Sutera il borgo , guida al borgo più bello d'Italia in Sicilia
Sutera, guida al borgo più bello d'italia in Sicilia
Se stai cercando un posto che ti faccia innamorare al primo sguardo, il Borgo di Sutera è proprio quello che fa per te! Immerso nella bellezza della Sicilia, questo caratteristico paese è un vero gioiello da scoprire.
Passeggiando tra le sue stradine strette e pittoresche, potrai ammirare antiche chiese e affascinanti edifici storici che raccontano una storia secolare. Non dimenticare di assaporare i piatti tipici locali, che riflettono la ricca tradizione gastronomica della zona. Insomma, Sutera è un luogo dove storia, arte e buon cibo si incontrano, rendendolo una tappa imperdibile per ogni amante del bello.
Sutera, guida al borgo più bello d'italia in Sicilia , tra i Borghi più belli della Sicilia, chi non ha mai visto in foto i borghi più o meno famosi, vanto della regione e ne rappresentano una delle maggiori attrazioni turistiche.
I Borghi della Sicilia offrono numerosi spunti di visita sia a livello storico-culturale che ambientale, non solo piacevoli camminate nei centri storici ma anche nelle immediate vicinanze dove si trovano chiesette, castelli, tutti collegati da strade, stradine.
Visitabile tutto l'anno, non mancheranno testimonianze storiche come fortezze, siti archeologici, luoghi di culto di pregio architettonico, con profumi e sapori della tradizioni gastronomica si mescolano egregiamente con la storia.
Grande importanza hanno gli eventi tradizionali organizzati dalle proloco dei borghi, ad iniziare dalle Feste Medievali e dalle Sagre, sfilate dei cortei in costume d’epoca accompagnate spesso da una gara per la conquista del palio, offrono il meglio della tradizione culturale del paese. Le sagre invece esaltano la cucina tradizionale e i prodotti tipici locali, mostrando al visitatore il meglio della tradizione enogastronomica del borgo.
Curiosità
Sutera comune in provincia di Caltanissetta, 590 m s.m.,
patrono San Paolino martedì dopo Pasqua
centro dell'alta valle del fiume Platani
Il borgo medievale di Sutera è uno dei borghi più belli d’Italia, si trova sul percorso della Via Francigena. https://camminifrancigenidisicilia.wordpress.com/
La chiesa di Sant'Agata del XV secolo ed il convento di Santa Maria delle Grazie; le rovine della secentesca chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti;
la chiesa di San Giovanni caratterizzata da pregevoli stucchi di scuola serpottiana;
la chiesa del Carmine, che conserva una statua in marmo della Madonna del Soccorso, opera di Bartolomeo Berrettaro (1503), mentre quella di San Giovanni Battista è decorata da pregevoli stucchi della scuola di Giacomo Serpotta
la Chiesa Maria Santissima Assunta che ingloba resti di una chiesa del sec. XIV e di una moschea, si ammira soprattutto la sontuosa cappella barocca del Santissimo Sacramento.
il Santuario diocesano di San Paolino e l'ex convento dei Padri Filippini edificati entrambi nel XVII secolo sono collocati in cima al Monte S. Paolino, balcone della Sicilia, alto 823 metri s.l.m., dove si scorgono molti Comuni del comprensorio e le cime delle Madonie e dell’Etna.
Al santuario si accede attraverso una caratteristica via scavata nella roccia, con ampi gradini. Oggi è possibile raggiungere il Santuario anche con un ascensore panoramico realizzato da qualche anno.
Sagra del Peperone a Sutera seconda domenica di settembre
La festa in onore del patrono San Francesco si svolge la seconda domenica di settembre, nel piazzale antistante l’omonima Chiesa, a circa un chilometro dall’abitato.
Alla festa religiosa è ormai associata la famosa “Sagra del Peperone”, che conclude i festeggiamenti in onore di San Francesco.
Festa di San Paolino a Sutera - A Sutera, il martedì dopo Pasqua si celebra la festa di San Paolino, detta anche "Pasquone", appunto perché cade il giorno dopo Pasquetta, nel monte S. Paolino, dove si incontra il Santuario che custodisce due urne d’argento che conservano le reliquie di San Paolino e di Sant’Onofrio, compatroni di Sutera.
