Itinerario i monti Sicani, la Sicilia da scoprire - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

Se vuoi visitare la Sicilia e non sai da dove iniziare. Siamo qui per aiutarti. Scopri le migliori destinazioni in Sicilia e pianifica il tuo viaggio.
Che tu sia un appassionato di arte, di gastronomia o di natura, la Sicilia ha qualcosa da offrire a tutti. Esplora le strade, immergiti nelle acque cristalline o assapora i sapori autentici.
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Itinerario i Monti Sicani

Ti presentiamo l'itinerario dei monti Sicani, un'area affascinante situata nella parte centro-meridionale della Sicilia. Questa regione si estende da Agrigento a Palermo, da nord a sud, e da Trapani a Caltanissetta, da ovest ad est. I monti Sicani offrono paesaggi mozzafiato, ricchi di natura incontaminata e tesori storici da scoprire. Se sei un amante dell'avventura e desideri immergerti nella cultura siciliana, non perdere l'opportunità di esplorare questa meravigliosa regione.
In questa pagina troverai itinerari dettagliati per esplorare i Monti Sicani, situati nell'area centro-meridionale della Sicilia, tra Agrigento e Palermo, da nord a sud, e tra Trapani e Caltanissetta, da ovest ad est. Questa zona è caratterizzata da paesaggi mozzafiato, ricchi di natura incontaminata e tesori storici da scoprire. Preparati a un'avventura indimenticabile tra le montagne sicane.



Il turismo in Sicilia è sinonimo di mare, ma non è solo mare e soprattutto non è legato prettamente alle località balneari.
Ci sono borghi paesi con una cultura da mostrare, tradizioni che ne fanno la storia. Località fuori dal turismo di massa che hanno molto da fare vedere, poco valorizzarti, raccontati nel pieno del loro valore storico, culturale e paesaggistico, dal mare alla montagna, odori, sapori, tutto ciò che cercano regala una esperienza da raccontare.

Questo è un itinerario sviluppato per i motociclisti, per chi ha voglia di girovagare, si attraversano paesi e borghi, boschi e vista mare mozzafiato, tra borghi tradizioni, le cantine vinicole, gastronomia tutta da scoprire.
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Palermo, Piana degli albanesi, Ficuzza, Corleone, Cammarata, Santo stefano di Quisquinà, Mussomeli,Agrigento, Sciacca, Giuliana

Palermo capoluogo della Regione

La Cattedrale non è certo una cosa che passerà inosservata durante un itinerario per Palermo. L’edificio è sfarzoso, ricco di stili differenti, dotato di una cupola ed una torre ed è preceduto da un grazioso giardino, con un esterno che sbalordisce ed un interno non così affascinante http://www.cattedrale.palermo.it/, Palazzo Dei Normanni e Cappella Palatina, conosciuto anche come Palazzo Reale, a causa dell’utilizzo passato come dimora del Re, il vero pezzo forte di questo luogo è la Cappella Palatina, al suo interno. I mosaici della cappella sono ricoperti da un finissimo strato d’oro ed il pavimento è in stile arabo, https://www.federicosecondo.org/, Piazza Quattro Canti luogo cuore della città vecchia: qui si uniscono Via Vittorio Emanuele e Via Maqueda. La particolarità di questo incrocio sono le 4 facciate simmetriche che lo compongono, chiamate anche “teatro del sole”: grazie alla loro posizione le facciate vengono illuminate dal sole una per volta nel corso della giornata. Da qui si diramano 4 quartieri, Fontana Pretoria o Piazza Pretoria, con annessa fontana decorata completamente da statue bianche di uomini e donne senza veli. Chiesa di San Cataldo e Santa Maria, la chiesa di San Cataldo, in particolare, è in stile arabo, è adornata da cupole di un rosso vivo. La chiesa di Santa Maria, invece, venne progettata come una moschea e l’interno è decorato da mosaici mozzafiato, il Teatro Massimo è il terzo più grande d’Europa ed i suoi interni sono sfarzosi, la Chiesa del Gesù anche chiamata Casa Professa, è un edificio di inizio Seicento, uno dei più importanti di Palermo. L’interno è ricco di intarsi marmorei, di contrasti tra bianco e nero, un perfetto esempio dell’opulenza barocca del Diciasettesimo Secolo, http://www.casaprofessa.com/, questo solo per darvi un idea della città.

