I siti Patrimonio dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO in Sicilia sono sette in totale, ognuno con la sua bellezza e importanza.
I siti UNESCO sono di grande importanza per diverse ragioni:
Culturale e Storica: perchè essi testimoniano l’evoluzione delle civiltà, le loro tradizioni, l’arte e l’architettura. Preservarli significa preservare la nostra storia.
Identità e Appartenenza: I siti UNESCO sono parte integrante dell’identità di una nazione o di una comunità.
Turismo Sostenibile: L’attenzione internazionale sui siti UNESCO attira turisti e visitatori. Questo può portare a sviluppo economico e opportunità di lavoro.
In sintesi, i siti UNESCO sono custodi della nostra storia, cultura e ambiente, e la loro preservazione è fondamentale per le generazioni future.
Pantalica e la valle dell'Anapo - Sito Unesco
Fra i monti Iblei che si incastonano la Valle dell’Anapo, nella Sicilia sud-orientale, Pantalica, Patrimonio Mondiale UNESCO, oasi naturalistiche di rara bellezza, i Comuni in cui ricade sono: Cassaro, Sortino, Ferla.
Comprende le vallate su cui scorrono il fiume Anapo e il Calcinara, all'interno della riserva ci si sposta prevalentemente a piedi, o nelle aree adatte in bicicletta. Tuttavia, essendo l'area molto vasta vi sono diversi ingressi e diverse possibilità di accesso raggiungibili con l'auto.
La Valle dell’Anapo, attraversata dall’omonimo fiume, è luogo privilegiato dove armoniosamente si fondono ambiente, paesaggio, storia e cultura. In quest’area dalla ricca e variegata flora e fauna sorge Pantalica (dall’arabo buntarigah = grotta), la più grande necropoli del Mediterraneo con le sue 5.000 tombe a grotticelle artificiali, sede, per alcuni studiosi, dell’antica città dei siculi Hybla.
La scoperta di Pantalica si deve all’appassionato lavoro di Paolo Orsi e, successivamente, di Bernabò Brea, due fra i più insigni archeologi del mondo. Per la sua posizione la veduta della necropoli, delimitata dalle due grandi cave lungo le quali scorrono i fiumi Anapo e Calcinara, è estremamente suggestiva. Di particolare rilievo à l’Anacktoron (palazzo del principe) risalente al XII secolo a.C. La città dopo la dominazione greca e romana tornò ad essere fiorente in epoca bizantina: sarà l’avvento arabo a decretare la fine di Pantalica.
Per scoprire la meravigli di Pantalica vi suggeriamo di rivolgervi alle associazioni che effettuano tour organizzati, a titolo puramente indicativo non esaustivo:
Itinerario del barocco siracusano
Un Itinerario dell’Arte Barocca nel siracusano, Chiese, Ville e Dimore Storiche, l'intento è quello di proporre un ipotetico itinerario che oltre ai luoghi più conosciuti dell’architettura barocca, vengono menzionati anche alcuni piccoli centri dell’entroterra siciliano.
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Curiosità
La località di Pantalica ha dato il nome a un celebre racconto di Vincenzo Consolo, Le pietre di Pantalica, in cui l'altopiano diventa una metafora del cammino dell'uomo.
da Berlino lo scrittore e poeta Joachim Sartorius, che a Siracusa torna come si torna a casa, gli dedica due poesie nella traduzione di Anna Maria Carpi.
su suggerimento di Etta Scollo https://vincenzoconsolo.it/
Die Nekropole von Pantalica
La necropoli di Pantalica
L’airone vola nei boschi e si colma le ali di spezie.
Il cielo è teso come una pelle, grigio chiaro.
Io sono il pastore che spacca i fichi.
Mi diffondo a parlare delle pecore grigie.
E ancora più bello è sopra le tombe scure.
La prima farfalla, bruna e nevosa.
Aperto in cima al monte c’è il libro
che decide le forme del suo volo.
Nasce a Sant'Agata di Militello, in provincia di Messina, il 18 febbraio 1933 da genitori originari di San Fratello.
I suoi riferimenti umani e letterari, in quella stagione, sono lo scrittore Leonardo Sciascia e il poeta Lucio Piccolo.
La vera rivelazione arriva nel 1976, con Il sorriso dell'ignoto marinaio, singolare ricostruzione di alcuni eventi svoltisi nel nord della Sicilia al passaggio dal regime borbonico a quello unitario e culminati nella sanguinosa rivolta contadina di Alcara Li Fusi nel maggio 1860. Un anno dopo, nel 1977, Consolo diviene consulente editoriale della Einaudi per la narrativa italiana, insieme, tra gli altri, a Italo Calvino e Natalia Ginzburg.
Tra le altre sue opere principali: Retablo (1987), Nottetempo, casa per casa (1992), L'olivo e l'olivastro (1994), Lo spasimo di Palermo (1998), Di qua dal faro (2001). Tra i racconti: Le pietre di Pantalica (1988), Per un po' d'erba ai limiti del feudo (in Narratori di Sicilia a cura di L. Sciascia e S. Guglielmino, 1967), Un giorno come gli altri (in Racconti italiani del Novecento a cura di E. Siciliano, 1983), il racconto teatrale Lunaria (1985), Catarsi (1989).
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