Fra Umile da Petralia ed i suoi 33 crocifissi
Fra Umile da Petralia ed i suoi 33 crocifissi, cosi si individua la sua esperienza artistica e religiosa da frate con la rappresentazione del Crocifisso, policromo in legno.
La sua produzione si articola tra l’inizio del cinquecento e l’inizio del seicento, le caratteristiche dei crocifissi sono i giri delle spine il sangue dal costato le percosse che tutte insieme mettono in evidenza la narrazione della passione.
Nel corso degli anni era maturata in lui una sempre più forte vocazione religiosa, grazie anche alla frequentazione dei francescani riformati (prima, a Petralia, quelli del convento di S. Maria di Gesù, e poi, a Palermo, quelli del convento di S. Antonio di Padova, detto S. Antonino). Nel novembre 1623 entrò nell’ordine. Dopo un anno di noviziato nel convento di Mistretta (sui Nebrodi), venne ordinato frate, con il nome di Umile da Petralia.
Il numero dei crocifissi di Umile, 33 come gli anni della vita di Gesù, stabilito alla fine del Seicento dal suo primo biografo (Tognoletto, 1687, p. 307) e in seguito tramandato da altre fonti. Ancor più alto è il numero, desiderosi di far apparire la sua opera come frutto di un dono divino, o da un presunto voto attribuito al Frate scultore itinerante. È pure vero che per abilità, competenza, piena dedizione, dalla commissione alla realizzazione e consegna di alcuni capolavori, trascorre un arco temporale di circa dieci giorni.
Le caratteristiche più evidenti sono la spina conficcata nel sopracciglio sinistro, sangue che esce a profusione dalle derite del costato, tracce evidenti ai polsi ed alle caviglie, tumefazioni in più parti del corpo.
Il crocifisso che rappresenta l’incarnazione per l’amore di dio e la caducità umana viene rappresentata con tale vigore da Pintorno, che la sua fama artistica esce dal convento di Petralia e dalla Sicilia tanto da fare a gara per ottenere una sua scultura.
Il suo scavare intagliare il legno, lo caratterizza per la evocazione della lacerazione del corpo secondo uno spirito francescano, la sua opera e dedita alla ricerca costante della passione di Dio per l’uomo.
Quello che distingue la sua opera è il corpo nel suo splendore e nella sua deturpazione, la compostezza del viso, quell’elegante linea che unisce espressione del corpo con il volto la capacità di tenere uniti la grandezza divina e la miseria umana, con il volto sul lato destro simbolo della fiducia incondizionata.
E’ all’inizio del seicento che si incominciano a vedere i primi crocifissi lignei con indicazioni prese a piene mani dai francescani, su disposizione di Leone X, papa nel 1513 ed in Sicilia nascono le prime scuole di intagliatori.
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Itinerario Fra Umile da Petralia i Comuni
Itinerario Fra Umile da Petralia i Comuni con le sculture lignee, le chiese dove si possono ammirare, questo non deve essere il solo motivo della visita, il territorio offre numerose opportunità al turista per trascorrere ore di relax tra piazze monumenti ed una gastronomia tipica da non perdere, cerchiamo destinazioni turistiche e attrattori di valenza culturale, ambientale, artistica, nei luoghi da visitare, pagine dedicate a tutti coloro che cercano mete fuori dai soliti schemi turistici. Guarda alri itinerari
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di santa maria del Gesù, Naro
Chiesa di santa maria del Gesù a Naro
Chiesa di san Calogero ad Agrigento
La chiesa di San Calogero risale a un'epoca compresa tra il XIII e il XIV secolo, periodo in cui la città di Agrigento era governata dalla famiglia Chiaramonte.
L'edificio, di piccole dimensioni, è stato edificato fuori le mura dell'antica città medievale, in una zona che veniva considerata abbastanza remota poiché, in quel periodo, era presente un grande fossato, detto “la Nave”, che rendeva impervio il raggiungimento della località. Il fossato è colmato solo nel XIX secolo.
