Noto il borgo siciliano da scoprire - Borghi castelli e santuari in Sicilia

Borghi Castelli e Santuari in Sicilia

Scoprire la Sicilia è come sfogliare un libro di storia a cielo aperto. I borghi pittoreschi, i castelli ed i santuari che raccontano storie di un passato di culture e tradizioni. Passeggiando tra le stradine dei centri storici, ti sentirai immerso in un'atmosfera unica, dove ogni angolo svela un pezzo di patrimonio culturale da non perdere. Che tu sia un appassionato di architettura, un amante della natura, la Sicilia ti aspetta con il suo mix di bellezze da scoprire.
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Scopri Noto, il gioiello nascosto della Sicilia

Noto, è un vero gioiello della Sicilia, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e la bellezza è ovunque. Passeggiando per le sue stradine acciottolate, puoi respirare la storia che si intreccia con l'arte e la cultura di questo affascinante borgo. Non perderti la Cattedrale normanna, un capolavoro che ti lascerà a bocca aperta, e concediti un assaggio delle delizie gastronomiche locali, come il famoso arancino o la granita. Cefalù è il posto ideale per una fuga romantica o una giornata di esplorazione, dove ogni angolo racconta una storia e ogni piatto è un'esperienza da gustare.

Noto, guida al borgo più bello d'italia in Sicilia , tra i Borghi più belli della Sicilia, chi non ha mai visto in foto i borghi più o meno famosi, vanto della regione e ne rappresentano una delle maggiori attrazioni turistiche.
I Borghi della Sicilia offrono numerosi spunti di visita sia a livello storico-culturale che ambientale, non solo piacevoli camminate nei centri storici ma anche nelle immediate vicinanze dove si trovano chiesette, castelli, tutti collegati da strade, stradine.

Visitabile tutto l'anno, non mancheranno testimonianze storiche come fortezze, siti archeologici, luoghi di culto di pregio architettonico, con profumi e sapori della tradizioni gastronomica si mescolano egregiamente con la storia.

Grande importanza hanno gli eventi tradizionali organizzati dalle proloco dei borghi, ad iniziare dalle Feste Medievali e dalle Sagre, sfilate dei cortei in costume d’epoca accompagnate spesso da una gara per la conquista del palio, offrono il meglio della tradizione culturale del paese.
Le sagre invece esaltano la cucina tradizionale e i prodotti tipici locali, mostrando al visitatore il meglio della tradizione enogastronomica del borgo.

Nòto comune del libero consorzio comunale di Siracusa, 152 m s.m., patrono San Corrado Confalonieri 19 febbraio e ultima domenica di agosto,

Noto, il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell'umanitàda parte dell'UNESCO, insieme con le altre città tardo barocche del Val di Noto,

Noto antica el'area archeologica di Castelluccio, è un piccolo gioiello barocco arroccato su un altopiano che domina la valle dell'Asinaro, il terremoto del 1693, che in questa parte di Sicilia portò
distruzione morte, ma diede impulso alla ricostruzione. L'antica Noto è a una decina di chilometri a nord-ovest, le rovine sommerse nella vegetazione.