Piana degli albanesi itinerario monti Sicani

Piana degli Albanesi comune della Città Metropolitana di Palermo, 720 m s.m., patrono Santa Maria Odigitria 2 settembre, è oggi la principale colonia albanese nell'isola e vi si conservano gli usi, i costumi, la lingua d'origine e il rito greco.
Piana degli Albanési comune della Città Metropolitana di Palermo, 720 m s.m., patrono Santa Maria Odigitria 2 settembre
Centro situato sul versante orientale del monte La Pizzuta, in prossimità dell'omonimo lago artificiale. Fu fondato nel 1488, col nome di Hora, da una comunità di albanesi.
È oggi la principale colonia albanese nell'isola.

La chiesa di San Demetrio, di rito greco, è cinquecentesca: ha pianta a croce greca con tre navate absidate divise da archi a pieno centro e presenta l'iconostasi (cioè il divisorio, tipico delle chiese bizantine, che separa i fedeli da chi celebra la funzione); conserva il notevole altare maggiore, la decorazione absidale (opera secentesca di Pietro Novelli) e tre tavole bizantineggianti.
La chiesa dell'Odigitria (sec. XVII), eretta su progetto del Novelli, conserva un Trionfo della Vergine ligneo barocco.
La più antica delle chiese, San Giorgio, ha un monumentale portale con timpano spezzato.
A S dell'abitato è il lago di Piana degli Albanesi.

Piana degli Albanesi, Hora o Piana degli Albanersi, l'originario nome della città, fondata il 30 agosto 1488 fu la prima delle città albanesi in Sicilia, alle falde della Pizzuta, dove sorge la chiesa della Madonna dell'Odigitria, gli albanesi edificarono il primo impianto della città articolato per ospitare circa 1500 abitanti, con un assetto urbano adatto a una popolazione strutturata secondo l'organizzazione sociale greco albanese. Sorsero così i quartieri San Vito, San Giorgio, San Demetrio, e il quartiere detto Piazza Pubblica.

Cattedrale di San Demetrio - Rito Greco a Piana degli Albanesi
Intitolata a San Demetrio Megalomartire, è stata edificata nel 1498, poi rimaneggiata, e affrescata da Pietro Novelli nella prima metà del XVII secolo, come si ammira in particolar modo all’abside mediana. La pianta è a croce greca, con tre navate e con absidi chiuse da iconostasi. Sulla volta, il Padre Eterno benedicente tra arcangeli e cherubini; sotto, gli Apostoli, il Cristo Risorto e i Quattro Padri della Chiesa Greca. Insieme con la bella icona cinquecentesca della Vergine con il Bambino, realizzata con la tecnica della tempera ad uovo tipica della scuola senese, si ammirano il bellissimo gruppo in legno policromo ottocentesco raffigurante S. Demetrio di Tessalonica e S. Nestore, di Girolamo Bagnasco e bottega; la Madonna di Trapani, in marmo alabastrino, realizzata da scuola tosco-lombarda tra il XV e il XVI secolo; a destra, alla fine della navata, la statua di Santo Spiridione, realizzata da Nicolò Bagnasco come quella di San Giuseppe all’altare di destra. Nella facciata, i due mosaici di scuola monrealese (1960).

