Quando l'Inghilterra tesse rapporti commerciali con la Sicilia, tra miniere di zolfo e vigneti, le relazioni commerciali crearono sviluppo e posti di lavoro
La Sicilia, una terra difficile, governata da una élite infida, ostile all'innovazione. Con baroni siciliani che sembrano appartenere ad un mondo troppo lontano e diverso, poco attento alle problematiche mediterranee, chiuso nella propria tematica.
Con una nuova classe sociale che scalpita, che mira ad eradicare quella vecchia con le loro vecchie idee, si insedia nella capitale e grazie all'appoggio dei nuovi governanti, scalza le più blasonate e antiche casate, un ceto medio miope, vede l'occasione per una crescita del proprio ruolo politico e sociale, con una vivacità carente se non nel potere del controllo, dove ratio studio e diritto, sembrano censurate se non nella nuova idea politica.
La Sicilia, una terra difficile, governata da una élite infida, ostile all'innovazione. Con baroni siciliani che sembrano appartenere ad un mondo troppo lontano e diverso, poco attento alle problematiche mediterranee, chiuso nella propria tematica.
Con una nuova classe sociale che scalpita, che mira ad eradicare quella vecchia con le loro vecchie idee, si insedia nella capitale e grazie all'appoggio dei nuovi governanti, scalza le più blasonate e antiche casate, un ceto medio miope, vede l'occasione per una crescita del proprio ruolo politico e sociale, con una vivacità carente se non nel potere del controllo, dove ratio studio e diritto, sembrano censurate se non nella nuova idea politica.
Con il titolo "Chiesa del Giudice Giusto", piccolo gioiello normanno, si ricorda, forse, l’antica chiesa preesistente intitolata a "S. Giorgio dei greci". D’origine bizantina era utilizzata come ospizio e Gancia dai monaci di Santo Stefano di Melia. Si deve a Manfredi Chiaramonte il suo primo restauro nel 1375. Nelle absidi resistono alcuni affreschi, mentre il “catino absidale” è stato trasferito nella chiesa della Madonna del Rosario.
Siamo nel Colle di San Vitale a Castronovo, posto a 680 mt s.l.m.
Siamo nel Colle di San Vitale a Castronovo, posto a 680 mt s.l.m.
Mori, l’assedio di Gangi e l’inchino dei Santi
Nel biennio 1926-1927 il fascismo si propose di venire a capo del problema mafioso in Sicilia. Il prefetto di Palermo, Cesare Mori, intraprese una serie di operazioni di polizia tra le province di Palermo, Agrigento e Caltanissetta che portarono a numerosi arresti, tanto che per Mussolini la mafia poteva dirsi sconfitta.
Nel biennio 1926-1927 il fascismo si propose di venire a capo del problema mafioso in Sicilia. Il prefetto di Palermo, Cesare Mori, intraprese una serie di operazioni di polizia tra le province di Palermo, Agrigento e Caltanissetta che portarono a numerosi arresti, tanto che per Mussolini la mafia poteva dirsi sconfitta.
Il 38 parallelo in Sicilia e la “Piramide di Mauro Staccioli, a Motta d’Affermo per Fiumara d'Arte
Il 21 marzo 2010 viene inaugurata l’ultima scultura della Fiumara, la “Piramide – 38º parallelo” dello scultore Mauro Staccioli.
La piramide, parzialmente sprofondata nel terreno roccioso, presenta una fessura lungo lo spigolo occidentale che rende ancora più preciso il suo collocarsi nella specificità del luogo. Testimone inconsapevole del ciclico ed irreversibile dello scorrere del tempo, attraverso la sua fenditura, cattura la luce solare, al suo interno tutto si illumina dei riverberi luminosi dallo zenit al tramonto.
Potremmo considerarla come un tempio, laico, contemporaneo, che svetta fiera sul filo del 38° parallelo.
L’opera è alta 30 metri ed è stata costruita con centinaia di lastre di acciaio corten, un materiale che si usa per le navi e che, a contatto con l’aria, si ossida fino a colorarsi di rosso mattone.
Il 21 marzo 2010 viene inaugurata l’ultima scultura della Fiumara, la “Piramide – 38º parallelo” dello scultore Mauro Staccioli.