Noto antica
Percorrenza Km 25.
Dal centro storico di Noto si procede verso la zona collinare di San Corrado fuori le mura, superato lo stupendo santuario della Madonna della Scala, a circa 3 Km. si ammirano il monte Alveria e le possenti mura cinquecentesche di Noto Antica. Il primo insediamento umano si fa risalire alla cultura castellucciana, ossia all’Età del Bronzo Antico (XVIII - XV sec. a.C.). Dalla stradina, prima di arrivare al piccolo ponte sul torrente Salitello, si può ammirare la necropoli sicula appartenente, secondo il Bernabò Brea, al quarto periodo (730 - 650 a.C.), chiamato del Finocchito, caratterizzato da tombe scavate nella roccia. Sempre lungo il banco roccioso di destra, prima di arrivare alla porta della Montagna, si possono visitare la Grotta del Carciofo, catacomba ebraica che riporta il candelabro a sette bracci, e l’ampia Grotta dalle Cento Bocche, catacomba bizantina.
Varcata la Porta d’entrata dell’antica Noto, a sinistra si apre un grande ambiente incorporato dalle mura, che era la Sala d’Armi con le scuderie, a destra si eleva il Castello con la Torre Maestra voluta nel 1431 dal Duca di Noto Don Pietro d’Aragona, feudatario della Città e fratello del Re Alfonso V il Magnanimo.
Sotto il castello si può visitare una catacomba cristiano-bizantina con arcosoli, scavata nella roccia (VI - VII secolo); subito dopo, sempre a destra, si trova una tomba greco-classica, scavata sotto il Castello.
Al culmine della salita si può ammirare la Valle del Carosello, dove nasce l’Asinaro, e sotto la montagna vi sono le Concerie delle pelli scavate dagli Arabi.
Lungo la strada, a sinistra si apre il sito dell’Ospedale di S. Martino, più conosciuto come Ospedale di S. Maria di Loreto, collegato ad una struttura scavata nella roccia, forse un Oratorio.
Procedendo ancora nel nostro viaggio dentro la Noto Antica, si arriva al palazzo dei baroni di Belludia, di fronte si scorgono i pilastri della Chiesa gesuitica con i ruderi del Collegio, voluto dal barone di Buxello Don Carlo Giavanti.
E’ una bella passeggiata quella che ci conduce alla Piazza Maggiore, il cuore della città nel Cinquecento, sito abbellito da artistiche fontane, e in particolare da quella con la statua del Laocoonte, opera pregevole dell’architetto netino Don Giovanni Manuella, disegnatore dell’Arca argentea di S. Corrado. A destra si trova un altarino con edicola realizzato a ricordo dell’Antica Città.
Dalla Piazza Maggiore si gira a sinistra ed in seguito sempre a sinistra, si arriva al Ginnasio ellenistico-jeroniano (III sec. a.C.), dove i giovani netini si esercitavano nelle attività ginniche: la struttura era stata, in parte, scavata nella roccia e in parte completata in muratura.
L’architrave del Ginnasio riportava la dedica al re siracusano Ierone II e fu rinvenuta e censita dallo studioso tedesco Georg Kaibel, epigrafista, fu asportata nel 1894 a cura del Comune di Noto, ed è esposta nel Museo Civico.
Nell’area sud-orientale del monte, negli Orti del Carmine, si possono visitare due grandi ambienti scavati nella roccia nel III sec. a.C. ed utilizzati come Heroa, un culto orientale degli eroi domestici, e rilevabile nelle nicchie scavate nella roccia ad edicole e coperte con le "pirakes", tavolette votive, in marmo scolpito o in legno dipinto.
Ritornando nella Piazza Maggiore, si prosegue diritto fino all’Eremo di S. Maria della Provvidenza (1723), dal quale si può ammirare la Valle del Durbo o dei Platani. La chiesa è piccola, graziosa e a navata unica.
I palazzi sono maestosi, tutti costrui nella pietra calcarea locale, tenera e compatta, candida e rosata alla luce del tramonto. La città viene costruita come se fosse una scenografia, giocando con le linee e le curvature delle facciate, con le decorazioni delle mensole, i riccioli e le volute, i mascheroni, i putti, i balconi dai parapetti in ferro battuto.
L'asse principale è corso Vittorio Emanuele, scandito da tre piazze in ognuna delle quali si trova una chiesa: S. Francesco all'Immacolata, preceduta da un'imponente scalinata, il Monastero dei SS. Salvatoreo, il Convento di S. Chiara. Piazza Municipio è la più maestosa e movimentata delle tre piazze: si di essa si erge la Cattedrale dall'ampia facciata, scandita da due campanili, che lascia intravedere i resti della cupola. Ai lati della cattedrale il Palazzo Vescovile (XIX sec.) e Palazzo Landolina di Sant'Alfano, sul lato opposto le armoniose linee curve di Palazzo Ducezio.