Presepe Vivente di Sutera - Suggestivo presepe vivente nel medievale quartiere arabo chiamato Rabato, ubicato alle falde del monte San Paolino. Durante il percorso degustazioni di prodotti tipici. data non confermata, https://www.facebook.com/people/Presepe-Vivente-Sutera-Kamicos/100064304335311/
Sagra del Peperone a Sutera - Festeggiamenti in onore del patrono San Francesco a Sutera, tradizionale "Sagra del Peperone. Degustazioni di peperoni fritti, patate bollite e uova sode, accompagnati da buon vino locale. Seconda domenica di settembre
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Sutera, il borgo siciliano, uno dei più belli
La visita può iniziare dal belvedere di piazza Sant’Agata, dove impone la propria solida volumetria la quattrocentesca chiesa di Sant’Agata, in contrasto con l’ottocentesco Municipio. Nell´interno a tre navate - con volta a botte in quella centrale e grandi arcate - si apprezzano gli stalli del coro in legno scolpito, appartenuti alle Benedettine trasferitesi nel vicino convento nel 1727, la splendida statua in marmo quattrocentesca della Madonna delle Grazie, opera di maestranze lombarde, e la tela della Madonna degli Innocenti di Mariano Rossi (metà XVIII secolo) nella cappella del Sacramento.
Più avanti, percorrendo la via Roma s’incontrano i ruderi del quattrocentesco palazzo Salamone, in cui nacque uno dei tredici eroi della Disfida di Barletta, l’uomo d´arme Francesco Salamone (1478-1569). Piazza Carmine è chiusa dalla quinta prospettica della chiesa di Maria Santissima del Carmelo, la cui lineare compostezza è data dalla ricostruzione del 1934-36; la struttura originaria è del 1185 e l’attuale prospetto ingloba un piccolo porticato dove è interessante vedere, nel portalino d´accesso, inserti provenienti dalla moschea del Ràbato. Alla sua destra, il piccolo convento del 1664 ristrutturato di recente è sede del museo della civiltà contadina. Nel candido interno a tre navate, la Madonna del Soccorso è il capolavoro marmoreo del carrarese Bartolomeo Berrettaro: la statua fu scolpita nel 1503 per committenza della famiglia Salamone, i cui sarcofagi ornano la cappella a destra del coro.
Proseguendo per via Carmine si giunge al Rabato, il quartiere all’estremità del paese fondato dagli Arabi intorno all´860 d.C. Il Rabad - termine che sta per «sobborgo» - era un insieme di case dalle mura di gesso abbarbicate le une alle altre, stretti vicoli, ripide scalinate, bagli e terrazzi. Il villaggio arabo è ancora leggibile nell’impianto urbanistico odierno, soprattutto dall’alto del monte, da dove si ammirano i vecchi tetti di coppi siciliani e l’intrico di stradine tipico di una casbah araba. Da quel modello è derivata la casa contadina siciliana a un solo piano, il dammuso, con una singola stanza soppalcata, realizzata in gesso. L’insediamento arabo è sepolto sotto i diversi strati edilizi: sulla moschea edificata intorno all´875, il barone Giovanni Chiaramonte nel 1370 ha innalzato la compatta massa della chiesa madre di Santa Maria Assunta, ristrutturata completamente nel 1585 e dotata di un elegante portale rinascimentale e di un fonte battesimale marmoreo del 1495. Nella chiesa restano alcuni elementi architettonici della moschea, sporgenti da una parete del locale sovrastante, come le quattro nicchie in muratura di gesso.
Da piazza del Carmine si sale per una scalinata di 183 gradini distribuiti in quattro rampe al Monte San Paolino, alto 812 metri, sul cui terrazzo Giovanni Chiaramonte nel 1370 ha fatto erigere sulle strutture dell´antico castello, probabilmente bizantino, il santuario di San Paolino. Più volte oggetto d´interventi nell´ultimo secolo, la chiesa è affiancata dal piccolo convento settecentesco dei Padri Filippini che conserva, dello stesso periodo, una tela di Filippo Tancredi, la Madonna in trono fra i Santi Damiano e Cosma. Ma il vero tesoro della chiesa è custodito in uno stipo ligneo del 1903 alla destra del presbiterio: si tratta di due mirabili urne-reliquiario, espressioni massime dell´oreficeria siciliana antica. L’urna che contiene le ossa di San Paolino è un grande cofano del 1498 con coperchio a schiena d´asino, sbalzato in una ricamata lamina d´argento con figure a rilievo e decori a racemi e palmette; l´altra, eseguita nel 1649 dal palermitano Francesco Rivelo, è uno sfarzoso esempio dell´arte orafa barocca, nel quale alloggiano le ossa di Sant’Onofrio.
Collinette gessose movimentano il paesaggio nei dintorni del borgo. In una di queste, detta rocca spaccata (in dialetto jacca, «fenditura»), due parti sono separate da un vuoto, e tradizione vuole che la roccia si sia spaccata con l’ultimo respiro di Gesù sulla croce. Invece sul pianoro della collina di San Marco, caratterizzata da roccia gessosa e friabile frantumata in grotte, si ammirano in un anfratto cui si accede attraverso un breve sentiero, i figureddi, affreschi in stile bizantino che rappresentano i quattro Evangelisti, la Madonna e San Paolino, opera probabile di monaci basiliani arrivati qui tra IV e VI secolo.
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