La piramide, parzialmente sprofondata nel terreno roccioso, presenta una fessura lungo lo spigolo occidentale che rende ancora più preciso il suo collocarsi nella specificità del luogo. Testimone inconsapevole del ciclico ed irreversibile dello scorrere del tempo, attraverso la sua fenditura, cattura la luce solare, al suo interno tutto si illumina dei riverberi luminosi dallo zenit al tramonto.
Potremmo considerarla come un tempio, laico, contemporaneo, che svetta fiera sul filo del 38° parallelo.
L’opera è alta 30 metri ed è stata costruita con centinaia di lastre di acciaio corten, un materiale che si usa per le navi e che, a contatto con l’aria, si ossida fino a colorarsi di rosso mattone.
Tra i monti dei Nebrodi nella Sicilia orientale troviamo un paese dalla lingua gallo italica, con dolci dal nome suggestivo ed una festa tradizionale particolare i giudei di San Fratello
E’ d’obbligo un preambolo sul nome dei biscotti pasquali, l’origine del termine è “pumpji“, trasformatosi poi nel dialettale “pumpìan“, pompini.
Potrebbe derivare o significare “fatto in pompa magna”, col tempo italianizzato in pumpini. La derivazione del termine è legata alla sua preparazione: letteralmente al lievito che si gonfia o, appunto, pompa.
E’ d’obbligo un preambolo sul nome dei biscotti pasquali, l’origine del termine è “pumpji“, trasformatosi poi nel dialettale “pumpìan“, pompini.
Potrebbe derivare o significare “fatto in pompa magna”, col tempo italianizzato in pumpini. La derivazione del termine è legata alla sua preparazione: letteralmente al lievito che si gonfia o, appunto, pompa.
Palazzo Steri a Palermo e Monreale, tra i tribunali della santa inquisizione in Sicilia
L'inquisizione in Sicilia fu formalmente introdotta prima del 1478 dal Re Ferdinando II di Aragona.
Palazzo Steri sede palermitana dell'Inquisizione Siciliana, attualmente sede del rettorato dell'Università degli Studi di Palermo
L'istituzione del Tribunale dell'Inquisizione in Sicilia dal XV fino a quasi tutto il XVII secolo faceva parte dell'Impero spagnolo sotto forma di Vice-Regno, al pari di Napoli e della Sardegna. Dopo un tentativo fallito di estendere dalla Spagna alla Sicilia il Tribunale dell'Inquisizione nel 1481, Il 6 ottobre 1487 Ferdinando II il Cattolico creò il Tribunale dell'Inquisizione e fu inviato in Sicilia il primo inquisitore delegato, Frate Agostino La Pena, la cui nomina fu approvata da Papa Innocenzo VIII.
L'inquisizione in Sicilia fu formalmente introdotta prima del 1478 dal Re Ferdinando II di Aragona.
Palazzo Steri sede palermitana dell'Inquisizione Siciliana, attualmente sede del rettorato dell'Università degli Studi di Palermo
L'istituzione del Tribunale dell'Inquisizione in Sicilia dal XV fino a quasi tutto il XVII secolo faceva parte dell'Impero spagnolo sotto forma di Vice-Regno, al pari di Napoli e della Sardegna. Dopo un tentativo fallito di estendere dalla Spagna alla Sicilia il Tribunale dell'Inquisizione nel 1481, Il 6 ottobre 1487 Ferdinando II il Cattolico creò il Tribunale dell'Inquisizione e fu inviato in Sicilia il primo inquisitore delegato, Frate Agostino La Pena, la cui nomina fu approvata da Papa Innocenzo VIII.
Come raggiungere la Sicilia
Via aereo, nave, treno o pullman, raggiungere le mete siciliane non è difficile, grazie ai numerosi collegamenti, è alla portata di mano, visitate la nostra guida e scoprirete come raggiungere la vostra destinazione
Via aereo, nave, treno o pullman, raggiungere le mete siciliane non è difficile, grazie ai numerosi collegamenti, è alla portata di mano, visitate la nostra guida e scoprirete come raggiungere la vostra destinazione
Pasqua in Sicilia ed i dolci tipici pasquali siciliani
La Pasqua, è una delle feste religiose più sentite in Sicilia, e questo ci rimanda ad una serie di usanze e tradizioni popolari, dalle processioni della settimana santa ai piatti della ricorrenza, ai dolci tipici pasquali.
