Il codice penale, la mitologia del personaggio infame, essa ha origine storiche e non moderne
Il codice penale è sì espressione della volontà del sovrano, ma la volontà del sovrano ‘illuminato è condizionata a sua volta dai superiori principi del diritto naturale e conseguentemente i precetti penali non debbono essere pensati per un fruitore ‘cittadino’ ma bensì per i giuristi, veri ‘fruitori’ del codice.
Il codice era in realtà diretto sia ai cittadini che ai giudici, ma in particolar modo tenendo presente le esigenze dei giudici.
Rammentiamo che accanto alla giustizia del sovrano operava, poi, quella amministrata dai signori, laici ed ecclesiastici, i signori ecclesiastici nei loro benefici, tanto che essi risultano immuni dalla giurisdizione civile sia regia, sia signorile. e dalle città. Per quanto riguarda la giustizia signorile bisogna distinguere tra quella fondata sull’affermare il dritto connessa al dominio sulla terra, che i signori ricevevano per concessione del sovrano.
Il codice penale è sì espressione della volontà del sovrano, ma la volontà del sovrano ‘illuminato è condizionata a sua volta dai superiori principi del diritto naturale e conseguentemente i precetti penali non debbono essere pensati per un fruitore ‘cittadino’ ma bensì per i giuristi, veri ‘fruitori’ del codice.
Il codice era in realtà diretto sia ai cittadini che ai giudici, ma in particolar modo tenendo presente le esigenze dei giudici.
Rammentiamo che accanto alla giustizia del sovrano operava, poi, quella amministrata dai signori, laici ed ecclesiastici, i signori ecclesiastici nei loro benefici, tanto che essi risultano immuni dalla giurisdizione civile sia regia, sia signorile. e dalle città. Per quanto riguarda la giustizia signorile bisogna distinguere tra quella fondata sull’affermare il dritto connessa al dominio sulla terra, che i signori ricevevano per concessione del sovrano.
Tra religione e superstizione, il culto dei santi siciliani
Il culto delle reliquie nel Medioevo, la convinzione che la semplice vicinanza a un frammento del corpo di un santo o a un oggetto che era entrato in contatto con un santo una reliquia (il termine viene dal latino e significa letteralmente “resti”) garantisse un rapporto diretto con il sovrannaturale e assicurasse ai fedeli una speciale protezione era universalmente diffusa nel mondo cristiano; ciò garantì fin dalle sue origini, nel IV secolo, al culto delle reliquie un crescente successo.
Durante tutto il Medioevo, le chiese si erano andate riempiendo di reliquie. Il possesso di una reliquia importante dava prestigio a una chiesa, favoriva le elemosine e i lasciti, attirava masse di pellegrini. Oltre a essere una insostituibile risorsa spirituale, le reliquie rappresentavano dunque anche un ottimo investimento materiale: la fede s’intrecciava strettamente con l’economia, la dimensione spirituale con quella materiale.
Il culto delle reliquie nel Medioevo, la convinzione che la semplice vicinanza a un frammento del corpo di un santo o a un oggetto che era entrato in contatto con un santo una reliquia (il termine viene dal latino e significa letteralmente “resti”) garantisse un rapporto diretto con il sovrannaturale e assicurasse ai fedeli una speciale protezione era universalmente diffusa nel mondo cristiano; ciò garantì fin dalle sue origini, nel IV secolo, al culto delle reliquie un crescente successo.
Durante tutto il Medioevo, le chiese si erano andate riempiendo di reliquie. Il possesso di una reliquia importante dava prestigio a una chiesa, favoriva le elemosine e i lasciti, attirava masse di pellegrini. Oltre a essere una insostituibile risorsa spirituale, le reliquie rappresentavano dunque anche un ottimo investimento materiale: la fede s’intrecciava strettamente con l’economia, la dimensione spirituale con quella materiale.
Scopri la tradizione della Commemorazione dei Defunti in Sicilia attraverso la filastrocca siciliana dei Morti. Un viaggio tra riti, usanze e una buona dose di nostalgia che rende questa festa unica e speciale. Unisciti a noi per conoscere meglio questa tradizione affascinante.
La Festa e la Cavalcata di Sant’Eligio di Sciara con la processione a cavallo dell’antico bassorilievo del miracolo del Santo protettore degli armenti, ultima domenica di settembre .
