Itinerario del barocco siracusano - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

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Itinerario dell’Arte Barocca nel siracusano

Un Itinerario dell’Arte Barocca nel siracusano, Chiese, Ville e Dimore Storiche, l'intento è quello di proporre un ipotetico itinerario che oltre ai luoghi più conosciuti dell’architettura barocca, vengono menzionati anche alcuni piccoli centri dell’entroterra siciliano. Non solo mare la Sicilia offre un interessante patrimonio di ispirazione culturale barocca. Non solo vino e con esso l'enogastronomia, il mare e le sue spiagge ed i numerosi porti turistici, le riserve naturali per un trekking, organizzatevi prendetevi del tempo per trascorrerlo in un angolo di paradiso.
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Siracusa, un Itinerario dell’Arte Barocca tra Chiese, Ville e Dimore Storiche

Duomo di Siracusa: Facciata della Cattedrale di Andrea Palma (iniziata nel 1728).
Basata sulla formula dell'arco trionfale romano, le masse interrotte da una facciata colonnata creano un effetto teatrale.
Intorno al 1730 lo stile Barocco cominciò gradualmente a distanziarsi dallo stile Barocco definitosi a Roma e guadagnò una individualità anche più forte per due ragioni: in questo periodo la corsa a ricostruire stava cominciando a scemare e la costruzione stava divenendo più tranquilla e meditata; e un nuovo manipolo di architetti nostrani veniva alla ribalta. Questa generazione aveva assistito alla ricostruzione nel Barocco e studiato le stampe e i libri di architettura che giungevano con sempre maggiore frequenza dal continente. Diversamente dai predecessori, essi erano capaci di formulare stili individuali e autonomamente. Questi architetti inclusero Andrea Palma, Rosario Gagliardi e Tommaso Napoli. Pur tenendo in considerazione il Barocco di Napoli e Roma, essi adattarono adesso i loro progetti a bisogni e tradizioni locali. Il loro uso di risorse e sfruttamento dei siti era spesso follemente creativo. Napoli e quindi Vaccarini avevano promosso l'uso di scale esterne, che era adesso condotto ad un nuovo stadio: chiese in cima alle colline venivano raggiunte tramite meravigliose scalinate che evocavano il mentore di Vaccarini, Francesco De Sanctis e le scalinate di Piazza di Spagna a Roma.
Le facciate delle chiese cominciarono a svettare man mano che gli architetti guadagnavano sicurezza e competenza artistica. Gli interni delle chiese, cominciarono specialmente a Palermo ad essere decorati con marmi intarsiati e una ampia varietà di colori. Questo è fondamentale nel Barocco Siciliano; fu idealmente intonato alla personalità siciliana, e questa fu la ragione per cui si evolse in modo tanto spettacolare. In nessun luogo in Sicilia lo sviluppo del nuovo Barocco è più evidente che a Noto, definita la "perfetta città barocca", Ragusa e Catania.
A Siracusa il Palazzo Beneventano Del Bosco, progettato da Luciano Alì nel periodo 1779–1788 nel contenuto stile tardo del Barocco Sicliano. I balconi in ferro battuto e le curve ardite, comunque, mantengono a debita distanza il neoclassicismo.
Come del resto per tutti gli stili architettonici a lungo andare la gente si stancò del Barocco. In alcune parti d'Europa esso si tramutò nel rococo, ma non in Sicilia. Non più controllata dall'Austria, la Sicilia (dal 1735 ufficialmente denominata Regno di Sicilia) era goveranta dal Re di Napoli, Ferdinando IV. A seguito di ciò Palermo fu in assiduo contatto con la capitale maggiore, Napoli, dove aveva luogo una crescente conversione più classici stili architettonici. In combinazione con ciò, molti dei nobili siciliani più acculturati svilupparono la moda di una infatuazione con le cose francesi, dalla filosofia alle arti, moda e architettura. Molti di loro visitarono Parigi rincorrendo tali interessi e tornarono con le ultime stampe architettoniche e gli ultimi trattati teoretici. L'architetto francese Léon Dufourny fu in Sicilia tra il 1787 e il 1794 per studiare e analizzare gli antichi templi Greci sull'isola. Il cambiamento dei gusti non avvenne in tempi brevissimi. Il Barocco rimase popolare sull'isola, ma ora i balconi siciliani, stravaganti come non mai, sarebbero stati rimpiazzati da severe colonne classiche. Dufourny iniziò a progettare a Palermo, e il suo "Tempio dell'Ingresso" (1798) del Giardino Botanico fu il primo edificio in Sicilia in uno stile basato sull'ordine Dorico Greco. Si tratta di architettura neoclassica pura, come definita in Inghilterra dal 1760, ed era un segno delle novità da venire.
Era il grande amico e collega architetto di Dufourny Giuseppe Marvuglia che doveva presiedere al graduale declino del Barocco Siciliano. Nel 1784 progettò il Palazzo Riso-Belmonte, il più bell'esempio di questo periodo di transizione architettonica, che combinava sia motivi Barocchi che Palladiani, costruito attorno ad un cortile porticato che creava le masse Barocche di luce e ombra, o chiaroscuro. La facciata principale, ospitante enormi pilastri, aveva anche elementi barocchi, ma il profilo era lineare. I pilastri erano privi di decorazione, semplici, d'ordine ionico e sorreggevano una trabeazione disadorna. Al di sopra delle finestre si trovavano lineari frontoni classici. Il Barocco Siciliano stava declinando.
Un'altra ragione per il graduale declino dello sviluppo del Barocco Siciliano e delle costruzioni in genere fu che il denaro stava terminando. Durante il XVII secolo l'aristocrazia viveva principalmente delle proprietà terriere, curandole e migliorandole, e come risultato il loro reddito era prevalentemente speso là. Durante il XVIII secolo la nobiltà migrò gradualmente verso le città, in particolare Palermo, per godere dei piaceri sociali della corte del Viceré e Catania. I loro palazzi di città crebbero in dimensioni e splendore, a tutta spesa delle proprietà abbandonate, alle quali si chiedeva ugualmente di fornire introiti.
Una innovazione legale di particolare gravità per l'aristocrazia fu che i creditori, che in precedenza potevano solo pretendere un pagamento di interessi su un prestito, adesso potevano requisire la proprietà a garanzia. La proprietà cominciò a passare di mano e ad essere suddivisa alle aste, e di conseguenza la borghesia possidente iniziò a fiorire. Rivolte contro i Borboni nel 1821 e nel 1848 divisero la nobiltà, e facevano presagire le fortune del liberalismo. Questi fattori, abbinati all'agitazione sociale e politica del seguente Risorgimento nel XIX secolo, significarono la condanna dell'aristocrazia siciliana. Inoltre per aver trascurato e abbandonato i principi del "noblesse oblige", un elemento essenziale del sistema feudale, la campagna finì presto in mano a briganti e banditi, e le ville di campagna un tempo sontuose decaddero. La mania di edificare della classe dominante terminava definitivamente.
l'isola di Ortigia

