Paternò castelli, torri e fortificazioni nel comune - Borghi castelli e santuari in Sicilia

Borghi Castelli e Santuari in Sicilia

Scoprire la Sicilia è come sfogliare un libro di storia a cielo aperto. I borghi pittoreschi, i castelli ed i santuari che raccontano storie di un passato di culture e tradizioni. Passeggiando tra le stradine dei centri storici, ti sentirai immerso in un'atmosfera unica, dove ogni angolo svela un pezzo di patrimonio culturale da non perdere. Che tu sia un appassionato di architettura, un amante della natura, la Sicilia ti aspetta con il suo mix di bellezze da scoprire.
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Paternò il castello, informazioni per una visita

Paternò, informazioni per una visita, storia architettura della struttura dalle origini ai giorni nostri.
Il Castello, tutto ciò che vi serve lo trovate qui, dagli itinerari ai luoghi da visitare ed altre info utili per la vostra vacanza.
Da piccoli borghi durante il periodo medievale a fortezze, molti di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, altri posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono costruiti ex novo, altri nacquero dal riadattamento di strutture precedenti
Paternò comune della Cottà Metropolitana di Catania, 225 m s.m., patrono Santa Barbara 4 dicembre.
Cittadina situata sulle pendici sudoccidentali dell'Etna.

Nel borgo più antico, la chiesa madre di Santa Maria dell'Alto, ricostruita nel 1342 su un'originaria struttura normanna, che conserva un maestoso crocifisso ligneo (sec. XVI-XVII), la Scalinata della Matrice di Paternò è una scalinata settecentesca che collega la parte bassa a quella alta della città. Rappresenta
la principale porta d'accesso pedonale alla chiesa di Santa Maria dell'Alto, situata nella Collina storica della città.
la chiesa del convento di San Francesco (1346), con abside in stile gotico francese;
la chiesa di Cristo al Monte, del sec. XVI, ma con interno settecentesco in stile barocco,
Da visitare la sommita' della collina sulla quale sorge il Castello, dal quale si gode uno straordinario panorama.
Il castello normanno (costruito nel 1073, ma riedificato nel Trecento), ben conservato, dalla massiccia struttura alleggerita dalle grandissime bifore al primo e al secondo piano.

Più in basso è la chiesa di Santa Maria della Valle di Giosafat, con un bel portale gotico e un soffitto cinquecentesco.

Nella parte bassa della cittadina sorge la chiesa dell'Annunziata, eretta a partire dal 1592, con un'enorme cupola e un elegante interno ellittico; conserva pregevoli dipinti cinque-secenteschi.

Fiera di Settembre a settembre, all' interno del Giardino Moncada (villa comunale). La manifestazione, che si inserisce fra i maggiori eventi della città di Paternò,  https://www.facebook.com/fieradisettembrepaternoct/

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Castello di Paternò

Paternò definita la “città delle Regine” per aver ospitato all’interno delle proprie mura medievali nobili dame come Eleonora d’Aragona e Bianca di Navarra, Paternò ha conosciuto, proprio con l’avvento dei conquistatori nordici, un periodo di floridezza che, per fortuna, non ha conosciuto pause.
Certamente sfavillante è la sua parte medievale, con la chiesa e il convento di San Francesco, quest’ultimo forse palazzo regio duecentesco dato in dono ai francescani nel 1346 da Eleonora d’Aragona, la stessa regina che donò all’ordine l’attigua chiesetta allora dedicata a San Gregorio (1086); con la Basilica di Santa Maria dell’Alto, che del periodo della sua fondazione conserva parte della facciata in stile romanico; e con la chiesa di Santa Maria di Josaphat edificata per volere della contessa Adelasia nel 1072 come testimoniato dalla lapide al suo interno che recita in latino “Nell’anno del Signore 1072 Adelizia, moglie del Conte Ruggero, fece edificare questo tempio sotto il titolo di S.Maria de Valle Josaphat, nella quale fu sepolta dagli Apostoli e assunta in Cielo dagli Angeli”.
Ovviamente, il gioiello più prezioso resta il Castello. Edificato nel 1072 da Ruggero d’Altavilla, è ancora interamente visitabile perché in perfette condizioni.
Nel 1072, Goffredo Malaterra riferisce dell’edificazione di un castrum a Paternò su iniziativa del gran conte Ruggero I.
Secondo Giuseppe Agnello il primitivo castello normanno di Paternò sarebbe stato demolito per ordine di Federico II, per dar posto a un nuovo edificio castrale, quello attualmente esistente.
Le attestazioni documentarie, l’aspetto complessivo di castello-torre e le evidenti analogie con donjons di area normanna-inglese fanno decisamente propendere per una datazione in epoca normanna:

