La realizzazione dei crocifissi rappresenta un forte messaggio evangelico, la crocifissione rappresenta la pena capitale degli antichi romani ai criminali non cittadini di Roma, il condannato veniva condotto con la sola trave, patibulum, e dopo doveva essere eseguita l'esecuzione, gli venivano inchiodate le mani, la traversa veniva issata e dopo gli venivano inchiodati i piedi, nello stipes .
Con l'editto di Costantino nel 313 si proclama il trionfo del Cristianesimo e fa apparizione la Croce
Con il concilio di Trullano del 602 si dispone di rappresentare espressamente la crocifissione
L'immagine del crocifisso cosi come la conosciamo si difuse dopo il concilio di Trullano svolto a Costantinopoli , solo secoli dopo colui che toglie i peccati dal mondo, viene raffigurato come un un uomo pieno di dolori, con il capo reclino ed incoronato da una corona di spine. La ferita sul fianco destro o lato buono ed è da questa ferita che sgorgano acqua e sangue, l'Evangelista San Giovanni riscontra i due sacramenti L'Eucarestia ed il Battesimo.
Riscontriamo nella rappresentazione di Gesù in Croce le figure della Madonna , San Giovanni Evangelista La Maddalena , il centurione romano Longino che ha inferto il colpo di lancia nel costato, Stephaton il soldato romano che porge la spugna intrisa d'aceto, i due ladroni ed i soldati romani , si possono trovare anche figure con San Francesco d'Assisi.
Con il concilio di Trento vengono impartite le direttive alla quale si devono ispirare gli artisti nella raffigurazione delle opere d'arte sacra. Senza risalire agli antichi Concili e a quello di Trento e all'Istruzione di Urbano VIII, basta menzionare i canoni C. I. C. 485-1161-1162-1164-1178-1261-1268-1269-1279-1280-1281-1385-1399.
Merita di essere ricordato il tenore di alcuni di questi canoni. Nel can. 1261 viene richiamata l'attenzione degli Eccmi Ordinari sul grave obbligo di vigilare, perché non venga introdotta nel culto divino qualsiasi cosa che contrasti con la vera fede o si discosti dalla tradizione ecclesiastica. Nel can. 1399 sono dichiarate proibite per legge le immagini, in qualsiasi modo stampate, contrarie al modo di sentire ed alle prescrizioni della Chiesa. Non si permetta mai che siano esposte nelle chiese o negli edifici sacri immagini, che siano espressioni di una dottrina falsa o che offendano il pudore o il decoro, o che possano indurre gli incolti in errori pericolosi. Inoltre, secondo il disposto dei canoni 485 e 1178, gli Ordinari faranno rimuovere dagli edifici sacri tutto quello che contrasta con la santità del luogo e con la riverenza dovuta alla casa di Dio; ne consegue quindi che non può tollerarsi il costume di esporre alla venerazione dei fedeli, sugli stessi altari o sulle pareti contigue una incomposta molteplicità di statue o di immagini di scarso valore artistico, per lo più stereotipate.
Il Concilio di Trento o Concilio Tridentino fu il XIX Concilio ecumenico della Chiesa cattolica, aperto da papa Paolo III nel 1545 e chiuso, dopo numerose interruzioni, nel 1563. Con questo concilio venne definita la riforma della Chiesa (Controriforma) e la reazione alle dottrine del calvinismo e luteranesimo (Riforma protestante).
Fu un concilio importante per la storia della Chiesa, tanto che l'aggettivo "tridentino" viene usato ancora oggi per definire alcuni aspetti caratteristici della Chiesa cattolica
Sebbene il Concilio emanasse soltanto principi generali sulla liceità dell'uso delle immagini, l'arte del tardo XVI secolo e del XVII secolo risentì di questi cambiamenti religiosi.
Il Barocco, generalmente considerato l'espressione artistica della Chiesa post tridentina, non è in realtà che l'espressione del nuovo ordine e del potere ritrovato dalla Chiesa dopo le divisioni e i ripensamenti del XVI secolo.
Calvino e Zwingli sono intransigenti verso le immagini e qualunque orpello di cui la Chiesa si veste, Andrea Carlostadio è, tra i predicatori tedeschi, il più duro verso quelli che definisce idoli di pittura. Anche Erasmo da Rotterdam aveva notato, nel suo Elogio della follia (1511) che le immagini sacre alimentavano un rito pagano della venerazione dei Santi. In molte città tedesche, inglesi, francesi, svizzere, si passa quindi all'atto pratico della distruzione in una massiccia campagna iconoclasta, proprio come, anni prima, Savonarola fece a Firenze. Ma il principale protagonista della Riforma protestante, Lutero, è in disaccordo con questo intransigente movimento iconoclasta e la sua posizione si avvicina a quella che assumerà la Chiesa cattolica nelle ultime sedute del Concilio nel 1563: la funzione didattica che la tradizione cattolica ha da sempre attribuito alle immagini è essenziale per la crescita della fede tra gli incolti, insomma, le arti figurative sono o devono essere la Biblia pauperum, la bibbia dei poveri analfabeti, già legittimata da Gregorio Magno nel VI secolo.
De invocatione, veneratione et reliquis sanctorum et sacris imaginibus.
