Messina i castelli, informazioni per una visita
Messina, informazioni per una visita, storia architettura della struttura dalle origini ai giorni nostri.
Il Castello, tutto ciò che vi serve lo trovate qui, dagli itinerari ai luoghi da visitare ed altre info utili per la vostra vacanza.
Da piccoli borghi durante il periodo medievale a fortezze, molti di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, altri posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono costruiti ex novo, altri nacquero dal riadattamento di strutture precedenti
Messina capoluogo della Città Metropolitana omonima, 3 m s.m., patrono Madonna della Lettera 3 giugno.
situata sulla costa occidentale dello stretto omonimo, tra il porto e le estreme propaggini nordorientali dei monti Peloritani.
Danneggiata da più terremoti, ultimo quello del 1908, venne interamente ricostruita.
Fondata dai Siculi con il nome di Zancle, che nella loro lingua significava falce, venne ripopolata da coloni greci venendo rinominata Messana.
Tra l'1 e il 3 giugno 1955 la città ospitò la Conferenza di Messina, passo decisivo verso la formazione dell'Euratom e della CEE.
Il duomo, ricostruito dopo il terremoto del 1908 e i bombardamenti del 1943. La parte inferiore della facciata, con i tre portali cinquecenteschi dalle belle forme gotiche, appartiene alla costruzione originaria. Nell'interno, a tre navate con colonne ad archi ogivali e soffitto in legno, si trovano molte opere d'arte, tra cui la statua di San Giovanni Battista di Antonello Gagini (1525), la lastra tombale dell'arcivescovo Palmieri (sec. XII, la più antica scultura della chiesa), il cenotafio dell'arcivescovo Guidotto De Tabiatis (sec. XIV), il ricchissimo altare maggiore con baldacchino (realizzato nei sec. XVII-XVIII e ricomposto dopo il 1943), un paliotto in argento e rame dorato di Filippo Juvara e il sepolcro dell'arcivescovo Pietro Bellorado (1513); la parte meno danneggiata è la cappella del Sacramento, in cui si trova un mosaico originale del Trecento. La chiesa custodisce inoltre il Tesoro del duomo, con circa 400 opere di orafi e argentieri messinesi (sec. X-XX), tra cui è la Manta d’oro della Madonna della Lettera (1668), vero capolavoro del fiorentino Innocenzo Mangani.
Adiacente alla chiesa è il campanile cuspidato, con orologio astronomico, il campanile del duomo di Messina è il campanile a torre dell'orologio dell'omonimo duomo. Ospita l'orologio astronomico più grande e complesso del mondo, costruito a Strasburgo nel 1933, commissionato dall'arcivescovo Angelo Paino alla ditta Ungerer di Strasburgo, in cui automi vari (figure simboliche del tempo, dei giorni e delle stagioni, nonché scene evangeliche), si animano a ore fisse, è visitabile, ed a mezzo giorno si può assistere al movimento delle statue che sono allocata nella sua facciata.
La piccola chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani (sec. XII) è stata restituita alle forme originarie da vari restauri condotti nel sec. XX.
Unica testimonianza di arte gotica siciliana è la chiesa di Santa Maria degli Alemanni, edificata nel sec. XIII
la restaurata fontana di Orione, in piazza del Duomo (1547-53), e quella del Nettuno (1557), in piazza Unità d'Italia;
la chiesa e il monastero di Montevergine,
la chiesa di San Giovanni di Malta
Basilica di Sant'Antonio di Padova (Messina)
La basilica santuario minore di Sant'Antonio di Padova e Sacro Cuore di Gesù è un luogo di culto cattolico di Messina, situato in via Santa Cecilia.
Dopo il terremoto del 1908, fu costruito l'attuale santuario, al posto della precedente chiesa, per volontà del messinese sant'Annibale Maria Di Francia, fondatore delle congregazioni religiose dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo. L'edificio sorge nel quartiere Avignone https://www.basilicaantoniana.it/
Il sacrario di Cristo Re è un edificio religioso di Messina, il tempio fu edificato sui resti del castello di Matagrifone del quale è pervenuta, inglobata alla base, una delle torri. Progettato da Giovanni Battista Milani nel 1937, troneggia sulla città con la sua grande cupola e le sue forme richiamano l'architettura del messinese Filippo Juvarra,
L'edificio è stato realizzato in stile barocco e si presenta a forma ottagonale irregolare con una grande cupola segnata da otto costoloni, alla base dei quali ci sono otto statue di bronzo di Teofilo Raggio, raffiguranti: le tre virtù teologali Fede, Speranza e Carità; le quattro virtù cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza; l'allegoria della Religione, che le comprende tutte. Sulla cupola si sovrappongono una lanterna alta sei metri, una palla del diametro di un metro e sopra di tutto una croce.
Nella scalinata d'ingresso è collocata la statua di Cristo Re, opera eseguita da Tore Edmondo Calabrò. Sul portale le allegorie dell'Europa e di Messina.
Il sacrario custodisce i resti di 1288 caduti del secondo conflitto mondiale: 161 gli ignoti, gran parte dei quali uccisi durante la difesa della Sicilia, e 110 caduti nel primo conflitto mondiale.
Sulla torre ottagonale è collocata una campana col diametro di 2,80 metri, pesante 130 quintali, ricavata dalla fusione del bronzo dei cannoni nemici sottratti nella guerra del 1915-18: è la terza campana d'Italia per grandezza e ogni sera, al tramonto, i suoi rintocchi ricordano i Caduti di tutte le guerre.
Dal belvedere antistante, intitolato a Giovanni Angelo Montorsoli, si gode il panorama dello Stretto e della città.
