A19 Uscita SCILLATO
Le Madonie e l'eco della Targa Florio
POLIZZI GENEROSA, CASTELLANA, PETRALIA SOTTANA, PETRALIA SOPRANA, COLLESANO, SCILLATO
Si tratta dei luoghi in cui da cento anni si svolge la celebre Targa Florio, prestigiosa corsa automobilistica. Vincenzo Florio, ricco imprenditore palermitano, ideò la celebre corsa automobilistica che porta il suo nome. La prima ebbe luogo nel 1906 e il percorso si snodava fra i comuni di Cerda, Caltavuturo, le Petralie, Geraci, Castelbuono, Isnello, Campofelice per circa 100 km. Vincenzo Florio attrezzò la zona con grandi tribune in legno per assistere alla gara, e con un cavalcavia che consentiva di attraversare la strada e di
osservare la gara dall’alto. La “Targa” divenne un punto di riferimento per l’agonismo isolano, infatti numerosi celebri piloti sfrecciarono lungo il percorso; le auto guidate da Nuvolari, Cagno, Ferrari parteciparono più volte alla gara, che diventò anche un punto di riferimento per la mondanità dell’epoca.
AREE PROTETTE
Masseria Firrionello e Case Firrione;
Masseria Carpinello;
Case Trapani;
Valle dei mulini;
Eremo di San Gandolfo;
Santuario di Madonna dell'Alto;
Grotta del Vecchiuzzo;
Parco delle Madonie;
Pizzo Catarineci, Monte Mufara, Monte dei Cervi Pizzo Antenna Grande, Piano Zucchi, Piano Battaglia, Torre Montaspro;
Abbazia di Pedale;
Chiesa della Madonna del Lume e Borghi Eras.
Seguendo l'autostrada Palermo-Catania, allo svincolo di Scillato si svolta a sinistra sulla SS643, immettendosi nell'area del Parco delle Madonie.
Dopo circa 2 km, al bivio Firrionello, ci si dirige verso Polizzi Generosa. All'inizio del percorso, a destra, compare uno degli insediamenti rurali presenti nel territorio: la masseria Firrionello, dei primi del Novecento.
Continuando sulla statale, subito dopo il rigoglioso Vallone Firrione, una breve deviazione seguendo l'indicazione "Vecchio frantoio", permette la visita di un altro elegante settecentesco complesso rurale, quello delle case Firrione.
Continuando il percorso in salita, si raggiunge, dopo circa 2 km, una carrozzabile che interseca la statale. Imboccandone il tratto di destra, in ripida discesa, si raggiunge la masseria Carpinello, di impianto ottocentesco; seguendo invece il tracciato sulla sinistra della strada, si raggiunge il borgo case Trapani, suggestivo complesso realizzato alla fine dell'Ottocento. Di grande interesse il paesaggio che si apre su tutta la Valle dell'Imera a sud, e sul massiccio dei Cervi, a nord. Ritornati sulla strada statale, si supera la parete rocciosa della "Timpa della Mendola" sulla quale, in alto sulla sinistra, è visibile la "Padella" - uno dei siti naturalistici tra più interessanti del Parco - e, di fronte, lo scenario offerto dall'"Anfiteatro della Quecella", un altro dei luoghi più significativi del Parco; percorsi altri 5 km si devia per entrare nella contrada Mulini e discendere nella Flomaria molendinorum, l'antica Valle dei mulini di Polizzi Generosa.
Riguadagnata la statale si raggiunge Polizzi Generosa , distesa sopra un'alta dorsale rocciosa verso ampi paesaggi. L'origine più accreditata del comune risale all'XI secolo, quando il conte Ruggero fortificò la rocca costruendovi il castello. L'insediamento urbano ha mantenuto la configurazione a terrazze dovuta proprio alla peculiare struttura della rocca.
All'interno del paese spiccano le antiche chiese del SS. Salvatore del XVI secolo e di San Francesco del XIV, il palazzo Rampolla che fu residenza dell'omonima famiglia e, in piazza Matrice, la chiesa Madre. Rifatta nel 1690 sulle preesistenti costruzioni di epoca normanna e rinascimentale, al suo interno ospita la cappella che custodisce la lastra tombale scolpita da Domenico Gagini che ritrae il patrono della città, San Gandolfo. A San Gandolfo è intitolato anche l'Eremo che si trova appena fuori dalla cittadina.
