Naro castelli, torri e fortificazioni nel comune - Borghi castelli e santuari in Sicilia

Borghi Castelli e Santuari in Sicilia

Scoprire la Sicilia è come sfogliare un libro di storia a cielo aperto. I borghi pittoreschi, i castelli ed i santuari che raccontano storie di un passato di culture e tradizioni. Passeggiando tra le stradine dei centri storici, ti sentirai immerso in un'atmosfera unica, dove ogni angolo svela un pezzo di patrimonio culturale da non perdere. Che tu sia un appassionato di architettura, un amante della natura, la Sicilia ti aspetta con il suo mix di bellezze da scoprire.
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Naro: scopri i Castelli e le Torri che Raccontano la Storia

Naro è un vero scrigno di storia e bellezza, dove i castelli, le torri e le fortificazioni raccontano storie di un passato affascinante.
Passeggiando per il comune, ti sembrerà di fare un tuffo nel tempo, esplorando dimore antiche che hanno difeso il territorio e che oggi ospitano associazioni culturali pronte a condividere la loro passione per la storia.
Alcuni di questi luoghi sono visitabili e offrono l'opportunità di scoprire angoli nascosti e panorami mozzafiato. Preparati a lasciarti incantare da questo viaggio nel cuore della Sicilia.
Da piccoli borghi durante il periodo medievale a fortezze, molti di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, altri posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono costruiti ex novo, altri nacquero dal riadattamento di strutture precedenti


Naro comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 500 m s.m., patrono San Calogero 18 giugno
Domina l'abitato il castello dei Chiaramonte (sec. XIII-XIV), di cui spicca l'imponente torre quadrata, con all'esterno lo stemma aragonese. Il duomo vecchio, elevato a chiesa madre all'inizio del sec. XII e ora in abbandono, conserva della costruzione originaria il portale e il rosone. La nuova chiesa madre, fondata nel Seicento dai gesuiti, ha l'interno decorato con stucchi e conserva un fonte battesimale del Quattrocento e alcune statue in marmo di scuola gaginesca, la chiesa del Santissimo Salvatore (sec. XVI), con un notevole portale barocco riccamente decorato, e il cinquecentesco santuario di San Calogero, con facciata barocca e, all'interno, varie tele settecentesche e la statua in legno di San Calogero detta “del Santo Nero” (sec. XVI).
Fra gli edifici civili spiccano il palazzo Giacchetto, di fondazione quattrocentesca, il palazzo Morillo, del Settecento, e il palazzo Gaetani, con portale di gusto barocco.
Limitrofe al centro urbano, in contrada paradiso, si trovano delle catacombe paleocristiane, sono sepolture rurali a nicchia e arcosolio. La maggiore delle catacombe prende il nome di Grotta delle Meraviglie ed è lunga circa 20 metri.
La sagra del mandorlo in fiore trova origine a Naro, si tiene in città, il lunedì successivo al termine della sagra ormai spostatasi ad Agrigento, la festa della primavera narese, che vede l'esibirsi di diversi gruppi folkloristici.

Il patrono è san Calogero, la cui festa si tiene il 18 giugno, con una tradizionale processione durante la quale la statua del santo nero, posta su una enorme slitta detta "straula", viene trascinata dai fedeli con delle funi lunghe circa 200 metri, lungo le vie della città per circa un chilometro, dal santuario di San Calogero fino alla chiesa madre. Il periodo dei festeggiamenti ha inizio il 15 giugno con "l'acchianata" del simulacro dalla grotta al Santuario e termina il 25 giugno con la cosiddetta ottava di San Calogero.
Il castello di Naro è citato nel libro Il veleno dell'oleandro di Simonetta Agnello Hornby:

«Mia madre raccontava che, quando i giusti muoiono, i loro spiriti convergono sul cratere per incontrarsi con antichi spiriti di altri giusti, che hanno il compito di scortarli in paradiso. Prima, però, fanno un giro dell'isola per dire addio a sette posti "speciali" della Sicilia: il castello di Naro, battuto dai venti giorno e notte; Caltabellotta, acciambellata intorno alla Rocca; Erice, il monte che guarda verso l'Africa; Ustica, l'isola dal mare verde; Stromboli, il vulcano che si rummulia in mezzo alle onde; Ortigia, l'antica isola greca; e per ultima Pedrara. "Proprio la nostra Pedrara", ripeteva mia madre sorridendo, "il rifugio dei Siculi dagli invasori d'oltremare".»

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P
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Castello a Naro
Il Castello Chiaramontano di Naro è un fortilizio la cui configurazione attuale può essere fatta risalire all'epoca medioevale ad opera principale della famiglia Chiaramonte.

È monumento nazionale

Fu dimora del re Federico III d'Aragona che proprio dal castello di Naro emanò i 21 capitoli del regno, riguardanti il buon governo delle terre e città del Regno di Trinacria, datati da Naro ed inviati ai sudditi, gli studiosi sono incerti sull'anno di promulgazione di tale documento che viene individuato da alcuni nel 1309 e da altri nel 1324.

Il portale di accesso, a sesto acuto, differisce sia da quelli del periodo svevo che da quelli del periodo chiaramontano. All'interno della cinta muraria vi è un vasto cortile con un pozzo, su tale cortile affacciano gli alloggi della guarnigione, la cappella e le scuderie.

Tramite una scala rampante si accede al salone della torre quadrata, detta sala del principe o dei baroni, tale sala, coperta da una volta a botte a sesto acuto, rinforzata da un arco mediano traverso è illuminata attraverso due bifore tipicamente gotiche.

Il castello è attualmente visitabile e presenta al suo interno la Mostra permanente dell'abito d'epoca "Vento di donne", raccolta di abiti femminili e accessori di fine Ottocento e inizio Novecento.

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