L'Alto Belice Corleonese itinerario turistico siciliano
L'Alto Belice Corleonese si estende a sud della città metropolitana di Palermo, di Trapani ed Agrigento.
Se stai pensando di esplorare l'Alto Belice Corleonese, sei nel posto giusto! Questa zona, a sud di Palermo, ti porterà indietro nel tempo con i suoi affascinanti borghi medievali e paesaggi mozzafiato.
Tra un vicolo e l'altro, potrai scoprire storie affascinanti, gustare piatti tipici e ammirare panorami che ti lasceranno senza fiato.
Che tu sia un amante della storia, della natura o semplicemente alla ricerca di un'avventura, l'Alto Belice Corleonese ha qualcosa da offrirti.
Preparati a perderti tra tradizioni e bellezze uniche.
I centri abitati hanno una connotazione medioevale sulla quale si è innestato lo sviluppo urbanistico in epoca spagnola, sono caratterizzato da palazzi nobiliari, chiese e conventi.
Tra la cittadine fondate nel Cinquecento, alcune sono abitate ancora dai discendenti dei coloni albanesi in fuga dalle invasioni turche, hanno conservato la lingua, le tradizioni ed il rito religioso bizantino.
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Il territorio dell' Alto Belice Corleonese
Il territorio dell' Alto Belice Corleonese, è costituito da montagne calcaree che vanno dai monti di Palermo sino alla Rocca Busambra, massiccio di grande interesse naturalistico per le pareti verticali del versante Nord, per la foresta.
Poco più a Sud, i Monti Sicani presentano un’alternanza di boschi, campi arati e pascoli.
Le aree più specificamente naturalistiche sono costituite da sette riserve naturali e da altri 12 siti minori protetti.
Anche i sei laghi artificiali hanno forti valenze paesaggistiche. Le riserve naturali più grandi sono Carcaci, Monte Genuardo, Ficuzza.
Quest’ultima era la riserva di caccia di re Ferdinando III di Borbone. Qui, nel 1803, l’architetto Venanzio Marguglia costruì un Casino di Caccia, maestoso edificio situato sullo sfondo delle pareti calcare della Rocca Busambra, ai piedi del bosco, in posizione dominante il piccolo villaggio di Ficuzza (Corleone).
All’interno della Riserva naturale di Monte Genuardo si trova l’Abbazia di Santa Maria del Bosco, in territorio di Contessa Entellina. L’imponente complesso fu edificato tra il 1583 e il 1646. Il terremoto del 1968 ha danneggiato la monumentale chiesa annessa al convento, della quale rimangono la facciata e il campanile. Da qui proviene il famoso busto di Eleonora d’Aragona, capolavoro del Rinascimento ed opera somma di Francesco Laurana (1471).
I centri abitati dell’Alto Belice Corleonese hanno una forte connotazione medievale. Infatti, molti monumenti importanti risalgono al periodo arabo-normanno e aragonese.
Medievali sono poi gli impianti urbanistici di molti comuni di antica fondazione: Monreale, Corleone, Giuliana, Chiusa Sclafani, Prizzi.
Qui il barocco domina e si attarda oltre il suo tempo, sino al sec XIX.
Stucchi, statue, intarsi marmorei, grandi tele con storie di santi arricchiscono tante belle chiese, che, a loro volta, qualificano i centri storici.Le statue dei Gagini (sec. XVI), gli stucchi del Serpotta (sec. XVIII), i dipinti di scuola siciliana, tra i quali ricordiamo quelli di Pietro Novelli, detto il Monrealese (sec. XVII), il migliore pittore siciliano del suo secolo, sono stati valorizzati con l’iniziativa Museo Diffuso - Percorsi di arte figurativa dal XV al XVIII secolo.
A Monreale troviamo il famoso Duomo, il Convento Benedettino, con il bel Chiostro del secolo XII ed il complesso di Guglielmo II, oggi sede della Civica Galleria d’Arte Moderna e di esposizioni temporanee. Il Duomo, con i suoi 6340 mq di mosaici a fondo oro eseguiti tra il XII e il XIII secolo, è uno dei siti più visitati in Sicilia.
Sempre a Monreale, in località San Martino delle Scale, si erge l’Abbazia Benedettina, fondata, secondo la tradizione, da San Gregorio Magno nel sec.VI, distrutta dagli Arabi nell’anno 820, riedificata a partire dal 1336 e completata nel 1770 da Venanzio Marvuglia. Qui, tra le altre opere d’arte, troviamo l’esposizione di dipinti dal sec.XVI al secolo XVIII, che inizia nella chiesa e prosegue nei locali dell’ex biblioteca dell’Abbazia www.mirabileartificio.it.
Il piccolo centro medievale di Giuliana è dominato dall’imponente e ben conservato Castello di Federico II d’Aragona sec.XIII.
Le Terme di Cefalà Diana rappresentano un esempio raro d’edificio arabo normanno, di tipo non religioso. La tradizione attribuisce la costruzione al periodo arabo, ma l’impianto originario è romano e l’attuale edificio è stato costruito in età normanna da maestranze arabe.
Le aree archeologiche ufficialmente censite sono decine.
Nel sito archeologico di Monte Iato sorgeva la città elima di Ietas. I principali elementi urbani oggi visibili sono: il teatro, che poteva ospitare 4000 spettatori, l’agorà, i resti di piccoli santuari e case ellenistiche.
Piccoli musei archeologici sono presenti a Corleone, Roccamena, Contessa Entellina, Marineo, Prizzi.
Dell'Alto Belice Corleonese ne fanno parte 23 comuni:
Altofonte e l'alto Belice Corleonese
Altofónte comune della Città Metropolitana di Palermo, 350 m s.m., patrono Sant’ Anna 24 luglio
Fu residenza estiva e di caccia dei re di Sicilia a partire da Ruggero il Normanno, che vi fece costruire un palazzo, dove nacque Pietro II d'Aragona. Nel 1307 Federico d'Aragona donò il parco e il palazzo ai monaci cistercensi della chiesa di Santa Maria d'Altofonte, che lo trasformarono in monastero; intorno a esso si sviluppò il borgo.
Del palazzo reale e del successivo monastero sussistono pochi resti e la chiesetta di San Michele.
