I borghi marinari della lava in Sicilia
I borghi marinari della lava in Sicilia
Se stai cercando un'esperienza unica in Sicilia, non puoi perderti i borghi marinari della lava.
Questi affascinanti paesini, incastonati tra il mare e le straordinarie formazioni laviche dell'Etna, offrono un mix perfetto di bellezze naturali e cultura locale. Passeggiando tra le stradine pittoresche, potrai scoprire tradizioni secolari, gustare piatti tipici a base di pesce fresco e ammirare panorami mozzafiato. Ogni borgo ha la sua storia da raccontare e un'atmosfera che ti farà sentire subito a casa. Preparati a esplorare questi tesori nascosti e lasciati conquistare dalla magia della Sicilia.
Il progetto I borghi marinari della lava in Sicilia, si basa sulla peculiarità del territorio della Provincia di Catania.
Lungo la costa ionica determinata dalla presenza dell’Etna e dalle rocce laviche che rappresentano un importante segno distintivo per quanto concerne i Borghi Marinari della Provincia di Catania.
Il litorale ionico, che va da Catania fino a Fiumefreddo , presenta delle caratteristiche peculiari, determinate dalla presenza della lava: basti pensare ai borghi marinari di S. Giovanni Li Cuti ed alla scogliera di Catania, al castello di Acicastello, ad Acitrezza con i suoi faraglioni e l’isola Lachea, ad Acireale con i borghi di Capomulini, di S. Maria La Scala, di Santa Tecla, di Scillichenti, di Stazzo,
di Pozzillo e ancora Torre Archirafi a Riposto, Fondachello a Mascali, il Castello di San Marco a Calatabiano, ecc.
La “messa in rete” dei Borghi Marinari dell’area ionico-etnea, è finalizzata alla promozione del territorio, sia da un punto di vista della divulgazione delle conoscenze del territorio, sia per incrementare i flussi turistici e le vendite dei prodotti artigianali tipici legati alle tradizioni produttivo-culturali dei borghi stessi.
Calatabiano ed i borghi marinari della lava
Calatabiano è posta a 62 metri d'altitudine, a meno di 3 chilometri dal mare Ionio. Il suo territorio, delimitato a nord dal corso del fiume Alcantara, su un territorio che si estende dal mare fino alle ultime propaggini della Valle dell'Alcantara.
Il castello, circondato dai resti delle possenti mura di cinta e dell'antico borgo.
Ad esso vi si accede attraverso una strada a gradoni in pietra che si sviluppa ad andamento sinuoso nella campagna, che nei giorni della festa (il sabato antecedente la terza domenica di maggio) del Santo Protettore di Calatabiano, San Filippo Siriaco, viene percorsa vertiginosamente dai fedeli con il fercolo del santo a spalla.
La fortezza sembra avere una origine araba come dimostrerebbe il suo nome Kaalat-bian, castello di Biano.
la Chiesa del SS. Crocifisso (1484), essa si incontra salendo al castello e presenta una struttura in muratura ed un sontuoso campanile a merli. Nella facciata principale, un portale ogivale d'ingresso, si trovano le insegne dei Crujllas, probabili fondatori della chiesa. Al suo interno si può notare un dipinto di madonna con bambino e la statua del santo protettore San Filippo Siriaco, collocata in una nicchia, per il quale ogni anno, il sabato precedente la terza domenica di maggio ha luogo la caratteristica "calata" di San Filippo.
Chiesa della Madonna del Monte Carmelo.
Quartiere Gesù e Maria con l'omonima chiesetta tardo-barocca, custode di preziose tele, la Chiesa è ad una navata, a pianta rettangolare in stile barocco (sec.XVII), aperta al culto nel 1697.
La facciata è in muratura e pietra bianca con un'artistica torre campanaria che si erge su tre dadi. Il portale d'ingresso è in pietra lavica e al suo interno essa è decorata con stucchi e coperta con volte a botte.
Nelle pareti laterali vi sono quattro altarini in marmo policromo elevati su gradini in pietra di Taormina. Tre altarini sono abbelliti da tele della metà del Seicento raffiguranti la "Madonna della Lettera", "l'Immacolata" e la "Madonna degli Angeli con San Francesco".
Il tabernacolo è in legno scolpito, decorato in oro zecchino.
Chiesa Maria SS. Annunziata (1740), custode del prezioso crocifisso ligneo attribuito a G. Salvo D'Antonio (1502), del pulpito ligneo (1791) e degli affreschi di A. Freri e C. Ganguzza (fine '800).
Statua di Santa Caterina (scuola del Gagini).
Portale in pietra lavica della residenza dei Principi di Palagonia (XVII sec.).
Chiesetta della Madonna dell'Imperio (1092).
Castello di San Marco con l'attigua chiesetta (XVII sec.), l'edificio anche se ciò che si vede attualmente, è solo una parte di un più vasto complesso di edifici in gran parte perduti.
www.castellodicalatabiano.it
Fiumefreddo di Sicilia ed i borghi marinari della lava
Fiumefreddo di Sicilia è situato alle pendici nord orientali dell'Etna lungo la Strada Statale 114 Orientale Sicula, sulla costa jonica.
