Cefalà Diana castello e torri, informazioni per una visita
Cefalà Diana castello e torri, informazioni per una visita, storia architettura della struttura dalle origini ai giorni nostri.
Il Castello di Adrano, i luoghi da visitare, gli itinerari ed altre info utili per la vostra vacanza.
Da piccoli borghi a piccoli centri urbani, molti comuni hanno una torre un castello o le vestigia di una fortezza, che da fortezza a difesa del territorio con il tempo si è trasformato in una villa di villeggiatura, da luogo a difesa del castellano, le poche dame i cavalieri, tra duelli, amori e delitti, tra storie e leggende.
Molti di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, alcuni posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono abbandonati all'incuria del tempo.
Cefala Diana comune della Città Metropolitana di Palermo, 563 m s.m., patrono San Francesco di Paola 17-18 agosto,
Chiesa di San Francesco di Paola.
in fondo a una valle sono i rinomati Bagni di Cefalà, con un bell'edificio termale islamico
Castello di Cefalà Diana
Cefalà Diana
L'impianto originario del Castello di Cefalà Diana sembra risalire all'epoca greca mentre l'attuale struttura può essere collocata tra la seconda metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo per poi subire nei corsi del trecento e quattrocento modifiche e restauri. Fu edificato solo per funzioni strategiche e militari, dalla sua posizione particolare, garantiva un controllo generale riguardo la viabilità fra Palermo e l'interno cerealicolo della Val di Mazara. I ruderi del castello sono sovrastati da una grandiosa torre quadrangolare. Da alcuni documenti patrimoniali risulta che già dopo il 1093 il bene passerà in possesso feudale a Nicolò Abate, col titolo di Baronia. Nel 1300 Castello e feudo passarono come proprietà acquisite alla famiglia Chiaramonte che ne mantenne il possedimento per parecchi anni
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