Itinerario dei Santuari e delle Cattedrali siciliane
Itinerario dei Santuari e delle Cattedrali siciliane, è in continua crescita, grazie ai suoi numerosi luoghi di culto e preghiera intrisi di storia e arte, permettono ai visitatori, fedeli e non, di andare alla ricerca di chiese, luoghi religiosi e monasteri, semplicemente per ammirare conoscere oltre l’arte e la bellezza, la storia .La Sicilia, è la Regione ideale per chi vuole combinare turismo e religione, in un unico viaggio, qui potete trarre degli spunti svelandovi alcune delle mete principali, per vivere un’esperienza indimenticabile nell’affascinante isola.
L'architettura religiosa siciliana, ha risentito delle dominazioni, dei cataclismi naturali quali i terremoti, che non hanno impedito uno sviluppo notevole, alcune cvolte basato su riuso altre volte sul restauro e spesso di riedificazione, evento che in molti casi ha eliminato il passato per cedere il posto al più recente stile barocco.
E' comunque con l'arrivo dei normanni, all'inizio dell'anno 1000 in cui si allontanano gli arabi e con essi le loro espressioni figurative. L'epoca normanna segna in parte il ritorno alle Chiese dalla forte influenza classica, monumenti sacri imponenti, a pianta basilicale e a croce latina o greca.
In Sicilia vi è gran numero di Santuari e Cattedrali, tra le chiese siciliane di origine bizantina, sono spesso dedicate allo Spirito Santo, a san Basilio o san Nicola, mentre quelle di origine normanna alla Madonna, a san Pietro o agli altri apostoli.
Le informazioni sono molto scarne per non togliere il piacere della visita, ma rappresentano un occasione per scoprire luoghi affascinanti, ricchi di storia, e capolavori d'arte.
Palermo, itinerario dei santuari siculi
la Cappella Palatina, è una basilica a tre navate che si trova all'interno del complesso architettonico di Palazzo dei Normanni a Palermo. La chiesa è dedicata a san Pietro apostolo.
Alle pareti episodi tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento con i cicli che spaziano dalla Creazione estrapolati dalla Genesi fino alla vita nel Giardino dell'Eden; episodi riguardanti la vita di Noè e il Diluvio universale; episodi su Abramo, Isacco, Giacobbe fino alla nascita, vita, miracoli e Passione di Gesù. Concludono la rassegna i cicli di scene su Pietro e Paolo apostoli. Completano il panorama le raffigurazioni delle schiere di arcangeli e angeli, profeti ed evangelisti, dottori della chiesa e una lunga teoria di santi raffigurati a corpo intero o solo ritratti nei medaglioni.
Chiesa di San Giovanni degli Eremiti. La chiesa, caratterizzata all'esterno dalle cupole di colore rosso, appoggiata con un fianco ad un corpo quadrato anteriore, è realizzata a croce latina divisa in campate quadrate su ciascuna delle quali poggia una semisfera. Il presbiterio, terminante in nicchia, è sormontato da una cupola, come quella dei due corpi quadrangolari che la fiancheggiano e di cui quello di sinistra si eleva a campanile. Il chiostro, abbellito da un lussureggiante giardino, è la parte meglio conservata del primitivo monastero; spiccano per bellezza e leggerezza le colonnine binate con capitelli a foglie d'acanto che reggono archi ogivali a doppia ghiera.
La chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, sede della parrocchia di San Nicolò “dei Greci” e nota come Martorana, è ubicata nel centro storico di Palermo. Adiacente alla chiesa di San Cataldo, e fronteggia la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria ed il prospetto posteriore del Palazzo Pretorio.
La chiesa appartiene all'eparchia di Piana degli Albanesi,
La chiesa di San Cataldo è affidata all'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - luogotenenza Italia Sicilia / Sezione di Palermo ed è aperta al pubblico. L'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, storicamente, risulta essere il più antico degli ordini sacri e militari dovendosi ricollegare all'iniziale affidamento del Santo Sepolcro ad un gruppo di venti “frates” per la sua custodia e che, all'occorrenza, avrebbero anche dovuto impugnare le armi per la Sua difesa.
Cefalù, itinerario dei santuari siculi
L’interno della cattedrale di Cefalù è dominato da un ciclo musivo in stile bizantino di eccezionale qualità che riveste una superficie di oltre seimila metri quadrati.