La chiesa madre di Santa Maria e Sant'Anna, ricostruita nel 1618 dal cardinale Scipione Borghese, custodisce un bassorilievo raffigurante la Madonna di Altofonte (1328).
La storia del Crocifisso Nero, che si trova nella cappella dell'Addolorata della Chiesa Santa Maria di Altofonte, la tradizione vuole che in origine si trovasse nella cappella del Baglio Romei, presso l'antica via d'accesso al paese, gravita una leggenda: i frati, avendolo trovato nei pressi di Baglio Romei, lo avrebbero ridipinto ma si dice che il Cristo abbia riassunto il proprio colore originale, ovvero il nero, che ne sottolinea l’espressione sofferente.
Presso il Parco Robinson di Altofonte, luogo in cui si stanziarono i soldati condotti da Garibaldi alla conquista di Palermo, nell’ambito della spedizione “dei mille”, un Obelisco al calvario, dedicato proprio a Garibaldi.
Belmonte Mezzagno e l'alto Belice Corleonese
Belmonte Mezzagno comune della Città Metropolitana di Palermo, 353 m s.m., patrono Santissimo Crocifisso terza domenica di settembre,
la chiesa madre, posta in cima a una scenografica gradinata sul modello delle ville di Bagheria
Bisacquino e l'alto Belice Corleonese
Bisacquino comune della Città Metropolitana di Palermo, 744 m s.m., patrono Santissimo Crocifisso 3 maggio,
la chiesa madre dedicata a San Giovanni Battista (sec. XVIII) custodisce un quadro raffigurante l'Assunta di P. Martorana e alcune pregevoli opere barocche,
il santuario della Madonna del Balzo 1679 e il complesso conventuale di Santa Maria del Bosco, rifatto nel 1593, la chiesa ha navata unica con pianta a croce latina; il monastero conserva due grandi chiostri.
Carnevale di Bisacquino. Stand espositivi prodotti dolciari, Sfilata Carri Allegorici e gruppi in maschera, serate danzanti. La figura caratteristica del carnevale bisacquinese è "U ZUPPIDDU", figura contadina con pantaloni alla zuava, camicia, gilet, coppola e bastone ricurvo, con in una mano un uovo e nell'altra un grillo. https://www.facebook.com/carnevale.bisacquinese
Sagra della Cipolla e dell'Olio a Bisacquino, degustazioni di prodotti tipici locali, Fiera mercato con esposizione di artigianato e spettacoli https://www.facebook.com/proloco.bisacquino/
Il Museo dell'Orologio di Bisacquino custodisce una grande varietà e quantità di orologi, di meccanismi e di invenzioni, la memoria del lavoro di Paolo Scibetta, considerato l’ultimo artigiano del tempo
Bolognetta e l'alto Belice Corleonese
Bolognetta comune della Città Metropolitana di Palermo, 350 m s.m., patrono Sant’Antonio da Padova 13 giugno
Campofiorito e l'alto Belice Campofiorito comune della Città Metropolitana di Palermo, 660 m s.m., patrono Santo Stefano 26 dicembre.
la chiesa di Santo Stefano (sec. XVII)
Chiesa di San Giuseppe (sec. XIX), a navata unica.
A NE dell'abitato sono i resti del castello gesuitico di Scorciavacche, il paese è situato presso una collina denominata Del Calvario.
Il primo sabato del mese di agosto, come ogni anno si tiene, la Festa della Fava, degustazioni di fave secche dell'ultimo raccolto, bollite nelle tipiche "QUADARE" e servite con ammogghiu di olio, sale ed aglio.
Camporeale e l'alto Belice Corleonese
Camporeale comune della Città Metropolitana di Palermo, 425 m s.m., patrono Maria Santissima Assunta 15 agosto,
Chiesa Sant’Antonio da Padova, la chiesa madre costruita nel 1862-81, in stile neoclassico con tre navate .
Chiesa Madonna dei Peccatori, sulla collina sovrastante il paese un santuario dedicato alla Madonna dei Peccatori. Dalla rocca, Maria invocata con il nome di Madre dei Peccatori, domina tutto il paese e le campagne circostanti,
Il Palazzo del Principe è sito al centro del paese
Camporeale Days ad ottobre, la manifestazione dedicata alla promozione e valorizzazione delle risorse enogastronomiche, artistiche e artigianali del territorio camporealese e dell'Alto Belice. Wine, food e artigianato https://camporealedays.it/
Contessa Entellina e l'alto Belice Contéssa Entellina comune della Città metropolitana di Palermo, 571 m s.m., patrono Santa Maria della Favara 8 settembre
Contessa Entellina fu fondata nel 1450 quando i primi immigrati greco albanesi si insediarono nel casale Contessa, concesso loro dai Conti di Caltabellotta.
Il centro è ancora oggi caratterizzato da numerose chiese di rito greco, tra queste la chiesa di Maria SS. Immacolata e San Rocco e la chiesa delle Anime Sante del Purgatorio. Fra quelle di rito latino è di grande interesse la chiesa di Santa Maria delle Grazie delle Favare. Anche a Contessa permane l'uso della lingua albanese.
Abbazia di Santa Maria del Bosco a Contessa Entellina
A causa del terremoto del 1968, della chiesa barocca restano solo il maestoso bel prospetto con l’elegante rosone e il campanile.
L’ex monastero è diviso da due chiostri in stile classico. Nel primo, a pianta quadrata, si contano 36 colonne con capitelli dorici che fronteggiano archi e nicchie. Al centro, una fontana a base ottagonale, del Seicento.
Il secondo chiostro ha pianta rettangolare e semplici colonne che sorreggono archi a tutto sesto. Anche qui, al centro dello spazio aperto, si trova una fontana del 1713. Da questo secondo chiostro si accede al refettorio che è impreziosito dall’affresco del Settecento che raffigura il miracolo della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci.
Bellissime le scalinate che conducono ai piani superiori, dove si trovavano le camere dei frati, la cappella privata dell’abate, la foresteria e l’antica libreria.
