nel corso dei secoli: grotte che furono abitazioni preistoriche, la fortezza di avvistamento e segnalazione ed infine l’ulteriore ampliamento del complesso edilizio, cioè i magazzini e le rustiche abitazioni di quella che era ormai divenuta una feudale “masseria fortificata”. L’ingresso al castello é ubicato in prossimità di una stretta curva della strada che collega Raddusa e Valguarnera.
Giunti davanti all’entrata del castello, ci si trova all'inizio di una stretta doppia piega che evitava a chi cercasse rifugio nel castello di diventare bersaglio delle frecce degli assalitori. Salendo la scaletta si accede al piano superiore del magazzino in cui si trova l'abitazione del massaro con annessa terrazza.
Dopo la curva a gomito, é ormai visibile la porta del castello. L'ultimo tratto del sentiero, intagliato nella roccia, é delimitato a sinistra dal muretto che fa da parapetto al profondo burrone sottostante ed a destra dal contrafforte roccioso che sorregge la torre. Si tratterebbe di un accorgimento che avrebbe costretto gli attaccanti di procedere con il fianco destro esposto alle frecce dei difensori.
Entrando dalla porta culminante con un archetto, si attraversa un corridoio sotterraneo ritrovandosi in una loggia , da cui è possibile affacciarsi sul dirupo. Si accede così in una grotta rettangolare scavata nell'arenaria e munita di finestra, che é certamente stata un'abitazione preistoric. L'acqua perenne dell'urna e l'abbondanza di selvaggina nelle fitte foreste che allora ricoprivano il territorio devono aver attratto insediamenti umani sin dal paleolitico superiore.
Visto che la rampa d’accesso ai piani superiori non esiste più, è difficile proseguire la visita. Al primo piano si trova un ingresso, da cui si accede sia alla scala che conduceva al piano superiore sia ad una stanza piuttosto curata e munita di una finestra con i due sedili tipici dell’architettura medievale.
Attraverso la scala intagliata nella roccia che ci si ritrova in un che abbraccia l’intera larghezza dell’edificio.
Nell’estremità occidentale si trovano i resti di una finestra che si affacciava sullo strapiombo sottostante, mentre in quella orientale, al termine del ballatoio si apriva una porta. Al centro del corridoio, una cisterna con tubazione di terracotta incassata nella roccia che serviva a convogliare l’acqua piovana raccolta da tetto. In questi locali si trovano i resti degli antichi fasti del castello: il portale d’accesso in lava lavorata, il volto sorridente scolpito sull’architrave e la volta con cupoletta ci rivelano la funzione nobile. L’attiguo ambiente era dotato di una finestra. Da questa stanza si doveva accedere alla torre. Dal lato opposto si trova una caverna di forma allungata, dove si nota una scritta in latino che evoca il diavolo ed una sorta di affresco in bianco e nero rappresentante un misterioso personaggio dalla lunga barba bianca, coperto da un mantello simile a quelli in uso nel Cinque o nel Seicento.
Riprendendo la scala, percorrendo l’ultima rampa ci si trova sul punto più elevato della grande roccia.
Attraverso un portale si accede in quella che é stata forse la cappella del castello. Da qui si gode della splendida vista di Morgantina e di Aidone.
L’accesso alla terrazza della torre era consentito da una stupenda scala a chiocciola, realizzata in corso d’opera all’interno della torre e precisamente in prossimità del suo spigolo di sud-est. Si accede alla scala da una porticina incastonata in un portale in lava terminante con una voltina del quale si è conservato lo stipite sinistro. Il vano scala è stato ottenuto da una perfetta sovrapposizione dei gradini che la compongono.
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