Cronologicamente parlando, esso fu realizzato in tempi relativamente brevi: nel 1148 era già stata conclusa la zona del catino, compreso il grande Gesù Cristo Pantocrator, e quella del cilindro absidale; subito dopo vennero eseguite la volta e le sottostanti pareti a registri sovrapposti.
E’ opinione condivisa pressoché da tutti gli studiosi che i lavori iniziarono dall'alto per procedere poi verso il basso. Ne furono artefici probabilmente maestranze costantinopoliane per quanto talune evidenti analogie con i cicli musivi della Cappella Palatina e più tardi della cattedrale di Monreale abbiano lasciato aperta l’ipotesi che si sia trattato di un unico gruppo di artisti attivi nei tre diversi siti in un arco di tempo abbastanza circoscritto.
Dal punto di vista conservativo, i mosaici della cattedrale di Cefalù sono da ritenersi tra i meglio conservati della Sicilia, malgrado i non pochi interventi operati già dai primi del ‘500 e fino al ‘900.
Tra questi, una citazione particolare va riservata a Rosario Riolo che fu attivo anche nella Cappella Palatina e che qui si impegnò per oltre un decennio a partire dal 1857 rifacendo del tutto diverse figure ed interi brani e lasciando, sotto la finestra della fiancata sinistra, un’iscrizione a perenne memoria del suo intervento.
Secondo la tradizionale iconografia bizantina, le figure sono disposte come in una processione liturgica secondo un principio rigidamente gerarchico: nel catino dell’abside centrale domina l’immagine ieratica di Gesù Cristo Pantocrator, solenne e severo in atto benedicente.
Angeli ed Arcangeli riempiono la volta ed il registro più alto mentre i Profeti, che annunziarono l’avvento del Cristo, sono collocati nei registri più alti della della decorazione parietale.
Nelle tre fasce sottostanti si trovano: la Madonna orante, elegantemente drappeggiata, attorniata dagli Arcangeli Raffaele e Michele, Gabriele ed Uriele; nella seconda, ai lati della finestra centrale sono gli Apostoli Pietro e Paolo accompagnati dagli evangelisti Marco e Matteo, Giovanni e Luca; nella terza fascia trovano posto Filippo, Giacomo, Andrea, Simone, Bartolomeo e Tommaso simmetricamente disposti in gruppi di tre ai due lati della finestra della fascia più bassa.
I loro volti, rispetto ad altri mosaici più o meno coevi, presentano tratti più decisi dando luogo ad un effetto di maggiore appiattimento.
Sulle pareti del bema sono rappresentati Santi e Profeti che, all’altezza della partitura delle figure absidali, si dispongono su quattro registri.
Sulla parete sinistra, nella fascia più alta, racchiusa in un tondo si trova la figura a mezzo busto di Mechisedec fiancheggiata da quelle intere di Osea e Mosè; nella fascia immediatamente inferiore stanno Gioele, Amos ed Abdia; più sotto troviamo gli Arcidiaconi Pietro, Vincenzo, Lorenzo e Stefano; infine, in quella più bassa sono rappresentati i Santi Gregorio, Agostino, Silvestro e Dionigi.
Sulla parete destra si incontrano figurazioni simmetricamente distribuite nel modo seguente: nella fascia più alta la figura a mezzo busto di Abramo cui si accostano David e Salamone rappresentati a figura intera; nella fascia inferiore stanno i Santi Teodoro, Giorgio, Demetrio e Nestore e le figure dei Santi Nicola, Basilio, Giovanni Crisostomo e Gregorio.
Le decorazioni della volta a crociera del bema, nelle cui suddivisioni si trovano raffigurati Angeli e Serafini, presentano non pochi punti di contatto con i mosaici prebiteriali della Cappella Palatina dei quali sono da considerarsi sostanzialmente coevi e, pertanto, anch’esse risalenti all’età di Ruggero.
Le figure dell’abside e della volta sono accompagnate da iscrizioni in greco mentre quelle delle pareti sono in latino, eccezion fatta per quelle del registro più basso della parete destra che sono pure in greco.
La probabile partecipazione di maestranze locali sarebbe testimoniata dalle numerose scritte in latino del presbiterio.
Una certa tradizione vuole che nella realizzazione del volto di Gesù Cristo, l’ignoto artista si sia ispirato alle reali fattezze del sovrano.