Terre Sicane Wine Fest a Contessa Entellina - Rassegna enogastronomica promossa dalla Strada del Vino Terre Sicane e dal Comune di Contessa Entellina nel cuore del Parco dei Monti Sicani. L’evento dedicato alle migliori espressioni vinicole delle Terre Sicane. luglio https://www.facebook.com/terresicanewinefest/
Per Aspera ad Astra a Contessa Entellina - Nella magica atmosfera del Castello di Calatamauro una serata dedicata alla bellezza. Visita guidata, degustazione dei vini del territorio e di prodotti locali. agosto https://www.facebook.com/castellodicalatamauro/
Cefala Diana e l'alto Belice Corleonese
Cefala Diana comune della Città Metropolitana di Palermo, 563 m s.m., patrono San Francesco di Paola 17-18 agosto,
Chiesa di San Francesco di Paola.
in fondo a una valle sono i rinomati Bagni di Cefalà, con un bell'edificio termale,
Chiusa Sclafani e l'alto Belice Corleonese
Chiusa Sclafani comune della Città Metropolitana di Palermo, 658 m s.m., patrono San Nicola di Bari 6 dicembre.
Il collegio di San Leonardo è una costruzione completata nel 1677: comprende anche un chiostro e una chiesa, l'ottocentesco Palazzo Bonfiglio,
Chiesa Madre intitolata a San Nicolò di Bari. La Chiesa è il frutto di varie fasi di costruzione: l'edificazione originaria risale al XIV secolo mentre tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800,
la Chiesa intitolata a Santa Caterina contenente, tra l'altro, il cinquecentesco trittico raffigurante la Madonna col Bambino e Santi.
il complesso della Badia delle Benedettine - dal bel portale barocco e comprendente anche l'ex Chiesa della Santissima Annunziata ed il seicentesco complesso dei Padri Olivetani.
Sagra della Ciliegie di Chiusa Sclafani a giugno, stand di prodotti tipici locali,
Sagra delle Pesche ad agosto ,
Corleone e l'alto Belice Corleone comune della Città metropolitana di Palermo, 542 m s.m., patrono San Leoluca 1° marzo,
la chiesa matrice di San Martino (sec. XVIII)
la chiesa del collegio di Maria, in stile rococò
la chiesa dei Cappuccini, che conserva all'interno pregevoli opere di intaglio ligneo
la chiesa del Salvatore, con stucchi e affreschi
la settecentesca chiesa dell'Addolorata, a pianta centrale.
Di interesse naturalistico sono: il sughero monumentale di Castrateria; Rocca Busandra, vetta di 1613 metri, la più alta della Sicilia occidentale e antica riserva di caccia dei Borbone, con crinali e punti panoramici per escursionisti; area dei laghetti, i gorghi “tondo” e “lungo”, che si trovano sul versante orientale, il versante di Godrano; e le Gole del Drago.
Le Gole del Drago sono un canyon naturale, formato dal fiume Frattina nel territorio di Corleone, a pochi km da Palermo. Le piccole cascate e le piccole piscine formate dall’acqua, le cosiddette Marmitte dei Giganti, sono uno spettacolo della natura.
In Contrada Tagliavia, l'ottocentesco Santuario della Madonna del Rosario, costruito in seguito al ritrovamento di un'immagine su pietra della Madonna del Rosario che si conserva all'interno del santuario
All’interno del parco di Ficuzza si trovano anche opere di interesse storico come La Real Casina Borbonica e il trono del Re.
La Real Casina di caccia è un palazzo reale imponente immerso nel verde, con davanti un enorme prato e dietro il fitto bosco di Ficuzza. Il palazzo fu costruito per volere per volere del re Ferdinando di Borbone. Nel 1799, in seguito ad insurrezioni e all’avanzata napoleonica, il re lascia Napoli insieme alla sua famiglia per trasferirsi a Palermo, dove fa costruire la Palazzina Cinese, e a Ficuzza fa costruire la sua residenza estiva, la Real Casina Borbonica, ed il bosco diventa la sua tenuta di caccia.
Carnevale Corleonese, con i suoi carri e minicarri, gruppi in maschera e sfilate di cavalieri per le vie della città. "U Riavulicchiu”, maschera che balla, saltella, tintinna, fugge e ritorna, solo o a branchi, è il padrone del carnevale corleonese.
Siccagno Fest" a Corleone a settembre. Il Pomodoro Corleonese Nano Siccagno è una varietà tipica del territorio Palermitano, utilizzato per produzione di salsa e di concentrato (Strattu) https://www.facebook.com/siccagnofest
Giuliana e l'alto Belice Corleonese
Giuliana comune della Città metropolitana di Palermo, 710 m s.m., patrono Madonna dell'Udienza 3 settembre
Giuliana nel centro dei Monti Sicani, a dominio della Valle del Sosio, il Castello di Federico II, domina sul centro abitato, da visitare la Chiesa della SS.ma Trinità: sorge nella parte alta del paese e venne edificata tra il 1648 e il 1655 per iniziativa dell’abate Leonardo Ragusa,
la Chiesa del SS. Crocifisso: domina con la sua scenografica facciata l’omonima piazzetta, nella parte alta del centro urbano, fu eretta in forme barocche nel 1738 sul sito della distrutta Chiesa medievale di S. Margherita, un Crocifisso ligneo cinquecentesco, su croce di diaspro, oggetto di particolare culto da parte dei Giulianesi a seguito del “miracolo della pioggia” del venerdì 24 Aprile 1579. La barra processionale del Crocifisso, in stile neo-gotico, è opera dell’artigiano Giuseppe Miceli da Burgio. All’interno sono custoditi una serie di dipinti settecenteschi di ignoto autore: “L’Adorazione dei Magi”; “La Madonna delle Grazie”; “S. Antonio di Padova”; “S. Margherita”.
Chiesa di San Nicolò di Bari (dell’Abbadia): fu eretta nel 1550 e si affaccia con la fiancata meridionale sulla piazzetta del SS. Crocifisso. È comunemente detta Abbadia e costruita insieme all’annesso monastero delle suore benedettine.
Mostra Mercato L'Oro Verde di Giuliana, Sagra dell'Olio e Tabisca. Un percorso che vi porterà alla riscoperta di sapori e profumi legati alla tradizione culinaria, dell'artigianato e del folklore locale.
