Sperlinga il castello, informazioni per una visita
Sperlinga, informazioni per una visita, storia architettura della struttura dalle origini ai giorni nostri.
Il Castello, tutto ciò che vi serve lo trovate qui, dagli itinerari ai luoghi da visitare ed altre info utili per la vostra vacanza.
Da piccoli borghi durante il periodo medievale a fortezze, molti di questi castelli nascono come torri di avvistamento e di difesa, non a caso sorgono sulla cima di una rocca o di una collina, dalla quale è possibile avere una ampia visione di tutta la vallata circostante.
Con il passare del tempo sono poi stati trasformati in dimore nobiliari, altri posti sulle rotte viarie che collegavano i paesi della Sicilia verso il mare, alcuni furono costruiti ex novo, altri nacquero dal riadattamento di strutture precedenti
Sperlinga comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 750 m s.m., patrono San Giovanni Battista 24 giugno,
nella parte alta del paese, adiacente al castello, sussistono, numerose abitazioni ricavate nelle grotte, abitate fin dall'antichità e definitivamente abbandonate attorno agli anni Cinquanta del Novecento.
Notevoli sono i resti del castello normanno arroccato sulla rupe che sovrasta il paese
Il 16 agosto di ogni anno nel suggestivo centro storico di Sperlinga, si svolgono due manifestazioni: la "Sagra del Tortone" ed il Corteo Storico "Dama dei Castelli di Sicilia", le strade e le piazze del paese sono animate dagli spettacoli di sbandieratori, musicisti, saltimbanchi e falconieri. Nel pomeriggio ha inizio la sagra, con la distribuzione di vari prodotti locali tra i quali spicca il "Tortone", un dolce tipico fatto di farina impastata e lievitata, olio d'oliva e cosparso di zucchero e cannella. Nel contempo ha inizio il Corteo Storico, formato da dame e cavalieri in abiti d'epoca rappresentanti le famiglie nobiliari che hanno dominato il castello di Sperlinga.
Il castello di Sperlinga è un raro esempio di castello rupestre, in parte scavato nella roccia e risalente probabilmente al periodo anteriore ai Siculi , in parte costruito sulla stessa roccia, intorno all'anno 1080. È stato sede dei conti Ventimiglia del castello Maniaci fino al 1597, si sono successi diversi proprietari i discendenti lo donarono al comune di Sperlinga nel 1973.
Vi è una scritta in latino scolpita sull'arco a sesto acuto nell'androne del Castello, dal Principe del Castello Giovanni Natoli: "QUOD SICULIS PLACUIT SOLA SPERLINGA NEGAVIT", tale scritta postuma si riferisce alle vicende dei Vespri Siciliani
Sagra del Tortone" ed il Corteo Storico "Dama dei Castelli di Sicilia". https://www.facebook.com/turismosperlinga/
Il castello di Sperlinga per circa tre secoli il feudo appartenne alla famiglia Ventimiglia. Successivamente il nobile Giovanni Ventimiglia lo cedette al signore Giovanni Forti Natoli con il titolo di primo principe. Questi contribuì alla formazione dell’attuale centro urbano.
Con lo sguardo alle strutture architettoniche meritano menzione la Chiesa Madre del XVII secolo con una sola navata, la piccola Chiesa di S. Luca e i resti del Castello normanno interamente scavato nella roccia.
Denominazione: Castello di Sperlinga; castrum Sperlingae
Comune: Sperlinga
Proprietà attuale: pubblica (Comune)
Il complesso architettonico ha perso la sua integrità nel 1914 quando fu demolita la maggior parte delle fabbriche. Lo Stato di consistenza dei ruderi risulta buono in seguito al consolidamento degli anni ‘80. La chiesa è stata ricostruita nel 1995, il castello non presenta planimetria unitaria né regolare.
I molti corpi di fabbrica che lo costituiscono sono distribuiti su diverse quote.
Presenta pianta oblunga di circa 200 m di lunghezza per 15 di larghezza; in cima alla rupe, alta circa 70 m dal calpestio di piazza Castello, le dimensioni del corpo superiore risultano alquanto ridotte (m 40 x 7 ca.).
L’assetto strutturale, formato da opere murarie e ambienti rupestri evidenzia particolari e ricercate soluzioni architettoniche e costruttive capaci di sfruttare le preesistenti strutture rupestri e di farle coesistere con le opere murarie realizzate. Il corpo principale costruito direttamente sulla roccia come tutte le altre fabbriche, ha pianta rettangolare; in basso si trova un vestibolo con corridoi d’accesso e in prima elevazione le “stanze baronali”. Esternamente il corpo d’ingresso è caratterizzato da un lungo muro, in alcune parti munito di contrafforti e forato da una serie di aperture di epoche diverse poste nel secondo ordine. Sul prospetto principale che guarda la sottostante piazza è collocata la bifora citata di epoca trecentesca, due finestre e il portale di un balcone con stipiti e mensole in pietra riferibili agli interventi di ristrutturazione seicentesca.
