Catania castello e torri, informazioni per una visita
Catania castello e torri, informazioni per una visita, storia architettura della struttura dalle origini ai giorni nostri.
Il Castello di Adrano, i luoghi da visitare, gli itinerari ed altre info utili per la vostra vacanza.
Da piccoli borghi a piccoli centri urbani, molti comuni hanno una torre un castello o le vestigia di una fortezza, che da fortezza a difesa del territorio con il tempo si è trasformato in una villa di villeggiatura, da luogo a difesa del castellano, le poche dame i cavalieri, tra duelli, amori e delitti, tra storie e leggende.
Molti di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, alcuni posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono abbandonati all'incuria del tempo.
Catania, capoluogo della Città Metropolitana omonima, 7 m s.m., patrono Sant’ Agata 3-5 febbraio
alle propagini meridionali dell'Etna,
la città, ricostruita nel Settecento su piano regolatore dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, si evidenzia per i suoi edifici barocchi, che sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO,
in occasione della Festa di Sant'Agata, patrona della città, si svolgono due solenni processioni in cui il busto in argento della santa, contenente le sacre reliquie e preziosamente addobbato, viene accompagnato da una folla di devoti, con indosso il tradizionale abito bianco, detto “sacco”, e da undici candelore che rappresentano le corporazioni di mestiere della città
Catania è la seconda città della Sicilia per grandezza e numero di abitanti. L'antica Katane, fondata fra la pianura e il mare Ionio dai coloni di Naxos.
Ricostruita quasi interamente dopo il sisma del 1693 ha assunto la tipica fisionomia barocca che contraddistingue le città della Sicilia orientale.
Catania è la seconda città della Sicilia per grandezza e numero di abitanti. L'antica Katane, fondata fra la pianura e il mare Ionio dai coloni di Naxos, è diventata la più dinamica fra le città siciliane. È sede della più antica Università dell'Isola. La presenza dell'Etna, il vulcano attivo più grande d'Europa, ha connotato la sua storia di eruzioni e terremoti.
Ricostruita quasi interamente dopo il sisma del 1693 ha assunto la tipica fisionomia barocca che contraddistingue le città della Sicilia orientale. Lo schema cittadino settecentesco, di grande modernità e libertà compositiva, contempla l'uso della pietra lavica per le sue costruzioni che insieme al candore di stucchi e marmi definisce l'unicità architettonica del tessuto urbano.
Piazza Duomo - via Garibaldi - Castello Ursino - la Pescheria, Catania
Piazza Duomo è il nucleo più antico della città. Qui si ammirano la fontana dell'Elefante, la Cattedrale barocca dal nucleo normanno, il Seminario dei Chierici, il Palazzo Municipale o degli Elefanti, la fontana dell'Amenano e porta Uzeda. Si prosegue per via Garibaldi con i suoi palazzi Pardo, Marletta, l'intervallo di piazza Mazzini, Asmundo di Gisira, la casa di Giovanni Verga in via Sant'Anna, e le chiese della Madonna dell'Aiuto e Santa Chiara in via San Giovanni. Nelle vicinanze sono il federiciano Castello Ursino, Museo Civico, la chiesa di Santa Maria dell'Indirizzo, le Terme dell'Indirizzo ed il mercato della Pescheria.
Piazza Duomo - Teatro Massimo - palazzo Biscari, Catania
Percorrendo via Vittorio Emanuele verso il mare si osserva, a sinistra, la chiesa di Sant'Agata alla Badia. Proseguendo per piazza Scammacca si giunge al Teatro Massimo "Vincenzo Bellini" e ritornando per via Landolina s'arriva a palazzo Biscari, sede dell'omonimo museo ed alla chiesa di San Placido. Nelle vicinanze è la villa Pacini, giardino pubblico sotto le arcate della marina. Riprendendo via Vittorio Emanuele si osservano palazzo Valle, Collegio dei Nobili e palazzo Guttadauro di Reburdone. Da qui è possibile visitare i vicoli della Civita, popolare quartiere, dove è la casa del Vaccarini in via San Francesco di Paola.