Patti, itinerario dei santuari siculi
La chiesa sorge accanto al palazzo vescovile e seminario, il prospetto principale si affaccia a Ponente su via Cattedrale ed è la più grande e antica delle chiese di Patti. Il conte Ruggero fonda il monastero del "Santissimo Salvatore" ed erige la chiesa primitiva dedicandola a san Bartolomeo.
Il portale centrale in stile gotico è costituito da tre colonne per lato inframezzate da colonnine più esili che reggono capitelli con figure zoomorfe, l'articolato manufatto prospettico in laterizi sorregge un arco acuto con più ordini di strombatura. L'antica decorazione marmorea, superstite ai numerosi eventi sismici, è integrata da sobrie modanature moderne che sostituiscono le parti mancanti lasciando intatto il fasto degli antichi fregi.
Messina, itinerario dei santuari siculi
Messina, la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta o Duomo. La facciata della cattedrale è a salienti, sormontata da una merlatura. La parte inferiore è decorata a liste orizzontali di marmi policromi a tarsie, mentre la parte superiore è tutta in pietra, con tre monofore gotiche e un rosone. In corrispondenza delle tre navate si aprono altrettanti portali gotici.
Il portale centrale, eleganti colonnine tortili con intrecci di motivi ornamentali e figure di santi, con ai due lati serie di edicole sovrapposte con statue di santi. Nell'architrave Cristo tra i quattro Evangelisti. Nella lunetta ogivale è posta una statua della Vergine col Bambino sormontata dalla ricca cuspide decorata da un medaglione raffigurante l'Incoronazione della Vergine.
Ai lati della lunetta sono collocate le statuette raffiguranti San Pietro e San Paolo apostoli, nell'ordine superiore è presente l'Annunciazione distinta nell'Angelo Annunciante a sinistra e la Vergine Annunciata a destra. I pinnacoli si chiudono con una coppia di angeli, sul vertice al centro domina la figura di Dio Padre Onnipotente in atto benedicente. Le lunette dei portali laterali, invece, raffigurano san Placido e la Vergine Maria.
L’orologio astronomico di Messina, parte della cattedrale della città, parte bassa dell'edificio, lato rivolto alla piazza, vengono rappresentati i giorni della settimana, indicati da figure allegoriche greche che quotidianamente si succedono tra di loro (Apollo per la domenica, poi Diana per il lunedì, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno): gli dei si danno quotidianamente il cambio guidando un carro trainato da un animale, che ha a sua volta un valore allegorico .
Calendario perpetuo. I giorni sono indicati dall'angelo
Zodiaco con modello del sistema solare che riproduce il movimento dei pianeti
Sono inoltre rappresentate anche le quattro fasi della vita, simbolizzate da figure delle rispettive età. Si succedono ogni quarto d'ora passando davanti alla figura di uno scheletro che funge da memento mori, che muove la sua falce in sincrono con la campana delle ore.
Sopra il carosello delle età, viene raffigurata quella che secondo la leggenda è la costruzione del Santuario della Madonna di Montalto, meglio definita Chiesa della Vittoria nella Guerra del Vespro; secondo la leggenda, una colomba volò su di un terreno, e in quel punto i messinesi edificarono la chiesa. Perciò, nel quadrante una statua a forma di colomba viene fatta volteggiare, mentre dal terreno emerge un modello della chiesa menzionata, per rimanere lì fino al cambio del giorno; la scena si ripete il giorno successivo. Rappresenta la collina su cui si svolse il tentativo di invasione dei guelfi angioini il 6 agosto 1282, respinto dalle donne siciliane che presidiavano le mura nelle ore notturne. Anche l'8 agosto i franco guelfi tentarono un secondo assalto, anche questo respinto dai siciliani sulle insuperate mura della Città di Messina, alte oltre 30 metri.
Più in alto, al secondo piano vengono rappresentate alcune scene bibliche, che si succedono quattro volte l'anno a seconda del calendario liturgico. Si tratta della Natività, ove un gruppo di pastorelli adorano il Redentore appena nato, dell'epifania, con i tre re Magi e i loro paggi, della Pasqua, con due guardie romane poste a guardia del sepolcro che assistono stupite la resurrezione di Gesù, e della Pentecoste, nella quale Maria e gli apostoli ricevono la visita dello Spirito Santo prima in forma di colomba e successivamente in forma di fiammella sulla loro testa.
