Chiaromonte Gulfi turismo, guida turistica del Comune
Chiaramonte Gulfi turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Organizzare un tour, passeggiare tra le vie del Comune, offre l’opportunità di ammirare edifici storici e caratteristici monumenti.
Prima di organizzare un viaggio nel territorio, è meglio sapere cosa vedere, cosa fare nella località, perche alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
Il Comune si trova su una collina a nord rispetto al capoluogo. Il paese si trova ad una quota di 668 m s.l.m. La città è anche definita il Balcone di Sicilia per la posizione panoramica, con vista che va da Gela (Sud-est) all'Etna (Nord), la valle dell'Ippari e i suoi paesi (Comiso, Vittoria, Acate) e le dorsali degli Erei fino a Caltagirone, oltre al mare e ai monti Iblei.
La città di Charamonte Gulfi è definita il balcone di Sicilia per la posizione panoramica, con vista da Gela all'Etna, con la valle dell'Ippari e i suoi paesi e le dorsali degli Erei fino a Caltagirone.
Distrutta dal terribile sisma del 1693, risorge nello steso sito con un connotato architettonico ed urbanistico tardobarocco: notevole la chiesa Madre o Basilica di Santa Maria La Nova, col monumentale prospetto e l’interno della chiesa di S. Giovanni Battista.
Da visitare la Pinacoteca De Vita, dedicata alla pittura del grande maestro chiaramontano Giovanni De Vita; il Museo ornitologico, con oltre seicento esemplari di avifauna locale e nazionale perfettamente conservati e catalogati; il Museo di cimeli storico-militari della prima guerra mondiale, con più di mille reperti, dalle armi al vestiario alle suppellettili ed infine il Museo dell'olio, straordinaria ricostruzione di interni e tecniche con pezzi dal 1600 al secondo dopoguerra, il Museo d'Arte Sacra, il Museo del Ricamo e dello Sfilato Siciliano, il Museo dell'Olio, e la Casa Museo Liberty
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Nella piazza Duomo, la Chiesa Madre
intitolata a S. Maria La Nova, con prospetto rinascimentale nel primo ordine (ultimato nel 1608) e settecentesco negli altri due; all’interno dipinti di G. Mercurio (secolo XVIII) di Simone Ventura (sec. XVIII) e Gaetano Distefano (secolo XIX). Nella stessa piazza si possono visitare il museo d’arte sacra e la raccolta di cimeli militari e storici.
Nella parte medievale, accanto a dove sorgeva la torre comitale, troviamo la chiesa di S. Giovanni Battista, edificata a partire dal XV secolo ma ristrutturata nella forma attuale nel secolo XVIII (interno) e XIX (prospetto).
Di interesse la statua lignea del titolare e la dorata arca, a forma di tempietto rinascimentale, opera di Rosario e Mariano Distefano (1869), alcuni dipinti di Lorenzo Cutello (secolo XVIII), una statua lignea del Cristo alla colonna di Carmelo Distefano (secolo XIX), il dipinto della Madonna della Misericordia (sec. XVII).
Nelle vicinanze, verso est al limitare della città, sorge chiesa e convento di S. Maria di Gesù (secolo XVII). La chiesa che trae nome da un simulacro marmoreo di tarda bottega gaginiana, custodisce alcune interessanti opere: un crocifisso ligneo opera di fra Umile da Petralia, una Pietà di scuola del Preti, il dipinto S. Francesco d’Assisi di Simone Ventura, resti degli eleganti stucchi attribuiti ai Gianforma.
Resti rinascimentali si trovano nella chiesa del Salvatore (la statua del titolare è opera gaginiana del XVI secolo) e in quella di S. Filippo (arco di cappella opera di Nicolò Mineo).
Chiesa di Santa Lucia, di antichissima origine; la tradizione vuole che la santa siracusana abbia passato una notte all'interno della grotta poi chiusa agli inizi del XX secolo per volere della famiglia Gafà dall'attuale chiesetta con un elegante prospetto. All'interno una piccola tela della santa siciliana opera di recente fattura del Chiaramontano A. Di Vita che sostituisce l'antica sparita.
Un elegante complesso architettonico è l’ex convento francescano, oggi Palazzo di città, e la ex chiesa annessa, trasformata in sala poliuso intitolata a Leonardo Sciascia. Ad esso si possono accostare gli adiacenti palazzi sette-ottocenteschi del Corso Umberto. In fondo al Corso, verso ponente, è da visitare la Villa Comunale realizzata sul finire dell’ottocento riutilizzando parte della silva del convento attiguo e parte di un polmone verde preesistente.
Nella vallata sottostante, nel sito dell’antica Gulfi, sorge il rinomato Santuario di S. Maria la Vetere, che ingloba una struttura paleocristiana, l’ampliamento medievale e la ristrutturazione settecentesca.
Al periodo medievale rimanda la porta a sesto acuto, sul lato est, che nella chiave di volta tramanda il nome del “magister” lapicida. All’interno è di interesse il baldacchino di ascendenza berniniana, opera dello scultore chiaramontano B. Cultraro (sec. XVIII), che contiene la statua della Madonna con bambino attribuita ai carraresi Giuliano Mancino e Bartolomeo Berrettaro.
In alto sulla montagna sovrastante l’abitato, accanto ad una sorgente, troviamo la chiesetta della Madonna delle Grazie, la cui statua in marmo è opera di Cola Maldotto (sec. XVII). Tutto attorno, il nucleo più antico della pineta, impiantata a partire del 1936, ed oggi rigogliosamente esuberante.
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