La tradizione vuole che nella medesima zona dove sorge la chiesa abbia soggiornato, nel V secolo, il veneratissimo Santo.
La cappella al centro, contenente la nicchia dove è riposto il simulacro di San Calogero, è ornata di pregevoli stucchi. Rilevanti sono i particolari con le riproduzioni dei simboli identificativi del santo, ovvero il bastone e la cerva: il bastone rappresenta il sostegno che il Santo usava nel suo peregrinare; la cerva è un simbolo presente nella vita del Santo.
Secondo la tradizione popolare, infatti, il santo si nutriva del latte di una cerva che un giorno venne uccisa da un cacciatore, un certo Arcario. Quest'ultimo, perdonato dal santo, divenne suo devoto discepolo.
Nella struttura delle cappelle di destra e di sinistra dell'abside è presente una cupoletta a forma di valva di conchiglia che, oltre ad essere un elemento decorativo di particolare pregio, è simbolo di nascita e fertilità.
I mosaici, dorati e policromi, sono stati realizzati nel 1969 con materiali preziosi da Michele Amico[3], maestro d'arte di Caltanissetta. Nei mosaici sono raffigurati l'Occhio Divino, il calice con l'Ostia e la colomba dello spirito santo. Nello stesso anno, Francesco Sortino, rettore del santuario, fece collocare un crocifisso ligneo del 1600, attribuito al Pintorno, sotto l'arco che delimita l'abside. Dal 2012, il crocifisso è custodito presso l'ex collegio dei Filippini ad Agrigento.
Nel santuario sono presenti sei statue di san Calogero.
La più antica, in legno, è collocata nella nicchia dell'altare maggiore e risale al XVI secolo.
Dal 2012, il crocifisso è custodito presso l'ex collegio dei Filippini ad Agrigento.
Chiesa dei frati Minori ad Acicatena, crocifisso di Fra Umile da Petralia
Il Convento di Sant'Antonio da Padova è una delle costruzioni più belle ed eleganti di Aci Catena, viene costruito nel 1636.
L'esterno è contraddistinto dalla scalinata, all'interno si trovano molte opere.
Il chiostro è decorato nelle lunette con affreschi raffiguranti la vita e le opere di Santi francescani, e rappresentano episodi della vita di S. Francesco, dello stesso pittore si ammira nei locali dell'ex refettorio, l'attuale biblioteca, un'affresco raffigurante l'episodio narrato nei vangeli della peccatrice che bagna i piedi di Gesù con le lacrime, li asciuga con i propri capelli. Sempre nella biblioteca sono custoditi preziosi incunaboli e cinquecentine, nella chiesa, lo straordinario Crocifisso di fra' Umile da Petralia (1580-1639).
Abbazia S. Filippo Santa Maria Latina, Agira - Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di san Maria
La chiesa dell’abbazia di San Filippo sorge sui resti di quella dell’antico monastero greco fondato secondo la regola basiliana fuori dall’abitato ai piedi del monte di Agira
Il monastero è nel IX e X secolo, durante la dominazione araba, polo di attrazione del monachesimo siciliano e approdo di una ampia schiera di monaci e santi
La fama del monastero di San Filippo richiama l’attenzione del Gran Conte Ruggero I d’Altavilla che nell’ambito del progetto normanno di rilatinizzazione dell’Italia meridionale, ne restaura tra il 1095 e il 1101 le cadenti strutture e lo affida ai padri benedettini
La gloriosa età normanno-sveva consegna all’epoca dei Martini e di Alfonso d’Aragona una abbazia di regio patronato, autonoma rispetto al vescovo diocesano, dotata di ampi privilegi e beni patrimoniali. Gli abati di Santa Maria Maria Latina seu San Filippo godevano di diritti e privilegi.
