Agira il borgo siciliano da scoprire - Borghi di Sicilia, luoghi imperdibili

Borghi di Sicilia

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architettura. Scoprite il patrimonio culturale siciliano attraverso le nostre descrizioni dettagliate, foto suggestive e consigli utili per pianificare la vostra visita.
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Agira il borgo siciliano da scoprire

Agira il borgo siciliano da scoprire, tra arte, storia e tradizioni

Agira il borgo, siciliano da scoprire, tra arte, storia e tradizioni gastronomiche, da villaggio fortificato, a centro abitato, il gruppo delle abitazioni del popolo, contrapposto al castrum, dimora del signore, si sono sviluppati e negli ultimi anni, sono località indicate come mete alternative alle grandi città d’arte.
Si potevano anche indicare i sobborghi delle città sviluppatisi fuori delle mura, un abitato nato intorno a un castello o a una chiesa, senza che sia necessaria la presenza di mura o fortificazioni.
Il termine è usato anche come punto di sosta importante per strade percorse da pellegrini, commercianti, l'elemento che li caratterizza come borghi è la loro presenza nel territorio con carattere di continuità nei millenni, è per questo che hanno un loro fascino, camminare tra i vicoli di un borgo significa ripercorrere i passi di uomini e donne, che si sono succeduti nei secoli passati.
Agira comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, sorge a 670 metri sul livello del mare, sul monte Teia
Festa del patrono San Filippo d'Agira 12 maggio e dal 10 al 12  agosto,

Chiesa di San Filippo, custodisce un pregevole trittico quattrocentesco, tele di Olivio Sozzi e Giuseppe Velasquez e un Crocifisso ligneo di fra' Umile da Petralia.
chiesa romanica di Santa Maria Maggiore (sec. XII) sono un'interessante croce quattrocentesca dipinta sui due lati dove sono rappresentati la Crocifissione, la Resurrezione, e i simboli dei
quattro Evangelisti.e una Madonna secentesca in marmi policromi.
chiesa di Sant'Antonio Abate (sec. XVI e moderna facciata) custodisce una Croce dipinta, probabilmente di Pietro Ruzzolone.
chiesa di San Salvatore, dalla facciata tardorinascimentale, a pianta basilicale, presenta tre navate divise l'una dall'altra da arcate a tutto sesto poggianti su colonne in pietra con capitelli diversi l'uno dall'altro mantiene nell'interno tracce dell'originario impianto normanno (sec. XII) e conserva un portale aragonese con decorazione a motivi floreali proveniente dall'oratorio di Santa Croce (ex sinagoga) oltre a una Madonna del Rosario, tela della scuola di Pietro Novelli, una mitria e un pastorale riccamente decorati del sec. XIII.
sul colle che lo sovrasta le rovine del castello, di origine saracena.
La Chiesa dell’Abbazia di San Filippo sorge sui resti di quella dell’antico monastero greco fondato, secondo la regola basiliana, fuori dall’abitato ai piedi del monte di Agira tra VII e VIII secolo e dedicato a Filippo santo di provenienza orientale, la grande nicchia centrale con il gruppo di San Filippo che sconfigge il demonio sovrasta sei nicchie con le statue dei protettori delle altre sei parrocchie di Agira. Nel medaglione sopra la porta principale è raffigurata Santa Maria Latina, sopra le altre due porte sono raffigurati San Filippo diacono e San Eusebio.
L’interno a tre navate è diviso da colonne rivestite in marmo rosso. La navata centrale è sovrastata da una volta a botte. Dalla navata sinistra una scala conduce alla cateva, luogo in cui è il sepolcro di San Filippo. Questa grotta fu in origine il luogo dove Filippo si recava con i suoi discepoli per celebrare la messa tra i ruderi del tempio di Gerione. In periodo arabo, per timore di perdere le reliquie del santo, la cateva fu murata e ritrovata nel XVI secolo.
Nella navata sinistra si possono osservare i tre pannelli di un polittico del XV secolo che raffigurano la Madonna con bambino, San Benedetto e San Calogero.

A circa 1 Km. di Agira, in contrada Lavandaro, esistono i resti del convento dei padri cappuccini di San Francesco.
Sulla collina del Frontè vi è la chiesa di Santa Maria degli Angeli, annessa al convento del Terzo Ordine Regolare di San Francesco.

Sagra della Cassatella per le vie di Agira a novembre, musica, folklore, gastronomia. Durante la manifestazione sarà possibile degustare e conoscere la Cassatella di Agira e altri dolci eccellenti della tradizione agirina più altri prodotti enogastronomici siciliani, https://www.facebook.com/prolocoagira/
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Agira il territorio, cosa vedere, consigli informazioni

La struttura e l'impianto urbanistico sono lo specchio della storia di Agira. Il visitatore che si addentra per le vie della città, può scoprire le tracce non cancellate dal tempo. Da vedere: i ruderi del Castello e l' Abbazia, tra la via Diodorea e la via Raddusa è caratterizzata da un particolare tessuto urbanistico, formato da vicoli ciechi che distribuiscono gli accessi alle abitazioni, cortili, scalinate, curve a gomito.
Poche, ma sicuramente importanti, sono le testimonianze della presenza di una comunità ebraica ad Agira nel medioevo. Spiccano tra esse una Sinagoga, ormai in stato di abbandono, e un bellissimo Aron in pietra d'epoca aragonese. L'Aron uno dei più antichi in Europa, conservato oggi all'interno della chiesa del SS. Salvatore. Originariamente collocato nella sinagoga di via Santa Croce, nel quartiere arabo di Agira, diventata dopo la cacciata degli ebrei l'Oratorio della Chiesa di Santa Croce.