Piazza Duomo - via Etnea - piazza Stesicoro - via Crociferi - piazza Dante, Catania
Salendo per via Etnea s'incontra piazza Università, con i palazzi dell'Università, di Sangiuliano e Gioeni e subito dopo la chiesa della Collegiata. Inoltrandosi nelle via limitrofe si osservano la chiesa
dell'Ogninella e la chiesa dei Frari sino ad arrivare a piazza Manganelli dove sono visibili l'omonimo palazzo, il retro di palazzo Carcaci e la chiesetta di San Michele. Ritornando ai Quattro Canti si risale via Etnea sino a piazza Stesicoro con il monumento a Bellini, palazzo Paternò del Toscano, i resti dell'Anfiteatro romano con lo sfondo della chiesa di San Biagio o Sant'Agata alla Fornace. Si prosegue per la salita San Camillo sino a Sant'Agata al Carcere. Si ritorna per via Manzoni e via Penninello con il palazzo della Prefettura, da qui una scalinata conduce a via Crociferi, strada barocca che dalla salita di via Sangiulano conduce a via Vittorio Emanuele sino al monumento a Dusmet. La via Crociferi è sede di fastose chiese quali la Badia grande, San Benedetto, San Francesco
Borgia, San Giuliano, il Collegio gesuitico, il convento dei Crociferi, e costituisce l'ambiente urbano più rappresentativo della magniloquenza architettonica della città settecentesca. Superato l'ex Collegio dei Gesuiti e l'arco di San Benedetto s'intravede sulla destra il Teatro greco-romano e l'Odeon e poco più avanti il complesso termale in via della Rotonda. Proseguendo per via Teatro greco si arriva a piazza Dante ed al complesso dei Benedettini di San Nicolò l'Arena, oggi facoltà di Lettere, con l'annessa chiesa di San Nicolò.
Piazza Stesicoro - Villa Bellini - via XX Settembre - la Fiera, Catania
Da piazza Stesicoro su per la salita San Camillo dove si osserva palazzo Borsa e, più avanti, San Domenico fuori le mura. Riscendendo si prosegue per via Sant'Euplio con le omonime catacombe; da qui sino a Piazza Roma dove si entra nella Villa Bellini, Giardino pubblico della città. Si esce dal giardino in via Etnea e, subito a destra si nota il palazzo delle Poste. Si risale per via Etnea sino a viale XX Settembre e lo si percorre sino a piazza Verga, con il Tribunale e la fontana dei Malavoglia; si svolta per via Ventimiglia e si percorre via Umberto sino alla Fiera, vasto mercato popolare a ridosso della chiesa del Carmine.
I Viali - piazza Europa - Ognina, Catania
Per viale XX Settembre verso il mare tra gli edifici otto-novecenteschi, si giunge in corso Italia. Rilevanti villa Miranda, il palazzo delle Scienze, villa Manganelli. In piazza San Francesco d'Assisi è il Museo Emilio Greco. In fondo piazza Europa è il belvedere sulla scogliera lavica, da dove inizia il Lungomare sino al borgo di Ognina.
Il castello Ursino di Catania fu costruito da Federico II di Svevia nel XIII secolo. Il maniero ebbe una certa visibilità nel corso dei Vespri siciliani, come sede del parlamento e, in seguito, residenza dei Sovrani di Sicilia della dinastia aragonese fra cui Federico III. Oggi è sede del Museo civico della città etnea, formato principalmente dalle raccolte Biscari e dei Benedettini. https://museocivicocastelloursino.comune.catania.it/
La festa di Sant'Agata, patrona di Catania, è una festa patronale tra le più belle al mondo, dal 3 al 5 febbraio tre giorni di culto, devozione, folclore, tradizioni. Nei giorni della festa la tradizionale Fiera di S. Agata.
Il 4 febbraio è il giorno più emozionante, perché segna il primo incontro della città con la santa Patrona.
Sul fercolo del 5 febbraio, i garofani rossi del giorno precedente (simboleggianti il martirio), vengono sostituiti da quelli bianchi (che rappresentano la purezza). Nella tarda mattinata, in cattedrale viene celebrato il pontificale. AI tramonto ha inizio la seconda parte della processione che si snoda per le vie del centro di Catania, attraversando anche il Borgo, il quartiere che accolse i profughi da Misterbianco dopo l’eruzione del 1669. La festa di sant’Agata è inscindibile dalla tradizionale sfilata delle candelore, enormi ceri rivestiti con decorazioni artigianali, puttini in legno dorato, santi e scene del martirio, fiori e bandiere. Le candelore precedono il fercolo in processione, perché un tempo, quando mancava l’illuminazione elettrica, avevano la funzione di illuminare il passo ai partecipanti alla processione. Sono portate a spalla da un numero di portatori che, a seconda del peso del cero, può variare da 4 a 12 uomini.