Alla fine del XV secolo si apriva una una nuova lunghissima stagione per la Latina di Agira con la sua riduzione a commenda. I secoli dell’età moderna infatti vedranno l’abbazia sotto il governo di abbati commendatari di origine spagnola o provenienti dalla grande nobiltà romana e siciliana
La morte dell’ultimo abate nel 1862 preluderà alle leggi soppressive postunitarie che avvieranno l’ultima e attuale pagina di storia dell’abbazia di San Filippo di Agira seu Santa Maria Latina che nel 1924 otterrà il titolo di parrocchia.
La attuale facciata della chiesa, realizzata tra il 1916 e il 1928 su progetto di G. Greco in sostituzione di quella di fine Settecento crollata nel 1911, è dalle forme lineari e decorata con una serie di nicchie che ospitano statue di santi: la grande nicchia con san Filippo che sconfigge il demonio sovrasta sei nicchie con le statue dei protettori delle altre sei parrocchie di Agira. Nel medaglione sopra la porta principale è raffigurata Santa Maria Latina e sopra le altre due porte vi sono le effigi di san Filippo diacono e san Eusebio.
Abbazia S. Filippo Santa Maria Latina, Interno
Interno
Crocifisso (Umile Pontorno di Petralia, secondo quarto del XVII sec.)
Crocifisso ligneo (Umile Pontorno di Petralia, XVII sec.)
La struttura interna è a pianta basilicale a tre navate con colonne rivestite di marmo rosso, la volta a botte della navata centrale presenta delle eleganti e morbide decorazioni di stile impero. E’ il risultato della ricostruzione di fine ‘700 voluta dall’abate G. Gravina.
A tre quarti della lunghezza della chiesa si accede tramite gradini al presbiterio ove sono l’altare maggiore, il coro e il crocifisso lignei. Il coro di forma semicircolare realizzato da Nicolò Bagnasco (tra il 1818 e il 1822) è composto da 25 stalli che rappresentano gli eventi più significativi della vita di san Filippo. L’altare in marmo degli anni ’60 del Novecento sostituisce quello in legno scolpito e decorato in oro zecchino da Antonio Pellegrino nel 1784. Sopra l’altare è un crocifisso di frate Umile Pontorno di Petralia (secondo quarto del secolo XVII) proveniente dal convento di Santa Maria di Gesù.
Nell’ampia sala della sacrestia si trova un grande armadio di noce opera di Paolo Gugliermaggi di Enna (1735). Le sue pareti sono adornate dai ritratti di sovrani, abati e priori.
Nella cripta la tradizione indica il luogo del sepolcro di san Filippo dove nel 1596, secondo la testimonianza di fra Benedetto Fedele (1647), furono ritrovate le sue spoglie insieme a quelle di san Eusebio, san Filippo diacono e san Luca Casali, conservate poi nell’arca argentea delle reliquie costruita nel primo decennio del Seicento, secolo nel quale viene anche realizzato dall’artista messinese Pietro Juvarra (1652) il busto anch’esso d’argento di san Filippo. Sempre nella cripta è una statua in marmo bianco raffigurante il santo giacente, probabile opera dello scultore Francesco Mendola (fine secolo XVI), allievo di Antonello Gagini. A quest’ultimo G. Di Marzo attribuisce l’altorilievo in marmo che riproduce l’immagine di san Filippo sormontata da cherubini.
Sulla navata sinistra si può ammirare quanto resta di un polittico della seconda metà del XV secolo. Nei tre pannelli superstiti sono raffigurati la Madonna con il Bambino tra san Benedetto e san Calogero. Sotto il manto della Vergine vi sono due stemmi: quello dell’abbazia (con la croce avente in basso all’asta destra un’estensione da leggersi come L di Latina) e quello della famiglia Paternò. Quest’ultimo stemma insieme all’effige di monaco genuflesso ai piedi della Madonna con abiti e insegne vescovili – mitra e bacolo - è esplicito riferimento al committente dell’opera Jaime Paternò abate dal 1445 al 1485. E’ attribuita a Giovanni di Pietro.
