A19 Uscita CATENANUOVA
Città e paesaggi tra i Monti Erei e i Nebrodi
CENTURIPE, REGALBUTO, AGIRA, GAGLIANO CASTELFERRATO, TROINA, CERAMI, CAPIZZI
Uscendo dall'Autostrada A19 Palermo Catania allo svincolo Catenanuova, si attraversa l'omonimo abitato, di fondazione settecentesca, e dopo circa 13 km si giunge a Centuripe. Fondata dai Siculi, distrutta tra il 1267 e il 1270 e ricostruita nel XVI secolo, è caratterizzata da un impianto urbanistico "a stella" determinato dall'andamento orografico del sito. Nella piazza Duomo da cui si dipartono le strette viuzze, prospetta la seicentesca chiesa Madre dell'Immacolata Concezione, ma il patrimonio di Centuripe è costituito prevalentemente da alcune costruzioni romane: l'Edificio degli Augustali, edificio di culto a pianta rettangolare e due tombe monumentali a torre, la Dogana e il Castello di Corradino, una costruzione romana a pianta quadrata utilizzata come difesa in epoca medievale. Il Museo Archeologico di Centuripe custodisce i reperti trovati nella città e nei territori circostanti.
A nord del paese, in contrada Bagni, percorrendo una strada pavimentata in pietra si giunge ai resti di una stazione termale di età imperiale: della struttura sono visibili i resti di una vasca per la raccolta delle acque e parti dell'acquedotto.
Resti di età romana ed ellenica sono visibili anche nelle contrade Difesa e Panneria.
Da Centuripe percorrendo per circa 8 chilometri una strada panoramica si giunge alla SS121 e da lì dopo 13 km si raggiunge Regalbuto, antico casale arabo distrutto dagli abitanti di Centuripe nel 1261 e ricostruito sul sito attuale. E' costituito da un nucleo centrale e da diramazioni lungo le dorsali collinari che danno origine a molteplici
quartieri: Tribona, Carmine, Vecchio Sant'Ignazio, Santa Lucia, Nuovo Sant'Ignazio,
Saraceno. Delle tante chiese, interessante è la settecentesca chiesa Madre di San Basilio: caratterizzata dalla facciata barocca curvilinea e da un'alta torre campanaria, è posta su piazza della Repubblica accanto al palazzo Municipale con il quale crea un singolare angolo urbano. Ai confini del quartiere Saraceno, si erge su una scalinata la chiesa di Santa Maria della Croce, anch'essa con un' interessante facciata barocca.
A circa un chilometro dall'abitato, in contrada Cannavata, sorge su uno sperone roccioso il Convento di Sant'Antonio fuori le mura e diverse abitazioni artificiali in grotte.
Uscendo da Regalbuto, si costeggia il lago Pozzillo, bacino artificiale circondato da un bosco di eucalipto, luogo di sosta di uccelli migratori e di anatre selvatiche.
Proseguendo, prima di giungere al bivio per Gagliano Castelferrato, si incontra uno dei tre Cimiteri di guerra, realizzati in Sicilia dalle forze anglo americane.
Si procede dunque fino ad Agira . Di origini antichissime, paese di miti e leggende, visitato da Ercole e liberato dai demoni da San Filippo il Siriaco, conserva oggi un impianto di chiara matrice islamica, sovrastato dal Castello.
Di San Filippo è possibile visitare la grotta che, secondo la tradizione, sarebbe stata la sua abitazione e la Fonte di Majmone detta Fontana dei Diavoli, scenario di eventi miracolosi della vita del Santo. Sulla strada principale si erge l'abbazia di San Filippo, costruita nel XIV secolo su una precedente chiesa del XII secolo e modificata nel XVIII, che al suo interno custodisce opere d'arte; così come la chiesa di Sant'Antonio da Padova del XVI secolo, ricostruita dopo il terremoto del 1693. Ricostruita dopo il terremoto fu pure la chiesa di Santa Margherita sulla via Diodorea che delimita il quartiere arabo delle Rocche di San Pietro. Tra le numerose chiese, la chiesa del Santissimo Salvatore del XII secolo la cui facciata fu rifatta nel '500, la normanna chiesa di Santa Maria Maggiore, la chiesa di Sant'Antonio Abate del XVI secolo e, sulla collina del Frontè, la chiesa di Santa Maria degli Angeli annessa al convento del Terzo Ordine Regolare di San Francesco.
Nelle immediate vicinanze di Agira si trova la Riserva Naturale Orientata Vallone della Corte.
14 chilometri separano Agira da Gagliano Castelferrato .
Sede di un insediamento, già in periodo arabo, il borgo si sviluppò a partire dal XII secolo intorno al Castello che Federico II scelse come residenza per parecchi anni. Il castello, costituito in parte da ambienti irregolari scavati nella roccia, occupa la sommità di tre rupi molto vicine tra loro che sovrastano l'abitato. Ai piedi della Rocca si erge la trecentesca chiesa Madre di San Cataldo, dal campanile con la guglia policroma maiolicata; interessanti anche la chiesa di Santa Maria di Gesù costruita intorno al 1658 insieme all'attiguo convento, probabilmente su una struttura preesistente.