Chiesa di San Giorgio Megalomartire a Piana degli Albanesi
È la più antica di Piana degli Albanesi (originaria del 1495). La volta è interamente affrescata dal Crestadoro (1759) che dipinge San Giorgio in Gloria, mentre all’inizio della parete di destra troviamo un bel mosaico del Battista realizzato nel 1984. Sempre a destra, sopra la porta laterale, ecco il San Filippo Neri dipinto da Giuseppe Patania. All’abside occidentale c’è dipinto con la tecnica del falso mosaico il Cristo Pantocratore. A sinistra, la nicchia con la statua in legno di San Giorgio che trafigge il drago di Nicolò Bagnasco, opera tra le più riprodotte nella cesellatura dei brezi, le fibbie degli abiti tradizionali femminili. In fondo, l’affresco che raffigura Sant’Antonio Abate, da molti attribuito ai Novelli, padre e figlio.

Chiesa di San Nicola a Piana degli Albanesi
Edificata alla fine del XVI secolo, nell’ambone di sinistra vi si custodiscono icone del Seicento e del Settecento provenienti dalla palermitana Chiesa di San Nicola. Ad una navata, si mette in luce anche per le icone settecentesche realizzate da Ioannichios (ai tre registri dell’iconostasi), monaco dell’abbazia di Mezzojuso, il più famoso artista di icone dell’Italia meridionale secentesca. A lui si deve la cosiddetta “scuola siculo-cretese”, riconoscibile per la lavorazione del fondo in argento a mecca. Iniziando da destra, ecco le icone riproducenti San Giuseppe di Manusakis (opera del 1973), San Partenio, Sant’Atanasio, Sant’Eleuterio e Santa Barbara. A sinistra, Santa Caterina, San Giovanni Crisostomo e Sant’Antonio. La chiesa custodisce anche un bel tabernacolo ligneo del XVIII secolo e una statua in legno dorato raffigurante l’Immacolata (XVII secolo).

Chiesa della Madonna dell'Odigitria a Piana degli Albanesi
Costruita nel XVIII secolo, è l’unica testimonianza dell’opera di Pietro Novelli come architetto: le tre navate sono suddivise da quattro colonne che sorreggono la grande cupola ottagonale che, contrariamente a quanto succede nelle chiese barocche, risulta più vicina all’ingesso che all’altare maggiore. Qui si ammira, incassato in una statua secentesca, il quadro della Vergine Odigitria che la tradizione dice essere stato portato fin qui dai primi coloni albanesi. Alle navate laterali si susseguono quattro altari barocchi a marmi policromi e, tra i dipinti, quello raffigurante l’Arcangelo Michele (1700) e una crocifissione in legno ritagliato e dipinto.

Memoriale di Portella delle Ginestre
Il Memoriale di Portella delle Ginestre è una originale sistemazione naturale-monumentale del luogo, situato ad appena tre chilometri da Piana degli Albanesi in direzione di S. Giuseppe Jato. La sistemazione monumentale di Portella della Ginestra è un'opera di land art , dove vi furono i caduti del primo maggio 1947, si innalzano grandi massi, alti da 2 a 6 metri, cavati sul posto della pietraia, che sembrano magicamente collegati come i preistorici menhir. Uno di essi è il masso di Nicola Barbato, altri figurano sinteticamente corpi, facce e forme di animali caduti. In altri due sono rispettivamente incisi i nomi dei caduti e una poesia del poeta siciliano Ignazio Buttitta.  https://www.facebook.com/1MaggioPortellaDellaGinestra/

Ficuzza frazione di Corleone, itinerari monti Sicani

La nascita si deve al re Borbone Ferdinando III di Sicilia che qui fece costruire una palazzina di caccia nel 1799, denominata Real Casina di Caccia, l' Obelisco La Guglia
Costruito dai Borbone al bivio della strada per Palermo, formato da un prisma verticale a sezione quadrangolare, sormontato da un tronco di piramide, recante iscrizioni geografiche, la Fontana abbeveratoio, è costituita da un corpo isolato in pietra calcarea della vicina Rocca Busambra a forma rettangolare. La parte iniziale è verticale con un frontone con timpano circolare e cornice scolpita, con gocciolatoio con testa di Gorgone vasca in pietra.