Natività (Maestro del Polittico di Castelbuono, secondo decennio del XVI sec.) Adorazione dei Magi (Maestro del Polittico di Castelbuono, secondo decennio del XVI sec.)
Natività e Adorazione dei Magi (Maestro del Polittico di Castelbuono, secondo decennio del XVI sec.)
Sempre sulla navata sinistra si trovano due tavole una Natività e una Adorazione dei Magi del secondo decennio circa del XVI secolo attribuite a un autore anonimo indicato come Maestro del Polittico di Castelbuono.
I ritratti eseguiti da Filippo Randazzo sono oggi collocati in sacrestia. Il dipinto che raffigura il Gran conte Ruggero I si segnala al di là della sua valenza artistica per i suoi significati politici e religiosi. Il conte normanno ricoperto da una rilucente armatura, avvolto in un mantello svolazzante di colore rosso, regge nella mano sinistra il vessillo con l’effige della Vergine e del Bambino, attorno a lui si apre la campagna e sullo sfondo il crinale di un monte sul quale svetta il castello di Agira mentre in basso a sinistra rifulge lo stemma araldico degli Altavilla. La tela richiama con forza la tradizione secondo la quale Ruggero I, rifondò l’antico monastero di San Filippo e lo dotò di beni e privilegi e nello stesso tempo ribadisce la volontà del commitente Girolamo Colonna a proseguirne l’opera e a tutelare la sede monastica in un contesto storico di aspro dibattito tra papato e monarchia in materia ecclesiastica e giurisdizionale.
Nell’Abbazia si conservano un Tabulario che raccoglie documentazione su pergamena dall’XI al XVI secolo (ca 400 pergg.) e l’Archivio storico, di recente ordinato, costituito da 711 volumi dal XV al XX secolo.
Chiesa di San Bonaventura a Caltagirone
Chiesa di Santa Maria del Gesù a Catania
Basilica di Santa Maria a Randazzo
Santuario di Calvaruso, a Villafranca
Chiesa di Santa Caterina a Galati Mamertino
Chiesa del SS Salvatore a Gangi
La facciata di prospetto volge ad oriente ed è ornata da un portale, portante incisa sulla chiave dell’arco la data 1849; l’altro ingresso laterale presenta un artistico portale del XVII sec.
A sinistra della facciata, si innalza il campanile con base ad intaglio, sormontato da guglia conica, rivestita da piastrelle a colori vivaci, con croce in ferro alla sommità .
L’interno della chiesa, presenta un’unica navata con colonne laterali intermedie tra gli altari.
Sull’altare maggiore, è collocato il Crocifisso in legno del francescano Frate Umile da Petralia.
Chiesa di Portosalvo a Messina
Chiesa del SS Crocifisso o di San Papino a Milazzo
La chiesa, già esistente, nell'anno 1566 fu restaurata nel 1620 inizia la costruzione del convento.
Nel 1629 questo fu ulteriormente ampliato
Alla destra della chiesa, il convento.
L'interno della chiesa presenta una ricca decorazione di stucchi ed affreschi del palermitano Salvatore Gregoretti. Nella chiesa vi sono diverse tombe gentilizie marmoree, pregevoli opere settecentesche. L'altare maggiore è caratterizzato da un bellissimo baldacchino ligneo e tipica custodia francescana. Il baldacchino incornicia una preziosa tela settecentesca con la Madonna degli Angeli, San Papino ed altri santi francescani, tela attribuita al pittore messinese Onofrio Gabrielli. L'architettura del baldacchino e della custodia sono opere di Lodovico Calascibetta da Petralia Sottana, ebanista del XVIII secolo. Interessantissimo il secondo altare di destra dedicato al SS. Crocifisso (che lacrimò miracolosamente nel 1798) opera in legno di Frate Umile da Petralia (1632-33).