Nell’isola di Ortigia, nucleo storico della città di Siracusa, si possono ammirare in stile barocco, oltre ad una delle più belle piazze barocche, il Duomo, Palazzo Beneventano del Bosco e Palazzo senatorio o Palazzo Vermexio, sede del Municipio, che trae il nome dall’architetto catalano Joan Vermexio che lavorò a Siracusa nel XVII sec.. Ed ancora S. Lucia alla Badia situata a sud della piazza duomo, che per le colonne ritorte e lo scudo della Spagna sembra un’anticipazione dello stile Rococò e presenta tutta la freschezza del primo barocco aretuseo.
Buscemi, un Itinerario dell’Arte Barocca tra Chiese, Ville e Dimore Storiche

Buscemi, piccolo centro del siracusano di origine araba, presenta alcune testimonianze monumentali di epoca barocca tra cui la chiesa di Sant’Antonio da Padova, recentemente restaurata. Gli interni della Chiesa si caratterizzano per le tipiche decorazioni barocche che originariamente erano totalmente ricoperte di oro zecchino. Da ricordare anche la Chiesa Madre. In questo caso, le decorazioni barocche, le statue e il materiale utilizzato per la costruzione attribuiscono al monumento delle caratteristiche di eccezionalità.
Lentini, un Itinerario dell’Arte Barocca tra Chiese, Ville e Dimore Storiche

La Chiesa Madre di Lentini
A Lentini sono presenti numerose testimonianze di epoca barocca edificate dopo il catastrofico terremoto del 1693. La Chiesa Madre, denominata Chiesa di Santa Maria La Cava e Sant’Alfio, presenta una pianta basilicale a tre navate e una facciata settecentesca a tre ordini. All'interno di particolare interesse, un’icona bizantina della Madonna Odigitria (XII secolo).