La Cavalcata di Sant’Eligio si svolge l’ultima domenica di settembre con la processione storica con l’immagine del miracolo di Sant’Eligio portato da un cavaliere. Il Santo, consacrato vescovo , ebbe grande popolarità nel Medioevo, dalla contrazione del nome francese Éloi nel medioevo in molte città italiane veniva chiamato semplicemente sant'Alo, sant'Alò.
Sant’Eligio è il patrono degli orafi e di tutti gli artigiani dei metalli, ed anche dei mercanti di cavalli, dei maniscalchi, carrettieri, secondo la leggenda, avrebbe miracolosamente riattaccato la zampa ad un cavallo.
La festa di Sant’Eligio di Sciara è molto caratteristica e si svolge tutti gli anni nell’ultimo week end di settembre con la sfilata per le vie del paese di cavalli e cavalieri che provengono anche dalle comunità vicine.
La Cavalcata di Sant’Eligio si svolge l’ultima domenica di settembre con la processione storica con l’immagine del miracolo di Sant’Eligio portato da un cavaliere. Il Santo, consacrato vescovo , ebbe grande popolarità nel Medioevo, dalla contrazione del nome francese Éloi nel medioevo in molte città italiane veniva chiamato semplicemente sant'Alo, sant'Alò.
Sant’Eligio è il patrono degli orafi e di tutti gli artigiani dei metalli, ed anche dei mercanti di cavalli, dei maniscalchi, carrettieri, secondo la leggenda, avrebbe miracolosamente riattaccato la zampa ad un cavallo.
La festa di Sant’Eligio di Sciara è molto caratteristica e si svolge tutti gli anni nell’ultimo week end di settembre con la sfilata per le vie del paese di cavalli e cavalieri che provengono anche dalle comunità vicine.
Dal 12.09.23 al 5.03.2024 l’A/telier -Modica , presenta una mostra d’arte con le artiste e artisti che hanno esposto presso questo spazio di contemporaneità a Modica-Alta .
Ballata di lupara del cantastorie Franco Trincale
Ballata di lupara del cantastorie Franco Trincale, espresse le riforme che sin dal fascismo prevedevano l’inserimento del Mezzogiorno in una società pluralistica e la persistenza degli assetti latifondisti e delle mediazioni capitalistiche nelle forme cristallizzate della mafia.
Armato di chitarra ha raccontato e tradotto in musica le storie dell’ultimo mezzo secolo d’Italia. Dalle fabbriche alle piazze e da ogni luogo dove protagoniste sono le persone e le loro lotte. Mettendo il dito nell’occhio dei resoconti ufficiali e della stampa
Lu Cantastorie cala lu telone/
la storia è terminata di cantari/
n’avvertimentu a tutti li personi/
sta società bisogna di cambiari.
Franco Trincale, “Una piazzetta, un cartellone, una chitarra ed una voce popolare/per raccontare storie di terre e di mare!
Ballata di lupara del cantastorie Franco Trincale, espresse le riforme che sin dal fascismo prevedevano l’inserimento del Mezzogiorno in una società pluralistica e la persistenza degli assetti latifondisti e delle mediazioni capitalistiche nelle forme cristallizzate della mafia.
Armato di chitarra ha raccontato e tradotto in musica le storie dell’ultimo mezzo secolo d’Italia. Dalle fabbriche alle piazze e da ogni luogo dove protagoniste sono le persone e le loro lotte. Mettendo il dito nell’occhio dei resoconti ufficiali e della stampa
Lu Cantastorie cala lu telone/
la storia è terminata di cantari/
n’avvertimentu a tutti li personi/
sta società bisogna di cambiari.
Franco Trincale, “Una piazzetta, un cartellone, una chitarra ed una voce popolare/per raccontare storie di terre e di mare!
Siamo nel 1800 in Sicilia nasce quella organizzazione che viene definita Mafia
Il rapporto del prefetto di Palermo Filippo Gualterio del 1865, il primo documento ufficiale in cui si usa il termine «mafia» per definire un’«associazione malandrinesca», indica il generale Corrao, vecchio cospiratore e braccio destro di Rosalino Pilo morto due anni prima, come un elemento di collegamento con la mafia stessa. Violenza rivoluzionaria, opposizione politica, società segrete, delinquenza comune, briganti e protettori: questi i concetti con i quali la prima definizione di ‘mafia’ è stata ‘cucita’ addosso alla Sicilia, e che hanno altresì giustificato la dura repressione lì attuata con i regimi speciali di pubblica sicurezza nei primissimi anni unitari.