La Chiesa Madre, la Chiesa di Santa Rosalia, la Chiesa di San Domenico, la Chiesa di Sant’Agostino, adiacente alla chiesa il bellissimo Oratorio, la Chiesa di Sant’Elena, le due Rocche: Rocca Sottana e Rocca Soprana.

D'obbligo una tappa in Contrada Tagliavia , nell'oasi di silenzio dell'ottocentesco Santuario della Madonna del Rosario, costruito in seguito al ritrovamento di un'immagine su pietra della Madonna del Rosario che si conserva all'interno del santuario ed è venerata specialmente dai corleonesi e dai vitesi. Meta di numerosi pellegrinaggi, il giorno dell'Ascensione.

’Itinerarium Rosaliae, https://www.itinerariumrosaliae.it/

Cammarata, itinerario dei monti Sicani

Cammarata comune del Libero Consorzio comunale di Agrigento, 689 m s.m., patrono San Nicola di Bari 6 dicembre
Del Castello di Cammarata rimangono parte dell'ala meridionale, nella torre carceraria è stata allestita la mostra fotografica permanente di Salvatore Trajna,
la Chiesa Madre di San Nicola di Bari, datata 1640 è la ricostruzione di edificio d'epoca normanna del 1100. Ricca di opere d'arte ospita anche uno degli organi a canne più antichi della Sicilia.
La chiesa San Vito Martire, oggi si presenta a tre navate.  
La statua di San Vito si trova nella navata centrale, in questa cappella è presente un coro ligneo settecentesco con scolpite delle aquile, mentre nelle pareti della stessa cappella vi sono quattro sculture rappresentanti il martirio del santo.

Mussomeli, itinerario monti Sicani

Mussomèli comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 726 m s.m., patrono Madonna dei Miracoli 8 settembre,

Su una rupe a picco, sorge il magnifico castello, eretto da Manfredi III Chiaramonte nel sec. XIV su una struttura gotico-sveva e rimaneggiato nel sec. XV. Il Castello è noto anche per la tragica vicenda che ha avuto come protagonista Laura Lanza, Baronessa di Carini, figlia di Cesare Lanza
La Chiesa Madre di Mussomeli fu eretta nel XV secolo da Manfredi III di Chiaramonte che la dedicò a San Giorgio (secondo altre fonti la chiesa sarebbe intitolata a San Ludovico).
La seicentesca Chiesa di Santa Margherita sorge nell'antico quartiere Terravecchia e rappresenta l'edificio di culto più antico di Mussomeli,
la Chiesa di San Domenico (o Santuario della Madonna dei Miracoli) è uno degli edifici di culto più antichi di Mussomeli, conserva un crocifisso ligneo di fra' Umile da Petralia,
il cinquecentesco santuario della Madonna dei Miracoli, nella cui cripta è custodito il venerato dipinto su pietra della Madonna col Bambino.
la Chiesa di San Giovanni. Palazzi storici che fanno grande l'impianto architettonico di Mussomeli,
da Palazzo Trabia al barocco Palazzo Minneci, da Palazzo Sgadari a Palazzo La Rizza, edificati nel Seicento.

Sagra della Ricotta e del Cannolo a Mussomeli a maggio. La manifestazione si svolge in occasione della Festa di San Pasquale, patrono dei Pastori. Degustazioni di tuma e ricotta e gustosi cannoli.

