Militello val di Catania, il borgo siciliano da scoprire
Militello Val di Catania il borgo, tesoro d’arte, di storia e di tradizioni gastronomiche
Militello Val di Catania il borgo, tesoro d’arte, di storia e di tradizioni gastronomiche, da villaggio fortificato, a centro abitato, il gruppo delle abitazioni del popolo, contrapposto al castrum, dimora del signore, si sono sviluppati e negli ultimi anni, sono località indicate come mete alternative alle grandi città d’arte.
Si potevano anche indicare i sobborghi delle città sviluppatisi fuori delle mura, un abitato nato intorno a un castello o a una chiesa, senza che sia necessaria la presenza di mura o fortificazioni.
Il termine è usato anche come punto di sosta importante per strade percorse da pellegrini, commercianti, l'elemento che li caratterizza come borghi è la loro presenza nel territorio con carattere di continuità nei millenni, è per questo che hanno un loro fascino, camminare tra i vicoli di un borgo significa ripercorrere i passi di uomini e donne, che si sono succeduti nei secoli passati.
Militèllo in Val di Catània comune della Città Metropolitana di Catania, 413 m s.m., patrono San Giuseppe 19 marzo.
Resti del castello medievale dei Barresi,
Militello è uno degli otto comuni, insieme a Caltagirone, Catania, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa, Modica e Scicli, che sono stati dichiarati nel giugno del 2002 “Patrimonio dell’Umanità”
La chiesa di San Benedetto (con annesso monastero benedettino, oggi sede municipale) custodisce, oltre a opere di artisti locali del sec. XVIII, una notevole tela di Sebastiano Conca, un busto reliquiario in argento raffigurante San Benedetto del XVIII secolo; la bellissima statua seicentesca della Vergine del Rosario; lo straordinario coro dei monaci del 1727, in legno intagliato, raffigurante i misteri del Santo Rosario e scene della vita di San Benedetto e di San Placido; l’altare maggiore di marmo pario con elaborati intarsi di pietre del 1727; la decoratissima cappella del Santo Bambino, caratterizzata da un ricco ciborio a gradoni in legno dorato e da notevoli affreschi che incorniciano la tomba del principe fondatore, all’interno della quale sono sepolti anche il fratello e le figlie
chiesa madre di San Nicolò e del Santissimo Salvatore, ricostruita dopo il terremoto del 1693 e completata con la cupola solo nel 1904, è annesso un museo che conserva numerose opere d'arte e arredi sacri dei sec. XVI-XVIII,
chiesa di Santa Maria della Stella (sec. XVIII) sono una Natività in terracotta smaltata (sec. XV) attribuita ad Andrea Della Robbia, una Natività di Maria (sec. XVIII), pregevole tela di Olivio Sozzi, e il sarcofago gotico di Blasco Barresi (sec. XV). L'oratorio dell'Angelo ha un bellissimo pavimento in ceramica di Caltagirone (1785), decorato con un grande disegno raffigurante un unico soggetto.
Palazzo Niceforo a Militello Val Di Catania rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura civile barocca della città.
Fu costruito nel XVIII secolo e si sviluppa su due livelli. Presenta un portale ricco di figure antropomorfe sovrastato da un balcone con ringhiera in ferro battuto e mensoloni antropomorfi.
Fuori dall'abitato sorge la chiesa di Santa Maria la Vetere, di origine normanna (sec. XII), ma rimaneggiata successivamente e ridotta a una sola navata dal terremoto del 1693; ha un bel portale cinquecentesco ornato da numerosi bassorilievi, in parte opera di Antonello Gagini.
Le cascate dell’Oxena sono delle magnifiche cadute d’acqua naturali, situate nel territorio di Militello in Val di Catania ed incastonate in un canyon di origine lavica. Queste cascate sono stranamente attive tutto l’anno, anche nei periodi di forte siccità, il fiume Oxena infatti viene alimentato da innumerevoli sorgenti che si aprono proprio sulle sue sponde.
Le festività esterne legate al culto del Santissimo Salvatore, nelle forme derivate dai riti greco-bizantini prima e cattolico-occidentali dopo, hanno luogo da tempo immemorabile. Dal secolo XVI, la manifestazione religiosa è frutto di una secolare tradizione (dal 1788). Essa consta di un prologo denominato “Cantata” che si svolge l'8 agosto, durante la quale viene portata in processione una artistica immagine del Redentore, durante la festività vera e propria il 17 e 18 agosto e all' “Ottava” che ha luogo il 25 agosto. La statua del SS. Salvatore viene portata in processione per le vie del paese, durante il periodo della festa si svolgono diverse manifestazioni sportivo-ricreative che fanno da contorno alle celebrazioni liturgiche. Rinomato lo spettacolo dei fuochi d’artificio. https://www.santissimosalvatore.com/
Sagra della Mostarda e del Ficodindia a Militello in Val di Catania ad ottobre. Sapori, gastronomia, tradizione, spettacolo, arte, cultura, folklore nella suggestiva cornice barocca del centro storico di Militello
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Militello Val di Catania il territorio, cosa vedere, consigli informazioni
Militello visse il suo momento di massimo splendore a cavallo tra il XVI e il XVII secolo sotto il regno del Principe Don Francesco Branciforte, che si adoperò per abbellire la città con chiese e palazzi di pregio. Il disastroso terremoto del 1693 distrusse però tante opere d'arte. La ricostruzione successiva, tuttavia, portò alla realizzazione di gioielli di grandissimo valore, come la chiesa di San Nicolò - SS. Salvatore del 1721 e la chiesa della Madonna della Stella del 1722 e molti palazzi nobiliari che hanno permesso a Militello di ottenere il riconoscimento UNESCO.Sulla via Matrice, su con scalinata in pietra lavica sorge La Chiesa Madre, dedicata a San Nicolò e Santissimo Salvatore, ricostruita dopo il terremoto del 1693, presenta una bella cupola del XX secolo ed all'interno stucchi e pregevoli dipinti settecenteschi ed un crocifisso ligneo barocco. Lateralmente sorge il Museo di San Nicolò.