La pasticceria siciliana è ricca di tanti buonissimi dolci, ed alcuni sono ormai disponibili quasi tutto l’anno.
Tra i dolci adatti per ogni festività ci sono i cannoli, la pasta di mandorla, l’iris, le genovesi, le cassatelle, i cartocci, il gelo di frutta, il biancomangiare, la brioche col tuppo, la frutta martorana.
Nel periodo pasquale è possibile degustare altri dolci tipici della tradizione che vengono preparati esclusivamente durante il periodo di Pasqua
La Pasqua, è una delle feste religiose più sentite in Sicilia, e questo ci rimanda ad una serie di usanze e tradizioni popolari, dalle processioni della settimana santa ai piatti della ricorrenza, ai dolci tipici pasquali.
La pasticceria siciliana è ricca di tanti buonissimi dolci, ed alcuni sono ormai disponibili quasi tutto l’anno.
Tra i dolci adatti per ogni festività ci sono i cannoli, la pasta di mandorla, l’iris, le genovesi, le cassatelle, i cartocci, il gelo di frutta, il biancomangiare, la brioche col tuppo, la frutta martorana.
Nel periodo pasquale è possibile degustare altri dolci tipici della tradizione che vengono preparati esclusivamente durante il periodo di Pasqua
I viaggiatori del grand tour in Sicilia nel fine 700 primo 800
I primi viaggiatori del Grand Tour sono stati gli inglesi, il viaggio voleva essere intenzionalmente formativo, era impregnato della cultura illuministica, nel viaggio ritrovava quell’appassionato desiderio di conoscere e di far conoscere il mondo.
Successivamente si diffuse anche in altri Paesi coinvolgendo francesi e tedeschi che partirono alla scoperta dell’Italia e della remota Sicilia.
I primi viaggiatori del Grand Tour sono stati gli inglesi, il viaggio voleva essere intenzionalmente formativo, era impregnato della cultura illuministica, nel viaggio ritrovava quell’appassionato desiderio di conoscere e di far conoscere il mondo.
Successivamente si diffuse anche in altri Paesi coinvolgendo francesi e tedeschi che partirono alla scoperta dell’Italia e della remota Sicilia.
Il viaggio e i luoghi di Carlo V in Sicilia
Carlo V il viaggio in Sicilia, nell’ agosto del 1535 l’imperatore, da inizio a un viaggio che attraverso la penisola italiana.
Trapani ed il viaggio di Carlo V
Trapani, prima tappa siciliana, Carlo V raggiunse Palermo, dove sostò un mese; si diresse quindi verso Messina, seguendo la strada delle montagne, che passava dall’entroterra toccando Polizzi, Nicosia, Troina, Randazzo e Taormina. Ai primi di novembre Carlo ripartì da Messina alla volta di Napoli, attraverso la Calabria proseguì per Roma
Carlo V il viaggio in Sicilia, nell’ agosto del 1535 l’imperatore, da inizio a un viaggio che attraverso la penisola italiana.
Trapani ed il viaggio di Carlo V
Trapani, prima tappa siciliana, Carlo V raggiunse Palermo, dove sostò un mese; si diresse quindi verso Messina, seguendo la strada delle montagne, che passava dall’entroterra toccando Polizzi, Nicosia, Troina, Randazzo e Taormina. Ai primi di novembre Carlo ripartì da Messina alla volta di Napoli, attraverso la Calabria proseguì per Roma
Salemi, un borgo tra vigne, un castello, leggende, un museo della mafia ed un museo rituale dei pani votivi
Salemi è un comune italiano del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia, situato nel cuore della Val di Mazara
Salemi è un comune italiano del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia, situato nel cuore della Val di Mazara
Il borgo di Naro nelle pagine di Simonetta Agnello Hornby
Quest’ultima racconta un’antica tradizione secondo cui i giusti, prima di andare in paradiso, “…fanno un giro dell’isola per dire addio a sette posti speciali della Sicilia: il castello di Naro, battuto dai venti giorno e notte; Caltabellotta, acciambellata intorno alla Rocca; Erice, il monte che guarda verso l’Africa; Ustica, l’isola dal mare verde; Stromboli, il vulcano che si rummulia in mezzo alle onde; Ortigia, l’antica isola greca”.