I luoghi di Culto di Sant'Agata
La Cattedrale di Sant'Agata - Busto reliquiario di Sant'Agata di Giovanni di Bartolo (1373, sacello della cappella di Sant'Agata) - Scrigno delle reliquie di Sant'Agata, fine XV secolo/XVI secolo con rifacimenti del XVIII (sacello della cappella di Sant'Agata).
Sant'Agata al Carcere - Chiesa che è stata costruita davanti al carcere dove la santa patrona della città, S. Agata fu rinchiusa durante il processo, portata dopo il martirio, guarita dall'apostolo Pietro e dove esalò l'ultimo respiro il 5 febbraio 251 d.C. - All'esterno del carcere, a sinistra dell'attuale porta di accesso, un concio di pietra lavica conserva, secondo la tradizione, le orme impresse di S. Agata.
Chiesa Sant'Agata la Vetere - Sarcofago dove è sepolto il corpo della giovane martire. https://www.festadisantagata.it/
Ursino Buskers Festival internazionale di arti di strada della città di Catania. Come ogni anno, nel mese di settembre, le vie e le piazze intorno al Castello Ursino https://www.facebook.com/ursinobuskers
BeerCatania “Pub Edition”, Festival delle Birre Artigianali e delle eccellenze del territorio a novembre a Catania. Appuntamento con la migliore selezione di birrifici artigianali e local food. https://www.facebook.com/BeerCatania/
Catania Vinile - Fiera del Disco a Catania 16-17 dicembre 2024 – Centro commerciale Centro Sicilia SP54 Misterbianco. https://www.ernyaldisko.com/
Il Bureau del Turismo:
Via Vittorio Emanuele II, 172 - 95131 Catania
Orario di apertura: da Lunedì a Sabato 8.00 - 19.00;
Domenica 8.30 - 13.30
Numero Verde gratuito 800 841 042
Tel.: +39 095 742 55 73
Email: bureau.turismo@comune.catania.it
Coordinate gps: 37.5029560237711, 15.088611245155334
Denominazione: Castello Ursino; castrum Cathaniae; castrum Ursinum
Comune: Catania
Ubicazione: Centro storico. Piazza Federico di Svevia
Proprietà attuale: Pubblica (Demanio dello Stato, in concessione al Comune)
Uso attuale: Museo Civico
Stato di consistenza: Complesso architettonico quasi interamente conservato nella configurazione esterna ma con modifiche profonde subite dagli spazi interni.
Con l'occupazione dei Vandali, degli Eruli, dei Goti, degli Ostrogoti ed infine dei Bizantini di Belisario (535), Catania non subì arresti nella prosperità economica, anzi se ne avvantaggiò, nella metà del VI secolo, grazie allo spostamento verso Oriente dei traffici marittimi e con il trasferimento in città della zecca dell´impero bizantino nonché con le pressanti richieste di derrate e di legnami da parte di Costantinopoli, per sostenere la concorrenza delle flotte musulmane nel Mediterraneo. Ma con lo sbarco degli Arabi e la conquista di Palermo (831), Catania risentì, come le altre città siciliane, del clima di incertezza e di costante minaccia e fu gravemente colpita nella sua economia dalle frequenti incursioni che si protrassero per tutto il IX secolo. Se riuscì a sostenere vittoriosamente l'assedio musulmano del 900, finì col perdere la propria indipendenza e quindi il carattere omogeneo della sua popolazione con forti infiltrazioni di berberi e di arabi-orientali, pur rimanendo una importante città marittima.
Verso il 1040, con la disgregazione del dominio arabo, Catania fu sede di una signoria e teatro di scontri tra i vari emiri in lotta per il possesso di tutta l'isola, l'ultimo dei quali, Ibn at-Thumnah, invocò l'intervento dei Normanni (1060).
Nel 1071, la città fu occupata dal conte Ruggero d´Altavilla come alleato degli Arabi, ma suscitò una rivolta con il suo comportamento.
Neutralizzati i Musulmani, Ruggero concesse la città in feudo ad Angerio (1082), il bretone abate dell'abbazia benedettina di Sant'Agata, consacrato vescovo dieci anni dopo.
Sotto i Normanni, per quanto fossero favorite Messina e Siracusa, Catania prosperò, grazie ai ricchissimi prodotti dell'entroterra, ai pregiati legnami dell'Etna, alla pece di Mascali. Ma questo processo di sviluppo fu bruscamente interrotto dal terremoto del 1168 che provocò ingentissimi danni e ben quindicimila vittime.