Godrano e l'alto Belice Corleonese
Godrano comune della Città Metropolitana di Palermo, 698 m s.m., patrono San Giuseppe 2 settembre
chiesa dedicata all'Immacolata Concezione. L'attuale costruzione si deve a una risistemazione datata 1791 di una chiesa preesistente dedicata a San Pietro apostolo
A Godrano è presente il museo etno-antropologico "Godranopoli"', museo della civiltà contadina a cui è legato un centro d'arte, fondato dallo studioso e critico d'arte Francesco Carbone.
Il Caciocavallo Godranese, chiamato comunemente il "fiore a quattro facce", ha la forma di un parallelepipedo dagli angoli smussati
Mezzojuso e l'alto Belice Corleonese
Mezzojuso comune della Città Metropolitana di Palermo, 534 m s.m., patrono San Giuseppe 19 marzo e san Nicola di Bari 6 dicembre, la chiesa madre dell'Annunziata è di origine normanna e di rito latino; quella di San Nicola di rito greco.
Chiesa di Maria SS.ma Annunziata a Mezzojuso è una chiesa Madre di rito latino ed è situata a monte della Piazza Umberto I, tra il Castello di Mezzojuso e la Matrice Greca.
La sua costruzione risale al secolo XI in seguito all'espulsione dei saraceni.
Nel corso dei secoli l'edificio ha subito vari rimaneggiamenti, i più importanti nel 1527 e nel 1680 quando la chiesa fu ampliata nella parte del retro inglobando parte del giardino del castello e altri lotti di terreno.
Chiesa di San Nicolò di Mira è la principale chiesa di rito greco-bizantino a Mezzojuso.
Disposta a fianco della Matrice Latina si affaccia su Piazza Umberto I insieme al vicino Castello.
Fu costruita nel 1516 a ridosso di una Torre già esistente, intorno alla fine del ‘500 venne poi abbattuta e ricostruita di dimensioni maggiori secondo le esigenze del rito greco-bizantino.
La costruzione del campanile risale agli inizi del ‘600. I lavori consistettero nella sopraelevazione della Torre nella quale si trovava l’orologio pubblico.
L'edifico presenta un impianto a navata sormontata da una volta a botte. Le superfici interne della chiesa presentano decori di stile greco realizzate durante la seconda metà dell’800.
All’interno si trova l’iconostasi che contiene icone bizantine del XVI secolo, una Theotokos del XIII secolo, un Crocifisso d’avorio su croce d’ebano del XVII secolo, una crocetta athonita di legno e numerose statue lignee.
Il Museo del Mastro di Campo a Mezzojuso è una mostra permanente sui Carnevali Storici di Sicilia. Particolare attenzione è rivolta alla sezione dedicata al Mastro di Campo, ovvero la festa popolare che si svolge ogni anno da oltre due secoli a Mezzojuso l’ultima domenica di carnevale.
Il Museo dell'Opera dei Pupi di Mezzojuso, L'Isola dei Pupi è un piccolo museo che ospita la raccolta di pupi siciliani creata da Biagio Bonanno in una vita di appassionato collezionismo.
Si svolge ogni anno, nell'ultima domenica di Carnevale, "Il Mastro di Campo", nella pubblica piazza. Si tratta della festa più importante per Mezzojuso, di una rara permanenza su quelle antiche rappresentazioni in forma pantomimica, che si usavano svolgere nelle piazze. Di questa pantomima trattò già nel XVIII secolo, il Villabianca, ma la inquadra a Palermo, presso gli antichi quartieri del centro storico della città, si presume siano la Kalsa o l'Albergaria, dove era nota come “Atto di Castello”.
Marineo e l'alto Belice Corleonese
Marineo comune della Città Metropolitana di Palermo, 531 m s.m., patrono San Ciro terza domenica di agosto,
la chiesa matrice conserva una sontuosa tribuna barocca e una pregevole urna d'argento settecentesca, contenente le spoglie di san Ciro.
Collegio di Maria e chiesa di San Vincenzo Ferreri. Il luogo di culto custodisce il dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino ritratta nell'atto di consegnare l'indulgenza a San Francesco d'Assisi e Santa Chiara, opera di Filippo Randazzo.
Chiesa di San Michele Arcangelo (1630). Statua raffigurante la Madonna del Carmelo del 1809 ante, legno policromo, attribuzione, opera commissionata dalla Congregazione della Madonna del Carmelo a Girolamo Bagnasco.
Cappella di Nostra Signora di Guadalupe, la costruzione sorge sulla serra di Marineo, è stata ideata e fortemente voluta per la sua immensa devozione, da padre Francesco Francaviglia che per tanti anni è stato missionario in Messico
La posizione del Santuario Madonna della Dayna o della Pietà, caratteristico è il picco roccioso su cui esso si eleva, lo si può ammirare da tutto il paese e dintorni. Dalla terrazza centrale si può godere di un vasto panorama a 360 gradi di tutto il circondario: un suggestivo scorcio della rocca, tutto il paese, tutta la valle dell’Eleutero e, nelle giornate limpide, anche alcune isole delle Eolie.
Il castello, posto su uno sperone roccioso, la lapide posta all'ingresso del piano nobile del maniero segna l'anno 1559 come data di edificazione. Dalla torre del castello marinese si gode una vista incantevole: verso ovest è possibile ammirare le incontaminate Gole dello Stretto, scavate dalle acque dell'Eleuterio fra i massicci collinari della Montagnola e del Pizzo Parrino.