Quest’ultima racconta un’antica tradizione secondo cui i giusti, prima di andare in paradiso, “…fanno un giro dell’isola per dire addio a sette posti speciali della Sicilia: il castello di Naro, battuto dai venti giorno e notte; Caltabellotta, acciambellata intorno alla Rocca; Erice, il monte che guarda verso l’Africa; Ustica, l’isola dal mare verde; Stromboli, il vulcano che si rummulia in mezzo alle onde; Ortigia, l’antica isola greca”.
Antichi rituali magici di una Sicilia che fu, tra una prece ed un rito per trovare marito
Le ragazze, che dopo i diciotto anni rimanevano nubili, erano solite fare voti per trovare marito.
C’erano delle preghiere da recitare affinché si ricevesse la grazia di una proposta di matrimonio.
Le ragazze, che dopo i diciotto anni rimanevano nubili, erano solite fare voti per trovare marito.
C’erano delle preghiere da recitare affinché si ricevesse la grazia di una proposta di matrimonio.
Sicilia Orientale, la piattaforma d’arte indipendente di Untitled Association
Untitled Association promuove la seconda edizione di Sicilia Orientale, piattaforma volta a intercettare le realtà della Regione più attive nell’arte contemporanea. Con base a viaraffineria
Una mappatura in progress degli spazi indipendenti e delle realtà attive nell’arte e nella cultura contemporanee, attivi in un’area geografica molto specifica. Promossa da Untitled Association e a cura di Gaia Bobò, Giulia Caruso e Maria Vittoria Di Sabatino, Sicilia Orientale è la piattaforma di ricerca, relazione e valorizzazione che, arrivata alla seconda edizione, è volta a intercettare e mettere in rete – anche a livello nazionale – il fermento delle realtà che contribuiscono alla vitalità culturale del territorio.
Untitled Association promuove la seconda edizione di Sicilia Orientale, piattaforma volta a intercettare le realtà della Regione più attive nell’arte contemporanea. Con base a viaraffineria
Una mappatura in progress degli spazi indipendenti e delle realtà attive nell’arte e nella cultura contemporanee, attivi in un’area geografica molto specifica. Promossa da Untitled Association e a cura di Gaia Bobò, Giulia Caruso e Maria Vittoria Di Sabatino, Sicilia Orientale è la piattaforma di ricerca, relazione e valorizzazione che, arrivata alla seconda edizione, è volta a intercettare e mettere in rete – anche a livello nazionale – il fermento delle realtà che contribuiscono alla vitalità culturale del territorio.
Geraci Siculo ed il Salto dei Ventimiglia
Il Salto dei Ventimiglia lo potete trovare a Geraci Siculo, poco oltre la chiesa di San Giuliano, in corrispondenza del vicolo Mendolilla. E’ una delle principali attrazione di questo borgo siciliano.
Inaugurato nel 2014, il Salto dei Ventimiglia rievoca un episodio importante della storia dei Ventimiglia di Geraci. Una delle famiglie nobili più potenti e influenti di Sicilia per almeno quattro secoli.
Il Salto dei Ventimiglia lo potete trovare a Geraci Siculo, poco oltre la chiesa di San Giuliano, in corrispondenza del vicolo Mendolilla. E’ una delle principali attrazione di questo borgo siciliano.
Inaugurato nel 2014, il Salto dei Ventimiglia rievoca un episodio importante della storia dei Ventimiglia di Geraci. Una delle famiglie nobili più potenti e influenti di Sicilia per almeno quattro secoli.
L'antico orologio astronomico nel centro storico di Trapani
Forse non tutti lo sanno, ma per vedere da vicino uno dei più antichi orologi astronomici d’Europa è sufficiente visitare la Sicilia.
Basta andare a Trapani e passare dalla Porta Oscura, sottostante la Torre dell’Orologio. Questa porta, costruita intorno al Trecento, segna il confine tra il nucleo originario della città fortificata e l’espansione a ovest del periodo aragonese.