Nella piazza si erge palazzo Notarbartolo del XVI secolo che ospita il Museo Ambientalistico Madonita. Nei pressi del paese, i suggestivi ruderi della chiesa della Commenda dell'Ordine dei Cavalieri di Malta.
L'EREMO DI SAN GANDOLFO
Ai piedi del colle su cui sorge l'abitato di Polizzi Generosa è l'eremo dove si presume che Gandolfo abbia sostato per riprendere le forze prima di giungere in paese. La costruzione, già esistente nel 1260, anno in cui si fermò il frate Gandolfo da Binasco prima di giungere a Polizzi, fu distrutta da una frana agli inizi del 1600. L'odierno edificio fu costruito intorno al 1621 nelle vicinanze di quello preesistente. Oggi è meta di pellegrinaggio nei primi sette mercoledì dopo Pasqua.
Uscendo dall'abitato di Polizzi e percorrendo la provinciale che si innesta sulla SS120, si raggiunge Castellana Sicula . Nel XVIII secolo, lo sfaldamento del latifondo ha generato la struttura dell'insediamento sparso che tutt'oggi comprende, oltre a Castellana centro, le frazioni di Calcarelli e Nociazzi. All'interno del regolare sistema viario di Castellana si trova la chiesa Madre, dedicata a San Francesco di Paola e ricostruita nel 1968. In contrada Muratore (frazione Calcarelli) sono stati messi in luce interessanti resti di una villa romana risalente al I-II secolo a.C. e di una necropoli cristiana. Dalla frazione di Nociazzi si raggiunge facilmente il Santuario della Madonna dell'Alto.
Lasciata Castellana e proseguendo sulla SS120 in direzione delle Petralìe, poco prima di arrivare ai due centri si può deviare verso la Grotta del Vecchiuzzo, una grande caverna preistorica all'interno della quale, nel 1936, sono state rinvenute importanti ceramiche dell'età del rame realizzate nel cosiddetto "Stile di Petralìa" conservate nel Museo Archeologico di Palermo.
Tornati sulla statale si raggiunge Petralìa Sottana . Originariamente parte integrante del comune di Petralìa Soprana, fu separato da esso nel XIV secolo ed il centro dell'antico borgo di origine normanna si espanse nei quartieri del "Salvatore" e del "Casale" che si aggiunsero a quelli di "Pusterna" e del "Carmine". Una delle attrattive principali del paese ricco di storia e tradizioni, è la barocca chiesa di San Francesco al cui interno pareti e volte sono affrescate dai più importanti artisti dell'epoca. Domina la piazza centrale la Chiesa Madre, costruita nel seicento su un preesistente edificio del XVI secolo, ricchissima di pregevoli opere d'arte di Antonello Gagini, ed altre risalenti al Quattrocento. Infine, degna di nota è la chiesa della SS. Trinità, con un portale archiacuto del quattocento, che custodisce l'ancona marmorea di Gian Domenico Gagini.
La torre della Misericordia eretta nel 1597 da Mastro Pietro Tozzo, con la sua meridiana del 1882.
IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELL'ALTO,
meta dei fedeli di Petralia Sottana e Castellana Sicula, risale al XIV secolo. Situato a 1819 metri, il santuario custodisce la statua della Madonna dell'Alto del 1471, attribuita a Domenico Gagini. La tradizione narra che la statua fu rinvenuta all'interno di una cassa sulla spiaggia di Cefalù e fu trasportata da un carro trainato da buoi, spontaneamente, fino in cima alla montagna sopra Petralia. La festa della Madonna, il 15 agosto, è caratterizzata dalla processione e dalla suggestiva accensione dei falò lungo le pendici del monte.
Prima di addentrarsi nel Parco delle Madonie, merita una visita Petralìa Soprana che, elevandosi a 1147 metri è il comune più alto della provincia di Palermo. La sua origine è antichissima, e il nome di Petra sembra risalire al III secolo a.C. e alla dominazione romana della Sicilia.