Il rapporto del prefetto di Palermo Filippo Gualterio del 1865, il primo documento ufficiale in cui si usa il termine «mafia» per definire un’«associazione malandrinesca», indica il generale Corrao, vecchio cospiratore e braccio destro di Rosalino Pilo morto due anni prima, come un elemento di collegamento con la mafia stessa. Violenza rivoluzionaria, opposizione politica, società segrete, delinquenza comune, briganti e protettori: questi i concetti con i quali la prima definizione di ‘mafia’ è stata ‘cucita’ addosso alla Sicilia, e che hanno altresì giustificato la dura repressione lì attuata con i regimi speciali di pubblica sicurezza nei primissimi anni unitari.
Dalla comunità agricola a l'era industriale del 1950
Se non fosse mai esistito il concetto di “comunità agricola”, come avrebbe avuto vita il fenomeno dell’urbanesimo e con esso la concessione alla possibilità per le donne di uscire dal loro stato di inferiorità.
Lo spostamento così rapido di masse notevoli di persone nelle città, ha comportato questo fenomeno.
La “scoperta” del petrolio in Sicilia e l’indotto creatosi nella regione, con le aziende che nascono, ed uno sviluppo che cresce, che sviluppa nuove necessità, questo da la possibilità alle donne di avanzare le proprie richieste, si sono molto lontani gli echi delle rivolte extranazionali.
Nella scalata sociale, la donna prende piede, prende il largo.
Con lo sviluppo del centro urbano da agricolo-terziario a città industriale-terziaria.
Se non fosse mai esistito il concetto di “comunità agricola”, come avrebbe avuto vita il fenomeno dell’urbanesimo e con esso la concessione alla possibilità per le donne di uscire dal loro stato di inferiorità.
Lo spostamento così rapido di masse notevoli di persone nelle città, ha comportato questo fenomeno.
La “scoperta” del petrolio in Sicilia e l’indotto creatosi nella regione, con le aziende che nascono, ed uno sviluppo che cresce, che sviluppa nuove necessità, questo da la possibilità alle donne di avanzare le proprie richieste, si sono molto lontani gli echi delle rivolte extranazionali.
Nella scalata sociale, la donna prende piede, prende il largo.
Con lo sviluppo del centro urbano da agricolo-terziario a città industriale-terziaria.
Tra cantastorie, cuntastorie e pupari siciliani
Il cantastorie, cuntastorie e pupari, nella tradizionale figura, eta un intrattenitore ambulante, che si spostava di città in città e di piazza in piazza raccontando una favola, una storia, un fatto, con l’aiuto del canto e spesso di un cartellone in cui sono raffigurate le scene salienti del racconto. Si posizionavano nelle piazze dei paesi e cantavano o raccontavano le loro storie, antiche o attuali, vere o immaginarie, o composte per l’occorrenza.
Incursioni di pirati, miracoli di santi e vite esemplari di devoti, tra vittorie lacrime, sconfitte, molte sono state le storie oggetto di interesse di tanti cantastorie e poeti popolari siciliani Ogni occasione era buona per i cantastorie per comporre, adattare vecchi canti o cunti.
Il cantastorie, cuntastorie e pupari, nella tradizionale figura, eta un intrattenitore ambulante, che si spostava di città in città e di piazza in piazza raccontando una favola, una storia, un fatto, con l’aiuto del canto e spesso di un cartellone in cui sono raffigurate le scene salienti del racconto. Si posizionavano nelle piazze dei paesi e cantavano o raccontavano le loro storie, antiche o attuali, vere o immaginarie, o composte per l’occorrenza.
Incursioni di pirati, miracoli di santi e vite esemplari di devoti, tra vittorie lacrime, sconfitte, molte sono state le storie oggetto di interesse di tanti cantastorie e poeti popolari siciliani Ogni occasione era buona per i cantastorie per comporre, adattare vecchi canti o cunti.
Fatture e controfatture, maghi e "cosi tinti": la magia popolare siciliana che affascina e fa paura e la Bendicaria e feste.