Buccheri, un Itinerario dell’Arte Barocca tra Chiese, Ville e Dimore Storiche

Da visitare a Buccheri, del periodo barocco, la Chiesa di S. Antonio che domina il paese al culmine di una ripida scalinata, e al cui interno sono presenti due quadri di G. Borremans (1728). La chiesa di S. Maria Maddalena che conserva una statua marmorea di A. Gagini dedicata alla Maddalena. Da non dimenticare la Chiesa Madre dedicata a S. Ambrogio.
Sortino, un itinerario dell’Arte Barocca tra Chiese, Ville e Dimore Storiche

Chiese e palazzi barocchi di Sortino e siamo a pochi chilometri dalla più nota Pantalica, questo paesino della Valle dell’Anapo è una grande testimonianza dell’arte barocca in Sicilia con le sue bellissime tredici chiese ed i numerosi palazzi. Di particolare interesse è la Chiesa Madre dedicata a San Giovanni Evangelista (1734-1759), la cui facciata, in stile barocco, presenta tre nicchie contenenti le statue di San Giovanni, Mosè ed Elia.
Noto, un itinerario dell’Arte Barocca tra Chiese, Ville e Dimore Storiche

Le vie della città di Noto sono intervallate da scenografiche piazze ed imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. La unitaria ricostruzione produsse un tessuto urbano ricco di episodi architettonici. Venne utilizzata la pietra locale, di colore tra il dorato e il rosato, riccamente intagliata. La ricostruzione avvenne unitariamente sotto la guida del duca di Camastra, che rappresentava a Noto il viceré spagnolo.

Il solare barocco di Noto, dichiarato Patrimonio dell’Unesco, è caratterizzato dal colore rosato della pietra usata per costruire la città.
In stile barocco: la Chiesa di S. Francesco all’Immacolata e il convento annesso di San Salvatore progettato dagli architetti Sinatra e Gagliardi. La chiesa che sorge in cima ad una monumentale scalinata, presenta un portale con preziose colonne di puro barocco.
Il Monastero delle Benedettine e la chiesa di Santa Chiara, la piazza del Municipio, la Cattedrale dedicata a S. Nicolò, l’ottocentesco Palazzo vescovile, palazzo Landolina del XVIII secolo, Palazzo Ducezio oggi sede municipale, i più bei balconi del mondo, i sei artistici mensoloni di Palazzo Nicolaci del Principe di Villadorata, raffiguranti sirene, centauri, chimere, sfingi, grifoni, rinchiusi dalle sinuose inferriate ricurve.
La chiesa di San Domenico progettata dal Gagliardi, è un grande esempio del barocco siciliano. Infine, i palazzi nobiliari in stile tardo barocco: Palazzo di Lorenzo dei Marchesi di Castelluccio; Palazzo Astuto, Palazzo Trigona dei marchesi di Cannicarao.