Festa di San Calogero a Mussomeli - Mussomeli festaggia San Calogero, tradizionale Sagra del Pane. Una grande tavolata, allestita davanti alla chiesa, espone gli “‘mbraculi di San Calogero”, preparati ed offerti dai devoti. Ultima domenica di agosto

Festa della Madonna SS. dei Miracoli a Mussomeli - Culto dedicato alla Santa patrona ormai radicato nella tradizione e nella cultura del paese di Mussomeli. Processione anche anche della statuetta di Maria Bambina, ancora in fasce, su un cestino addobbato. 08 / 15 settembre https://www.facebook.com/MariaSs.deiMiracoliMussomeli/

Sagra della Guastedda a Mussomeli - Alla riscoperta delle tradizioni, la manifestazione si tiene in occasione della Festa dell’Immacolata. Degustazioni della tipica pietanza nella sua forma tonda e atmosfera natalizia con i mercatini. dicembre

Antica Fiera del Castello a Mussomeli. Il Castello di Mussomeli è di certo tra i più belli e ben conservati della Sicilia (XIV e il XV secolo). A volerlo costruire fu Manfredi Chiaramonte ( sulla base di una precedente fortezza araba, domina un vasto territorio dai suoi 778 metri s.l.m.
Come ogni anno la Città di Mussomeli accoglie l'Antica Fiera del Castello: giornate dedicate all'antica fiera del bestiame e delle attrezzature agricole. Workshop, esposizione di bestiame, cortei storici, trampolieri, musici, giocolieri, mangiafuoco, sbandieratori, enogastronomia e tanto altro. https://www.facebook.com/anticafiera.delcastello

Palazzi storici che fanno grande l'impianto architettonico di Mussomeli: da Palazzo Trabia al barocco Palazzo Minneci, da Palazzo Sgadari a Palazzo La Rizza, edificati nel Seicento.

La Torre Civica dell'Orologio ubicata nel comune di Mussomeli fu fatta costruire verso la metà del XVI secolo da Don Cesare Lanza, divenuto famoso per essersi macchiato del delitto della figlia Donna Laura, meglio nota come la Baronessa di Carini.
Costruita con blocchi di cotto, presenta una serie di feritoie longitudinali e un coronamento merlato arricchito da accessori bronzei, che le conferiscono un caratteristico aspetto medievale, benché sia una costruzione moderna.

Favara itinerario monti Sicani

Favara comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 338 m s.m., patrono Sant’ Antonio da Padova 13 giugno,  la città è conosciuta anche come la "Città dell'Agnello Pasquale", dolce tipico a base di mandorle e pistacchi.

Il castello dei Chiaramonte (sec. XIII) ha forma quadrangolare e un portale ogivale attraverso cui si accede alla cappella trecentesca, divisa in due da un'arcata gotica e coperta alla sommità da una cupola di stile arabo.
La chiesa madre, dedicata alla Madonna Assunta (sec. XVII), custodisce un prezioso crocifisso ligneo del sec. XVI.
La chiesa del Purgatorio risale al Seicento,
la chiesa del Rosario, edificata nel sec. XVIII in stile barocco, è ornata da stucchi e ha un bel soffitto a cassettoni dipinto.

Favara è altresì nota per il Farm Cultural Park, un Centro Culturale Indipendente. https://www.farmculturalpark.com/

Fiera d’Ottobre a Favara , la manifestazione, che si svolge generalmente l'ultima domenica del mese di ottobre, si inserisce nell’ambito delle attività e delle iniziative volte alla promozione dei settori produttivi locali. Fiera dell'Artigianato e della Zootecnia

La strada statale 640  o strada degli Scrittori, la città dello scrittore Antonio Russello, https://www.stradadegliscrittori.com/

Agrigento i monti Sicani

Agrigento capoluogo del Libero consorzio Comunale omonimo, 230 m s.l.m.
patrono San Gerlando Giorno festivo 25 febbraio,
Posta al centro della costa meridionale della Sicilia, Agrigento è posta sulla collina dove sorgeva l'antica Girgenti, mentre la Valle dei Templi si trova poco più a sud
È nota come Città dei templi per la sua distesa di templi dorici dell'antica città greca posti nella cosiddetta valle dei Templi, inserita, nel 1997, tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO,

il centro storico di Agrigento è individuabile sulla sommità occidentale della collina dell'antica Girgenti. Risalente all'età medioevale del XI e XV, conserva ancora oggi vari edifici medioevali (chiese, monasteri, conventi e palazzi nobiliari).