Un virtuale percorso tematico magico-religioso degli oggetti appartenenti alla famosa collezione di Giuseppe Pitrè, ci consente di sperimentare una simile operazione all’interno del museo etno-antropologico di Palazzolo. L’ispirazione nasce dal manifesto inaugurale della Casa Museo e rileggendo le parole di Antonino Uccello
Un virtuale percorso tematico magico-religioso degli oggetti appartenenti alla famosa collezione di Giuseppe Pitrè, ci consente di sperimentare una simile operazione all’interno del museo etno-antropologico di Palazzolo. L’ispirazione nasce dal manifesto inaugurale della Casa Museo e rileggendo le parole di Antonino Uccello
Nel corso dei secoli, in Sicilia si sono succedute una moltitudine di civiltà, ognuna con una tipica manifestazione musicale. Risulta pertanto complicato rintracciare le origini della musica popolare siciliana. In generale, è possibile affermare che il canto popolare siciliano è nato dalla tradizione orale.
I canti venivano tramandati da villaggio a villaggio, da paese a paese e assumevano di volta in volta un aspetto differente, dando vita a numerose varianti. Gli strumenti più utilizzati sono il tamburello, il marranzano o scacciapensieri e lo zufulo simile a un flauto.
Alle figurazioni di danza tradizionale, che era formalizzata da un codice di gesti e movimenti radicati nell’esperienza di vita comunitaria, con valenze rituali, s’incominciano, a preferire i “balli d’arte”, espressioni di una emancipazione, illusoria, per uscire dalla condizione di marginalità.
Tra i portafortuna più accreditati dalla credenza popolare, il ferro di cavallo e la chiave masculina, il simbolismo, un percorso nel mondo dell'arte e della tradizione siciliana
Cosa si nasconde dietro un mazzo di chiavi ed un ferro di cavallo? Un'antica tradizione che ancora oggi porta con sé un'enigmatica aura di magia e protezione.
Sono molte le leggende che hanno trasformato il ferro di cavallo in un talismano. Si è sempre creduto che la forma a U fosse un sicuro simbolo di protezione, che potesse distrarre il malocchio e il maligno, distogliendoli dall'entrare nella casa davanti alla quale fosse appeso questo simbolo.
Cosa si nasconde dietro un mazzo di chiavi ed un ferro di cavallo? Un'antica tradizione che ancora oggi porta con sé un'enigmatica aura di magia e protezione.
Sono molte le leggende che hanno trasformato il ferro di cavallo in un talismano. Si è sempre creduto che la forma a U fosse un sicuro simbolo di protezione, che potesse distrarre il malocchio e il maligno, distogliendoli dall'entrare nella casa davanti alla quale fosse appeso questo simbolo.
Gli involtini di carne, come di pesce, meglio conosciuti come gli spitini, sono diffusi in tutta la Sicilia, non possono mancare tra quelle preparazioni culinarie tipiche siciliane menzionate nei famosi romanzi di Andrea Camilleri che hanno come protagonista il Commissario Montalbano.
Precisamente questo piatto è mmuntuatu nel romanzo Il giro di boa ed il bello è che si possono confezionare con qualunque tipo di ingrediente, cucinare con tecniche diverse e può essere a base di: carne, pesce, ortaggi, il tutto infilato sugli stecchi.
Tanti bocconi infilati su uno stecco: gli spiedini sono così, gustosi da gustare.
Il mondo degli spiedini ha infinite declinazioni possibili ed in terra di Sicilia se ne è fatta una tradizione, e fanno parte di quella cucina che regala dei grandi piatti.
Precisamente questo piatto è mmuntuatu nel romanzo Il giro di boa ed il bello è che si possono confezionare con qualunque tipo di ingrediente, cucinare con tecniche diverse e può essere a base di: carne, pesce, ortaggi, il tutto infilato sugli stecchi.
Tanti bocconi infilati su uno stecco: gli spiedini sono così, gustosi da gustare.
Il mondo degli spiedini ha infinite declinazioni possibili ed in terra di Sicilia se ne è fatta una tradizione, e fanno parte di quella cucina che regala dei grandi piatti.