Forse non tutti lo sanno, ma per vedere da vicino uno dei più antichi orologi astronomici d’Europa è sufficiente visitare la Sicilia.
Basta andare a Trapani e passare dalla Porta Oscura, sottostante la Torre dell’Orologio. Questa porta, costruita intorno al Trecento, segna il confine tra il nucleo originario della città fortificata e l’espansione a ovest del periodo aragonese.
Troina, la prima capitale normanna di Sicilia ed il Museo della Fotografia interamente dedicato a Robert Capa
A Troina, dall’1 ottobre 2021, sorge il Museo della Fotografia interamente dedicato a Robert Capa, il più grande fotoreporter di guerra.
Ha sede presso il Palazzo Pretura nel cuore del centro storico di questa città, dove, durante la Seconda guerra mondiale, si svolse una dura battaglia tra le forze italotedesche e le statunitensi impegnate nell’ Operazione Husky documentata dal Robert Capa.
A Troina, dall’1 ottobre 2021, sorge il Museo della Fotografia interamente dedicato a Robert Capa, il più grande fotoreporter di guerra.
Ha sede presso il Palazzo Pretura nel cuore del centro storico di questa città, dove, durante la Seconda guerra mondiale, si svolse una dura battaglia tra le forze italotedesche e le statunitensi impegnate nell’ Operazione Husky documentata dal Robert Capa.
Avete mai sentito parlare della pianta esagonale di Avola Sì? Bene, sapete che non è l'unica città in Sicilia ad averla? Scopriamo insieme altre città con questa caratteristica, anche Grammichele, è una città dalla pianta esagonale, meglio conosciuta per il vino pregiato Nero D’Avola e la famosa Mandorla Pizzuta, la città offre ai visitatori numerosi spunti turistici.
Si trova tra Siracusa e Noto, in una posizione strategica per un itinerario tra le città più belle della Sicilia Sud orientale.
Si trova tra Siracusa e Noto, in una posizione strategica per un itinerario tra le città più belle della Sicilia Sud orientale.
Le Camere dello Scirocco
L’uomo ha da sempre cercato riparo dalle forze della natura, ad esempio le camere dello scirocco, quello che non può governare ma ciò a cui vuole sottrarsi.
Le Camere dello Scirocco nascono in Sicilia verso il 1700, grazie all’ingegno della nobiltà siciliana che trascorreva le estati in quelle che erano le case di villeggiatura. In esse, non poteva mancare una stanza, in grado di mantenersi fresca quando era presente lo scirocco, un vento caldo proveniente da sud-est.
Queste Camere dello Scirocco venivano ricavate ritagliando la roccia calcarenitica del suolo e creando al suo interno dei veri e propri rivoli d’acqua grazie ai qanat, acquedotti sotterranei. Una sofisticata tecnologia idrica nata in oriente, che ben presto si diffuse in tutto il Mediterraneo.
L’uomo ha da sempre cercato riparo dalle forze della natura, ad esempio le camere dello scirocco, quello che non può governare ma ciò a cui vuole sottrarsi.
Le Camere dello Scirocco nascono in Sicilia verso il 1700, grazie all’ingegno della nobiltà siciliana che trascorreva le estati in quelle che erano le case di villeggiatura. In esse, non poteva mancare una stanza, in grado di mantenersi fresca quando era presente lo scirocco, un vento caldo proveniente da sud-est.
Queste Camere dello Scirocco venivano ricavate ritagliando la roccia calcarenitica del suolo e creando al suo interno dei veri e propri rivoli d’acqua grazie ai qanat, acquedotti sotterranei. Una sofisticata tecnologia idrica nata in oriente, che ben presto si diffuse in tutto il Mediterraneo.
Palermo, i genovesi e la chiesa di San Giorgio
La città di Palermo è stata fondata da mercanti, quindi il periodo più interessante per la città riguarda i traffici commerciali, già a far data del XII secolo si registra la presenza nella città di Palermo, mercanti stranieri.
