Borgo di Erice, guida al borgo più bello d'Italia in Sicilia
Erice, guida al borgo più bello d'italia in Sicilia
I Borghi della Sicilia offrono numerosi spunti di visita sia a livello storico-culturale che ambientale, non solo piacevoli camminate nei centri storici ma anche nelle immediate vicinanze dove si trovano chiesette, castelli, tutti collegati da strade, stradine.
Visitabile tutto l'anno, non mancheranno testimonianze storiche come fortezze, siti archeologici, luoghi di culto di pregio architettonico, con profumi e sapori della tradizioni gastronomica si mescolano egregiamente con la storia.
Grande importanza hanno gli eventi tradizionali organizzati dalle proloco dei borghi, ad iniziare dalle Feste Medievali e dalle Sagre, sfilate dei cortei in costume d’epoca accompagnate spesso da una gara per la conquista del palio, offrono il meglio della tradizione culturale del paese. Le sagre invece esaltano la cucina tradizionale e i prodotti tipici locali, mostrando al visitatore il meglio della tradizione enogastronomica del borgo.
Curiosità
Èrice comune del Libero Consorzio comunale di Trapani 15 km, 751 m s.m.,
patrono Madonna di Custonaci ultimo mercoledì di agosto
situata all'estremità nordoccidentale della Sicilia, sulla sommità del monte San Giuliano, domina un panorama che spazia dalle isole Egadi fino all'Etna
Riti della santa Pasqua nell'affascinante borgo medievale di Erice . Il venerdì santo la evocativa Processione dei Misteri lungo le suggestive e affascinanti strade ericine.
Contemporaneamente alla processione di Trapani, si svolge nell'affascinante borgo medievale di Erice, una più ridotta ma non per questo meno suggestiva Processione dei Misteri. L'origine della processione va ricercata nella seconda metà del '500, quando si soleva rappresentare la Passione di Cristo con rappresentazioni sceniche teatrali. Le notizie più antiche in merito alla casazza ericina risalgono al 1742
A Erice a settembre Festa FedEricina e Raduno Cortei storici di Sicilia. Rievocazione storica dell’arrivo a Erice di Federico III d’Aragona, Re di Sicilia, e della moglie Eleonora. Villaggio Medievale - Musici e Sbandieratori - Raduno Regionale - Gran Corteo Regale- Sfilata dei reali con guardie, musici e danzatrici, degustazioni di prodotti tipici ericini medievali, spettacoli itineranti. https://www.facebook.com/federicina/
tra luglio e settembre si svolge la Settimana Internazionale di Musica Medievale e Rinascimentale, https://www.facebook.com/ericefestivalmusicaantica/
EricèNatale - Il Borgo dei Presepi". Presepi, zampognari, spettacoli, concerti, Mercatini. https://www.facebook.com/EriceNatale.it/
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Erice, il borgo siciliano, uno dei più belli
Ciò che resta oggi dell’antico castello di Venere è opera dei Normanni (XII-XIII secolo) che per la sua costruzione reimpiegarono probabilmente il materiale proveniente dal tempio della Venere Ericina. Il castello era recintato da torri collegate fra loro da due cortine merlate e da un ponte levatoio, lo stesso di cui parlò nel 1185 il geografo arabo Ibn-Jubayr.
Accanto alle torri si trova il Balio, bellissimo giardino all’inglese da dove si gode un panorama che comprende da una parte la costa tirrenica del golfo di Trapani, dalla particolare forma a falce, e il monte Cofano, dietro il quale si intravede la punta di San Vito lo Capo; dall’altra parte il porto di Trapani con le sue saline, le isole Egadi e l’isola di Mozia fino a Mazara del Vallo. Nelle giornate più luminose si scorgono Capo Bon e la costa africana, e i Fenici sembrano ancora vicini.
Incrocio di culture, Erice ospita, poco sotto le tre torri del castello, nella torretta fatta costruire nel 1873 dallo studioso e mecenate conte Agostino Pepoli come rifugio silenzioso per le sue meditazioni, l’Osservatorio permanente di Pace. Erice è dunque tornata ad essere «Faro del Mediterraneo» riscoprendo la sua antica vocazione di bussola per i naviganti.
Il percorso di visita del borgo può iniziare da Porta Trapani, oltre la quale si apre il corso Vittorio Emanuele che porta alla piazza centrale. Lungo il corso, e nelle viuzze intorno, sfilano le facciate barocche dei palazzi e le emergenze principali, dalla chiesa di San Martino, di origine forse normanna e rifatta alla fine del Seicento, all’impianto urbanistico medievale che circonda la chiesa di Sant’Albertino degli Abbati, pure secentesca. Altre chiese da vedere sono quella di San Giuliano, anch’essa di origine normanna (1080) e ristrutturata nel Seicento, e quella di San Cataldo, che custodisce opere del grande scultore siciliano Antonello Gagini e della sua bottega. Le stradine intorno al secentesco monastero di San Carlo, come la via La Russa e la via San Carlo, sono di grande fascino. Al centro del reticolato medievale si trova il complesso di San Pietro con chiesa tardo trecentesca rifatta nel 1745 e monastero. Da via Guarnotti si entra in piazza San Domenico, da dove ci si immette in via Cordici per raggiungere piazza Umberto, su cui si affacciano il Municipio, la Biblioteca Comunale e il Museo Antonio Cordici.
Costeggiando il retro di palazzi del Sei-Settecento si arriva alla chiesa Madre, che sta di fronte alle mura ciclopiche del periodo elimo-fenicio (VIII-VII sec. a.C.). Eretta nel 1314 per volere del re Federico d’Aragona che si rifugiò a Erice durante la guerra del Vespro, presenta un campanile quadrangolare con bifore che aveva funzione di torre di avvistamento, le originarie forme gotiche all’esterno e, nella parete destra, nove croci provenienti, secondo la tradizione, dal tempio di Venere.
Merita infine un cenno il Quartiere Spagnolo, sorto nel XVII secolo, quando con la dominazione spagnola in Sicilia vigeva l’obbligo per tutte le città di offrire gratuitamente vitto e alloggio ai soldati della guarnigione. Gli abitanti di Erice ottennero dal governo del viceré di costruire a proprie spese un fortino, dietro la chiesa di Sant’Antonio, in cui ospitare i militari. I lavori per la costruzione del Quartiere Spagnolo furono interrotti nel 1632 e mai più ripresi. I soldati spagnoli furono accolti nel castello normanno.
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