La scena superiore raffigura la Madonna della Lettera, patrona di Messina. Un angelo porta la lettera alla Madonna, che la trattiene, e in seguito sei ambasciatori sfilano davanti a lei, inchinandosi. Il primo ambasciatore riprende la lettera; la Madonna risponde all'inchino con un gesto di benedizione, gesto che ripeterà davanti alla piazza come simbolo bene augurante per gli spettatori. La festa della Madonna della Lettera fu fissata nella data del 3 giugno, la stessa data di una grande festa a Messina: il 2 giugno 1282, sempre durante l'Assedio di Messina nella Guerra del Vespro, Carlo D'Angiò tentò l'assalto navale, respinto dalla flotta siciliana che uscì dal porto per affrontare il nemico nel canale. La flotta di Carlo ripiegò su Scilla e si salvò a stento da un disastro per le cattive condizioni del mare in burrasca; Il giorno dopo, 3 giugno, fu grande festa per i siciliani a Messina.
Il lato rivolto alla cattedrale (sulla destra guardando la chiesa dalla piazza) è quello che riproduce fenomeni siderali e che più propriamente corrisponde al concetto di orologio astronomico.
Parte alta dell'edificio
Leone ruggente (a sinistra in alto); Dina e Clarenza con il gallo (a sinistra in basso); modello della luna (sulla destra)
A sinistra guardando la piazza, nella parte alta del campanile, le statue di Dina e Clarenza (eroine della Guerra del Vespro) battono i quarti d'ora con le campane della torre ricordando la lotta dei siciliani contro gli Angiò, l'esercito del papa e le Città guelfe italiane.... Tra di loro, si ritrova la statua di un gallo che a mezzogiorno muove le ali riproducendo il canto dell'uccello rappresenta gli ANGIOINI sconfitti e messi in fuga dal Popolo Siciliano. Ancora oggi il simbolo della Francia è il Gallo.
Ancora in alto, al quarto piano, è installato un leone coronato ruggente di bronzo dorato, che sventola la BANDIERA di Messina, il leone è il simbolo del Popolo Siciliano Sovrano vittorioso nella Guerra del Vespro a Messina.
L'organo della cattedrale è il secondo più grande d'Italia (il primo è quello del duomo di Milano), uno dei più grandi in Europa.
La cripta normanna della cattedrale è la parte integralmente intatta rimasta fino ai giorni nostri dell'antica chiesa normanna
Acireale, itinerario dei santuari siculi
Acireale, la Cattedrale di Maria Santissima Annunziata è ubicata nell'articolata piazza del Duomo, su cui prospetta anche la basilica minore pontificia dei Santi Pietro e Paolo, nel centro storico di Acireale.
La chiesa è a croce latina, a tre navate, I due campanili svettanti ai lati della facciata, pur identici, non sono coevi. Il campanile a destra del prospetto, che richiama stilemi gotico-normanni, di cui si hanno notizie dal 1544, ha seguito tutte le vicende costruttive della chiesa ed ebbe anche funzione di torre d'avvistamento.
Catania, itinerario dei santuari siculi
Catania, la cattedrale di Sant'Agata, La chiesa è stata più volte distrutta e riedificata dopo i terremoti che si sono susseguiti nel tempo. La prima edificazione risale al periodo 1086 - 1094 e fu realizzata sulle rovine delle Terme Achilliane risalenti all'epoca romana.
Il prospetto è a tre ordini compositi in stile corinzio, e attico completamente in marmo di Carrara. Il primo ordine è costituito da sei colonne di granito di fattura antica provenienti forse dal Teatro romano, sormontate dallo stemma della nobile famiglia Galletti cui apparteneva il vescovo Pietro Galletti.[24] Il secondo ordine ha anch'esso sei colonne meno grandi e due piccole poste ai lati dell'ampio finestrone centrale. Tutti gli ordini sono adornati con statue marmoree di sant'Agata al centro sulla porta centrale, sant'Euplio a destra e san Berillo a sinistra.