L’antico nome era Ibla Mayor e numerose sono le testimonianze archeologiche che il suo territorio conserva.
Il Castello edificato da Ruggero II nel 1072, il convento con la chiesa di S.Francesco, la chiesa S. Maria dell’Alto con scalinata settecentesca, la chiesa S. Maria di Josaphat, costruita dalla contessa Adelasia nel 1092.
Nella città bassa sono situati la torre merlata dei Falconieri (XIV sec.), la chiesa della patrona S. Barbara, il Pantheon, con altri barocchi. La città ha avuto l’appellativo di “città delle regine” in quanto camera regionale e sede di varie regine, Eleonora D’Aragona e la Bianca di Navarra; quest’ultima nel 1405 da castello Normanno promulgava le “Consuetudini della città di Paternò”. Fino alla caduta del feudalesimo in Sicilia (1812) il Castello è stato proprietà di vari conti e principi. Sotto i Moncada è stato adibito a carcere, dove i prigionieri, fino al 1860 hanno lasciato i loro ricordi nei graffiti. Successivamente è divenuto proprietà del demanio, dei Borboni ed alla fine del Comune di Paternò; nel 1958 passa alla Regione siciliana per essere dignitosamente restaurato ed adibito a museo.

Castello di Paternò; castrum o turris Paternionis

Descrizione

Il donjon consta di un blocco parallelepipedo reso irregolare solo da una sporgenza di m 1,50 sull’angolo sud-est che occupa tutta l’altezza del monumento, costituendo quindi una sorta di modestissima torretta.

Le dimensioni complessive (m 24,30 x 18 in pianta e m 34 in altezza) superano di poco le dimensioni del donjon di Adrano. Lo spessore murario medio è di m 2,60.

Come nei castelli di Adrano e di Motta la muratura è realizzata in pietrame lavico di varie dimensioni, con l’impiego di grossi conci di pietra calcarea nei cantonali. Questa particolarità, e l’utilizzo della stessa pietra calcarea per le aperture, crea un singolare effetto di bicromia sulle superfici esterne del castello.

Il torrione è diviso in tre livelli, compreso quello terreno. Le coperture sono costituite da volte in muratura in tutti i piani come pure nella copertura conclusiva dell’edificio. Al piano più basso si accede attraverso una scala addossata sul lato corto nord. Lo spazio interno è suddiviso in cinque vani da muri tramezzi.

L’ampio salone che si apre subito dopo l’ingresso, coperto da volta ad arco acuto, è illuminato da due monofore ricavate sul lato ovest. Sul pavimento di questa sala è scavato un grande pozzo, allo stato attuale interrato.

La cappella è costituita da un vano rettangolare (m 6 x 3,90) ad una sola navata con abside semicircolare ricavata nello spessore murario est.
Le pareti della cappella mostrano una serie di pitture murali a tempera (non si tratta di affreschi), rese in parte mutile da fuochi accesi dai pastori che a lungo utilizzarono parte dell’edificio.

Al primo piano si giunge mediante una scaletta in pietra a due rampe realizzata nel grosso spessore del muro nord. Tale piano è frazionato in due parti nel senso della lunghezza: verso est è ricavato un grande salone coperto da volta ad ogiva e illuminato da quattro bifore in pietra calcarea. L’altra metà del piano è suddivisa in tre stanze quadrate.

Al secondo piano si accede mediante una scaletta realizzata nello spessore del muro nord.

Lo spazio interno è caratterizzato da una grandiosa galleria con volta ogivale disposta in senso est-ovest. La galleria è illuminata da due enormi bifore, una con colonna marmorea e l’altra con colonna in pietra lavica: queste due grandi aperture sarebbero relative alle importanti ristrutturazioni trecentesche del castello. Ad ognuno dei due lati della galleria si dispongono due stanze quadrate.

Uso attuale: Museo civico e spazio per manifestazioni espositive temporanee

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