Bronte castello e torri, informazioni per una visita
Bronte castello e torri, informazioni per una visita, storia architettura della struttura dalle origini ai giorni nostri.
Il Castello di Adrano, i luoghi da visitare, gli itinerari ed altre info utili per la vostra vacanza.
Da piccoli borghi a piccoli centri urbani, molti comuni hanno una torre un castello o le vestigia di una fortezza, che da fortezza a difesa del territorio con il tempo si è trasformato in una villa di villeggiatura, da luogo a difesa del castellano, le poche dame i cavalieri, tra duelli, amori e delitti, tra storie e leggende.
Molti di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, alcuni posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono abbandonati all'incuria del tempo.
Brónte comune della Città Metropolitana di Catania, 760 m s.m., patrono San Biagio 3 febbraio, situata alla sinistra del fiume Simeto, sulle pendici occidentali dell'Etna, nel cui parco regionale è compresa.
Bronte si estende alle pendici occidentali dell'Etna, è un comune del Parco dell'Etna e del Parco dei Nebrodi, è la città del pistacchio,
La chiesa matrice della Trinità fu formata nel sec. XVI con l'unione di due chiese contigue; conserva elementi romanici, un piccolo portale ogivale e un crocifisso ligneo del 1505;
la chiesa dell'Annunziata (1535) custodisce pregevoli opere d'arte tra cui un gruppo marmoreo policromo dell'Annunciazione, forse di Antonello Gagini;
la chiesa di San Giovanni (1580) ha un pittoresco, massiccio campanile secentesco.
Il collegio Capizzi (1774) possiede una bella facciata rococò. https://www.realcollegiocapizzi.it/
L'abbazia di Santa Maria di Maniace, chiamata anche Ducea di Nelson, Castello di Nelson e Ducea di Maniace, donata da Ferdinando I a Nelson (1799) e trasformata in sontuosa residenza dai discendenti dell'ammiraglio, che vi abitarono fino al 1981, Al suo interno, oltre al settecentesco palazzo della famiglia, si trova l'abbazia di Maniace che sorge sul luogo dove il generale greco Giorgio Maniace, a capo di truppe bizantine e normanne, sconfisse i saraceni nel 1040. La chiesa, secondo i documenti, venne fondata nel 1174 da Margherita di Blois, moglie di Guglielmo I, e successivamente annessa, insieme con le sue dipendenze territoriali, al monastero benedettino di S. Filippo di Fragalà; interessante esempio di architettura tardo-normanna, ha un bel portale ogivale con capitelli figurati e conserva, nell'interno a navata unica, il soffitto ligneo originale, un polittico di scuola siciliana del XIII secolo raffigurante la Madonna in trono con i Ss. Biagio, Antonio Abate e Lucia e una tavola bizantineggiante di una Madonna col Bambino, che si narra sia stata portata da Giorgio Maniace direttamente dalla Grecia. Il sontuoso palazzo è ora un museo.
Il Venerdì Santo si svolge una processione durante la quale grandi statue sacre vengono portate presso tutte le chiese della città.
le Forre laviche del Simeto sono gole, con pareti di altezza variabile tra i 5 e i 15 metri, scavate dal fiume Simeto nel basalto formatosi in seguito a colate laviche provenienti dall'Etna.
Sagra del Pistacchio ad ottobre, a Bronte, la tradizionale manifestazione dedicata all'oro verde DOP del comune etneo: il pistacchio, il suo gioiello gastronomico. Durante la manifestazione saranno organizzate visite guidate del centro storico di Bronte, mostre, convegni, spettacoli https://www.facebook.com/expo.pistacchio.bronte.dop
Bronte, Castello Maniace
Bronte, Castello Maniace o Ducea Nelson
Castello di Maniace o Ducea Nelson, era l'abbazia benedettina di Santa Maria di Maniace fu fondata nel 1173-74 presso il preesistente casale omonimo Il complesso attuale è impropriamente chiamato 'castello': si tratta in realta di una grande residenza aristocratica, con annessi servizi, oltre alla chiesa medievale ed alcuni resti del precedente impianto monastico fortificato.
LA CHIESA
E' dedicata alla Madonna di Maniace ed e' un'opera rappresentativa dell'ultimo periodo normanno. Eretta dalla Regina Margherita, sposa di Guglielmo il Malo, nel 1174, e' un nobile esempio di architettura tardo-normanna a tre navate.
Subi' gravi danni dal terremoto del 1693 che la privo' di tutta la parte absidale a cominciare dall'arco trionfale di cui, nella piatta parete di fondo, si vedono ancora le tracce. Il tetto e' a capriate, in piccola parte originario.