il santuario della Madonna dello Scanzano
InVicoliDiVersi il 5 agosto 2023 a Marineo la manifestazione artistico-culturale che ha lo scopo di valorizzare la poesia e l’arte portandola in strada, alla portata di tutti. https://www.facebook.com/people/Invicolidiversi/100063955093085/
Monreale e l'alto Belice Corleonese
Monreale comune della Città Metropolitana di Palermo, 310 m s.m., patrono San Castrenze 2 febbraio. Il complesso abbaziale è molto articolato, con numerosi cortili e chiostri, tra i quali si segnala quello di San Benedetto (1612) con una bella fontana, è intitolato a Santa Maria la Nuova: la facciata è fiancheggiata da due poderose torri campanarie quadrangolari ed è preceduta da un portico settecentesco (a tre archi sorretti da colonne in stile dorico e sormontato da una balaustra) sotto cui è il portale maggiore, chiuso da imposte bronzee (1186) attribuite a Bonanno Pisano; il portico rinascimentale (1547-69) di Gian Domenico e Fazio Gagini, sul fianco sinistro, racchiude un altro portale con battenti bronzei (1179), opera di Barisano da Trani; la parte della costruzione che sovrasta l'altare, detta “Santuario”, soprelevata e con tre absidi, domina l'intero edificio e si presenta all'esterno come uno dei più grandiosi esempi dell'architettura arabo-normanna. L'interno è a pianta basilicale; nella parte superiore delle pareti corre uno stupendo e vastissimo ciclo di mosaici su fondo oro (1180-90) raffigurante fatti dell'Antico e del Nuovo Testamento e il Cristo Pantocratore, secondo i modelli bizantini; qui è anche ospitato il Tesoro del Duomo che contiene reliquiari, arredi sacri. Il chiostro è quanto rimane del convento benedettino: di forma quadrata, è tutto cinto da un portico ad archetti acuti sorretti da 228 colonnine binate con capitelli di grande rilievo artistico. In città ha sede la Civica Galleria d'arte moderna “Giuseppe Sciortino”, dedicata ad opere di pittura e scultura moderna e contemporanea.
L'organo a canne della Cattedrale è stato costruito tra il 1957 e il 1967 dai Fratelli Ruffatti di Padova. Il progetto è stato ideato sotto l'episcopato dell’Arcivescovo Francesco Carpino; ha partecipato alla progettazione Mons. Antonino Orlando, all'epoca organista titolare. Il concerto inaugurale ebbe luogo il 24 aprile 1967 e venne eseguito da Fernando Germani.
Lo strumento si compone di 121 registri per poco più di 7.000 canne suddivise in tre corpi sonori.
La frazione San Martino delle Scale, si sviluppò un'abbazia benedettina, distrutta nel sec. IX dagli Arabi, riedificata nel Trecento, rimaneggiata più volte. Il complesso abbaziale è molto articolato, con numerosi cortili e chiostri, tra i quali si segnala quello di San Benedetto (1612) con una bella fontana. La chiesa, di fondazione cinquecentesca, è a navata unica e conserva numerosi dipinti di vari artisti, tra cui Filippo Paladino e Pietro Novelli, notevoli opere scultoree e un imponente coro ligneo intagliato, realizzato parte nel Cinquecento e parte nel Settecento.
L’Itinerarium Rosaliae, il cammino, percorribile, fra ambienti incontaminati di grande pregio e aree culturali molto suggestive dalle spiccate peculiarità culturali, interessa le Arcidiocesi di Palermo, di Monreale, di Agrigento e l’Eparchia Greco Albanese di Piana degli Albanesi https://www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/itinerarium-rosaliae.php
Grisì in Festa - Sagra dei Sapori siciliani a luglio a Grisì, frazione del comune di Monreale. A Grisì, paese caratteristico di verdi e dorati paesaggi agricoli, a pochi minuti da Partinico, Alcamo e dai centri del Golfo di Castellammare,una manifestazione in cui saranno protagonisti il gusto della tradizione culinaria siciliana dello Street Food, https://www.facebook.com/grisinfesta/
Palazzo Adriano e l'alto Belice Corleonese
Palazzo Adriano comune della Città Metropolitana di Palermo, 696 m s.m., patrono san Nicola di Bari 6 dicembre.
Il paese ha impianto urbano a raggiera nella cui piazza centrale si fronteggiano la chiesa madre dell'Assunta, di rito greco.
Le due chiese parrocchiali: quella dedicata a Maria SS. Assunta, di rito bizantino, il cui interno conserva la pregevole vara lignea del Crocifisso dello scultore Benedetto Marabitti e numerose tele di scuola palermitana dell'800 (Patania, Di Giovanni, Carta) e quella dedicata a S. Maria del Lume, di rito latino, costruita sull'antica chiesa di San Sebastino su progetto dell'architetto Ferrigno; gli altari sono adorni di preziose pitture di grande valore artistico della scuola di Pietro Novelli.
L’arco della Madonna dell'Entrata o Madonna Oditrigia, che ricorda il primo ingresso degli albanesi a Palazzo Adriano.
Nella parte alta invece si trova la chiesa della Madonna del Carmelo con l'interno ad unica navata e l'esterno adornato da un maestoso portale con colonne dai capitelli corinzi. Il nucleo più antico è sul colle S. Nicola dove si trovano i ruderi dell'antico Castello del secolo XIV edificato secondo la tipologia dei palazzi-torre. Nei primi decenni del XIX secolo il castello fu adibito a residenza reale durante i rapporti che Ferdinando IV intrattenne coi palazzesi. Gli ultimi ad utilizzare la struttura furono i Borboni. Il castello è sede del Museo Civico Real Casina, con una sezione dedicata alla cultura Arbereshe.
Nel suo territorio che si trova la Valle del Sosio,
Sagra della Cucci-Grure devozione e tradizione il 1° di agosto, ricordando le antiche origini albanesi a Palazzo Adriano (Palermo) comunità di origine Arberëshe della Sicilia. Museo Real Casina, Mostra di Parati, Oggetti, sacri e Ricami in Oro della tradizione Arberësh.
Nella notte precedente la 1° domenica di agosto si suole salire sulla Montagna delle Rose (m. 1454 s.l.m.) e all’alba, volti ad oriente si suole cantare il nostalgico canto albanese “O e Bakura Moré” che ricorda l’antica patria d’origine: l’Albania. La sera nella Piazza Umberto I, viene distribuita la “Cuccia” alimento a base di fave, ceci, grano tutto condito con vino cotto, come giorno d’inizio della quaresima orientale della festa della Madonna Assunta e come ricordo dell’arrivo degli Albanesi a Palazzo Adriano. Degustazione di prodotti locali.
La Festa di San Martino è un'originalissima ricorrenza folcloristica che celebra le coppie sposate nell'arco dell'ultimo anno; queste ricevono dai parenti e dagli amici più intimi dei regali che sono portati da fanciulli, nella mattinata, in cesti arricchisti da fiori e dolci.