I Genovesi a partire dall' XII secolo si sparsero in diverse parti del Mediterraneo e ovviamente anche in Sicilia. Gli stessi, i Genovesi, abili navigatori possedevano flotte mercantili e da guerra ed intrattenevano rapporti commerciali nei porti del Mediterraneo e non solo, anche con gli inglesi.
La comunità genovese comprò la chiesa e i terreni circostanti, concordarono con la confraternita di San Luca una cappella ove seppellire i propri confrati, come controparte i genovesi avevano facoltà di demolire e ricostruire la chiesa dedicandola ad uno dei simboli storici della città di Genova San Giorgio, oltre ad uno Spedale pei genovesi. I Rettori di San Luca si riserbavano il diritto di avere nella nuova Chiesa una cappella dedicata al santo.
La città di Palermo è stata fondata da mercanti, quindi il periodo più interessante per la città riguarda i traffici commerciali, già a far data del XII secolo si registra la presenza nella città di Palermo, mercanti stranieri.
I Genovesi a partire dall' XII secolo si sparsero in diverse parti del Mediterraneo e ovviamente anche in Sicilia. Gli stessi, i Genovesi, abili navigatori possedevano flotte mercantili e da guerra ed intrattenevano rapporti commerciali nei porti del Mediterraneo e non solo, anche con gli inglesi.
La comunità genovese comprò la chiesa e i terreni circostanti, concordarono con la confraternita di San Luca una cappella ove seppellire i propri confrati, come controparte i genovesi avevano facoltà di demolire e ricostruire la chiesa dedicandola ad uno dei simboli storici della città di Genova San Giorgio, oltre ad uno Spedale pei genovesi. I Rettori di San Luca si riserbavano il diritto di avere nella nuova Chiesa una cappella dedicata al santo.
Real Cantina Borbonica a Partinico
Partinico, comune in Provincia di Palermo, la Real Cantina Borbonica, fu fatta costruire nel 1800 da Ferdinando III, Re di Sicilia divenuto dopo la Restaurazione Ferdinando I, Re delle due Sicilie rappresenta una delle più belle opere rimaste dal passaggio dei Borboni in Sicilia.
il territorio di partinico era vocato alla viticoltura, tra imperizia nel processo di vinificazione e conservazione avevano impedito, di produrre un vino degno di essere bevuto, commercializzato soprattutto esportato, tra latifondisti e camperi, il commercio del vino non eccelleva.
Partinico, comune in Provincia di Palermo, la Real Cantina Borbonica, fu fatta costruire nel 1800 da Ferdinando III, Re di Sicilia divenuto dopo la Restaurazione Ferdinando I, Re delle due Sicilie rappresenta una delle più belle opere rimaste dal passaggio dei Borboni in Sicilia.
il territorio di partinico era vocato alla viticoltura, tra imperizia nel processo di vinificazione e conservazione avevano impedito, di produrre un vino degno di essere bevuto, commercializzato soprattutto esportato, tra latifondisti e camperi, il commercio del vino non eccelleva.
Cos’è il dagherrotipo e il procedimento della dagherrotipia e Palermo con i fotografi Incorpora ed Interguglielmi
Il dagherrotipo è un’immagine fotografica ottenuta tramite il processo della dagherrotipia, inventato nel 1837 da L.-J.-M. Daguerre.
Durante il periodo Borbonico non esistevano fotografi, almeno nel senso moderno, i fotografi che arrivarono in Sicilia a Palermo, erano francesi e ed alcune famiglie quali Incorpora ed Interuglielmi, iniziarono la loro attività di artisti fotografi.
Il dagherrotipo è un’immagine fotografica ottenuta tramite il processo della dagherrotipia, inventato nel 1837 da L.-J.-M. Daguerre.
Durante il periodo Borbonico non esistevano fotografi, almeno nel senso moderno, i fotografi che arrivarono in Sicilia a Palermo, erano francesi e ed alcune famiglie quali Incorpora ed Interuglielmi, iniziarono la loro attività di artisti fotografi.
Il “Ritratto di donna Franca Florio” di Boldini e la Belle époque palermitana
Ul ritratto è da sempre conteso dai grandi collezionisti.