Il portone principale in legno è costituito da trentadue formelle, finemente scolpite, illustranti partendo dall'alto a sinistra: nel primo registro sono i tre armoriali del vescovo Ansgerio, di papa Urbano II e di Ruggero I di Sicilia con relative didascalie in quanto i tre protagonisti della fondazione della cattedrale, mentre chiude la serie la riproduzione di un rapace in volo oltre le nubi in tempesta; nel secondo registro sono rappresentati gli armoriali dei corrispettivi protagonisti della ricostruzione della cattedrale (rispettivamente vescovo, papa e sovrano), ossia Pietro Galletti, Papa Clemente XII e Carlo III di Spagna con relative didascalie, chiude la serie lo stemma di Catania con la didascalia dei motti civici; il terzo registro rappresenta quattro attributi della diocesi e rispettive didascalie, ossia un volatile nel nido mentre lede il proprio petto per sfamare i propri pulcini (simile all'icona cristiana del pellicano; il motto è charitas omnia suffert), un uomo barbuto schiacciato da un vulcano alle cui spalle si erge la croce della Risurrezione a cui l'uomo è incatenato per la caviglia (la posa della figura ricorda iconograficamente Atlante, ma si rifà al mito di Tifeo; il motto è subiacet imperio), un albero battuto dai venti (due paffuti volti soffianti) da cui cadono diverse foglie (il motto è solum sicca convellunt) e infine un volatile al rogo in una pira il cui motto è spes sancta crociata nescit; l'ultimo registro rappresenta gli attributi della patrona di Sant'Agata e sono un altare su sono posati una spada delle tenaglie e una corda schiacciate da un piatto su cui sono i seni della santa (il motto è urbis praesidium et munimen), una fornace da cui fuoriescono vampate di fuoco e sovrastata dai seni coronati e dal cuore in fiamme (il motto è inestinguibilis amor), un messale aperto con la dicitura noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est che sovrasta i simboli imperiali (corona e scettro) capovolti (il motto è impietas pietate refellitur), chiude infine un arcobaleno che sovrasta una tavola con le ali spiegate su cui è l'acronimo M.S.S./H.D./et/P.L. (chiaramente indicante la tavola angelica della tradizione; il motto è foedus eternum). Ai lati della porta centrale, su due alti supporti, sono poste le statue in marmo di san Pietro e san Paolo.
Agrigento, itinerario dei santuari siculi
Agrigento e la Cattedrale di San Gerlando, a croce latina a tre navate
Scalinata. La particolare posizione sul crinale dello sperone roccioso ha permesso la realizzazione di un'ampia e morbida scalinata formata da cinque rampe di gradini, fiancheggiata da coppie di pilastri in tufo e delimitata da artistiche inferriate. Sul lato sinistro la sede stradale giunge comodamente sul piccolo sagrato parzialmente occupato dall'imponente ed incompiuto campanile del XV secolo.
Facciata. Due portali laterali, il sinistro murato e il destro formato da delicati archi marmorei sovrapposti, raccordate alla parte centrale del prospetto. Il corpo in conci di tufo è costituito da due ordini sovrapposti sormontati da frontone. Coppie di paraste delimitano il portale principale e il grande oculo centrale con vetrata istoriata al secondo livello. Due cornicioni ripartiscono l'insieme mentre le intersezioni delle nervature verticali generano nella parte sommitale, successioni di sezioni di timpano spezzati, sovrapposti e simmetrici che creano un armonioso e dinamico gioco di rilievi. Il portale marmoreo ad arco è di chiara impronta rinascimentale, un elaborato fregio centrale, costituito nell'ordine da un cartiglio con iscrizione, uno stemma, un minuscolo timpano ad arco raccordato con volute laterali.
La poderosa torre campanaria adiacente il prospetto fu costruita dal canonico Giovanni Montaperto Chiaramonte nel 1470. Il manufatto rimase incompleto dopo la nomina del patrocinatore a vescovo di Mazara del Vallo, eccezione la facciata sud rivestita in "Pietra di Comiso". Ripartita in quattro ordini sovrapposti caratterizzati da finestre cieche in stile gotico - catalano recanti lo stemma gentilizio dei Montaperto al primo e secondo livello, nel terzo ordine si trova una finestra con arco a tutto sesto con balcone, chiudono due alte monofore corrispondenti alla cella campanaria. Limitatamente quest'ultimo ordine, altrettante coppie di aperture sono presenti sulle restanti facce della torre.
Curiosità
Nella cattedrale si verifica il fenomeno cosiddetto portavoce. Infatti chiunque si trovi nel presbiterio può sentire ciò che viene detto, anche a bassa voce da una persona posizionata all'ingresso della chiesa, ad una distanza di ben 85 metri. Il fenomeno è ancora più curioso se si pensa che è impossibile ripeterlo nel senso inverso.
Alla cattedrale è legata anche la Lettera del Diavolo una lettera che una suora ha ricevuto si dice direttamente dal Diavolo per tentarla.