Il SS. Crocifisso nei secoli ha manifestato il suo amore per Milazzo, proteggendo la città da calamità naturali. L'opera viene ricordata e venerata per la Sua prodigiosa lacrimazione avvenuta il 15 Aprile 1798. Una spaventosa siccità aveva arso le campagne e minacciava il popolo di fame e pestilenza. Si innalzarono perciò da parte del popolo pubbliche preghiere al SS. Crocifisso di San Papino.
Così, l’11 Aprile 1798, il Crocifisso venne rimosso dall’altare e posto sulla vara “alla pubblica venerazione”, quando improvvisamente il cielo si oscurò regalando una pioggia abbondante” che impedì lo svolgersi della processione, posticipandola al 13 aprile.
Durante la processione la pioggia sorprese i fedeli “sul piano del molo” (oggi Marina Garibaldi), costringendoli a trovare riparo, con il Crocifisso, nella chiesa di S. Giacomo. Il miracolo era compiuto!
Il 15 Aprile (Domenica in Albis) una Solenne processione di ringraziamento si mosse dalla Chiesa di S. Giacomo per far rientro alla Chiesa di S. Papino.
Conclusa la processione, quando i fedeli stavano ormai per far rientro nelle loro case si accorsero che dall’occhio destro del Crocifisso scendevano lacrime gocciolanti sulle ferite del costato!
Il giorno seguente fu scrupolosamente esaminata la testa del Crocefisso e nessuna screpolatura e altro trucco fu riscontrato.
Chiesa di Santa Maria a Mistretta
La chiesa, a navata unica con cantoria, era annessa al convento dei Frati Minori Riformati, fondato nel 1610.
La facciata, rifatta nella prima metà del XX secolo, presenta sul timpano un bassorilievo in stucco con la Madonna e il Bambino, mentre l’aspetto neoclassico attuale dell’interno risale agli interventi del 1847.
Tra le opere d’arte conservate al suo interno si ricordano la marmorea Madonna di Ogni titolo (bottega dei Gagini, un Ecce Homo ed il Crocifisso intagliati da Frate Umile da Petralia (1634-1635), la neoclassica Madonna degli Angeli con Santi francescani di Giuseppe Scaglione.
Chiesa Madre a Moio Alcantara
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di Santa Flavia a Caltanissetta
L'Abbazia, fondata nel 1592 da donna Maria d'Aragona, vedova del principe Francesco Moncada, è l'unica chiesa dedicata alla martire messinese Flavia, uccisa insieme al fratello Placido nel 541. La chiesa fu costruita a partire dagli inizi del '600 ha forma di croce latina, a navata unica con cappelle laterali. Conserva, fra le altre opere, un Crocifisso seicentesco di fra' Innocenzo da Petralia, una pala raffigurante san Diego d'Alcalà, attribuita a Nicolò Buttafuoco, un dipinto raffigurante l'Agnello dell'Apocalisse.
Il monastero, costruito per metà ha una facciata con decorazione in pietra. Al suo interno sono ancora visibili alcuni affreschi dell'epoca monastica. Nel corso dei tre secoli di presenza benedettina il monastero vide la presenza di illustri figure della cultura e della chiesa siciliana e italiana, dopo la soppressione delle Corporazioni Religiose (1867) fu convertito in caserma per poi essere abbandonato all'incuria, l'intero complesso fu recuperato e salvato dalla distruzione a spese dei primi tre parroci: Biagio Pilato, Giuseppe La Greca e Luciano Castiglione. Dal 1992 è Santuario della Madonna di Fatima per la presenza della miracolosa statua della Vergine Maria.
