A19 Uscita TERMINI IMERESE
I castelli della Valle del Torto e dei Feudi
CACCAMO, ROCCAPALUMBA, ALIA, VICARI, CASTRONOVO DI SICILIA, LERCARA FRIDDI
Questo itinerario si articola lungo la valle del fiume Torto dominata da castelli medievali. Da Caccamo a Castronovo di Sicilia i fortilizi, fin dal XI secolo, costituirono infatti una linea difensiva di controllo del territorio. Questo asse che in origine si estendeva da Palermo ad Agrigento fu unificato e armonizzato nel XIV secolo da Manfredi Chiaramonte.
AREE PROTETTE
Riserva Naturale Orientata Monte San Calogero;
Regalgioffoli;
Osservatorio Astronomico e Planetario;
Mulino Fiaccati;
Grotte della Gurfa;
Castello della Margana;
Borgo di Riena;
Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci: masseria Colobria, abbeveratoio;
Rupe San Vitale e Castello di Castronovo;
Mulini: la Scaletta, del Cozzo, Nuovo,
Carcarazza e San Pietro;
Grotte di Capelvenere e di Annibale;
Casale di San Pietro.
Percorrendo l'autostrada PA-CT, uscendo allo svincolo di Termini Imerese si procede lungo la SS285 in direzione di Caccamo. Il percorso offre una singolare veduta dell'ampia vallata del fiume San Leonardo e del monte San Calogero, oggi Riserva Naturale Orientata per la tutela delle formazioni calcaree, i boschi e la macchia mediterranea.
Si giunge dunque a Caccamo , città di origine bizantina dominata dal Castello normanno.
Nel centro, sulla scenografica piazza, si trovano il seicentesco Monte di Pietà e il Duomo dedicato a San Giorgio, edificato nel XII secolo e trasformato in epoca barocca, che all'interno custodisce opere di Novelli, Velasquez, Laurana, D'Anna. Interessante anche la chiesa dell'Annunziata la cui facciata presenta un torrione che originariamente era la torre di guardia del Castello. Al suo interno è conservata una pala di Borremans e stucchi serpottiani.
Lasciato Caccamo, seguendo la SS285, dopo circa 17 km, si raggiunge la frazione di Regalgioffoli, antico centro di origine araba, sorto intorno ad un casale musulmano di cui resta una parte dell'impianto originario costituito dall'attuale baglio.
CASTELLO DI CACCAMO
(Castrum Caccabi)
Dal primo nucleo, un baglio con torre di guardia, del XI secolo, il castello ha raggiunto una vasta estensione. L'impianto irregolare, su quote altimetriche differenti, determina l'articolazione dei diversi corpi di fabbrica intorno a svariate corti; all'esterno è invece chiuso da una possente cortina muraria. I vari blocchi si susseguono partendo dalla prima rampa cordonata che immette nell'ala Prades con scuderia e aula delle udienze del XV secolo. Subito dopo la trecentesca facciata chiaramontana conduce alla gran corte e alle carceri.
La seicentesca ala Amato, inserisce nel fortilizio i caratteri architettonici dell'epoca quali timpani, colonne, balconi.
Proseguendo si arriva a Roccapalumba , la cui formazione risale al 1639, che si sviluppa intorno alla chiesa Madre e alla masseria del principe. Tra le emergenze architettoniche il santuario della Madonna della Luce, costruito alla fine degli anni '50 sui ruderi della seicentesca chiesetta originaria, e la chiesa Madre, costruita nel 1641 e restaurata dopo il terremoto del 1823. Nei dintorni, in contrada Pizzo Suaro è possibile visitare l'Osservatorio Astronomico, inserito nella rete degli Osservatori Popolari d'Italia, dotato di un potente telescopio e il Planetario. Da Roccapalumba si prosegue lungo la SS121 in direzione di Alia; dopo circa 4 km, deviando a sinistra si giunge al Mulino Fiaccati, dove oggi ha sede un museo dedicato alla tecnologia dei mulini ad acqua e alla cultura ad essi collegata.
Riprendendo la SS121, dopo aver attraversato il fiume Torto, si raggiunge Alia, la cui formazione risale al XVII secolo, anche se notizie storiche riferiscono l'esistenza di un casale fiorente durante la dominazione musulmana.
Sulla piccola piazza Santa Rosalia prospetta l'omonima chiesa, a pianta ottagonale, costruita nel sec. XIX in sostituzione di una più antica. La piazza del Duomo, su due livelli, è dominata dalla chiesa Madre (o santuario della Madonna delle Grazie), fondata nel 1639 e ampliata nel secolo scorso, e dal palazzo Santa Croce. Il complesso chiesa-palazzo costituì il primo nucleo dell'odierna Alia, attorno al quale durante il XVII secolo si strutturarono le abitazioni dei contadini.