La Cattedrale di San Gerlando si trova nel centro storico di Agrigento, in cima ad una scalinata, sita sul ciglio di una rupe.
Fu edificata nel XII secolo e, nel corso dei secoli, venne rimaneggiata e ristrutturata. La cattedrale è stata tra le prime fondate in Sicilia subito dopo l’avvento del Cristianesimo. L’edificazione del duomo venne affidata al Vescovo di Agrigento, Gerlando Besançon.
La facciata barocca, sormontata da un timpano spiovente e sottolineata da paraste sporgenti e il campanile quattrocentesco a base quadrata costituiscono gli elementi essenziali della parte occidentale esterna. In basso, nella parte a meridione, troviamo i due ordini di monofore cieche in stile plateresco.
L'interno, in stile normanno, presenta una pianta a croce latina ed è a tre navate, con sette alte colonne barocche ottagonali e arcate ogivali che culminano in un elegante transetto con copertura a capriate dipinte del Cinquecento e decorate con diverse figure di Santi agrigentini e con motivi ornamentali floreali.
Le opere custodite al suo interno sono numerose, di notevole pregio sono: la Tela dell’Immacolata; la Tela del Martirio di Sant’Erasmo; l’Urna di San Felice Martire; la Cappella di San Bartolomeo; la Scultura del Compianto; la Tela della Madonna del Rosario e anime purganti.

Il Santuario dell'Addolorata di Agrigento, noto anche come chiesa di Maria Santissima Dei Sette Dolori, è uno dei luoghi di culto cattolici mariani più importanti di Agrigento ed è sede di una delle confraternite più antiche della città, la confraternita di Maria Santissima Dei Sette Dolori.
Fu edificata nel XVII secolo da maestranze siciliane inglobando una preesistente edicola sacra. La chiesa si trova a picco su una parete di roccia calcarea, a ridosso di porta Garibaldi, gli spazi delle cripte sono adibiti a museo. La sobria facciata si contrappone al ricco interno in stile barocco. Lungo le pareti sono presenti pregevoli stucchi del Serpotta.

La Chiesa di Santo Spirito di Agrigento si trova sul lato sinistro dell’omonimo Monastero, fondati dalla famiglia Chiaramonte nel 1299. La chiesa e l’annesso monastero furono costruiti nel XIII secolo dalla nobile famiglia dei Chiaramonte, all'interno del complesso monumentale, sono presenti due stemmi della
famiglia Chiaramonte, uno dipinto nella catena di una capriata della chiesa ed un rilievo dello stesso stemma si trova nel concio di
chiave di un’arcata del dormitorio del monastero. La chiesa presenta una pianta rettangolare e l’attuale facciata conserva ancora due elementi originari: il rosone e il portale
medievale.

La Chiesa di San Giuseppe di Agrigento, situata in fondo alla Via Atenea, presenta un prospetto in stile barocco arricchito da un doppio ordine di scalini e due torri campanarie.
L'interno è a unica navata. Il soffitto è stato dipinto da Raffaele Gurrieri con scene della vita di San Giuseppe.

La Chiesa di San Lorenzo ad Agrigento, nota anche come Chiesa del Purgatorio, è situata in piazza Purgatorio, lungo la via Atenea. Lo splendido monumento colpisce per la sua fastosità, per l'abbondanza e il fasto delle decorazioni, per gli stucchi, gli ori e le pitture.
Fu edificata nella seconda metà del 700 per volere dei ricchi borghesi del quartiere che, influenzati dalle espressioni dello stile barocco del momento, la vollero particolarmente sfarzosa.