Presso l'Archivio Capitolare metropolitano è custodito il Tabulario del Giustiziere della valle di Girgenti.
Caltanissetta, itinerario dei santuari siculi
Caltanissetta la chiesa di Santa Maria la Nova è la cattedrale
Presenta un'ampia facciata spartita da lesene affiancate da due campanili e domina l'intera piazza Garibaldi. L'interno, a croce latina, è diviso in tre navate e sostenute da quattordici arcate, ciascuna dedicata ad un personaggio dell'Antico Testamento, e prima del bombardamento del 1943, sostenenti le figure dei dodici apostoli. Nel punto di intersezione fra i due bracci della croce, al di sopra dell'altare, si trova la cupola.
L'abbazia di Santo Spirito è una chiesa, di origine normanna, è costituita da un'unica navata triabsidata, di lunghezza pari a tre volte la dimensione trasversale. Vi si trova simbolicamente rappresentato il mistero dell'unità trinitaria: le tre finestrelle absidali hanno gli assi convergenti verso un unico fuoco centrale. Lo stesso simbolismo, accentuato dai raggi solari è rappresentato dalle tre finestrelle che sovrastano l'area presbiteriale. Il portale laterale e le absidi con paraste, contrafforti, riportano a modelli della prima architettura della Normandia.
La chiesa di Sant'Agata al Collegio, la facciata della chiesa risale al Seicento, tranne il portale del Marabitti, del Settecento, che è stato realizzato in pietra bianca, a contrasto con il materiale del resto della facciata, in pietra di Sabucina o pietra arenaria rossa. Il portale è coronato da un timpano spezzato, con al centro uno stemma sostenuto da due puttini.
L'interno della Chiesa; particolare della decorazione marmorea del soffitto. Al centro campeggia la sigla "IHS" identificativa dei Gesuiti
La chiesa ha pianta a croce greca, con quattro bracci di uguale lunghezza e quattro cappelle laterali. L'interno è rivestito da lastre di marmo o di stucco a imitazione del marmo, dove ricorre la sigla "IHS", identificativa dell'ordine gesuitico.
La chiesa di Santa Maria degli Angeli che sorge a ridosso del castello di Pietrarossa e fu la seconda parrocchia della città, divenuta sede parrocchiale cittadina nel 1239 ed, in seguito, regia cappella di Casa Sveva.
Il nome originale sembra essere quello di Maria Santissima Assunta, poi cambiato in quello attuale, in seguito alla donazione di un dipinto della Madonna degli Angeli, oggi conservato nella chiesa del Collegio di Maria. Viene indicata anche con il nome di Santa Maria la Vetere per distinguerla dalla Cattedrale, intitolata a Santa Maria la Nova.
Siracusa, itinerario dei santuari siculi
Siracusa la Cattedrale della Natività di Maria Santissima, sorge sulla parte elevata dell'isola di Ortigia.
Considerata la chiesa più importante della città di Siracusa, è entrata a far parte dei beni protetti dall'Unesco, di grande significato religioso, custodisce statue, reliquie e spoglie di santi, martiri e nobili siracusani.
Il sito dove sorge il Duomo o Cattedrale di Siracusa lo si può definire unico nel suo genere, in quanto è stato ininterrottamente il fulcro della sacralità principale della città di Siracusa. La storia di questo sito inizia già in tempi pre-greci, quando i siculi vennero a insediarvisi.
Furono i bizantini a mutare il più importante tempio pagano di Siracusa in una basilica paleocristiana, e fu il vescovo Zosimo da Siracusa (poi divenuto San Zosimo), nel 640, a trasferire dalla chiesa di San Giovanni alle catacombe alla neo basilica dell'isola di Ortigia, la sede della cattedrale siracusana e la dedicò alla Natività di Maria.
Il re normanno Ruggero I, nel 1093, lo restituì alla Siracusa cristiana e al culto della madre di Dio.
La facciata rappresenta una lavorazione molto complessa in quanto ricca di decorazioni e per questo essa è considerata l'espressione barocca più alta che vi sia nell'intera Siracusa.