La Sicilia è famosa per la sua cucina tra i quali i suoi prodotti ittici il tonno ed i suoi derivati in cucina
Tra le tante manifestazioni dedicate al pesce in programma a giugno danno l’opportunità di gustare piatti tradizionali preparati con ingredienti freschi e locali. Parteciparvi significa comprendere la vita locale e scoprire le tradizioni locali, il festival del THUNNUS THYNNUS FEST, info@bottargaditonnorosso.it o https://www.thunnusthynnusfest.it è quello che fa al caso nostro, ma non occorre aspettare il festival per potere gustare i prodotti del tonno rosso siciliano.
Tra le tante manifestazioni dedicate al pesce in programma a giugno danno l’opportunità di gustare piatti tradizionali preparati con ingredienti freschi e locali. Parteciparvi significa comprendere la vita locale e scoprire le tradizioni locali, il festival del THUNNUS THYNNUS FEST, info@bottargaditonnorosso.it o https://www.thunnusthynnusfest.it è quello che fa al caso nostro, ma non occorre aspettare il festival per potere gustare i prodotti del tonno rosso siciliano.
La pizza siciliana deve molto all’antenata partenopea
La pizza licatese viene chiamata Fuazza o Fuata, come in molte altre parti della Sicilia, negli anni ottanta l’hanno ribattezzata Casereccia, al fine di richiamarne l’origine domestica.
Giuseppe Pitrè fa derivare il nome Fuazza da focaccia, che attraverso numerose trasformazioni, sarebbe arrivato al popolare fuazza, con questo nome si trovano numerose preparazioni in tutta la Sicilia. Non secondaria potrebbe essere l’origine francese da fouace, o d'origine catalana, “fogassa” il che porterebbe alla versione della Fuazza con l'arrivo del pomodoro, arrivato in Europa dal Nuovo Mondo grazie agli Spagnoli.
La pizza licatese viene chiamata Fuazza o Fuata, come in molte altre parti della Sicilia, negli anni ottanta l’hanno ribattezzata Casereccia, al fine di richiamarne l’origine domestica.
Giuseppe Pitrè fa derivare il nome Fuazza da focaccia, che attraverso numerose trasformazioni, sarebbe arrivato al popolare fuazza, con questo nome si trovano numerose preparazioni in tutta la Sicilia. Non secondaria potrebbe essere l’origine francese da fouace, o d'origine catalana, “fogassa” il che porterebbe alla versione della Fuazza con l'arrivo del pomodoro, arrivato in Europa dal Nuovo Mondo grazie agli Spagnoli.
I cavatelli quelli dell'agrigentino, sono tra il taglio di pasta più antico in Italia
Cominciamo con il dire che la cucina agrigentina è legata al proprio territorio, prettamente marittimo, ma si estende sui monti sicani, al centro della Sicilia.
La cucina Agrigentina, infatti, ha sviluppato nella zona costiera e isolana una gastronomia prevalentemente di pesce, mentre mentre più ci si addentra, ci si trova una gastronomia prevalentemente di carne e verdure.
I cavatelli sono uno dei tagli di pasta fresca tradizionale più amati fungono sia da primo piatto quanto da piatto unico.
Cominciamo con il dire che la cucina agrigentina è legata al proprio territorio, prettamente marittimo, ma si estende sui monti sicani, al centro della Sicilia.
La cucina Agrigentina, infatti, ha sviluppato nella zona costiera e isolana una gastronomia prevalentemente di pesce, mentre mentre più ci si addentra, ci si trova una gastronomia prevalentemente di carne e verdure.
I cavatelli sono uno dei tagli di pasta fresca tradizionale più amati fungono sia da primo piatto quanto da piatto unico.
Portella della ginestra e la land art, il Paese di Piana degli albanesi, la strage del 1947
Piana degli Albanesi è la più grande comunità albanofona in Sicilia ed una delle più grandi in Italia. Vi ha sede l'Eparchia di rito bizantino cui si riferiscono tutti i fedeli del rito che risiedono in Sicilia e nell'Italia insulare.
Piana degli Albanesi è la più grande comunità albanofona in Sicilia ed una delle più grandi in Italia. Vi ha sede l'Eparchia di rito bizantino cui si riferiscono tutti i fedeli del rito che risiedono in Sicilia e nell'Italia insulare.
Il Tempio di Ercole a San Marco D'Alunzio e l'ospitalità diffusa
Il Tempio greco di Ercole, risalente al IV secolo a.C., è sito su un gradone roccioso prospiciente l’abitato di San Marco d’Alunzio, il Tempio si mantiene in buono stato di conservazione: pianta rettangolare, oggi esiste la sola cella, zona sacra riservata ai sacerdoti, posizionata originariamente all’interno di una vasta area.