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa dei Monti a Mussomeli
Fu fondata intorno al 1560 come sede della Confraternita del Monte, il prospetto principale a capanna, preceduto da una scalinata
In seguito venne affidata ai frati francescani riformati, all’interno sono custoditi un pregevole crocefisso ligneo di Fra Umile da Petralia, restaurato nell’Ottocento, da Francesco Biangardi ed un grande quadro seicentesco dell’Immacolata circondata da angeli, il dipinto è stato realizzato dal pittore Amico nel 1639.
Crocifisso di Fra Umile nel Convento di santa Maria del Gesù a Chiaromonte Gulfi
L'attuale convento è composto da una parte rimessa a nuovo e da una parte in precarie condizioni attendente un restauro... Il chiostro, caratteristico per la tradizionale cisterna al centro, risale al 1662. La chiesa, a navata unica, fu ingrandita nel 1655. Tra le opere d'arte che vi si trovano ricordiamo la statua di marmo raffigurante la Madonna col Bambino. Un'altra pregevolissima opera è il crocifisso ligneo di fra' Umile da Petralia Soprana.
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di Santa Maria SS Annunziata a Comiso
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa SS Pietro e Paolo a Petralia Soprana
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di sant’ Antonio a Palermo
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di Santa Maria del Gesù frati minori a Collesano
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di Santa Maria del Gesù, a Caltavuturo
E' nota come chiesa del Convento poiché annessa al convento dei frati minori Riformatori di San Francesco. Accanto alla chiesa, attorno ad un chiostro con portico quadrilatero, si articolano gli ambienti dell’ ex abitazione conventuale, oggi utilizzati come sede del museo civico “Don Giuseppe Guarnieri”.
Al suo interno tra varie opere un pregevolissimo crocifisso ligneo scolpito da frate Umile Pintorno da Petralia.
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di santa Maria del Gesù, a Pietraperzia
La chiesa a Pietraperzia, un tempo dedicata a Santa Maria dell’Itria esisteva già prima della venuta dei Minori nel 1635, anche se era una costruzione di piccole dimensioni, furono i frati ad ampliarla, e la dedicarono a Santa Maria del Gesù.
All’interno in sagrestia, si conserva l’antica icona dipinta sulla lavagna in ardesia.
La Chiesa a Pietraperzia è sede inoltre della Confraternita del Preziosissimo Sangue e vi si svolge, nel giorno di Pasqua, l’antica celebrazione di “L’Ancuntru” tra la Madonna e Cristo Risorto.
Il Crocifisso della chiesa di Santa Maria di Gesù dei frati minori osservanti, è stato attribuito dalla tradizione locale allo scultore francescano
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa San Pietro, a Piazza Armerina
La chiesa di S. Pietro, all’epoca della sua edificazione, si trovava fuori dalle mura di Piazza Armerina. L’edificio attuale è il frutto del lavoro di ampliamento dei frati Francescani ai quali, nei primi anni del 1500, fu affidato. Questi inoltre costruirono il convento che oggi possiamo vederee accanto alla chiesa. La semplicità dell’esterno contrasta con gli elementi decorativi che troviamo al suo interno, quali il magnifico soffitto ligneo a cassettoni perfettamente conservato e le cappelle nobiliari, in particolare quella della famiglia Trigona di Cimia che presenta dei pregevolissimi bassorilievi. Da ammirate anche l’altare maggiore a tarsie e l’affresco della “Vergine con Bambino”.
Crocifisso di Fra Umile nella Cattedrale di San Nicolò, a Nicosia
Si presenta con un imponente portale maggiore, per la sua bellezza definito "Porta del Paradiso", di stile gotico-normanno, adornato da motivi romanici in cui predominano le foglie d'acanto. Il portale presentava in origine quattro statue alla base raffiguranti le virtù cardinali (Prudenza, Fortezza, Giustizia e Temperanza), e altre tre sopra il timpano che raffiguravano invece le virtù teologali (Fede, Speranza e Carità). L'elegante portico rivolto a nord, verso la Piazza Garibaldi, coperto da un tetto spiovente, è invece opera degli scultori Gabriele di Battista e Andrea Mancino, che lo realizzarono nel 1489 - 1490.