Tutte le sovranità che si alternarono in Sicilia fecero del centro teatro di conquista, e contestualmente lo impreziosirono di chiese, palazzi e castelli. Ragguardevole la chiesa Madre la cui origine risale al XIV secolo, ma la trasformazione settecentesca le ha conferito un aspetto barocco. All'interno è custodito un pregevole crocifisso dell'artista locale frà Umile da Petralia. Una ricca Biblioteca Comunale conserva rarissimi volumi. Molto interessante anche la chiesa del SS. Salvatore a pianta ellittica costruita, probabilmente, sul sito di una moschea. A nord del paese sono visitabili i ruderi del Castello.
Siamo già sul tracciato che dal 1906 al 1908 interessò la Targa Florio. Il tratto di strada fra Castellana e le Petralie, percorso dalle auto di Nuvolari, Cagno e Ferrari, deviava poi verso Geraci per proseguire in direzione di Castelbuono. Ci si addentra adesso, ritornando verso Petralìa Sottana e oltrepassandola, verso il centro del Parco delle Madonie. Seguendo la SP54 in direzione di Piano Battaglia, sono visibili i più peculiari aspetti morfologici, orografici e faunistici nonchè quelli vegetali: i boschi di Querce e Agrifogli e le faggete. Inerpicandosi lungo la provinciale innumerevoli sono i tragitti da intraprendere a piedi con differenti livelli di difficoltà ma tutti egualmente suggestivi. Procedendo lungo l'itinerario sulla provinciale, lasciando sulla destra il pizzo Catarineci, si attraversano rigogliose vallate, boschi e torrenti fino a raggiungere la depressione di Piano Battaglia, località sciistica compresa fra il monte Mufara, il monte dei Cervi e il pizzo Antenna Grande, cuore dell'area carsica madonita che sul vicino pizzo Carbonara manifesta i tipici fenomeni. Proseguendo, inizia la discesa verso Collesano con un paesaggio aspro di pareti a strapiombo ricoperte da una
fitta vegetazione. Oltrepassato Piano Zucchi si può osservare, sul percorso, la Torre Montaspro, antica vestigia dell'imponente sistema di torri di avvistamento costruito in epoca normanna.
Attraversando dunque una spianata e una fitta boscaglia si discende verso Collesano. Il comune si sviluppò nel XII secolo intorno al castello che oggi è allo stato di rudere; l'assetto viario è costituito da strette strade di stampo medievale raccordate da ripide scalinate e angusti vicoli. Le chiese sono numerose poiché parecchi ordini monastici fondarono lì le loro sedi. La più antica chiesa di Collesano è la chiesa di Santa Maria la Vecchia risalente al XII secolo, poi la basilica di Santa Maria la Nuova del XV secolo che conserva all'interno pregevoli dipinti dello Zoppo di Gangi e di Pietro Novelli.
Al XVI secolo risale la chiesa di San Domenico, mentre quella di Santa Maria di Gesù è tipicamente seicentesca. Nell'ex convento domenicano della fine del XVI secolo ha sede il Museo della Targa Florio.
Poco fuori dalla cittadina, in direzione Lascari, percorrendo circa due chilometri si trova l'Abbazia di Santa Maria de Pratali Graecorum, detta Abbazia di Pedale. Si tratta di un complesso monastico la cui data di fondazione risale al 1130 durante il regno di re Ruggero, e che in origine era un monastero basiliano di rito bizantino.
Nel XIV secolo venne trasferito al clero latino e precisamente all'ordine di San Benedetto. Il complesso ha una grande corte interna a pianta quadrangolare con una cappella ad aula unica alla quale si accede attraverso un portale ad arco acuto. Dentro la cappella è presente un ciborio in pietra con lo stemma dei Cadorna, conti di Collesano. Seguendo la SP9b in direzione Scillato si percorre un altro tratto del circuito della Targa Florio che ha riguardato svariate gare tra il 1919 e il 1977. Lungo il tragitto si incontrano la chiesa della Madonna del Lume e i borghi Eras. Costruiti in seguito alla legge di riforma agraria del 1948, i borghi avrebbero dovuto ospitare i contadini assegnatari di piccoli terreni per evitare lunghi trasferimenti; oggi sono abbandonati in attesa di nuova destinazione.
Si prosegue dunque fino a Scillato , piccolo centro circondato da agrumeti e da ricche sorgenti di acqua dolce, dove si conclude l'itinerario.
Da Scillato si fa rientro sull'autostrada A19.