La Chiesa Madre è la Chiesa principale dedicata a Maria SS. Immacolata. Si erge al centro del paese sulla piazza centrale in stile rinascimentale
La Chiesa di Ponte Borea dedicata alla Madonna delle Grazie, nel quartiere di Ponte Borea, dove si può ammirare una tela del pittore Carlo Maratta del ‘600 raffigurante la Vergine Maria col Bambino.
La Chiesa di Castello, accanto al famoso castello dei Principi di Palagonia, esisteva una chiesetta dedicata alla Madonna del Rosario. L’interno della Chiesa conservava la statua di San Giuseppe considerato Patrono di Fiumefreddo.
La Chiesa di Feudogrande di recente costruzione
La Chiesa di Diana è la chiesa più antica della cittadina e venne edificata intorno al 1788 ove si venera una statua lignea di S. Vincenzo Ferreri del 1700. Sulla porta vi era lo stemma della famiglia dei Diana, che ebbe a censo la contrada dal barone di Gravina, all’interno della chiesa si trovano tre altari marmorei: l’altare centrale nel presbiterio in marmo policromo intarsiato su cui è posta la nicchia di San Vincenzo Ferreri e due altari laterali, si conserva il monumento e la tomba di un bambino della famiglia Diana.
Il Castello degli Schiavi
Chi visita il paese non può fare a meno di ammirare il Castello degli Schiavi, splendido gioiello del barocco rurale siciliano del ‘700, ubicato sulla via Marina (anticamente Via Mulinelli) a circa 1 Km dalla piazza Diana e a poche centinaia di metri dal quartiere di Castello.
Come ogni castello anche il Castello degli Schiavi possiede una leggenda: si narra che, circa due secoli fa, un abile medico palermitano, certo Gaetano Palmieri, salvò da una gravissima malattia il figlio del Principe di Palagonia, il Gravina-Crujllas, e che questi, grato, gli donò un appezzamento del suo feudo situato vicino al fiume Fiumefreddo. Un giorno, purtroppo, sbarcarono dei pirati turchi, i quali si diedero al saccheggio e, giunti al Castello, rapirono i due proprietari; ma, mentre stavano per fuggire furono raggiunti da alcuni giovani armati, i pirati, così, furono uccisi ed i Palmieri liberati.
Per ringraziare il Padre Eterno fu eretta una Chiesetta, accanto al Castello, dedicata alla Madonna della Sacra Lettera, e fu costruita la loggia nella quale vennero poste le due statue di turchi, che sembrano guardare ansiosi verso il mare, come in attesa di essere liberati dai loro compagni, ed è proprio grazie a queste due statue che il Castello è stato soprannominato "degli Schiavi".
All’ingresso del castello vi è un maestoso portale di ferro con un arco di pietra lavica raffigurante, al centro, un saraceno dal viso arrabbiato, sormontato da una conchiglia tipica del migliore barocco catanese di quel periodo.
L'arco poggia su due false mensole che stanno come a sostenere i due laterali lavici del portale. Tutto il portale alterna rettangoli spianati (con una linea chiusa incavata per tutto il perimetro, posta all'interno di questo di 2,5 cm.) con altrettanti aventi una piramide, atipica al vertice, in rialzo.
Appena entrati si viene subito colpiti dalla loggia presente nella sommità del castello, dalle cui aperture stanno “affacciate” le caratteristiche statue dei due mori e dalla quale il padrone delle terre poteva controllare le lavorazioni nei campi. Essa è alta 3 metri e larga 4,5 x 3 metri.
Gli interni constano di un piano inferiore e di otto stanze del piano superiore incantano il visitatore perchè ricolme di pregevoli oggetti: quadri di antichi signori, lo stemma dei Gravina in toson d'oro di Spagna, la bandiera con lo stemma dei Savoia, libri di pregio, mobili del secolo scorso.Il Castello gode di un ampio cortile dove è possibile visitare la chiesetta, anticamente dedita al culto di San Giovanni, edificata nel 1544 da Ferdinando Gravina-Crujllas, così come si legge nella lapide posta all’ingresso.
In seguito, nel 1840 circa, la chiesetta fu dedicata al culto della Madonna della Lettera.
Il Castello degli Schiavi è stato alla ribalta della cinematografia perché luogo scelto da famosi registi che vi hanno girato scene di film: nel 1968 Pier Paolo Pasolini vi girò alcune parti de "L'orgia"; raggiunse la fama mondiale grazie a Francis Ford Coppola che lo preferì per l’ambientazione di scene principali, come l’indimenticabile esplosione della macchina, dopo il matrimonio, de "Il Padrino", capolavoro vincitore dei premi più ambiti dall’Oscar, al Golden Globes, al David di Donatello, sia parte I (1972) che II (1974).
La riserva naturale orientata del fiume Fiumefreddo
Riposto ed i borghi marinari della lava
Riposto sorge sul mar Ionio, possiede un grande e moderno porto turistico denominato "Marina di Riposto" o "Porto dell’Etna" per la sua posizione.