La ricostruzione fu rapida, ma nel 1194 Enrico IV di Svevia ne ordinò il saccheggio e la demolizione di alcuni edifici, per punirla di aver parteggiato con Tancredi.
Federico II la tolse alla signoria dei vescovi e fece costruire il castello Ursino (1239), non solo per la difesa della costa, ma per fronteggiare eventuali insurrezioni della città dalle tradizioni guelfe.
Coinvolta nei moti del Vespro (1282) che si conclusero con la cacciata degli Angioini e dei Francesi, Catania riprese a prosperare con l'avvento della dinastia aragonese (1296), grazie ad alcune riforme di natura amministrativa e politica, nonché della concessione di privilegi e di esenzioni fiscali che la posero su un piano competitivo con Palermo e Messina.
Dal 1342 e fino agli inizi del XV secolo fu spesso sede della corte aragonese.
Il castello è un grande complesso edilizio ad ali con corte centrale. Ogni lato misura m. 50 circa. I quattro angoli sono dotati di torri circolari con diametro di poco superiore ai l0 m; delle torri semicilindriche mediane (diametro metri 7), solo due (lati nord ed ovest) si sono conservate ma è certa l'esistenza anche delle altre due. La torre angolare di sud-est fu ricostruita durante i restauri del 1931-34 (Agnello 1935, pp. 444-447) Le torri erano caratterizzate da base scarpata attualmente visibile solo molto parzialmente a causa della colata lavica che circondò l'edificio e degli ulteriori successivi interramenti;
l'aspetto originario del castello (ben testimoniato dal già citato affresco) era quindi molto più slanciato e verticale di quanto non sia attualmente, come già sottolineato da Agnello (ivi, p. 425). Le mura, realizzate in opus incertum di pietrame lavico, tanto all'esterno che all'interno presentano spessore di m 2,50; lo spazio fra le mura perimetrali esterne e quelle interne delimitanti il cortile è di m 8,40.
L'aspetto esterno del castello risente molto dell'interramento alla base ed è caratterizzato inoltre da numerose aperture in buona parte posteriori al progetto originario; le cornici in pietra bianca di queste ultime creano però un gradevole effetto cromatico sulle murature scure.
Oltre all'interramento della base ed alla presenza di molte finestre, l'assenza completa di merlature e quella, quasi completa, di mensole di coronamento, ha modificato, riducendola moltissimo, l'originaria valenza militare del monumento.
L'interno del castello è però la parte che ha subito le modifiche e le trasformazioni più significative (in alcuni casi anche le più ignobili), in parte eliminate dagli interventi di restauro. Lo stato disastroso del complesso prima dei lavori del 1931-34, offeso in particolare dalla presenza di numerosi muri tramezzi che mutilavano gli interni, è bene evidente da Castello Ursino
Secondo l'ipotesi di ricostruzione elaborata da Giuseppe Agnello (la cui descrizione qui si riassume molto brevemente), l'originario edificio svevo presentava al piano terreno quattro ali edilizie con altrettanti ambienti a pianta rettangolare coperti ognuno da tre volte a crociera costolonate impiantate su semicolonne e quarti di colonne angolari; quattro stanze quadrate, anch'esse coperte da crociere, raccordavano fra loro i saloni, permettendo inoltre l'accesso alle torri angolari.
L'aspetto originario si è mantenuto nell'ala settentrionale che "conserva integro il mirabile trionfo delle cinque crociere: le due angolari, isolate mediante muri divisori di m. 1,70 di spessore, le tre mediane riunite in un unico vastissimo ambiente" Oltre la porta d'accesso, il salone presenta altre due porte che si aprono verso il cortile interno; esistono inoltre le due porte di collegamento con gli ambienti angolari e quella che rende accessibile la torre mediana.
Le torri d'angolo sono invece accessibili dai due ambienti laterali, mediante porticine archiacute che immettono in ambulacri a gomito ricavati negli spessori murari; le torri presentano all'interno un vano ottagonale coperto da volta ad ombrello con costoloni impiantati su mensoloni e bloccati da serraglia.
L'ala edilizia ovest, secondo Giuseppe Agnello, fu trasformata nel XIV secolo con la costruzione di una volta ogivale, divisa in tre campate da arconi, che avrebbe sostituito le crociere originarie. Totalmente trasformati fra tardo medioevo e rinascimento appaiono gli ambienti centrale dell'ala sud e dell'ala est. Secondo un recente contributo (Terranova et al. 1995, p. 466) il progetto originario prevedeva un piano superiore solo sull'ala settentrionale; questa sopraelevazione, accessibile mediante la scala della torre mediana sul lato nord, era verosimilmente destinata a funzioni residenziali.