La storia del dipinto di Donna Franca
Nel 1901 Ignazio Florio commissionò a Giovanni Boldini, acclamato pittore italiano trasferito a Parigi ed interprete del mondo femminile della Belle époque, un dipinto che immortalasse degnamente la radiosa bellezza della moglie, Franca Jacona di San Giuliano. Boldini, artista animato da un’effervescente vocazione alla mondanità, fu ospite dei Florio, realizzò così il ritratto.
Donna Franca era una delle Signore più in vista ed eleganti di tutta Italia, e la sua vita con Don Ignazio, scandita da ricevimenti, balli e feste con la migliore società d’Europa la obbligavano a possedere un guardaroba eccezionale, adeguato alla società che frequentava.
Nella prima versione del dipinto, era stato scelto dal guardaroba di Donna Franca Florio uno splendido abito da sera in velluto di seta nero, con maniche e guarnizioni dello stesso tessuto controtagliato, che ne esaltava la figura alta e slanciata, la carnagione ambrata, la capigliatura scura e i luminosi occhi verdi.
Ul ritratto è da sempre conteso dai grandi collezionisti.
La storia del dipinto di Donna Franca
Nel 1901 Ignazio Florio commissionò a Giovanni Boldini, acclamato pittore italiano trasferito a Parigi ed interprete del mondo femminile della Belle époque, un dipinto che immortalasse degnamente la radiosa bellezza della moglie, Franca Jacona di San Giuliano. Boldini, artista animato da un’effervescente vocazione alla mondanità, fu ospite dei Florio, realizzò così il ritratto.
Donna Franca era una delle Signore più in vista ed eleganti di tutta Italia, e la sua vita con Don Ignazio, scandita da ricevimenti, balli e feste con la migliore società d’Europa la obbligavano a possedere un guardaroba eccezionale, adeguato alla società che frequentava.
Nella prima versione del dipinto, era stato scelto dal guardaroba di Donna Franca Florio uno splendido abito da sera in velluto di seta nero, con maniche e guarnizioni dello stesso tessuto controtagliato, che ne esaltava la figura alta e slanciata, la carnagione ambrata, la capigliatura scura e i luminosi occhi verdi.
L’inquisizione in Sicilia i luoghi dell'inquisizione e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, meglio nota come “La Gancia”
L’inquisizione in Sicilia fu formalmente introdotta prima del 1224 dall'imperatore Federico II. L'imperatore con la costituzione "Inconsutilem tunicam" emanata a Palermo, dispose inizialmente che tutti gli eretici, i Musulmani rimasti prima dell'espulsione e della deportazione e gli Ebrei dovessero pagare una tassa a suffragio degli inquisitori di fede preposti al loro controllo.
L’inquisizione in Sicilia fu formalmente introdotta prima del 1224 dall'imperatore Federico II. L'imperatore con la costituzione "Inconsutilem tunicam" emanata a Palermo, dispose inizialmente che tutti gli eretici, i Musulmani rimasti prima dell'espulsione e della deportazione e gli Ebrei dovessero pagare una tassa a suffragio degli inquisitori di fede preposti al loro controllo.
Museo dell’Orologio a Bisacquino
Da qualche anno sorge a Bisacquino un “Museo dell’Orologio”, voluto fortemente dal suo proprietario, Paolo Scibetta, nato a Bisacquino il 6 settembre 1912 e deceduto l’1 giugno 2004, Bisacquinese considerato l’ultimo “artigiano del tempo”. Egli infatti diceva che i soldi non sono tutto nella vita, amore e dedizione con l’obiettivo di lasciare al Paese e alle generazioni future un ricordo che va oltre la vita, la tradizione di una generazione di orologiai, che con le loro opere segnano il tempo che scorre.
Da qualche anno sorge a Bisacquino un “Museo dell’Orologio”, voluto fortemente dal suo proprietario, Paolo Scibetta, nato a Bisacquino il 6 settembre 1912 e deceduto l’1 giugno 2004, Bisacquinese considerato l’ultimo “artigiano del tempo”. Egli infatti diceva che i soldi non sono tutto nella vita, amore e dedizione con l’obiettivo di lasciare al Paese e alle generazioni future un ricordo che va oltre la vita, la tradizione di una generazione di orologiai, che con le loro opere segnano il tempo che scorre.