Opere dello scultore Gagini
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di Montesalvo, a Enna
La facciata è in stile neoclassico, al suo interno custodisce l'altare del Crocifisso di fra Umile Pintorno, collocato sopra un fondale di legno e contenente 52 reliquie di santi, risalenti al 1626-1627; diverse opere d'arte come la tela della “Trasfigurazione”, situata a sinistra dell'altare maggiore, che è, a sua volta, ornato dalle statue di San Francesco d'Assisi, di Santa Elisabetta e di San Zaccaria, tutte realizzate in legno. Notevoli sono le due acquasantiere poste all'ingresso della chiesa, una sorretta da una foglia in pietra lavica e l'altra da un puttino, che fanno pensare ai resti di un antico Tempio dedicato a Bacco. Nell'antica cappella è conservato un affresco rappresentante l'immagine della “Madonna col Bambino”, detta di Montesalvo e considerata miracolosa. Fanno parte del Convento anche il chiostro, il refettorio dei frati ove si trovano alcune pitture, un quadro dedicato a Sant’Anna e una statua di San Pietro d'Alcantara.
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa del Carmine, Cerami
Quando venne edificata, la chiesa si trovava fuori dell'abitato, mentre oggi, per l'espansione urbanistica, è in posizione centralissima.
Il Crocifisso di Cerami, penultimo dei trentatre realizzati da Frate Umile, fu scolpito nel 1638 nel convento di S. Antonino di Palermo, per il quale inizialmente doveva essere destinato prima di doverlo cedere ai Frati Carmelitani di Cerami. Il Corpo del Cristo, realizzato in legno di tiglio, è perfettamente proporzionato, l'anatomia è studiata in tutti i particolari.
Crocifisso di Fra Umile nella Chiesa di Sant’Anna, Aidone
Secondo la tradizione la chiesa di Sant'Anna di Aidone, in Sicilia, in origine era una moschea.
Nel 1623 fu iniziata la costruzione dell'adiacente convento di Santa Maria del Gesù, nel 1640 viene dedicata la chiesa a Santa Rosalia, oggi del convento dei Padri riformati non restano che i ruderi del chiostro.
La chiesa, ad una sola navata, presenta l'interno semplice con un altare barocco, decorato con tarsie marmoree in bicromia, bianche e nere, e dall'altare laterale di Sant'Anna, copia del primo con una più economica decorazione pittorica. Accanto all'altare principale dedicato al nobile Joseph Savina morto il 1655 con lo stemma della sua casata imparentata con la famiglia Colonna. Accanto c'è il quadro di S.Francesco da Paola dei F.lli Vaccaro di Caltagirone. Secondo l'ipotesi di Umberto Digrazia la tela di Sant'Anna - S.Gioacchino - S.Giuseppe con la Madonna (raffigurante S.Rosalia) con il Bambino Gesù del 1632 , posta sull'altare di Sant'Anna è un'opera di Pietro Novelli il Monrealese , con il suo autoritratto a destra. All'interno della chiesa si conservano altre tele, un'acquasantiera cinquecentesca di scuola gaginiana, e, nella sacrestia, un armadio intarsiato, opera di frà Innocenzo da Petralia. La chiesa ospita inoltre il Crocefisso in legno di frate Umile Pintorno da Petralia, del 1635, capolavoro di questo artista.
Possono essere ammirati in queste chiese:
In forse:
- Adrano Chiesa di san francesco
- Caltanissetta Cattedrale
- Campobello di Mazara Chiesa Madre
- Castelbuono Chiesa di Sant’Antonio Martire
- Chiusa Sclafani Chiesa santa Madre
- Grammichele Chiesa san Leonardo
- Isnello Chiesa San Michele Arcangelo
- Malta la valletta Chiesa di Santa Maria del Gesù
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