L'area archeologica del Castelluccio
Lasciando Noto Antica, s’imbocca, a sinistra, la strada provinciale per Testa dell’Acqua, agglomerato rurale a 4 Km. di distanza, quindi si imbocca la strada per Rigolizia, e dopo 3 Km. si vede la segnaletica turistica per l’ex-feudo del Castelluccio, già dei marchesi Di Lorenzo. La zona, denominata Cava della Signora, fu esplorata da Paolo Orsi sul finire dell’Ottocento.
Ai lati del monte si apre una vasta necropoli, interessante per le tombe a grotticella artificiale o a forno, dove, secondo il rito del tempo, venivano seppelliti i defunti con i corredi funerari.
I materiali rinvenuti sono esposti nel Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa.
Di fronte al cancello degli scavi, tramite una scaletta si giunge ad una struttura, una sorta di vestibolo dell’Oratorio bizantino, chiamato Grotta dei Santi. La grotta, scavata in periodo bizantino, presenta una pianta circolare con al centro un pilastro che regge il soffitto, alto 2 metri. All’interno si trova un ciclo pittorico che va dall’VIII secolo fino al Cinquecento. Tra gli affreschi eseguiti sul pilastro è pregevole quello della Madonna, significativo il Gesù Crocifisso, tra immagini sbiadite a causa dell’umidità della parete.
Ancora più giù si può visitare la catacomba detta del Ciclope, al cui esterno si rilevano resti di tombe paleocristiane.
Ripercorrendo la medesima strada per Testa dell’Acqua, giù verso la Serra del Vento, sulla strada per Noto, ci si imbatte nella stradina del Finocchito, villaggio siculo risalente al IV periodo siculo (730- 650 a.C.).

Noto La villa romana del Tellaro
Distanza da Noto Km.10
Dal centro città immettendosi sulla strada Noto - Pachino, si arriva al ponte sul Tellaro, per poi deviare a destra. A circa 100 metri, in contrada Caddeddi, si trova la Villa Romana del Tellaro (IV secolo), pregevole per i mosaici pavimentali.
Per gli esperti sono i pavimenti musivi più belli e artistici d’Italia e sono divisi in vari registri musivi, che rappresentano scene di caccia, il riscatto del corpo di Ettore ed altri temi. La datazione della Villa è legata al rinvenimento di monete di Imperatori Romani del IV sec. d.C. La Villa probabilmente aveva una superficie di circa 5 mila mq. Fu distrutta da un incendio.

Noto I Santuari di San Corrado e della Madonna della Scala
Lasciato l’abito periferico a nord della città, per la strada statale 287, si incontrano numerosi santuari. Il primo ambiente religioso è l’ex Eremo di S. Giovanni in Lardìa, che ospita i Monasteri delle Suore Carmelitane Scalze e delle Suore Benedettine. La strada si snoda ad anse fino a S. Corrado fuori le mura (Km 4 circa), luogo di villeggiatura per molte famiglie netine. Nella parte alta si può visitare la chiesetta dedicata a Maria S. Assunta, e poi, scendendo nella Valle dei Miracoli.
Vi si ritirò il frate francescano Corrado Confalonieri, nobile piacentino, poi canonizzato e riconosciuto come Patrono di Noto. Attraverso un vialetto si procede verso l’Eremo e poi il Santuario settecentesco, che include la grotta che ospitò il Santo, la chiesa, dalla facciata in stile barocco.
Nella chiesetta il visitatore può ammirare la Grotta della preghiera, che ospita la statua marmorea del Patrono, opera pregevole dello scultore Giuseppe Fortunato Pirrone, e la pala dell’altare maggiore raffigurante "La Vergine con il Bambino e S. Corrado", opera del Conca. Alla sinistra della chiesa, sotto l’altare, si trovano i resti mortali di S. Leonzio Martire. Altre curiosità sono costituite dal piccolo Museo degli ex-voto, ricco di prodotti di vario tipo.

La terza domenica di maggio si svolge l'attesa manifestazione della Primavera Barocca, con eventi, concerti, mostre artigianali, cortei in costume d'epoca e la suggestiva “Infiorata

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Nòto comune del libero consorzio comunale di Siracusa, 152 m s.m., patrono San Corrado Confalonieri 19 febbraio e ultima domenica di agosto,

Noto, il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell'umanitàda parte dell'UNESCO, insieme con le altre città tardo barocche del Val di Noto, Noto antica el'area archeologica di Castelluccio, è un piccolo gioiello barocco arroccato su un altopiano che domina la valle dell'Asinaro, il terremoto del 1693, che in questa parte di Sicilia portò distruzione morte, ma diede impulso alla ricostruzione. L'antica Noto è a una decina di chilometri a nord-ovest, le rovine sommerse nella vegetazione.