Durante la festa viene consegnata ai novelli sposi la pitta, il tradizionale pane circolare ricco di simboli religiosi, filosofici e politici, che riassumono i valori della famiglia.
Per il centro del paese si potranno visitare i Sanmartini, le tipiche esposizione dei cesti contenenti i regali adornati di dolci e fiori, che i novelli sposi ricevono per l’occasione da amici e parenti
Sagra della CUCCIA-GRURE" devozione e tradizione il 1° di agosto, nella notte precedente la 1° domenica di agosto si suole salire sulla Montagna delle Rose (m. 1454 s.l.m.) e all’alba, volti ad oriente si suole cantare il nostalgico canto albanese “O e Bakura Moré” che ricorda l’antica patria d’origine: l’Albania. La sera nella Piazza Umberto I, viene distribuita la “Cuccia” alimento a base di fave, ceci, grano tutto condito con vino cotto
La Festa di San Martino a Palazzo Adriano si svolge nel mese di novembre e rievoca antiche tradizioni
Paradiso Film Fest a Palazzo Adriano è il festival cinematografico che ogni anno si tiene nella splendida piazza di Palazzo Adriano e tra le vie del borgo. https://www.paradisofilmfest.com/
Piana degli Albanesi e l'alto Belice Corleonese
Piana degli Albanesi comune della Città Metropolitana di Palermo, 720 m s.m., patrono Santa Maria Odigitria 2 settembre, è oggi la principale colonia albanese nell'isola e vi si conservano gli usi, i costumi, la lingua d'origine e il rito greco.
Piana degli Albanési comune della Città Metropolitana di Palermo, 720 m s.m., patrono Santa Maria Odigitria 2 settembre
Centro situato sul versante orientale del monte La Pizzuta, in prossimità dell'omonimo lago artificiale. Fu fondato nel 1488, col nome di Hora, da una comunità di albanesi.
È oggi la principale colonia albanese nell'isola.
La chiesa di San Demetrio, di rito greco, è cinquecentesca: ha pianta a croce greca con tre navate absidate divise da archi a pieno centro e presenta l'iconostasi (cioè il divisorio, tipico delle chiese bizantine, che separa i fedeli da chi celebra la funzione); conserva il notevole altare maggiore, la decorazione absidale (opera secentesca di Pietro Novelli) e tre tavole bizantineggianti.
La chiesa dell'Odigitria (sec. XVII), eretta su progetto del Novelli, conserva un Trionfo della Vergine ligneo barocco.
La più antica delle chiese, San Giorgio, ha un monumentale portale con timpano spezzato.
A S dell'abitato è il lago di Piana degli Albanesi.
Piana degli Albanesi, Hora o Piana degli Albanersi, l'originario nome della città, fondata il 30 agosto 1488 fu la prima delle città albanesi in Sicilia, alle falde della Pizzuta, dove sorge la chiesa della Madonna dell'Odigitria, gli albanesi edificarono il primo impianto della città articolato per ospitare circa 1500 abitanti, con un assetto urbano adatto a una popolazione strutturata secondo l'organizzazione sociale greco albanese. Sorsero così i quartieri San Vito, San Giorgio, San Demetrio, e il quartiere detto Piazza Pubblica.
Cattedrale di San Demetrio - Rito Greco a Piana degli Albanesi
Intitolata a San Demetrio Megalomartire, è stata edificata nel 1498, poi rimaneggiata, e affrescata da Pietro Novelli nella prima metà del XVII secolo, come si ammira in particolar modo all’abside mediana. La pianta è a croce greca, con tre navate e con absidi chiuse da iconostasi. Sulla volta, il Padre Eterno benedicente tra arcangeli e cherubini; sotto, gli Apostoli, il Cristo Risorto e i Quattro Padri della Chiesa Greca. Insieme con la bella icona cinquecentesca della Vergine con il Bambino, realizzata con la tecnica della tempera ad uovo tipica della scuola senese, si ammirano il bellissimo gruppo in legno policromo ottocentesco raffigurante S. Demetrio di Tessalonica e S. Nestore, di Girolamo Bagnasco e bottega; la Madonna di Trapani, in marmo alabastrino, realizzata da scuola tosco-lombarda tra il XV e il XVI secolo; a destra, alla fine della navata, la statua di Santo Spiridione, realizzata da Nicolò Bagnasco come quella di San Giuseppe all’altare di destra. Nella facciata, i due mosaici di scuola monrealese (1960).
Chiesa di San Giorgio Megalomartire a Piana degli Albanesi
È la più antica di Piana degli Albanesi (originaria del 1495). La volta è interamente affrescata dal Crestadoro (1759) che dipinge San Giorgio in Gloria, mentre all’inizio della parete di destra troviamo un bel mosaico del Battista realizzato nel 1984. Sempre a destra, sopra la porta laterale, ecco il San Filippo Neri dipinto da Giuseppe Patania. All’abside occidentale c’è dipinto con la tecnica del falso mosaico il Cristo Pantocratore. A sinistra, la nicchia con la statua in legno di San Giorgio che trafigge il drago di Nicolò Bagnasco, opera tra le più riprodotte nella cesellatura dei brezi, le fibbie degli abiti tradizionali femminili. In fondo, l’affresco che raffigura Sant’Antonio Abate, da molti attribuito ai Novelli, padre e figlio.
Chiesa di San Nicola a Piana degli Albanesi
Edificata alla fine del XVI secolo, nell’ambone di sinistra vi si custodiscono icone del Seicento e del Settecento provenienti dalla palermitana Chiesa di San Nicola. Ad una navata, si mette in luce anche per le icone settecentesche realizzate da Ioannichios (ai tre registri dell’iconostasi), monaco dell’abbazia di Mezzojuso, il più famoso artista di icone dell’Italia meridionale secentesca. A lui si deve la cosiddetta “scuola siculo-cretese”, riconoscibile per la lavorazione del fondo in argento a mecca. Iniziando da destra, ecco le icone riproducenti San Giuseppe di Manusakis (opera del 1973), San Partenio, Sant’Atanasio, Sant’Eleuterio e Santa Barbara. A sinistra, Santa Caterina, San Giovanni Crisostomo e Sant’Antonio. La chiesa custodisce anche un bel tabernacolo ligneo del XVIII secolo e una statua in legno dorato raffigurante l’Immacolata (XVII secolo).
