A19 Uscita AGIRA
Castelli rupestri, fortilizi e borghi medievali
ASSORO, SPERLINGA, NICOSIA, LEONFORTE
Riserva Naturale Orientata dei Monti Sambuchetti e Campanito:
bosco della Giumenta, sughereta di Monte Coniglio, laghetti di Monte Campanito;
Ruderi del Castello di Tavi;
Ruderi del Castello di Buzzetta;
Riserva Naturale Orientata di Monte Altesina;
Lago Nicoletti.
La chiesa Madre, costruita nel XII secolo, conserva un portale gotico e all'interno un soffitto ligneo a capriate e pregevoli opere d'arte. Sulla sommità del paese, i resti del Castello di Valguarnera, oggi all'interno di un Parco urbano,dominano l'abitato; del castello si hanno notizie certe dall'inizio del XIV secolo e oggi rimangono le strutture murarie perimetrali con una torre cilindrica di vedetta e di difesa sulla sottostante valle del Dittaino.
Probabilmente fondata dai Siculi in tempi molto lontani, l'attuale centro ha impianto urbanistico medievale definito da un tessuto viario che segue la giacitura del sito, a isolati molto articolati con piccole corti e a sacco. Tutto il centro è attraversato dalla via Crisa interrotta dalla panoramica piazza Matrice con l'interessante complesso della chiesa Madre, dedicata a San Leone, e del quattrocentesco palazzo Valguarnera, collegati da un arco a sesto acuto.
La chiesa Madre, costruita nel XII secolo, conserva un portale gotico e all'interno un soffitto ligneo a capriate e pregevoli opere d'arte. Sulla sommità del paese, i resti del Castello di Valguarnera, oggi all'interno di un Parco urbano,dominano l'abitato; del castello si hanno notizie certe dall'inizio del XIV secolo e oggi rimangono le strutture murarie perimetrali con una torre cilindrica di vedetta e di difesa sulla sottostante valle del Dittaino.
Lasciata Assoro si procede lungo la SS117 in direzione di Sperlinga che si raggiunge dopo circa 28 chilometri. Il paese, sorto nel XVII secolo per ampliamento del preesistente borgo medievale, è costituito da case, stradine e grotte scavate nella roccia. E' dominato dal costone roccioso su cui si erge il Castello, al cui ingresso, incisa nell'arco a tutto sesto del vestibolo, si legge la frase "Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavit" a ricordo di quanto avvenne nel 1282 durante la guerra del Vespro, quando i francesi si rifugiarono nel castello per quasi un anno. La singolare tipologia di costruzione del castello, ricalca quella delle abitazioni dei contadini locali, scavate anch'esse nella roccia; il Borgo rupestre, il Balzo, che si diparte dal fianco del Castello, è infatti costituito da una cinquantina di abitazioni interamente scavate nella roccia che in parte hanno mantenuto il loro uso originario fino agli anni '50. Alcune oggi sono diventate sale di un Museo Etnoantropologico.
Di fronte al Castello si trova la settecentesca chiesa della Mercede; interessante anche la chiesa Madre, dedicata a San Giovanni, del XVI secolo.
Nei dintorni del paese si estende il bosco di Sperlinga, oltre 150 ettari di querceta naturale dove è possibile osservare grossi rapaci e animali selvatici.
IL CASTELLO DI SPERLINGA
(Castrum Sperlingae)
Se ne ha notizia dal 1133.
In parte costruito e in parte scavato nella roccia, si erge su una rocca dove probabilmente esistevano già numerosi ambienti ipogei. I molti corpi di fabbrica che lo costituiscono sono distribuiti su livelli diversi sfruttando l'andamento della rocca. Superato l'ingresso, un corridoio conduce alla scuderia, all'officina, al carcere, al magazzino, al serbatoio per l'acqua.
Si giunge poi al piazzale dove si trova la chiesa di San Luca. Da una ripida scalinata si accede alla torre di avvistamento da dove si ha una visione a 360 gradi sulle Madonie, sui Nebrodi e sull'Etna.