In questo decreto la Chiesa romana introduce il controllo delle opere da parte delle autorità religiose locali. La piena leggibilità, il decoro, devono essere caratteristiche imprescindibili; le deformazioni, i lussi e i viluppi e le disinvolture del Manierismo sono condannati senza appello. Ma il decreto non pone delle regole ferree, non mette confini espliciti, si affida al controllo delle gerarchie locali. Nascono dei trattati che tentano di codificare queste norme: le Instructiones fabricae et suppellectilis ecclesiasticae (1577) di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, e il Discorso intorno le immagini sacre e profane (1582) dell'arcivescovo di Bologna Gabriele Paleotti sono i più importanti.
Alcuni Simboli cristiani:
La Passione di Cristo rappresentata come Ecce Homo cioè il momento storico della vita terrena di Gesù che dopo essere stato flagellato, incoronato di spine, deriso dai soldati romani, viene presentato a Pilato e gli ebrei chiedono la sua crocifissione, in cambio della liberazione di un altro uomo.
Il teschio ai piedi della croce che simboleggia l'uomo vecchio Adamo. La croce di nostro signore Gesù l'uomo nuovo sia stata piantata sopra la sepoltura di Adamo in modo che il sangue di Cristo cadendo potesse bagnare le ossa del nostro progenitore, cancellando il suo peccato.
Il serpente avvinghiato all'albero del bene e del male, che simbolegia il peccato originale cancellato da Gesù Cristo con il suo sacrificio.
Il pellicano raffigurato come l'animale che per nutrire i suoi piccoli si squarcia il petto per dare il suo sangue
Il sole e la luna simboleggiano il buio che da mezzo giorno alle tre scese dopo la morte di Gesù
La chiesa e la sinagoga rafigurano il nuovo ed il vecchio testamento
L'aquila rappresenta l'Evangelista San Giovanni
Il toro, l'Evangelista San Luca
L'angelo l'Evangelista San Matteo
Il leone l'Evangelista San Marco
La colomba con il ramoscello d'ulivo rappresenta l'immagine dell'anima nella pace divina
Il pavone rappresenta l'anima immortale
L'agnello allude alla morte di Gesù per noi mortali
Il sole e la luna che simboleggiano il buio che a mezzogiorno si fece in tutrta la terra nel giorno in cui Gesù spirò.
Cristo nell'arte cimiteriale come un pesce, dal greco ichtùs con il suo acronimo Iesus Cristòs Theòu Uiòs Soter - Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore
Il monogramma di Cristo la X e la P intrecciate insieme le prime due lettere della parola Cristos cioè l'Alfa e l'Omega indicante il principio e la fine.
La ferita al costato detta del lato buono o della vita eterna risale agli scritti di Sant Agostino, dove nel sangue e nell'acqua che uscirono dal costato di Gesù, l'evangelista San Giovanni vide i sacramenti dell' Eucarestia e del Battesimo
Il seicento edi il settecento i luoghi comuni dell'arte erano a tutto vantaggio della pittura a fronte di una intellettualità supposta della pittura. Il disprezzo per i lavori manuali rispetto a quelli manuali aveva pesato nel giudizio sull'arte a pesare un opera di Tommaso D'Aquino facendo una differenza tra le arti liberali e quelle meccaniche che sono pratiche. Nel settecento si procede ad una rivalutazione del lavoro umano riabilitando le arti meccaniche in arti applicate, verso la fine del 1700 il dibattito tra le forme d'arte si pone tra belle arti e artigianato ed in una distinzione tra i linguaggi dell'arte, si fa menzione dell'arte della terracotta, della cera del gesso, dello stucco, della pietra e del marmo ma non dell'arte dell'intaglio del legno.
Gli scultori appartengono alle corporazioni di arti e mestiere di origine medievale che dalle finalità iniziali religiose di mututo soccorso politiche e militari, maturando nel tempo privilegi monopolizzando le attività produttive, si emanciperanno, fino a quando per iniziativa del Vicerè Caracciolo le maestranza vennero ridotte e nel 1822 furono definitivamewntre abolite.
Gli scultori del legno continuano lavorare in una forma di esercizio ordinario del loro mestiere, ripetendo schemi acquisiti visti come forma d'arte minore. La diffusione della scultura lignea segue le rotte commerciali e quella della geografia sociale ed economica dei paesi. Se il commercio è florido insieme ai mercanti viaggiano anche gli artigiani, oltre alla sculture viaggiano gli scultori e le fiere su cui poggia l'organizzazione del commercio favoriscono gli incontri di merci e manufatti e la diffusione di opere d'arte.
La committenza delle opere d'arte è strettamente legata alla matrice religiosa al clero agli ordini religiosi alle corporazioni. Le doti che gli esponenti delle famiglie dovevano portare significava acquistare altre opere d'arte, arricchire le cappelle private, le chiese, conventi oratori e i nuovi edifici, anche se in modo marginale la scultura lignea.
Il Cristo crocifisso è il soggetto più rappreesentato in sicilia, rappresentato come Cristo trionfante e come Cristo Spirato, successivamente come cristo doloroso, che noi riscontriamo nella rappresentazione del cristo di Fra Umile da Petralia ed il conio del cristo pintorniano farà da filone per la scultura del legno in quel secolo.
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