Santa Croce di Camerina turismo, guida turistica del Comune
Santa Croce di Camerina turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
Il comune di Santa croce di Camerina, si affaccia sul canale di Sicilia, le origini di Santa Croce Camerina stanno in Camarina e nei villaggi delle Caucane. Fondata nel 598 a.C. come colonia di popolamento di Siracusa, Camarina fu crocevia di molte rotte mediterranee.
In età cristiana si registrò una discreta attività religiosa, attestata da ruderi di chiesette e necropoli tuttora esistenti tra l'odierna Santa Croce e il mare (Pirrera e Anticaglie), e nel 556 offrì al bizantino Belisario degli ancoraggi da cui muovere con la flotta per snidare i Vandali da Malta.
Sul versante nord del piano del Mirio e di una sorgente attigua (Favara per i saraceni), presso un antico castrum e un tempio dove si venerava Sant'Elena con la croce, divenne più consistente il casale Sanctae Crucis, nel quale presto sorsero una chiesa dedicata a Maria Vergine e, successivamente, un convento di frati carmelitani con annessa chiesetta.
Il convento di Scicli, così dopo la sua chiusura, nel 1392, continuò a fare il convento di S. Filippo d'Argirò, rappresentante in Sicilia della Chiesa di S. Maria la Latina.
Dopo, il terremoto del 1693, che sconvolse il Val di Noto, e in particolare, nella contea di Modica, alcune città, tra cui la stessa Modica, Ragusa e Scicli, ma sfiorò appena Santa Croce.
Per l'afflusso di numerosi profughi nel borgo, sorsero nuove case terrane e bagli, la chiesa madre, dedicata ora alla esaltazione della croce, venne aiutata con nuovi benefici e si garantì la festa della patrona S. Rosalia.
In età cristiana si registrò una discreta attività religiosa, attestata da ruderi di chiesette e necropoli tuttora esistenti tra l'odierna Santa Croce e il mare (Pirrera e Anticaglie), e nel 556 offrì al bizantino Belisario degli ancoraggi da cui muovere con la flotta per snidare i Vandali da Malta.
Sul versante nord del piano del Mirio e di una sorgente attigua (Favara per i saraceni), presso un antico castrum e un tempio dove si venerava Sant'Elena con la croce, divenne più consistente il casale Sanctae Crucis, nel quale presto sorsero una chiesa dedicata a Maria Vergine e, successivamente, un convento di frati carmelitani con annessa chiesetta.
Il convento di Scicli, così dopo la sua chiusura, nel 1392, continuò a fare il convento di S. Filippo d'Argirò, rappresentante in Sicilia della Chiesa di S. Maria la Latina.
Dopo, il terremoto del 1693, che sconvolse il Val di Noto, e in particolare, nella contea di Modica, alcune città, tra cui la stessa Modica, Ragusa e Scicli, ma sfiorò appena Santa Croce.
Per l'afflusso di numerosi profughi nel borgo, sorsero nuove case terrane e bagli, la chiesa madre, dedicata ora alla esaltazione della croce, venne aiutata con nuovi benefici e si garantì la festa della patrona S. Rosalia.
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