Ragusa, itinerario dei santuari siculi
Ragusa la cattedrale di San Giovanni Battista
La maestosa facciata, ricca di intagli e sculture e divisa in cinque partiti da grandi colonne, su alti basamenti, e da caratteristiche lesene bugnate che si ripetono anche nei lati della costruzione, è arricchita da tre portali: quello centrale è ornato da colonne e statue di pregevole fattura che rappresentano l'Immacolata, il Battista e San Giovanni Evangelista. Davanti si apre un ampio sagrato, sopraelevato rispetto alla piazza sottostante, l'interno, a croce latina.
Duomo di San Giorgio
monumentale facciata a torre che ingloba il campanile nel prospetto e termina con una cuspide a bulbo, richiamando i tabernacoli lignei, seicenteschi, delle chiese cappuccine.
La collocazione della chiesa al termine di un'alta scalinata, l'interno, a croce latina, con le braccia chiuse da absidi semicircolari, è sereno ed equilibrato e viene diviso in tre navate, nell'intercolumnio fra l'ultima campata della navata laterale di sinistra e quella centrale, sopra l'apposita cantoria, si trova l'Organum maximum.
Trapani, itinerario dei santuari siculi
Trapani, la Cattedrale di San Lorenzo è il duomo cattolico di Trapani, la facciata della cattedrale di San Lorenzo martire è in stile barocco, l'interno della cattedrale, preceduto da un endonartece, è a croce latina, a tre navate
La basilica di San Nicolò, l'impianto originario risale al 536 quando Belisario, regnante Giustiniano, lo fece costruire come luogo di culto cristiano di rito greco dedicato all'Ascensione di Nostro Signore, l'impianto basilicale a croce latina ripartito in tre navate per mezzo di pilastri.
Chiesa di San Pietro, la tradizione orale vuole che sia stato il primo luogo di culto cristiano edificato a Trapani, su un preesistente tempio pagano dopo il passaggio di San Pietro, nell'ambito dei primi processi di cristianizzazione da evangelizzazione. Il tempio presenta la facciata rivolta ad occidente con torre campanaria affiancata sul lato sinistro, Interno con impianto basilicale ripartito in cinque navate. Il monumentale organo si trova all'interno dell'antica chiesa di San Pietro a Trapani: è uno strumento unico al mondo realizzato tra il 1836 e il 1847 dal geniale organaro palermitano Francesco La Grassa, su commissione degli arcipreti Salvatore e Vito Mauro. E' uno strumento che ha sempre destato stupore e ammirazione per l'incredibile complessità costruttiva
Chiesa del collegio dei Gesuiti, risalente al XVII secolo, è uno dei pochi esempi di arte barocca in città
Chiesa delle anime del purgatorio, è una chiesa che prospetta sulla piazzetta Purgatorio, importante per il culto cattolico, è la sede durante l'anno dei "20 gruppi scultorei" della processione dei misteri, durante la settimana santa. È divisa in due ordini e adornata da dodici statue in pietra stuccata raffiguranti i dodici Apostoli e Gesù, all'interno la pianta è a croce latina ripartito in tre navate per mezzo di colonne.
Chiesa santa Maria del Gesù, con l'attiguo convento fuori le mura, la facciata in conci di tufo in stile gotico - rinascimentale, presenta un portale ogivale con strombature sovrastato da una grande nicchia con calotta a forma di conchiglia, l'interno è ripartito in tre navate separate da tre ampie arcate, Venerdì Santo, " 'A scinnuta 'a cruci di Santamaragesu ". A mezzogiorno, poco prima l'uscita dei Misteri dalla chiesa del Purgatorio, nella Cappella del Santissimo Crocifisso si svolge la tradizionale Discesa del Cristo dalla Croce. Il suggestivo rito è eseguito a luci spente, con l'illuminazione naturale che filtra dal portale e dalle vetrate. Fino alla metà degli anni '60, la conclusione della manifestazione, dava avvio alla Processione dei Misteri.
Santuari ed eremi in Sicilia
Un viaggio è un percorso che è prima di tutto interiore. Vorremmo affrontare il discorso del viaggio come cammino spirituali, ma non siamo pronti.
Arrivati in Sicilia è possibile partire per antiche vie di pellegrinaggio, sono molti i trekking come le associazioni che hanno tracciato nuovamente i percorsi che si effettuavano.
Non necessariamente cammini religiosi ma percorsi per ritrovarsi, trovando una nuova dimensione e per visitare borghi Comuni e come dimenticare la cucina tipica locale, non solo meditazione.
Appunti di viaggio, l'accoglienza, dove mangiare, lasciate un suggerimento
Non sono presenti ancora recensioni.