La Chiesa Madre di Riposto, magnifico ed imponente edificio , a tre navate e a croce latina in stile neoclassico, risale al periodo tra la fine del XVIII ed il XIX secolo ed è dedicata al santo protettore dei marinai San Pietro.
L'odierna Chiesa della Madonna della Lettera è stata la prima chiesa di Riposto
Torre Archirafi è un piccolo e suggestivo borgo marinaro situato a sud di Riposto , la chiesa madre, nata come cappella annessa al palazzo dei principi di Sperlinga (oggi palazzo Vigo), fu inizialmente dedicata alla Madonna della Lettera, culto introdotto nella zona dai Messinesi. Ridedicata alla Madonna del Rosario,
Stazzo, Pozzillo, Santa Maria la Scala, Capo Mulini, i borghi marinari della lava
Stazzo si trova tra Santa Tecla e Pozzillo, sulla costa a nord del capoluogo comunale Acireale da cui dista circa 8 chilometri. La chiesa parrocchiale di San Giovanni Nepomuceno, sita in piazza Mantova, aperta al culto nel 1908 ed elevata a parrocchiale nel 1922, è dedicata al patrono e protettore della frazione. La spiaggia di Stazzo si caratterizza per le nere scogliere rocciose, intervallate da numerosissime calette, di cui la principale, sul porto è collocata una stele alta circa 20 metri, dedicata alla Vergine Maria, che ospita anche una lapide per i caduti delle due guerre nativi del borgo. Un altro porticciolo, maggiormente utilizzato dai pescatori, prende il nome di "Unna", a motivo della sua forma di naturale bacino, favorevolmente protetto dal mare.
La frazione di Pozzillo appartiene al comune di Acireale,
Santa Maria la Scala è una frazione del comune di Acireale, in provincia di Catania. Il borgo si trova sulla costa ionica ai piedi della Timpa, a circa 3 chilometri da Acireale, e si raccoglie attorno al porticciolo detto Scalo Grande.
La Fortezza del Tocco è un forte realizzato alla fine del XVI secolo per la difesa di Acireale dalle scorrerie barbaresche.
La riserva naturale orientata La Timpa è una riserva regionale della Sicilia, che ricade nel territorio del comune di Acireale, è un promontorio di circa 80 m di altezza a ridosso della costa di Acireale
Capo Mulini è una frazione del comune di Acireale, la Torre Sant'Anna, oggi faro, fu iniziata nel 1582 in corrispondenza del Capo Mulini e finita in circa un ventennio, vi alloggiava un corpo di guardia con il compito di allertare all'avvicinarsi di navi corsare.
La chiesa di Santa Maria della Purità, risale al XVI secolo ed è stata rifabbricata nel 1796.
Santa Tecla ed i borghi marinari della lava
Aci Castello, Aci Trezza, ed i borghi marinari della lava
Aci Castello un antico borgo marinaro
Chiesa di San Mauro (Acicastello)
Chiesa di San Giuseppe (Acicastello)
Chiesa Madonna della Buona Nova (Acitrezza)
L'isola Lachea dista da Acitrezza circa 200 m; da nord a sud si estende per circa 150 m e da est a ovest per circa 145 m.
A est una grande insenatura divide quasi in due parti l'isola, che a nord si allunga in una Punta detta Cornera. Attorno all'isola troviamo i faraglionelli, il faraglione degli uccelli, il faraglione di mezzo, due scogli (u zu Janu di terrae u zu Janu di fora) e il faraglione grande, che è separato dall'isola da un canale (u zottu), da due isolette (Pitrudda e Pietra Lunga) e da un altro canale (U purtusu).
Sul faraglione grande si nota in cima una roccia bianca, il cappellaccio di marna, residuo dell'antico fondale marino.
Dichiarato riserva naturalistica con decreto regionale, il complesso dei Faraglioni e dell'isola Lachea rappresenta un ambiente ecologico e geologico che ha pochi confronti.
Parallelamente alla costa, per un certo tratto, per poi addentrarsi tra gli agrumeti della campagna di Acireale, corre, alzandosi progressivamente di quota, il suggestivo costone roccioso della Timpa.
Su di essa é ubicata Acireale; sulla costa, a volte a ridosso, sorgono le frazioni di Santa Tecla, Santa Maria La Scala, Santa Caterina.
Aci Trezza è una frazione del comune di Aci Castello, in provincia di Catania. Centro peschereccio di antica e notevole tradizione, è famoso per il suo paesaggio. Si affaccia sul Mar Ionio e dista circa 9 chilometri da Catania.
San Giovanni Licuti Catania, i borghi marinari della lava
San Giovanni li Cuti è il nome di un piccolo borgo marinaro di Catania, vi si accede dalla via omonima, traversa di viale Ruggiero di Laurìa, nel quartiere di Santa Maria della Guardia. La spiaggia è compresa tra il porto omonimo, utilizzato solo da piccole imbarcazioni di pescatori, ed alcuni lidi a cui si accede tramite la vicina Piazza Europa.
Torre Archirafi ed i borghi marinari della lava
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