Da Gagliano Castelferrato, procedendo per 15 chilometri, si raggiunge Troina .
Le origini di Troina sono antichissime, ma il periodo di maggiore splendore risale a quando il Conte Ruggero d'Altavilla, nell'XI secolo, fece della città la sua roccaforte e vi costruì il primo monastero basiliano. Di impianto medievale, la cittadella fortificata di Troina si sviluppa lungo l'asse che conduce fino alla Cattedrale, edificata nell' XI secolo ma trasformata nel '400 e poi nell' 800, e all'attigua torre normanna, testimonianza del preesistente castello. Da lì una stradina conduce al medievale quartiere Scalforio. Tra le molte altre, interessanti la chiesa della Madonna del Carmine e l'oratorio del SS. Sacramento dove papa Urbano II celebrò una messa nel 1088, quando si recò a Troina per incontrare il Conte Ruggero. Ai margini del paese si trovano il convento dei Padri Carmelitani con la chiesa della SS.Annunziata, e il cenobio basiliano di San Silvestro e Sant' Elia con la chiesa di San Silvestro.
A valle si estende la zona archeologica dove pare sogesse l'antica città greco-ellenistico di Engyion con i resti delle imponenti mura, dell'antica necropoli a grotticelle e della Chiesa della Catena, di epoca bizantina, edificata su un impianto termale romano.
Da Troina, proseguendo sulla SS120, una deviazione consente di raggiungere il lago di Ancipa.
Rientrando sulla SS120 si arriva a Cerami che originariamente doveva trovarsi a valle dell'attuale centro e si snoda invece oggi dalla rocca dominata dal Castello, secondo i canoni urbanistici delle cittadine medievali, con anguste e suggestive stradine fiancheggiate da numerosi edifici di pregio. Nel punto più alto del paese si trova la Matrice, dedicata a Sant'Ambrogio, edificata nel XVI secolo, ma più volte rimaneggiata, che custodisce una Madonna con il Bambino di scuola gaginiana.
Tra le altre, la chiesa dell'Annunziata, la chiesa barocca di San Benedetto con il monastero delle Benedettine e la seicentesca chiesa del Carmine. Poco distante dall'abitato, su uno sperone di roccia del castello, è il santuario della Madonna della Lavina, dove ogni anno a settembre i ceramesi si recano in processione.
Lasciata Cerami, dopo circa 7 km, si incontra sulla destra il bivio per Capizzi. Nei pressi, in contrada Oliveri, si trova uno dei numerosi mulini ad acqua sul fiume Cerami, il Mulino Grande, attivo fino agli anni 60.
CASTELLO DI CERAMI
(Castrum Chirami)
Dal castello rupestre, scavato nella roccia, alle fortificazioni normanne di Ruggero, alle modifiche succedutesi nei secoli, del Castello di Cerami rimangono alcuni ruderi che si trovano sul picco della rupe calcarea che sovrasta il comune a circa 1000 metri d'altezza. Si tratta di alcuni resti fuori terra della cinta fortificata che rivestono particolare importanza poichè il sito risulta essere un felice connubio fra gli ambienti ipogei scavati nella roccia e le successive strutture architettoniche.
Capizzi fu conquistata dagli Arabi, dai Normanni e dagli Svevi e conserva anch'essa le caratteristiche di centro medievale. Sulla piazza Umberto I si erge la chiesa di San Giacomo del XVI secolo che accoglie una statua della Madonna del Soccorso del Gagini. Interessante la chiesa Madre con un portale gotico del 1234.
Pochi chilometri separano Capizzi dal Parco dei Nebrodi. Situato sul versante settentrionale della Sicilia, tra la costa tirrenica, il Parco dell'Etna e il Parco delle Madonie, costituisce la più vasta area protetta dell'isola caratterizzata da pascoli d'alta quota, da una ricchissima vegetazione, da laghi e ambienti umidi, oltre che dalla presenza di una ricca fauna.
Attraversando il Parco, percorrendo per circa 30 chilometri la strada provinciale in direzione della costa tirrenica, si giunge al bosco di Caronia. Il bosco è stato in passato caratterizzato dalla complessa produzione del carbone. Questa attività comprendeva la costruzione del pagliaio, abitazione occasionale che ospitava i carbonai durante il ciclo di produzione, e che oggi, insieme ai cumuli di legna accatastata per fare il fuoco "i fussuni" costituiscono testimonianza di quella che viene definita l'arte del fuoco.
Tornando indietro verso Troina, si percorre la SP575 in direzione di Centuripe e, poco prima del bivio, si giunge al Borgo Carcaci la cui origine probabilmente dovette essere la normanna torre quadrangolare poi inglobata nelle costruzioni successive organizzate su due piazze collegate da una strada. Interessante la chiesa a pianta ottagonale eretta su una delle due piazze.
Nei pressi del borgo si trovano il settecentesco ponte Maccarone e il ponte Saraceno, antiche vestigia normanne risalenti al 1100.
Proseguendo verso Centuripe, dopo circa 13 km, si raggiunge lo svincolo di Catenanuova sull'autostrada A19 Palermo Catania.