Partendo dall'ingresso occidentale nella località Porticatazzo, da dove si abbraccia con lo sguardo tutto l'abitato. Percorrendo la via Vittorio Emanuele, la via principale di Agira, s'incontra l'abbazia di Santa Maria Latina o San Filippo. All'uscita della villa dell'abbazia c'è l'antica biblioteca comunale.

Inoltrandosi a destra in via Grotte, s'incontra la grotta di San Filippo. Tornando in via Vittorio Emanuele e superato il palazzo della famiglia Amato, si giunge in piazza Fedele ove s'affacciano il monumento ai caduti, il palazzo che fu degli Scavone e la chiesa di Santa Chiara. In via Roma vi è una piccola edicola, chiamata la "Pietra di San Filippo". In piazza Garibaldi s'affacciano lo storico palazzo del barone Zuccaro Cuticchi, ove dimorarono Vittorio Amedeo di Savoia, l'abate Balsamo, lord Bentinck e Giuseppe Garibaldi, la chiesa di San Antonio di Padova. Al di là della Chiesa si trova il restaurato Municipio di Agira. In via Diodorea s'incontra il palazzo Giunta e la via Annunziata che porta all'omonimo convento. Tornando in via Diodorea e superato il palazzetto dei Salbà, si giunge alla discesa Rosselli, che offre la visione della chiesa di S. Agostino, della chiesa di S. Pietro e dell'ex oratorio di San Giacomo. Scendendo fino al largo Plebiscito nel quartiere delle "rocche di San Pietro" il visitatore si troverà immerso in un'indefinibile atmosfera araba, bizantina e medievale. Su di esso domina la chiesa delle Anime Purganti. La via Diodorea si apre, quindi, alla maestosa grandezza della chiesa di Santa Margherita, passa per il convento di San Giuseppe, la chiesa del SS. Salvatore e l'oratorio del Santo Rosario e raggiunge il Belvedere, da cui si gode uno stupendo panorama. La strada del Belvedere conduce sotto il superbo Castello e alla chiesa di Santa Maria.

A circa 1 Km. di Agira, in contrada Lavandaro, esistono i resti del convento dei padri cappuccini di San Francesco. Sulla collina del Frontè vi è la chiesa di Santa Maria degli Angeli, in fase di restauro, annessa al convento del Terzo Ordine Regolare di San Francesco.
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La chiesa del SS. Salvatore Ë sorta in età normanna sui ruderi di una costruzione pagana, il tempio si erge a ridosso delle pendici della vecchia roccaforte medievale, il castello sul Piazzale Roma, il quale, come una terrazza, sovrasta l'intera città, la chiesa presenta un tipico impianto basilicale a tre navate, le quali sono divise l'una dall'altra da arcate poggianti su colonne in pietra con capitelli diversi l'uno dall'altro. Nella navata sinistra vi si trova una cappella particolarmente decorata da un cornicione di pietra a raffigurare simbolismi. Il soffitto ligneo, a capriate, è stato recentemente restaurato. Per quanta riguarda il prospetto, pur essendo cinquecentesco, in esso si evidenziano forme classiche gotiche e normanne. Interessante è la torre campanaria, e la cupola siculo arabo normanna che la sovrasta, adiacente alla parte posteriore della chiesa. Questa presenta ancora delle tracce medievali nei piani inferiori.

Reale Abbazia, l'attuale facciata viene realizzata tra il 1916 e il 1928. La grande nicchia centrale con il gruppo di S. Filippo che sconfigge il demonio sovrasta sei nicchie con le statue dei protettori delle altre sei parrocchie di Agira. Nel medaglione sopra la porta principale è raffigurata S. Maria Latina; sopra le altre due porte sono raffigurati S. Filippo diacono e S. Eusebio.

All'interno, le tre navate sono divise da colonne rivestite in marmo rosso. Nella navata sinistra si possono osservare i tre pannelli di un polittico del XV secolo che raffigurano la Madonna con bambino, S. Benedetto e S. Calogero, dalla stessa navata una scala conduce alla "cateva", dove è il sepolcro di S. Filippo. Questa grotta fu in origine il luogo dove Filippo si recava con i suoi discepoli per celebrare la messa tra i ruderi del tempio di Gerione. Qui Filippo morì e fu sepolto. In periodo arabo, per timore di perdere le reliquie del santo, la cateva fu murata e ritrovata nel XVI secolo. Sopra la scultura in marmo del XVI secolo, che rappresenta S. Filippo giacente, è una nicchia con rilievo raffigurante il santo. Attraversata la navata, presso il presbiterio, sugli stalli del coro, che è in legno di noce, intagliato nel XIX secolo, sono raffigurati episodi della vita di San Filippo. Nella chiesa sono conservate l'arca d'argento che contiene le reliquie di San Filippo e la statua, pure in argento, del santo.
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