Castroreale, guida al borgo più bello d'Italia in Sicilia - Borghi castelli e santuari in Sicilia

Borghi Castelli e Santuari in Sicilia

Scoprire la Sicilia è come sfogliare un libro di storia a cielo aperto. I borghi pittoreschi, i castelli ed i santuari che raccontano storie di un passato di culture e tradizioni. Passeggiando tra le stradine dei centri storici, ti sentirai immerso in un'atmosfera unica, dove ogni angolo svela un pezzo di patrimonio culturale da non perdere. Che tu sia un appassionato di architettura, un amante della natura, la Sicilia ti aspetta con il suo mix di bellezze da scoprire.
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Castroreale, guida al borgo più bello d'italia in Sicilia

Castroreale, guida al borgo più bello d'italia in Sicilia , tra i Borghi più belli della Sicilia, chi non ha mai visto in foto i borghi più o meno famosi, vanto della regione e ne rappresentano una delle maggiori attrazioni turistiche.

I Borghi della Sicilia offrono numerosi spunti di visita sia a livello storico-culturale che ambientale, non solo piacevoli camminate nei centri storici ma anche nelle immediate vicinanze dove si trovano chiesette, castelli, tutti collegati da strade, stradine.

Visitabile tutto l'anno, non mancheranno testimonianze storiche come fortezze, siti archeologici, luoghi di culto di pregio architettonico, con profumi e sapori della tradizioni gastronomica si mescolano egregiamente con la storia.

Grande importanza hanno gli eventi tradizionali organizzati dalle proloco dei borghi, ad iniziare dalle Feste Medievali e dalle Sagre, sfilate dei cortei in costume d’epoca accompagnate spesso da una gara per la conquista del palio, offrono il meglio della tradizione culturale del paese. Le sagre invece esaltano la cucina tradizionale e i prodotti tipici locali, mostrando al visitatore il meglio della tradizione enogastronomica del borgo.
Curiosità
Castroreale comune della , 394 m s.m., nella
patrono San Silvestro 31 dicembre
centro situato nei monti Peloritani occidentali, arroccato sulle pendici occidentali del colle del Re

A Castroreale ad agosto, la tradizionale Sagra del "Biscotto Castricianu", o "da Badissa" è dedicata ai biscotti tipici e caratteristici di antichissima tradizione, di forma allungata, la cui ricetta delle suore clarisse del Monastero di S. Maria degli Angeli di Castroreale, rimase segreta per molto tempo.

la festa in onore del SS. Crocifisso, nel dialetto locale “U Signori longu” occupa, sin dalla metà del XIX secolo il posto principale, sia per il suo significato religioso-folcloristico, i festeggiamenti durano tre giorni e si aprono nel pomeriggio del 23 agosto con la traslazione del Crocifisso dalla chiesa di S. Agata alla Chiesa Madre, dove rimane esposto al culto fino al pomeriggio del 25 successivo, quando viene solennemente riportato in processione alla sua chiesa.

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Castroreale, il borgo siciliano, uno dei più belli

Il Borgo siciliano di Castroreale offre in ogni suo angolo una sintesi di arte e natura. Se si distoglie lo sguardo dai monumenti, questo corre subito agli splendidi panorami circostanti, come quello su Capo Milazzo e le isole Eolie che si ammira dal belvedere di piazza delle Aquile lungo il fianco orientale del Duomo. Su questo stesso fianco, una lapide del 1693 sormontata da tre aquile di marmo ricorda i privilegi concessi a Castroreale da Filippo IV di Spagna. Il portale che si apre lì accanto è di gusto tardo manieristico siciliano, così come lo è l’altro elegante portale marmoreo che si apre su piazza Duomo. All’interno la chiesa, eretta nel primo trentennio del Seicento e dedicata all’Assunta, è ricca di opere d’arte. L’impianto a croce latina è scandito da sedici colonne monolitiche in pietra coronate da capitelli compositi. Tra le opere che risaltano subito agli occhi vi sono l’elegante statua marmorea di Santa Caterina (1534) di Antonello Gagini, autore anche di un’acquasantiera (1530) e della scultura di Santa Maria di Gesù (1501); le altre acquasantiere sono di Sebastiano Ferrara (1625). Secenteschi sono l’altare in legno indorato della cappella del Sacramento, il fonte battesimale (1625), il pergamo (1648), la cantoria (1612) e il coro in legno di noce intagliato, mentre l’altare maggiore è del 1717. Notevoli sono anche il polittico della Natività  di Giovan Filippo Criscuolo (1550) e quello della Madonna in trono tra i Santi di un artista messinese del Cinquecento noto come Maestro del Polittico di Castroreale.  A destra del Duomo si trova la cinquecentesca torre campanaria a sezione quadrata contenente un orologio funzionante.