In Piazza Municipio sorge la Chiesa di San Benedetto, realizzata nel 1623 dall'architetto catanese Valeriano De Franchis. All'interno è custodito un bel coro ligneo con scene del Santo, annesso alla Chiesa, il Monastero Benedettino, oggi sede del Comune, opera completata nel 1649.
L'Oratorio di Santa Maria della Catena, con soffitto a cassettoni e stucchi barocchi dorati del tardo seicento.
Il corredo di palazzi come Palazzo Baldanza, settecentesco unicum la cui superficie occupa un intero isolato mostrando balconi dall’estetica ricercata, Palazzo Iatrini, dimora gentilizia del 1717 che sfoggia anch’essa un balcone scenografico, una corte con cisterna.
Intagli barocchi identificano Palazzo Liggieri che si estende per un lato di Piazza Vittorio Emanuele II, poi dirimpetto alla Chiesa di Santa Maria della Stella s’erge Palazzo Majorana della Nicchiara, Palazzo Niceforo, il cui gioiello è rappresentato dal ricco portale a telamoni. L’elegante finestra in stile manierista di Palazzo Oliva non passa inosservato, Palazzo Guttadauro di Reburdone né gli accenni neoclassici di Palazzo Rejna dell’Aere del Conte,.Palazzo Tineo per i suoi intagli barocchi.
La Chiesa Matrice di San Nicolò e del Santissimo Salvatore, conseguenza architettonica della distruzione della vecchia Chiesa Madre dopo il terremoto del 1693. Eretta nel 1721, ospita le attività cultuali dal 1740 disponendo di una pianta basilicale a croce latina e a tre navate pilastrate e non colonnate.
La Chiesa di Santa Maria della Stella, riconoscibile per la massiccia torre campanaria leggermente staccata dal corpo di fabbrica principale. La facciata, disegnata da Giuseppe Ferrara da Palazzolo Acreide, si dispone un novero di ben dodici altari.
Chiesa ed ex Abbazia di San Benedetto vanno a comporre il Monastero di San Benedetto di fattura seicentesca. Molto più vecchia (XI secolo) la normanna Chiesa di Santa Maria La Vetere.
Un marcato gusto tardo barocco investe le opere racchiuse nella Chiesa del Santissimo Sacramento, in prevalenza statue. Nel 1503 venne edificata la Chiesa di Sant’Antonio di Padova.
Sembra essere coeva la Chiesa del Santissimo Crocifisso al Calvario, collocata in posizione elevata rispetto all’abitato per esplicitare il rimando devozionale al Golgota.
La Chiesa della Madonna della Catena in un tripudio di nicchie, statue, motivi scultorei determinati da angeli, putti e sante che definiscono un pantheon femminile di raffigurazioni artistiche.
Lo stile rococò si intravede nella Chiesa degli Angeli Custodi, intitolata ai protagonisti di due affreschi irruenti che raffigurano gli Arcangeli Michele e Raffaele. Il pavimento in maiolica calatina custodito nell’ex Monastero benedettino di San Giovanni Battista è qualcosa che non si può dimenticare.
La Chiesa di San Domenico è stata da tempo convertita in Auditorium Comunale, mentre entro l’ambiente conventuale convivono la Biblioteca comunale, l’Archivio Storico, la Pinacoteca e il Museo Civico. Della Chiesa dei Frati Cappuccini si segnala la visione del paliotto in cuoio dorato e dipinto raffigurante Santa Maria degli Angeli e sei Santi, opera del 1612 attribuita a Filippo Paladini.
Nelle campagne circostanti trovano posto la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa della Santa Croce con l’affresco che ritrae il Trionfo della Santa Croce e la Chiesa del Santissimo Crocifisso in cui è custodita l’usurata immagine del Crocifisso tra gli apostoli Pietro e Paolo. La rupestre Chiesa dello Spirito Santo si contraddistingue per il suo essere stata creata scavando la roccia, il che le infonde anche un ingente valore archeologico. Del cinquecentesco Conventazzu rimangono solo alcuni resti.
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