Il Tempio greco di Ercole, risalente al IV secolo a.C., è sito su un gradone roccioso prospiciente l’abitato di San Marco d’Alunzio, il Tempio si mantiene in buono stato di conservazione: pianta rettangolare, oggi esiste la sola cella, zona sacra riservata ai sacerdoti, posizionata originariamente all’interno di una vasta area.
L'invenzione del gelato siciliano ed il caldo freddo
La tradizione attribuisce alla Sicilia l’invenzione del gelato. Composto da un complesso di materie prime quali: il latte, la panna, lo zucchero, i tuorli d’uovo, la frutta, l’acqua e le essenze, che opportunamente mescolate tra loro, e lavorate a bassa temperatura si consolidano assumendo consistenza e pastosità.
Si tramanda che il gelato sia stato inventato dagli arabi, che aveva l’uso di bere nelle giornate d’afa una bevanda zuccherata, d'altronde in Sicilia nel 827 portarono la canna da zucchero da cui si ricavava una sostanza dolciastra, refrigerata con la neve e preparata con latte o acqua, essenza di frutta, vaniglia e cannella e lo chiamavano “Sciarbat” sherbeth.
La tradizione attribuisce alla Sicilia l’invenzione del gelato. Composto da un complesso di materie prime quali: il latte, la panna, lo zucchero, i tuorli d’uovo, la frutta, l’acqua e le essenze, che opportunamente mescolate tra loro, e lavorate a bassa temperatura si consolidano assumendo consistenza e pastosità.
Si tramanda che il gelato sia stato inventato dagli arabi, che aveva l’uso di bere nelle giornate d’afa una bevanda zuccherata, d'altronde in Sicilia nel 827 portarono la canna da zucchero da cui si ricavava una sostanza dolciastra, refrigerata con la neve e preparata con latte o acqua, essenza di frutta, vaniglia e cannella e lo chiamavano “Sciarbat” sherbeth.
Il sommacco siciliano, cos’è e come si usa questa spezia dimenticata
Il sumac, sumak o summaq o somac, o sommacco in Italiano.
Il sommacco siciliano, una pianta incredibilmente bella, il cui frutto è una spezia che viene usata nella cucina mediterranea e medio orientale per condire piatti molto celebri e succulenti come il kebab.
Il sumac, sumak o summaq o somac, o sommacco in Italiano.
Il sommacco siciliano, una pianta incredibilmente bella, il cui frutto è una spezia che viene usata nella cucina mediterranea e medio orientale per condire piatti molto celebri e succulenti come il kebab.
I caricatori il mastro portulano e l'asse viario in Sicilia dal 1500 al 1800
Al sistema viario si associava poi il commercio via mare. Fulcro di questo commercio erano i Caricatori, essi erano presenti soprattutto presso i porti di Palermo, di Messina e in minor misura, di Trapani a gestire il traffico; alterne fortune ebbero i porti secondari di Termini, Marsala, Agrigento, Siracusa, Augusta. Il commercio gravitava sul mare, con i traffici “internazionali” nei quali I’Isola era inserita, e dal mare continuava verso l’interno con una rete viaria, si spingono fino alle masserie.
Al sistema viario si associava poi il commercio via mare. Fulcro di questo commercio erano i Caricatori, essi erano presenti soprattutto presso i porti di Palermo, di Messina e in minor misura, di Trapani a gestire il traffico; alterne fortune ebbero i porti secondari di Termini, Marsala, Agrigento, Siracusa, Augusta. Il commercio gravitava sul mare, con i traffici “internazionali” nei quali I’Isola era inserita, e dal mare continuava verso l’interno con una rete viaria, si spingono fino alle masserie.
Le nuove città siciliane i capoluoghi
Nel secolo XVII un comune non nasceva per caso, ma era programmato dalla corona spagnola e dal feudatario del luogo, al fine di agevolare la coltivazione delle terre e incrementare la produzione agricola.