La Chiesa di San Nicola di Agrigento, sita fuori dall’abitato nelle immediate vicinanze del Museo Archeologico, lo stesso che si ritrova nella Valle dei Templi.
La chiesa rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura cistercense tardo-romanica della Sicilia. L’edificio, costruito in
epoca normanna, fu ampliato nel 1219 dai frati cistercensi di Santa Maria di Adriano. Il convento, invece, fu fondato nel 1426 dal
beato Matteo Cimarra, che introdusse in città il movimento dell’Osservanza francescana. Di notevole pregio è il Sarcofago di Fedra contenuto nella terza cappella. Il sarcofago, opera marmorea di inestimabile valore e splendida espressione della scultura romana in Sicilia, rappresenta quattro episodi del mito di Fedra e Ippolito.
L’edificio e i resti del complesso abbaziale fanno parte del museo Archeologico di Agrigento

La Chiesa di Santa Maria dei Greci di Agrigento è l’antica cattedrale di rito greco-bizantino della città.
La chiesa è stata costruita nel 1200 sui resti di un antico tempio dorico, da alcuni studiosi identificato con il tempio di Atena Lindia e Zeus Atabyrios di cui parla Polibio, del quale sono ancora visibili le tracce del basamento. La chiesa fu anche cattedrale di rito greco-ortodosso, e per questo è ancora oggi chiamata “Chiesa dei Greci”. Divenne poi cattedrale cattolica, prima che lo divenisse la
Chiesa di San Gerlando.

La Valle dei Templi è un parco archeologico della Sicilia caratterizzato dall'eccezionale stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico. Corrisponde all'antica Akragas, monumentale nucleo originario della città di Agrigento.  https://www.parcovalledeitempli.it/

Il Giardino della Kolymbethra è un raro gioiello archeologico e agricolo, un luogo straordinario che racchiude i colori, i sapori e i profumi della terra di Sicilia e racconta, con i suoi reperti e i suoi ipogei, scavati 2500 anni fa, la storia dell’antica Akragas.  https://fondoambiente.it/luoghi/giardino-della-kolymbethra

Il Parco letterario Luigi Pirandello che si sta realizzando in Agrigento, in omaggio ad uno dei più grandi Autori della Letteratura del novecento  https://www.parcoluigipirandello.it/

importante l'appuntamento annuale la Sagra del Mandorlo in Fiore, che si svolge all'inizio di febbraio  https://www.facebook.com/sagradelmandorlo/

Sciacca, itinerari dei monti Sicani

Sciacca comune del Libero consorzio Comunale di Agrigento, 60 m s.m., patrono Madonna del Soccorso 2 febbraio e 15 agosto.

Nota anche per la ceramica, Sciacca ha raggiunto livelli di assoluta eminenza, in Sicilia, nell'arte della maiolica, fra il XVI ed il XVIII secolo.
La città di Sciacca fa parte del Circuito dei Borghi Marinari, consorzio impegnato nella promozione e protezione del mare, della cultura e delle tradizioni ad esso legate.
Il Corallo di Sciacca. Corallo siciliano raccolto intensivamente dal 1875 fino al primo ventennio del '900 di colore Rosa salmone.

Del castello dei Luna, ristrutturato nel sec. XVI e in gran parte demolito nel 1881, restano le mura esterne e una torre cilindrica.
Lo “Steripinto” è un singolare palazzo di stile gotico-catalano costruito all'inizio del sec. XVI.
Il duomo Maria Santissima del Soccorso, fu ricostruito nel 1656; dell'originaria struttura normanna conserva l'esterno delle tre absidi (sec. XII). La chiesa di San Nicolò la Latina risale al sec. XII e ha l'interno a croce latina, con tracce di affreschi bizantineggianti.
Cappella di San Giorgio dei Genovesi a Sciacca, l'antica cappella di San Giorgio dei Genovesi fu costruita nel 1520 dai numerosi mercanti genovesi residenti a Sciacca
La chiesa di Santa Margherita, rinnovata nel Cinquecento e oggi chiusa al culto, presenta un pregevole portale gotico-rinascimentale, opera di Francesco Laurana e Pietro de Bonitate.
La chiesa di San Michele, in Piazza Noceto, fu fondata da Guglielmo Peralta nel 1371. Fu ricostruita nel XVII secolo. Presenta un portale con architrave e un portale gotico. L'interno è a tre navate con colonne ed archi al centro. La chiesa conserva anche un crocifisso quattrocentesco, due acquasantiere del XVI secolo, una scultura di Domenico Gagini[31], un polittico cinquecentesco e una statua seicentesca in legno di San Michele. In una teca sono poste le due sacre Spine del martirio di Cristo, donate da Eleonora d'Aragona, figlia di Giovanni di Sicilia, e dal marito Guglielmo Peralta, che le aveva ricevute dai D'Angiò. Le due spine furono ritenute autentiche dal vescovo di Agrigento, in occasione dell'inaugurazione della chiesa e parte del Monastero di Maria Santissima dell'Itria.
Lo stabilimento termale, costruito in stile liberty fra il 1928 e il 1938, venne successivamente ampliato.