Uscendo da Alia in direzione di Valledolmo, si incontra il bivio per le Grotte della Gurfa. Il complesso architettonico rupestre, articolato su due piani, é scavato all'interno della collina. Due porte immettono rispettivamente in un vano trapezoidale, detto "stanza a tenda" per la presenza del soffitto a due spioventi, e in un vasto ambiente ellittico a campana "tholos", alto oltre sedici metri e largo tredici, con un'apertura alla sommità della volta. Una scala intagliata nella roccia consente di raggiungere il piano superiore, costituito da una serie di vani collegati tra loro e illuminati da finestre. Innumerevoli tombe a forno si aprono inoltre sul fianco della collina.
Tornati indietro verso la SS121 si procede in direzione di Vicari, che dista dalla statale circa 7 km. Posto in posizione strategica, Vicari è sovrastato dal Castello normanno. Al periodo arabo risale una "cuba", edicola con cupoletta araba che protegge una sorgente d'acqua, all'ingresso del paese. La normanna chiesa Madre, dedicata a San Giorgio, è stata ricostruita con caratteri barocchi. All'interno vi sono una tela attribuita a Novelli, un' Immacolata di La Barbera, un' ancona marmorea di A. Gagini.
Da Vicari, scendendo a valle e immettendosi sulla SP31 in direzione di Prizzi, costeggiando il fiume della Màrgana si raggiunge il borgo di Portella della Croce e da qui, svoltando a sinistra si arriva al Castello della Margana.
Proseguendo in direzione di Lercara lungo la SS188 e deviando sulla SP36-bis si raggiunge il borgo di Riena, e da lì, la Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci, contrafforte roccioso di 1.196 metri, coperto da macchie di leccio, da cui nasce il fiume Platani. All'interno della Riserva si trovano la trecentesca masseria Colobria e un abbeveratoio in pietra.
CASTELLO DELLA MÀRGANA
(Castrum Marganae)
Costruito all'interno del vasto feudo dei cavalieri Teutonici il castello, la cui origine risale XIV secolo (su un preesistente casale di origine bizantina), si trova in una posizione che consentiva il controllo dei percorsi viari circostanti. La parte più antica è la torre rettangolare costruita in cima alla rocca. Oggi, le strutture che inglobano quelle più antiche gli conferiscono l'aspetto di masseria fortificata. Venne usato dagli Arabi anche come marhala, un ostello che offriva ospitalità lungo la strada Vicari-Prizzi.
Tornando sulla SS188 si prosegue per circa 7 km per raggiungere Castronovo di Sicilia , sorto come roccaforte sul monte Kassar che sovrasta la cittadina. Oggi, all'interno di un tessuto urbano di matrice cinquecentesca emergono la barocca chiesa della Madonna del Rosario e la chiesa Madre, della cui costruzione originale rimangono il portale quattrocentesco e le finestre ogivali, e all'interno custodisce una statua di San Pietro in Cattedra di D. Gagini. Inserita nell'omonimo quartiere, la fontana del Rabato, ricostruita nel 1531. Sulla rupe San Vitale si trovano i resti del Castello di Castronovo. La strada che collega Castronovo alla SS189 costeggia il fiume Platani e lungo il percorso sono visibili resti di mulini ad acqua, testimonianza dell'antica attività molitoria: mulino la Scaletta, del Cozzo, Nuovo, Carcarazza e mulino San Pietro.
In contrada Grotte, si trova un sito preistorico caratterizzato dalle Grotte di Capelvenere e di Annibale. Nelle vicinanze, il casale di San Pietro che ingloba una piccola chiesa bizantina.
CASTELLO di CASTRONOVO
(Castrum Castrinovi)
Il Castello, di origine normanna, venne ampliato e ristrutturato da Manfredi Chiaramonte nel XIV secolo. I pochi resti esistenti sono quelli della torre cilindrica e della cisterna. Di grande interesse sono i ruderi delle chiese inglobati all'interno dell'area del Castello: la chiesa di Maria Santissima dell'Udienza e la chiesa della Madonna dei Miracoli, oltre alla chiesa di San Vitale costruita sul sito di quella di San Giorgio.
Giunti sulla statale, dopo circa 12 chilometri, si raggiunge Lercara Friddi. Il paese, fondato agli inizi del '600, è stato un importante centro solfifero fino agli anni '40, e oggi è sede del Parco Archeologico e Minerario delle Zolfare.
Proseguendo sulla SS 189 si rientra a Palermo.