Lasciata Sperlinga si prosegue lungo la SP120 in direzione di Nicosia che dista circa 10 km. Nicosia, la cui origine risale al VII secolo, è una città ricca di chiese e palazzi signorili, detta pertanto la città dei 24 baroni. Sulla centrale piazza Garibaldi, contornata appunto dai palazzi baronali Marocco, Nicosia, Di Falco, La Via e dal Palazzo di Città, si affaccia la Cattedrale di San Nicola: costruita nel 1340 e trasformata nei secoli successivi, mantiene i suoi caratteri originari nel portale d'ingresso e nella torre campanaria, alta circa 40 metri, con bifore e trifore.
L'interno custodisce opere d'arte di Gagini, Novelli e Quattrocchi. Elemento caratterizzante della chiesa è il tetto ligneo a capriate interamente dipinto probabilmente tra il XIV e il XV secolo. Dalla piazza si possono raggiungere la chiesa di San Vincenzo Ferreri del XVI secolo, con affreschi di Borremans, e la basilica di Santa Maria Maggiore, ricostruita nel XVIII secolo dopo la frana che nel 1757 spazzò via una parte del paese, al cui interno si trova una grande ancona marmorea del Gagini. Da lì si arriva ai ruderi del Castello. Nelle vicinanze, il quartiere di Santa Nicolella che conserva integralmente l'antica struttura medievale.
CASTELLO DI NICOSIA
(Castra Nicosiae)
Documentato fin dal XII secolo, occupa la grande rupe a due vette che sovrasta l'abitato.
In realtà si trattava di due castelli che formavano un unico complesso, collegati da un muraglione dotato di camminamento nel quale si apre un arco ogivale attraverso cui si accede ai resti del castello. Le rovine ricadono all'interno di un'area verde e sono visibili i resti di una torre rettangolare in origine circondata da mura.
Da Nicosia, si può raggiungere la Riserva Naturale Orientata dei Monti Sambuchetti e Campanito: si percorre la SS117 in direzione di Mistretta, dopo circa 18 km si svolta a sinistra e ci si immette su una strada sterrata da dove si prosegue seguendo le indicazioni per la riserva.
E' la maggiore riserva della provincia di Enna e ne comprende le cime più alte: monte Sambughetti (m.1559) e monte Campanito (m.1514). Ricca di boschi, è caratterizzata dalla querceta del bosco della Giumenta, dalla sughereta di monte Coniglio, e dai laghetti di monte Campanito.
Tornando indietro sulla SS117, si raggiunge Leonforte, fondata agli inizi del XVII secolo dal principe Nicolò Placido Branciforte. Ai margini dell'abitato si incontra la piazza della Granfonte, la seicentesca fontana monumentale con 24 cannelle bronzee sovrastate da archi. Risalendo la via Garibaldi, che attraversa il nucleo più antico, si incontra la chiesa di Santo Stefano con il campanile mosaicato e si giunge quindi alla piazza Branciforte, dove si affaccia l'omonimo Palazzo e lateralmente la scuderia, edificio destinato all'allevamento equestre. Di fronte al palazzo, la chiesa Madre dedicata a San Giovanni Battista.
Nelle vicinanze la rotonda piazza Margherita, una volta denominata piazza del Mercato perché vi si affacciavano sedici botteghe, dominata da una scalinata alla cui sommità si trova la chiesa di San Giuseppe con affreschi di Guglielmo Borremans. Alla periferia, interessante il convento dei Cappuccini, nella cui chiesa si trovano "L'elezione di San Mattia" di Pietro Novelli e alcune statue marmoree di scuola gaginiana.
Su Pizzo Castellaccio, una rupe ad ovest dell'abitato, sorgono i ruderi del castello di Tavi e, a 3 km, i ruderi del castello di Buzzetta.
Da Leonforte si può raggiungere, percorrendo per circa 14 km una strada panoramica, la Riserva naturale di Monte Altesina, l'antico Mons Aereus, centro della divisione geografica ed amministrativa dei tre valli, che dà il nome a tutta la catena degli Erei.
Dopo la visita alla Riserva, si procede verso il lago Nicoletti, grande invaso artificiale che ospita numerosi uccelli migratori e molte specie acquatiche, dove è possibile praticare lo sci nautico e la pesca amatoriale e agonistica. Si rientra dunque sull'A19 per tornare verso Catania o Palermo.