Noto antica Percorrenza Km 25
Dal centro storico di Noto si procede verso la zona collinare di San Corrado fuori le mura, superato lo stupendo santuario della Madonna della Scala, a circa 3 Km. si ammirano il monte Alveria e le possenti mura cinquecentesche di Noto Antica. Il primo insediamento umano si fa risalire alla cultura castellucciana, ossia all’Età del Bronzo Antico (XVIII - XV sec. a.C.). Dalla stradina, prima di arrivare al piccolo ponte sul torrente Salitello, si può ammirare la necropoli sicula appartenente, secondo il Bernabò Brea, al quarto periodo (730 - 650 a.C.), chiamato del Finocchito, caratterizzato da tombe scavate nella roccia. Sempre lungo il banco roccioso di destra, prima di arrivare alla porta della Montagna, si possono visitare la Grotta del Carciofo, catacomba ebraica che riporta il candelabro a sette bracci, e l’ampia Grotta dalle Cento Bocche, catacomba bizantina.
Varcata la Porta d’entrata dell’antica Noto, a sinistra si apre un grande ambiente incorporato dalle mura, che era la Sala d’Armi con le scuderie, a destra si eleva il Castello con la Torre Maestra voluta nel 1431 dal Duca di Noto Don Pietro d’Aragona, feudatario della Città e fratello del Re Alfonso V il Magnanimo.

Sotto il castello si può visitare una catacomba cristiano-bizantina con arcosoli, scavata nella roccia (VI - VII secolo); subito dopo, sempre a destra, si trova una tomba greco-classica, scavata sotto il Castello.
Al culmine della salita si può ammirare la Valle del Carosello, dove nasce l’Asinaro, e sotto la montagna vi sono le Concerie delle pelli scavate dagli Arabi.
Lungo la strada, a sinistra si apre il sito dell’Ospedale di S. Martino, più conosciuto come Ospedale di S. Maria di Loreto, collegato ad una struttura scavata nella roccia, forse un Oratorio.
Procedendo ancora nel nostro viaggio dentro la Noto Antica, si arriva al palazzo dei baroni di Belludia, di fronte si scorgono i pilastri della Chiesa gesuitica con i ruderi del Collegio, voluto dal barone di Buxello Don Carlo Giavanti.
E’ una bella passeggiata quella che ci conduce alla Piazza Maggiore, il cuore della città nel Cinquecento, sito abbellito da artistiche fontane, e in particolare da quella con la statua del Laocoonte,
opera pregevole dell’architetto netino Don Giovanni Manuella, disegnatore dell’Arca argentea di S. Corrado. A destra si trova un altarino con edicola realizzato a ricordo dell’Antica Città.
Dalla Piazza Maggiore si gira a sinistra ed in seguito sempre a sinistra, si arriva al Ginnasio ellenistico jeroniano (III sec. a.C.), dove i giovani netini si esercitavano nelle attività ginniche: la struttura era stata, in parte, scavata nella roccia e in parte completata in muratura.
L’architrave del Ginnasio riportava la dedica al re siracusano Ierone II e fu rinvenuta e censita dallo studioso tedesco Georg Kaibel, epigrafista, fu asportata nel 1894 a cura del Comune di Noto, ed è
esposta nel Museo Civico.
Nell’area sud-orientale del monte, negli Orti del Carmine, si possono visitare due grandi ambienti scavati nella roccia nel III sec. a.C. ed utilizzati come Heroa, un culto orientale degli eroi domestici, e
rilevabile nelle nicchie scavate nella roccia ad edicole e coperte con le "pirakes", tavolette votive, in marmo scolpito o in legno dipinto.
Ritornando nella Piazza Maggiore, si prosegue diritto fino all’Eremo di S. Maria della Provvidenza (1723), dal quale si può ammirare la Valle del Durbo o dei Platani. La chiesa è piccola, graziosa e a
navata unica.
I palazzi sono maestosi, tutti costrui nella pietra calcarea locale, tenera e compatta, candida e rosata alla luce del tramonto. La città viene costruita come se fosse una scenografia, giocando con le linee e le curvature delle facciate, con le decorazioni delle mensole, i riccioli e le volute, i mascheroni, i putti, i balconi dai parapetti in ferro battuto.
L'asse principale è corso Vittorio Emanuele, scandito da tre piazze in ognuna delle quali si trova una chiesa: S. Francesco all'Immacolata, preceduta da un'imponente scalinata, il Monastero dei SS.
Salvatoreo, il Convento di S. Chiara. Piazza Municipio è la più maestosa e movimentata delle tre piazze: si di essa si erge la Cattedrale dall'ampia facciata, scandita da due campanili, che lascia
intravedere i resti della cupola. Ai lati della cattedrale il Palazzo Vescovile (XIX sec.) e Palazzo Landolina di Sant'Alfano, sul lato opposto le armoniose linee curve di Palazzo Ducezio.