Chiesa della Madonna dell'Odigitria a Piana degli Albanesi
Costruita nel XVIII secolo, è l’unica testimonianza dell’opera di Pietro Novelli come architetto: le tre navate sono suddivise da quattro colonne che sorreggono la grande cupola ottagonale che, contrariamente a quanto succede nelle chiese barocche, risulta più vicina all’ingesso che all’altare maggiore. Qui si ammira, incassato in una statua secentesca, il quadro della Vergine Odigitria che la tradizione dice essere stato portato fin qui dai primi coloni albanesi. Alle navate laterali si susseguono quattro altari barocchi a marmi policromi e, tra i dipinti, quello raffigurante l’Arcangelo Michele (1700) e una crocifissione in legno ritagliato e dipinto.
Pashkët Arbëreshe në Sicili / La Pasqua Albanese in Sicilia, Piana degli Albanesi - Hora e Arbëreshëvet.
mmersi nel clima di convivenza tra diverse etnie, a Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, S. Cristina Gela, Mezzojuso e Palazzo Adriano i riti pasquali sono caratterizzati dalla solennità e dalla magnificenza delle celebrazioni che si sono tramandate nei secoli, mantenendo inalterato tutto il loro fascino. https://sandemetriopiana.blogspot.com/
Memoriale di Portella delle Ginestre
Il Memoriale di Portella delle Ginestre è una originale sistemazione naturale-monumentale del luogo, situato ad appena tre chilometri da Piana degli Albanesi in direzione di S. Giuseppe Jato. La sistemazione monumentale di Portella della Ginestra è un'opera di land art , dove vi furono i caduti del primo maggio 1947, si innalzano grandi massi, alti da 2 a 6 metri, cavati sul posto della pietraia, che sembrano magicamente collegati come i preistorici menhir. Uno di essi è il masso di Nicola Barbato, altri figurano sinteticamente corpi, facce e forme di animali caduti. In altri due sono rispettivamente incisi i nomi dei caduti e una poesia del poeta siciliano Ignazio Buttitta. https://www.facebook.com/1MaggioPortellaDellaGinestra/
Prizzi e l'alto Belice Corleonese
Prizzi comune della Città Metropolitana di Palermo, 966 m s.m., patrono San Giorgio 23 aprile, ).Centro situato nell'alta valle del fiume Sosio. L'abitato si presenta con un dedalo di stretti vicoli e scalinate.
La chiesa madre risale al 1561; nella chiesa di Sant'Antonio Abate sono un gruppo raffigurante la Madonna col Bambino e un'acquasantiera, ambedue cinquecenteschi.
Nel centro storico le pareti delle case sono abbellite da murales colorati, opera di artisti siciliani
l Ballo dei Diavoli di Prizzi è una spettacolare festa che corre sul confine tra il sacro e il profano e scalda gli animi della gente con antichi riti. La festa è senza dubbio una delle rappresentazioni più caratteristica della Pasqua in Sicilia e ha reso il piccolo comune in provincia di Palermo celebre nel mondo.
Tra Diavoli e Morte
La domenica di Pasqua, a Prizzi, bisogna stare attenti alla Morte! La riconoscerete dall’abito giallo, dal ghigno stampato sulla maschera e dalla balestra; è lei scegliere tra il pubblico le vittime che condurrà all’inferno. Una volta prese, le vittime saranno accompagnate dai Diavoli in una casa. Qui hanno una sola possibilità di riscattare la propria anima: dovranno pagare un obolo, una piccola offerta di denaro
A differenza della Morte, i Diavoli vestono una tuta rossa e indossano una grande maschera. Gomito a gomito con la Morte, trascorreranno la loro giornata importunando e imprigionando le persone.
L’incontro tra la Madonna e il Cristo risorto e il Ballo dei Diavoli
Diavoli e Morte non stanno a guardare nemmeno quando il simulacro della Madonna si appresta a riabbracciare quello del Cristo risorto. Le forze del Male tenteranno di impedire ’u Ncontru con lu Ballu di li Diavoli vero e proprio.
I Diavoli riusciranno a impedire l’incontro tra Maria e Gesù risorto per due volte, ma al terzo tentativo verranno colpiti e uccisi dagli Angeli mentre le campane suonano a festa! La Madonna perde quindi il suo luttuoso manto nero mostrando la veste celeste e riaffermando la vittoria del Bene sul Male.
I Diavoli, sconfitti, compiranno il rito di purificazione dal peccato con il gesto del pigliari 'a paci chinandosi per tre volte davanti alle due statue.
Le origini de u Ballu di Diavuli
Nello spettacolare Ballo dei Diavoli si fondono fede e folclore diventando il campo dello scontro tra opposti: cristianesimo e paganesimo, primavera e inverno, vita e morte. Non è difficile rintracciare nella ricorrenza echi di manifestazioni pagane che anticamente celebravano la Primavera e la rinascita della natura. Con il passare del tempo il rito è stato influenzato da tradizioni popolari che hanno assorbito elementi delle tragedie greche; su queste si è innestata l’interpretazione cristiana trasformando il rito in una lotta tra il Male e il Bene con il trionfo di quest’ultimo sottolineato dalla resurrezione di Cristo risorto. https://www.facebook.com/ballodeidiavoli
Presepe Vivente di Prizzi - Alla riscoperta degli Antichi mestieri e della tradizione gastronomica. La ricorrenza del Natale prevede la notte del 24 dicembre dopo la celebrazione eucaristica la Processione, la Sacra Famiglia in groppa all’asinello si reca alla grotta accompagnata dal gruppo di zampognari e deposizione del bambinello. Il 6 gennaio, nel pomeriggio, celebrazione eucaristica e Corteo dei re magi a cavallo, accompagnato dagli zampognari, venerazione di Gesù bambino. https://www.facebook.com/PresepeViventePrizzi
La Fiera di Prizzi, il 14 settembre, fiera con il completo assortimento di oggetti di casa, strumenti da lavoro, giocattoli e gastronomia. In passato la fiera era l'occasione unica per fare gli acquisti annuali con gli scarsi guadagni del raccolto e prima del precipitare del gelido inverno.