La chiesa gerosolimitana e palatina di San Giovanni di Malta - San Placido e Compagni Martiri è un luogo di culto di Messina ubicato in via San Giovanni di Malta. Appartenente all'arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, vicariato di Messina Centro sotto il patrocinio della Madonna della Lettera. Un tempo era abbazia benedettina, prima edificata in Sicilia.
Il tempio, dal punto di vista storico, artistico e religioso risulta uno dei più importanti complessi monumentali della città, nonostante i danni della natura e malgrado le gravi mutilazioni architettoniche.
Monastero di Montevergine - S. Eustochia
Il complesso religioso costituito dalla chiesa e dal monastero fondato da Santa Eustochia fu ingrandito e modificato diverse volte.
Dopo il terremoto del 1908, che risparmiò gran parte della chiesa dove è conservato il corpo incorrotto della Santa, fu restaurato l’edificio sacro e riaperto al culto nel 1929. L’interno risulta suggestivo per le imponenti ma armoniose linee architettoniche e ricco per la presenza di molte tarsi marmoree. https://eustochia.jimdofree.com/
Di rilievo anche il quadro raffigurante San Francesco che riceve le Stimmate, opera ottocentesca, di Michele Panebianco e quello con San Biagio dipinto da Gaetano Corsini nel 1931.
Nei locali che conducono alla cappella superiore che custodisce il corpo incorrotto di S. Eustochia è possibile ammirare alcuni oggetti di grande interesse artistico e devozionale.
La galleria Vittorio Emanuele III di Messina venne progettata da Camillo Puglisi Allegra e costruita tra il 1924 e il 1929.
Unica nel suo genere nel Meridione insieme alla galleria Umberto I di Napoli, alle decorazioni lavorarono gli scultori Antonio Bonfiglio ed Ettore Lovetti, i quali s'ispirarono, insieme a Puglisi Allegra, al Settecento siciliano.
la chiesa di San Paolino (o Santa Rita), che conserva all'interno preziosi stucchi e affreschi del primo Settecento.
Significativo il Cimitero Monumentale (1872), progettato da Leone Savoia, e il teatro Vittorio Emanuele di Pietro Valente, inaugurato nel 1852.
Il palazzo del Monte di pietà, fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1908. Restaurato nuovamente nel 1979, è utilizzato per manifestazioni culturali, spettacoli e mostre, soprattutto il cortile e la scalea.
Al turista che giunge a Messina via mare la prima visione prima di entrare nel porto è quella della monumentale stele votiva che s’innalza maestosa sulla punta estrema del braccio di S. Raineri. In cima, la Madonna della Lettera benedice la città. ul circolare forte Campana del Castello del Santissimo Salvatore spicca l’iscrizione VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS, parole tradotte in latino e tratte dalla Lettera che Maria di Nazareth consegnò ad una delegazione messinese che l’andò a trovare in Palestina nell’anno 42 d.C.
Voluta da Mons. Angelo Paino, Arcivescovo di Messina, la statua è opera di Tore Edmondo Calabrò.
Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
Il Museo Regionale vanta preziose opere d'arte; tra le più significative si annoverano mosaici, sculture e pitture bizantine e di epoca normanna, un trittico trecentesco di scuola senese, formelle settecentesche in bronzo dorato, polittici del Quattrocento di epoca catalana e opere di Antonello da Messina (polittico di San Gregorio, 1473), Gerolamo Alibrandi, Caravaggio (Adorazione dei pastori e Resurrezione di Lazzaro, opere del 1609), Polidoro da Caravaggio, Antonello Gagini, Francesco Laurana e Mattia Preti.
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera” https://www.facebook.com/p/Galleria-dArte-Moderna-e-Contemporanea-Lucio-Barbera-100054487298925/
Museo del Duomo https://www.messinarte.it/
Nella frazione di Gesso si trova il Museo “Cultura e Musica Popolare dei Peloritani”, che espone un'insolita raccolta di strumenti musicali popolari siciliani e oggetti utilizzati dai pastori, tipici della zona peloritana. http://www.museomusicapeloritani.it/
Nel periodo di ferragosto vi si svolgono due singolari cerimonie: la Cavalcata dei Giganti (13 e 14 agosto), in cui una coppia di statue equestri, in legno e cartapesta, Mata e Grifone, rappresentanti i mitici fondatori della città, viene fatta sfilare per le vie del centro;
il giorno dell'Assunta, il 15 agosto, la Processione della Vara, un'enorme costruzione piramidale, nella quale prendono posto anche personaggi viventi, con meccanismi mobili e figure sospese, che rappresenta la morte della Vergine e la sua assunzione in cielo.
Forti Umbertini
Sono un complesso di opere fortificate create nell'area dello Stretto di Messina sul finire del diciannovesimo secolo.
Lo scopo originario di tali opere era quello di prevenire una potenziale minaccia da sud (turco ottomana); successivamente sono state utilizzate per fronteggiare la minaccia aerea alleata durante la seconda guerra mondiale.
Nell'ottobre del 1880 il Ministro della Guerra generale Milon nominò una commissione permanente, presieduta da Luigi Mezzacapo prima e poi da Giuseppe Salvatore Pianel, per completare lo studio ed elaborare il secondo piano generale delle fortificazioni, che avrebbe tenuto conto anche dei nuovi probabili teatri di guerra per una più efficace difesa dell'Italia peninsulare contro operazioni di sbarco.
A questo fine il Ministro indicava con urgenza i punti della costa tirrenica da fortificare compresa Messina e lo Stretto. Qui nello Stretto di Messina, punto di passaggio obbligato per il Mediterraneo settentrionale, lo Stato Maggiore dell'Esercito Italiano decise di realizzare un complesso di 20 fortezze che avrebbero costituito il limite invalicabile per quel nemico che avesse volto la prora verso questo tratto di mare.
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