A differenza di quanto accade di solito nelle costruzioni barocche delle province del Sud Italia, come soprattutto a Lecce e, in Sicilia, a Catania, gli architetti che lavorano a Noto non puntano tutto sui motivi ornamentali, i quali restano sempre ben controllati, senza squilibri rispetto alle architetture nelle quali sono inseriti. Inoltre, gli architetti attivi a Noto, Rosario Gagliardi, Vincenzo Sinatra e Paolo Labisi, si impegnarono anche nella realizzazione di architetture elaborate, con l'impiego di facciate concave (come nella chiesa del Carmine o in quella di San Carlo Borromeo al Corso), convesse (come la chiesa di San Domenico) o addirittura curvilinee, come nella torre campanaria del seminario. Il barocco di Noto pervade l'intera città: gli elementi barocchi non sono isolati all'interno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, ma sono collegati tra di loro in modo da realizzare quella che è stata definita la "perfetta città barocca". A visitarla, palazzi, chiese, conventi, teatro pare un monumento unico, tutto costruito nello stesso tufo giallo, nello stesso barocco, come dice il Fichera, fiammeggiante, con una grandiosità senza pause e una regalità senza avarizia».
Dell'impegno degli architetti netini per la creazione di grandi scenografie, in un'ottica barocca pienamente consapevole e non provinciale, si accorse pure un maestro dell'immagine come Michelangelo Antonioni, il quale in una scena de L'Avventura, girata a Noto, fa dire al protagonista, interpretato da Gabriele Ferzetti, intento ad ammirare la città dalla terrazza del campanile della chiesa di San Carlo al Corso:«Ma guarda che fantasia, che movimento. Si preoccupavano degli effeti scenografici.
Palazzo Ducezio, Noto, di Vincenzo Sinatra, Barocca al pianterreno, neoclassica sopra.
Comunque l'influenza britannica in Sicilia era destinata a fornire al Barocco Siciliano un'ultima vampata di vitalità. Giuseppe Marvuglia, riconoscendo che la nuova moda britannica prendeva sempre più piede, sviluppò lo stile che aveva prima cautamente adottato a Palazzo Riso-Belmonte nel 1784, combinando alcuni dei più lineari e solidi elementi del Barocco con motivi palladiani piuttosto che con progetti palladiani organici. Il tardo Barocco Siciliano somigliava al Barocco popolare nel Regno Unito all'inizio del XVII secolo, reso popolare da Sir John Vanbrugh con edificio come Blenheim Palace. Un esempio di ciò è la Chiesa di San Francesco di Sales del Marvuglia, quasi Inglese nella sua interpretazione del Barocco.
Comunque, questo fu un ultimo bagliore e il Neoclassico presto predominò del tutto. Pochi aristocratici potevano permettersi di costruire, e il nuovo stile era principalmente utilizzato in edifici pubblici e civili come l'Orto Botanico di Palermo a Palermo.
Gli architetti siciliani, compreso Andrea Giganti, un tempo un architetto Barocco capace, cominciarono a progettare nello stile Neoclassico, ma la versione alla moda adottata dalla Francia. La Villa Galletti di Giganti a Bagheria è chiaramente ispirata al lavoro di Ange-Jacques Gabriel.
Come per i primi giorni del Barocco Siciliano, i primi edifici della nuova era neoclassica furono spesso copie o ibridi dei due stili. Così il Barocco Siciliano veniva gradualmente e lentamente soppiantato dal neoclassicismo francese.
Ferla, un itinerario dell’Arte Barocca tra Chiese, Ville e Dimore Storiche

Via Vittorio Emanuele, lungo la quale si trovano i cinque principali edifici religiosi. La prima chiesa che s'incontra nella parte meridionale della strada è quella del Carmine dedicata a Santa Maria del Carmelo: la facciata settecentesca, in conci squadrati di pietra da taglio bianca, presenta due diversi ordini architettonici, dorico e ionico.

Proseguendo si arriva alla Chiesa di San Sebastiano, la più grande del paese: eretta da Michelangelo Di Giacomo nel 1741, presenta un impianto a tre navate con otto cappelle; bellissimo è il gruppo scultoreo della facciata raffigurante il Martirio di San Sebastiano, opera dello stesso Di Giacomo ed emblema della statuaria del barocco ibleo.

La visita prosegue con la Chiesa Madre dedicata a San Giacomo, anch’essa di epoca post-terremoto, il portale mostra il più antico esemplare di stemma comunale e presenta un prospetto costituito da due ordini architettonici, dorico e ionico; la costruzione della torretta dell’orologio, costruita su un contrafforte, è successiva. Segue la Basilica di Sant'Antonio Abate, questa chiesa è il fulcro del centro storico della cittadina iblea ed è la più bella grazie alla flessuosa facciata barocca costituita da tre corpi concavi, di cui i due laterali sormontati da torri campanarie (quella di sinistra è crollata durante il terremoto del 1908).

L’impianto a croce greca (ogni asse della croce doveva misurare 33 metri, gli anni di Cristo alla morte) è coronato da una cupola ottagonale affrescata con il Trionfo di Sant’Antonio.
Ultima delle cinque chiese che si trovano lungo la Via Sacra è la Chiesa di Santa Maria: era annessa al convento dei Frati Minori e custodisce nell'abside dell’altare centrale uno dei 33 crocifissi lignei di Frate Umile da Petralia, risalente al 1633. A questo crocifisso è legata una leggenda, infatti si narra che a seconda dell'angolazione dalla quale si ammira la croce, sembra che il volto di Cristo sorrida o pianga.

La Via Sacra è tagliata trasversalmente da Via Umberto, lungo quest’ultima si trovano alcuni interessanti edifici civili in cui lo stile barocco è integrato dal gusto liberty di inizio Novecento, sulla scia dei palazzi palermitani di Ernesto Basile. Alla fine di via Vittorio Emanuele si ha invece un esempio di “nuova frontiera” architettonica nell’edificio che comprende l’ecostazione e la Casa dell’Acqua.

In via Garibaldi si può notare invece il fastoso balcone barocco di palazzo Mirabella, sede del museo parrocchiale.
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