Nei giorni della manifestazione si svolge la Mostra Capi Selezionati Razze Bovini, presso il Foro Boario di Prizzi sito in C.da Zachia. https://www.facebook.com/prolocohippanaprizzi/
Roccamena e l'alto Belice Corleonese
Roccamena comune della Città Metropolitana di Palermo, 480 m s.m., patrono San giuseppe 19 marzo, nel territorio di Roccamena insiste un interessante sito archeologico posto su Monte Maranfusa, una grande rocca ben difesa naturalmente da pareti a precipizio su tutti i versanti e sulla cui sommità si possono ammirare i ruderi di una fortezza, il castello di Calatrasi, già feudo dei normanni Malcovenant, in un suggestivo scenario naturale, si può ammirare lo splendido ponte Calatasi detto "Ponte del Diavolo", risalente alla seconda metà del XII secolo d.C.
Meloon Festival – “Gusti e Sapori di Collina”, Sagra del Melone Giallo a Roccamena.
Incontri, degustazioni, esposizioni, intrattenimento, una festa dedicata al territorio, alle tradizioni, alla cultura rurale e contadina https://www.facebook.com/people/Meloon-Festival-Comune-di-Roccamena/100067123611780/
San Cipirello e l'alto Belice Corleonese
San Cipirello comune della Città metropolitana di Palermo, 394 m s.m., patrono Madonna Addolorata 6-8 settembre
San Giuseppe Jato e l'alto Belice Corleonese
San Giuseppe Jato comune della Città Metropolitana di Palermo, 467 m s.m., patrono Madonna della Provvidenza 13-16 agosto,
Chiesa della Madonna della Provvidenza
Ubicata nel centro del paese è la chiesa santuario più importante, per i cittadini di San Giuseppe Jato, custodisce al suo interno la venerata effigie della Madonna della Provvidenza Patrona della cittadina.
Chiesa Madre Santissimo Redentore e San Nicolò di Bari
Si trova nel corso Umberto I in stile richiamante quello neoclassico e conserva al suo interno pregevoli opere come una statua lignea di San Giuseppe di Girolamo Bagnasco, alcuni affreschi di Giuseppe Carta.
Santuario della Madonna della Provvidenza, edificato nel 1852 e situato nell'ex-feudo Dammusi, dove il 21 luglio 1784, secondo la tradizione, Onofrio Zorba dopo un'apparizione della Madonna in sogno rinvenne il quadro in ardesia della Madonna della Provvidenza. Qui ogni anno avviene un pellegrinaggio.
Santuario dedicato ai Santi Cosma e Damiano, si trova sul monte Jato a 3 km dal paese. Si vuole sia stato fondato dai monaci basiliani che trasmisero il culto dei Santi Martiri, la tradizione popolare locale narra che qui si rifugiarono nella loro vita peregrina i santi Cosma e Damiano.
Santa Cristina Gela e l'alto Belice Corleonese
Santa Cristina Gela comune della Città Metropolitana di Palermo, 674 m s.m., patrono santa Cristina 29 luglio, la gran parte degli abitanti conserva lingua e tradizioni albanesi.
La Chiesa Madre Maggiore, dedicata alla Santa Patrona, restaurata nel 1800,ospita al suo interno alcuni preziosi oggetti di arredamento sacro donati alla chiesa dai duchi di Gela. Di pregevole fattura è la scultura in legno che raffigura San Giuseppe e il Bambino. L'opera risale al XIX secolo quando fu scolpita dal Bagnasco, famoso artista palermitano;
la palazzina Musacchia, ristrutturata di recente e adibita oggi come sede del Comune e della Polizia Municipale;
la casa Palermo, le decorazioni sulla facciata principale evidenziano le ricchezze dei conti di Gela, nota famiglia feudataria. Il palazzo, a due elevazioni, è in perfetto Stile Liberty, con un elegante balcone in ferro battuto.
La Settimana Santa a Santa Cristina Gela (PA). Nell'ultimo Venerdì di Quaresima, si canta in lingua albanese il canto della Resurrezione di Lazzaro, il venerdì santo si interpreta in siciliano il canto della Passione.
Villafrati e l'alto Belice Corleonese
Villafrati comune della Città Metropolitana di Palermo, 450 m s.m., patrono Santissima Trinità seconda domenica di giugno. La settecentesca parrocchiale custodisce una cantoria e un organo coevi.
Interessante sono il complesso palaziale settecentesco chiamato Baglio e la Porta dei Misteri all'ingresso della Chiesa Madre. Il Baglio è un complesso edilizio costruito per scopi residenziali dalla famiglia dei Filangieri. È costituito da grandi ambienti, un tempo fastosamente ornate, circondato da tre corti. La Corte principale, a pianta ovale, collega il corso, asse viario di maggiore importanza del paese, agli interni e i corpi destinati all'attività baronale con gli edifici dedicati alla servitù e con l'ingresso secondario di una costruzione adibita a teatro. La porta dei Misteri è l'ingresso della Chiesa Madre. È costituita da sei pannelli in bronzo che recano narrazioni di eventi religiosi connessi alla storia del paese.
la Chiesa della SS. Trinità, a navata unica, costruita sempre per volere dei Filangeri nel XVIII secolo,
la Chiesa di Sant'Antonio da Padova del 1745.
A Villafrati è molto sentito il culto del SS. Crocifisso in onore del quale si svolge ogni anno la cunnutta di torci una sfilata di muli e cavalli bardati a festa che trasportano grano quale ringraziamento per la buona annata. I fantini, in segno di devozione, portano in mano ceri accesi decorati da mazzi di fiori. La manifestazione, pur di carattere religioso, assume una notevole importanza nel suo legame con il culto di Cerere.
Ultima Fiera Verde a Villafrati . La manifestazione, che affonda le sue radici nei primi anni della fondazione del paese, si svolge in occasione dei festeggiamenti in onore della Santissima Trinità a cui è dedicato il Duomo di Villafrati. La fiera, che si tiene nella seconda domenica di giugno, degustazioni dei prodotti tipici locali, ricotta, cudduruni, muffolette. https://www.facebook.com/prolocovillafrati2017/
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