La parte ovest del castello ricorda la prua di una nave. Sul piano di calpestio roccioso si trova, nella parte posteriore, la chiesa formata da tre vani in successione secondo l’asse ovest-est.
In origine l’asse doveva essere quello nord-sud; è presente infatti un altare con nicchia circolare posto di fronte l’ingresso attuale. Per la grande eterogeneità delle strutture e per la loro irregolare distribuzione spaziale, si descriverà di seguito partitamene ciascun elemento costitutivo.
Corpo ingresso e stanze “baronali”
Attualmente l’ingresso al castello è caratterizzato da una rampa gradonata realizzata negli anni ‘70 con pietrame locale calcareo-siliceo. Si accede tramite una passerella in calcestruzzo che ha sostituito il ponte levatoio dell’edificio medievale di cui sul prospetto sono visibili le mensole di sostegno e le lunghe feritoie dove scorrevano gli argani.
Oltrepassato il portale ogivale, vi è un primo vano con volta in pietra ricostruita recentemente (2000); segue un secondo vano coperto anch’esso da una volta di mattoni di cotto; la pavimentazione è ricavata direttamente sulla roccia.
Sul corpo dell’ingresso sono presenti due sale prive di copertura e di uno dei muri perimetrali.
La sala più ampia è dotata di tre aperture poste sulla facciata sud, risalenti ai lavori di ristrutturazione del sec. XVII. La sala minore è decorata dalla bifora trecentesca posta sulla facciata che guarda il borgo.
Ambienti rupestri dell’ala est
Alla stessa quota delle stanze ora descritte, scavate nella roccia, si estende per circa 100 m verso est un ambiente ipogeo con copertura piana; costituiva la cavallerizza del castello. Seguono le prigioni e infine due vani di servizio, un tempo abitazioni. Alcuni piloni di roccia che sostenevano la volta dell’ipogeo sono stati demoliti intorno agli anni ‘50 e in seguito sostituiti con pilastrani in blocchi di pietra intonacati. Nella parte mediana dell’ambiente si apre un corridoio che conduce all’esterno tramite la “porta falsa”.
Accanto al luogo ove erano le celle della prigione si nota, ricavata nel masso, una cappa di aspirazione tronco-conica funzionale ad un focolaio.
Cisterne
Le cisterne scavate nella roccia sono localizzate all’interno di una stanza che si affaccia sul cortile del castello. La raccolta delle acque meteoriche avveniva attraverso una serie di canalette di convogliamento.
Chiesa e ambienti adiacenti
La chiesa posta sul lato ovest è stata interamente ricostruita sui suoi ruderi. Presenta una successione di 3 vani disposti secondo l’asse est-ovest; si notano tracce della pavimentazione seicentesca in formelle di terracotta smaltata dismessa in occasione della recente ricostruzione (1995). A fianco della cappella, sul lato ovest, sono collocati altri due ambienti, anch’essi ricostruiti: il primo presenta un accenno di scala ricavata all’interno del muro perimetrale, il secondo presenta due forni in pietra e terracotta e una serie di “fornelli”.
Sale ovest e ambienti ipogei
Nell’ala ovest abbiamo ancora una serie di ambienti ipogeici comunicanti tra di loro, posti al di sotto del piano di calpestio. Nello spazio antistante la chiesa, sul piano di calpestio si notano dei fori, circolari alcuni, ellittici altri, protetti da ringhiere di ferro che corrispondono ciascuno ad un vano rupestre posto in basso.
La parte più occidentale del castello è occupata da una serie di quattro sale con pavimento e parte dei muri perimetrali ricavati nella roccia, il resto edificato. Il primo ambiente, il più grande, presenta due fori che corrispondono ad altrettanti ambienti sottostanti scavati, presumibilmente, in epoche remote. Dalla seconda stanza si accede alla superiore terrazza tramite una scala in ferro.
Gli storici la ricordano come l’ultima tra le città siciliane a resistere ai Vespri Siciliani contro la dominazione degli Angioini; i visitatori non la dimenticano per via di quel suo straordinario, misterioso, affascinante castello, le cui prime notizie si hanno a partire dal 1132. Non c’è dubbio, però, che le sue “stanze” siano state abitate fin dalla preistoria: il castello infatti, si sviluppa quasi interamente all’interno di una rocca arenaria, lasciando svettare contro il blu del cielo di Sperilnga le mura merlate e la torre. E pur essendo il paese un piccolo gioiello di urbanistica, con un borgo rupestre che va scoperto metro dopo metro, ci piace dedicare questo spazio proprio al cestello, il cui accesso è garantito da quello che doveva essere il ponte levatoio che, in tempi medievali, conduceva prima ad una porta cieca (che, una volta aperta, avrebbe spalancato sotto ai piedi dei nemici un burrone profondissimo) e solo un po’ oltre a tutta la serie di ambienti e stanze che si susseguono all’interno della montagna. E dopo aver cercato la spiegazione più affascinante per la sala circolare dalle dodici nicchie, l’avventura non può dirsi conclusa se non salendo fino alla torre, da cui è possibile osservare un panorama indimenticabile.
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