Nel 1505 quando per la Sicilia è possibile stimare una popolazione di circa 550.000 abitanti le città censite erano solo 156, di queste 40 erano demaniali, 13 in potere di ecclesiastici, 103 baronali. Se nel corso del Seicento una manciata di città baronali riescono a “riscattarsi” al demanio, un centinaio di nuove città nascono su iniziativa baronale, mediante la concessione di una “licentia populandi”.
Nel secolo XVII un comune non nasceva per caso, ma era programmato dalla corona spagnola e dal feudatario del luogo, al fine di agevolare la coltivazione delle terre e incrementare la produzione agricola.
Nel 1505 quando per la Sicilia è possibile stimare una popolazione di circa 550.000 abitanti le città censite erano solo 156, di queste 40 erano demaniali, 13 in potere di ecclesiastici, 103 baronali. Se nel corso del Seicento una manciata di città baronali riescono a “riscattarsi” al demanio, un centinaio di nuove città nascono su iniziativa baronale, mediante la concessione di una “licentia populandi”.
La tutela del Patrimonio Culturale in Italia dalle origini alla Seconda Guerra Mondiale, l’impianto legislativo moderno ebbe avvio solamente nel XX secolo.
Nel 1902 vi fu la prima legge (l. 185/1902, o Legge Nasi) sulla tutela nazionale, in particolare sulla “Tutela del patrimonio monumentale”, alla quale seguì la l. 364/1909 (Legge Rosadi-Rava) “Per le antichità e le belle arti”.
Con quest’ultima in particolare veniva presentato il procedimento di notifica, ufficializzando i singoli beni da sottoporre ad attività di tutela. Queste rimasero in vigore fino a un anno importantissimo, il 1939, quando vennero promulgate ben due leggi sulla tutela, la n. 1089 che si occupava della tutela delle cose di interesse storico artistico e la n. 1497 che trattava invece delle bellezze naturali. Il fondamento di entrambe le leggi era, ribadendo quanto già presentato nella normativa precedente, la necessità preventiva di individuazione delle cose o dei luoghi di interesse culturale o estetico, al fine di proteggerlo e, dunque, conservarlo.
Nel 1939 venne inoltre fondato L’istituto Centrale per il Restauro (ICR), ribadendo ulteriormente l’importanza primaria
Nel 1902 vi fu la prima legge (l. 185/1902, o Legge Nasi) sulla tutela nazionale, in particolare sulla “Tutela del patrimonio monumentale”, alla quale seguì la l. 364/1909 (Legge Rosadi-Rava) “Per le antichità e le belle arti”.
Con quest’ultima in particolare veniva presentato il procedimento di notifica, ufficializzando i singoli beni da sottoporre ad attività di tutela. Queste rimasero in vigore fino a un anno importantissimo, il 1939, quando vennero promulgate ben due leggi sulla tutela, la n. 1089 che si occupava della tutela delle cose di interesse storico artistico e la n. 1497 che trattava invece delle bellezze naturali. Il fondamento di entrambe le leggi era, ribadendo quanto già presentato nella normativa precedente, la necessità preventiva di individuazione delle cose o dei luoghi di interesse culturale o estetico, al fine di proteggerlo e, dunque, conservarlo.
Nel 1939 venne inoltre fondato L’istituto Centrale per il Restauro (ICR), ribadendo ulteriormente l’importanza primaria
Festa popolare del Mastro di Campo, unica nel suo genere che in nessun altro luogo si può ammirare.
Siamo nella Piazza Umberto I a Mezzojuso, si svolge a Carnevale, si tratta di una tragicommedia che coinvolge circa cento personaggi abbigliati con costumi d’epoca. Protagonista principale è il Mastro di Campo, ovvero uno strano personaggio col volto coperto da una bizzarra maschera rossa che cerca di conquistare la sua amata Regina.
Siamo nella Piazza Umberto I a Mezzojuso, si svolge a Carnevale, si tratta di una tragicommedia che coinvolge circa cento personaggi abbigliati con costumi d’epoca. Protagonista principale è il Mastro di Campo, ovvero uno strano personaggio col volto coperto da una bizzarra maschera rossa che cerca di conquistare la sua amata Regina.
Il thòlos festival, promosso dal CTS Centro Teatrale Siciliano, per la direzione artistica di Nino Romeo, è una manifestazione che graviterà nei Centri e nei territori di Floresta, Raccuja e Ucria, da luglio a agosto 2023, non perdete l'occasione di vivere l'esperienza del TholosFestival!