Giuseppe Agnello ritenne invece che il piano superiore fosse previsto nel progetto federiciano e che sia stato effettivamente realizzato e quindi radicalmente trasformato fra XV e XVI secolo.
Il castello è un grande complesso edilizio ad ali con corte centrale.
Ogni lato misura m 50 circa. I quattro angoli sono dotati di torri circolari con diametro di poco superiore ai l0 m; delle torri semicilindriche mediane (diametro m 7), solo due (lati nord ed ovest) si sono conservate ma è certa l’esistenza anche delle altre due. La torre angolare di sud-est fu ricostruita durante i restauri del 1931-34 (Agnello 1935, pp. 444-447) Le torri erano caratterizzate da base scarpata attualmente visibile solo molto parzialmente a causa della colata lavica che circondò l’edificio e degli ulteriori successivi interramenti; l’aspetto originario del castello (ben testimoniato dal già citato affresco) era quindi molto più slanciato e verticale di quanto non sia attualmente, come già sottolineato da Agnello (ivi, p. 425). Le mura, realizzate in opus incertum di pietrame lavico, tanto all’esterno che all’interno presentano spessore di m 2,50; lo spazio fra le mura perimetrali esterne e quelle interne delimitanti il cortile è di m 8,40.
L’aspetto esterno del castello risente molto dell’interramento alla base ed è caratterizzato inoltre da numerose aperture in buona parte posteriori al progetto originario; le cornici in pietra bianca di queste ultime creano però un gradevole effetto cromatico sulle murature scure. Oltre all’interramento della base ed alla presenza di molte finestre, l’assenza completa di merlature e quella, quasi completa, di mensole di coronamento, ha modificato, riducendola moltissimo, l’originaria valenza militare del monumento.
L’interno del castello è però la parte che ha subito le modifiche e le trasformazioni più significative (in alcuni casi anche le più ignobili), in parte eliminate dagli interventi di restauro. Lo stato disastroso del complesso prima dei lavori del 1931-34, offeso in particolare dalla presenza di numerosi muri tramezzi che mutilavano gli interni, è bene evidente da una pianta del XIX secolo edita da Agnello.
Secondo l’ipotesi di ricostruzione elaborata da Giuseppe Agnello (la cui descrizione qui si riassume molto brevemente), l’originario edificio svevo presentava al piano terreno quattro ali edilizie con altrettanti ambienti a pianta rettangolare coperti ognuno da tre volte a crociera costolonate impiantate su semicolonne e quarti di colonne angolari; quattro stanze quadrate, anch’esse coperte da crociere, raccordavano fra loro i saloni, permettendo inoltre l’accesso alle torri angolari.
L’aspetto originario si è mantenuto nell’ala settentrionale che “conserva integro il mirabile trionfo delle cinque crociere: le due angolari, isolate mediante muri divisori di m. 1,70 di spessore, le tre mediane riunite in un unico vastissimo ambiente” (Agnello 1935, p. 430). Oltre la porta d’accesso, il salone presenta altre due porte che si aprono verso il cortile interno; esistono inoltre le due porte di collegamento con gli ambienti angolari e quella che rende accessibile la torre mediana. Le torri d’angolo sono invece accessibili dai due ambienti laterali, mediante porticine archiacute che immettono in ambulacri a gomito ricavati negli spessori murari; le torri presentano all’interno un vano ottagonale coperto da volta ad ombrello con costoloni impiantati su mensoloni e bloccati da serraglia.
L’ala edilizia ovest, secondo Giuseppe Agnello, fu trasformata nel XIV secolo con la costruzione di una volta ogivale, divisa in tre campate da arconi, che avrebbe sostituito le crociere originarie.
Totalmente trasformati fra tardo medioevo e rinascimento appaiono gli ambienti centrale dell’ala sud e dell’ala est. Secondo un recente contributo (Terranova et al. 1995, p. 466) il progetto originario prevedeva un piano superiore solo sull’ala settentrionale; questa sopraelevazione, accessibile mediante la scala della torre mediana sul lato nord, era verosimilmente destinata a funzioni residenziali.
Giuseppe Agnello (1935, pp. 453-455) ritenne invece che il piano superiore fosse previsto nel progetto federiciano e che sia stato effettivamente realizzato e quindi radicalmente trasformato fra XV e XVI secolo.
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