Percorrendo il corso Umberto I si arriva alla chiesa della Candelora, risalente alla fine del secolo XIV, che probabilmente era la cappella del castello di Federico II d’Aragona. Il portalino di tipo durazzesco e la cupoletta in stile arabo sono le sopravvivenze originarie della chiesa. Al suo interno si ammira la grandiosa tribuna di legno, riccamente intagliata e indorata d’oro zecchino, dell’altare maggiore, magnifica espressione dell’artigianato artistico messinese in epoca barocca. Dalla vicina torre di Federico II d’Aragona, l’unico avanzo del castello fatto costruire nel 1324 da Federico II d’Aragona, si gode di un bel panorama.

Ripercorrendo in discesa la salita Federico II d’Aragona che porta al castello, e svoltando per via Farini, si arriva al palazzo Peculio, sede del Comune, eretto nel 1924 sull’area dell’antico Peculio Frumentario che serviva da deposito per le derrate alimentari. Su piazza Peculio si affacciano anche il Monte di Pietà, fondato nel 1581 dalla  confraternita di San Leone con  finalità assistenziali, e la fiancata meridionale della chiesa del SS. Salvatore, eretta verso la fine del Quattrocento nel cuore della Giudecca, il quartiere ebraico, e successivamente ingrandita e ornata di stucchi barocchi. La chiesa – oggi utilizzata come Auditorium – presenta un portale di gusto gotico quattrocentesco a cui si accede da una scalinata barocca, e custodisce un altare marmoreo del messinese Antonino Amato. Nella piazzetta Moschita è visibile un arco appartenente alla sinagoga costruita nel 1485. In questa zona ai piedi del castello gli ebrei godevano di una posizione di prestigio fino alla loro cacciata nel 1492, in seguito all’editto di Ferdinando il Cattolico.

Nei pressi sono da visitare la Pinacoteca di Santa Maria degli Angeli, che espone un cinquecentesco trittico di scuola fiamminga, e il Museo Civico con il monumento funebre di Geronimo Rosso realizzato da Antonello Gagini. La chiesa di San Filippo Neri (1630 circa), con l’annesso Oratorio dei Padri Filippini, oggi sede del Museo Civico, racchiude la statua lignea della Madonna del Rosario (XVIII secolo) e un notevole Crocifisso in mistura del XV secolo.

Nella parte bassa della via G. Siracusa ci si sofferma sul complesso costituito da due chiese: la chiesa di Santa Marina, costruita nel periodo normanno-svevo, unisce elementi di gusto romanico locale con decorazioni barocche e ingloba strutture appartenenti al sistema di fortificazione aragonese, come la torre nella quale è stata inserita la cappella di San Lorenzo. L’adiacente chiesa di Sant’Agata attestata già nei primi anni del secolo XV, e ampiamente rimaneggiata nel 1857, custodisce, oltre alla devozionale immagine seicentesca del Cristo Lungo, una splendida Annunciazione  di Antonello Gagini (1519), una Sant’Agata del Montorsoli (1554), una Madonna del fiorentino Michelangelo Naccherino (1601).

Porta Raineri, situata nel quartiere Valle, è l’antica porta attraverso la quale si accedeva da nord alla città murata. Risalente all’inizio del secolo XIV, è stata ricostruita nei primi dell’Ottocento.

A sud del paese la chiesa di Gesù e Maria ha origini trecentesche ed era probabilmente l’antica chiesa Madre. Ad essa si accede tramite una doppia scalinata in pietra. Giunti nell’atrio si può ammirare il panorama che ingloba il quartiere Mannese. All’interno si apprezzano il pavimento originario in ceramica e l’altare ligneo.
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