Ambiente suggestivo nella sua linearita' ravvivato dalle poche opere d'arte superstiti.
Il portale d'entrata, di fattura accurata, ha un piu' nobile gemello nel grandioso portale del Castello Maniace nell'Ortigia di Siracusa, uno dei castelli innalzati da Federico II di Svevia.
I capitelli di sinistra sono ornati da una serie di teste di mostri e di esseri alati, animali stilizzati e ghignanti che riscontriamo nella normanna Cattedrale di Cefalu'.
Qualcuno ha voluto vedere in essi raffigurate scene infernali o simboli dei vari peccati.
I capitelli di destra presentano scene che, in coordinata successione, ci mostrano le conseguenze del Peccato Originale di Adamo ed Eva cui il Signore disse "Col sudore della tua fronte, mangerai il pane" (Gen.2,19): Cacciata dal Paradiso Terrestre, Lavoro dei campi, Molitura del grano, Caccia, Guerra.
Il portale perdette il suo slancio originario a causa del riempimento del piano antistante.
Un ripensamento di qualche anno fa, ha fatto eseguire uno scavo che ha messo in luce la base di destra.L'interno e' a tre navate con archi a sesto acuto sostenuti da pilastri in conci di basalto, alternativamente rotondi e poligonali.
In fondo alla navata centrale, su piano rialzato, campeggia l'Altare Maggiore originario con il paliotto in marmo scolpito a foglie d'acanto intrecciate.
Lavori inconsulti recenti hanno, in omaggio alle nuove disposizioni liturgiche, staccato dal muro la mensa, sacrificando tutta la spalliera, anch'essa in stile.
Varie sono le opere d'arte che ancora si possono ammirare.
Nella navata centrale un quadro della Madonna di Maniace (sec. XII?), pittura di stile bizantino di dubbia autenticita'.
Preziosa la cornice in legno scolpito. In alto, ai lati della figura, sigle in lettere greche; si puo' leggere: M.-TH. (Meter Theo e' = Madre di Dio).
Vi e' inoltre un polittico (sopra l'altare) su legno da datare, secondo il Radice, al 1555.
Opera di buona fattura che porta al centro la Madonna in trono col Bambino al petto.
Sugli sportelli sono S. Antonio Ab. con in mano il bastone a croce egizia e S. Benedetto in abiti pontificali (i padri del monachesimo orientale ed occidentale).
Nel fastigio centrale una delicata Crocifissione e nei pinnacoli laterali S. Nicola e S. Giorgio.
Caratteristica di questo quadro e di quello della Madonna di Maniace e' la posizione del Bambino in atto di prendere il latte, il che ci dice che l'uno e l'altro furono eseguiti per questa Chiesa.
Esso e' classificato come opera di un anonimo del sec. XVI.
Vi e' infine un gruppo dell'Annunziazione sulla parete di fondo a destra e a sinistra dell'Altare Maggiore con a sinistra l'Angelo Nunziante, e a destra la Madonna Annunziata.
E’ una scultura ingenua in marmo ad alto rilievo; forse unico esempio in Sicilia di scultura romanica del sec. XII.
Nella navata di sinistra lo sportello superstite di un polittico andato perduto, recante la figura di S. Lucia con gli attributi del suo martirio, gli occhi in una tazza e la palmetta, simbolo del martire.
Opera delicata di un'arte progredita ed evoluta, faceva parte del Polittico dell'Altare Maggiore con cui ha tante somiglianze o di un altro Polittico andato perduto?
Nella navata di destra si ammira: un quadro della Madonna col Bambino, opera di scuola imprecisata che, presenta una stilizzazione bizantineggiante. Esso e' classificato come opera anonima del sec. XVII.
Sul medesimo altare: carteglorie in lamina d'argento del sec. XVIII e placca di rame con la storia del Beato Guglielmo;
sotto l'altare la cassa col corpo del Beato Guglielmo.
Egli e' l'antico Abate del Monastero benedettino implicato nella "Congiura di Randazzo" contro gli Aragonesi (1285).
In alto, una Statuetta del Beato.
Vi sono ancora un quadrettino del sec. XVI rappresentante S. Margherita, martire che tiene in mano gli strumenti del martirio;
un prezioso quadro anonimo della Madonna col Bambino con buona cornice del tempo e un ben riuscito paesaggio (sec.XVI);
tre sontuose tombe in marmo di amministratori inglesi del Castello e della ducea: Thovez (moglie 1839, marito 1856) e Grisley (1874)
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