L'area archeologica del Castelluccio
Lasciando Noto Antica, s’imbocca, a sinistra, la strada provinciale per Testa dell’Acqua, agglomerato rurale a 4 Km. di distanza, quindi si imbocca la strada per Rigolizia, e dopo 3 Km. si vede la segnaletica turistica per l’ex-feudo del Castelluccio, già dei marchesi Di Lorenzo. La zona, denominata Cava della Signora, fu esplorata da Paolo Orsi sul finire dell’Ottocento.
Ai lati del monte si apre una vasta necropoli, interessante per le tombe a grotticella artificiale o a forno, dove, secondo il rito del tempo, venivano seppelliti i defunti con i corredi funerari.
I materiali rinvenuti sono esposti nel Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa.
Di fronte al cancello degli scavi, tramite una scaletta si giunge ad una struttura, una sorta di vestibolo dell’Oratorio bizantino, chiamato Grotta dei Santi. La grotta, scavata in periodo bizantino, presenta una pianta circolare con al centro un pilastro che regge il soffitto, alto 2 metri. All’interno si trova un ciclo pittorico che va dall’VIII secolo fino al Cinquecento. Tra gli affreschi eseguiti sul pilastro è pregevole quello della Madonna, significativo il Gesù Crocifisso, tra immagini sbiadite a causa dell’umidità della parete.
Ancora più giù si può visitare la catacomba detta del Ciclope, al cui esterno si rilevano resti di tombe paleocristiane.
Ripercorrendo la medesima strada per Testa dell’Acqua, giù verso la Serra del Vento, sulla strada per Noto, ci si imbatte nella stradina del Finocchito, villaggio siculo risalente al IV periodo siculo (730- 650 a.C.).

Noto La villa romana del Tellaro Distanza da Noto Km.10
Dal centro città immettendosi sulla strada Noto - Pachino, si arriva al ponte sul Tellaro, per poi deviare a destra. A circa 100 metri, in contrada Caddeddi, si trova la Villa Romana del Tellaro (IV secolo), pregevole per i mosaici pavimentali.
Per gli esperti sono i pavimenti musivi più belli e artistici d’Italia e sono divisi in vari registri musivi, che rappresentano scene di caccia, il riscatto del corpo di Ettore ed altri temi. La datazione della Villa è legata al rinvenimento di monete di Imperatori Romani del IV sec. d.C. La Villa probabilmente aveva una superficie di circa 5 mila mq. Fu distrutta da un incendio.

Noto I Santuari di San Corrado e della Madonna della Scala
Lasciato l’abito periferico a nord della città, per la strada statale 287, si incontrano numerosi santuari.
Il primo ambiente religioso è l’ex Eremo di S. Giovanni in Lardìa, che ospita i Monasteri delle Suore Carmelitane Scalze e delle Suore Benedettine. La strada si snoda ad anse fino a S. Corrado fuori le
mura (Km 4 circa), luogo di villeggiatura per molte famiglie netine. Nella parte alta si può visitare la chiesetta dedicata a Maria S. Assunta, e poi, scendendo nella Valle dei Miracoli.
Vi si ritirò il frate francescano Corrado Confalonieri, nobile piacentino, poi canonizzato e riconosciuto come Patrono di Noto. Attraverso un vialetto si procede verso l’Eremo e poi il Santuario settecentesco, che include la grotta che ospitò il Santo, la chiesa, dalla facciata in stile barocco.
Nella chiesetta il visitatore può ammirare la Grotta della preghiera, che ospita la statua marmorea del Patrono, opera pregevole dello scultore Giuseppe Fortunato Pirrone, e la pala dell’altare maggiore raffigurante "La Vergine con il Bambino e S. Corrado", opera del Conca. Alla sinistra della chiesa, sotto l’altare, si trovano i resti mortali di S. Leonzio Martire. Altre curiosità sono costituite dal piccolo
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