Palazzo San Giacomo, Piazza Inveges, Palazzo Steripinto

Il cammino “Sulle Orme di San Bernardo”, progetto elaborato dall’associazione “Comitato Animosa Civitas” di Corleone ha visto l’adesione del Comune di Sciacca e di altri nove comuni che hanno creduto nell’iniziativa. Il progetto– abbraccia i luoghi in cui visse San Bernardo, il suo peregrinare verso i conventi attraverso antichi tracciati viari, regie trazzere e sentieri. https://www.sulleormedisanbernardo.it/

La settimana di Carnevale, la sfilata di numerosi e coloratissimi carri allegorici.
Poco distante da Sciacca si trova il cosiddetto “Castello incantato”, un uliveto in cui Filippo Bentivegna, artista contadino, ha scolpito nella viva roccia o nella corteccia degli alberi un centinaio di volti.

Azzurro Food a Sciacca, ad agosto, cooking show, Talk Show e Degustazioni gratuite. La Cucina al centro del Mediterraneo,  festival dedicato agli amanti della buona cucina. E’ un evento unico nel suo genere che celebra il pesce azzurro, https://www.azzurrofood.it/

Sulla vetta del monte San Calogero, si gode un eccezionale panorama sia verso l'interno sia verso il mare, è il santuario omonimo, che custodisce una statua marmorea San Calogero di Giacomo Gagini

Ducizza, il Festival dei Dolci Tipici Siciliani a settembre, in occasione dei festeggiamenti in onore di San Michele.
Il festival ‘Ducizza’ punta sulla valorizzazione di una delle eccellenze quali la pasticceria locale, ai dolci tipici, varie attività di intrattenimento, con spettacoli di musica e cabaret, https://www.facebook.com/Ducizza

Giuliana, itinerario monti Sicani

Giuliana comune della Città metropolitana di Palermo, 710 m s.m., patrono Madonna dell'Udienza 3 settembre
Giuliana nel centro dei Monti Sicani, a dominio della Valle del Sosio, il Castello di Federico II, domina sul centro abitato, da visitare la Chiesa della SS.ma Trinità: sorge nella parte alta del paese e venne edificata tra il 1648 e il 1655 per iniziativa dell’abate Leonardo Ragusa,  
la Chiesa del SS. Crocifisso: domina con la sua scenografica facciata l’omonima piazzetta, nella parte alta del centro urbano, fu eretta in forme barocche nel 1738 sul sito della distrutta Chiesa medievale di S. Margherita, un Crocifisso ligneo cinquecentesco, su croce di diaspro, oggetto di particolare culto da parte dei Giulianesi a seguito del “miracolo della pioggia” del venerdì 24 Aprile 1579. La barra processionale del Crocifisso, in stile neo-gotico, è opera dell’artigiano Giuseppe Miceli da Burgio. All’interno sono custoditi una serie di dipinti settecenteschi di ignoto autore: “L’Adorazione dei Magi”; “La Madonna delle Grazie”; “S. Antonio di Padova”; “S. Margherita”.

Chiesa di San Nicolò di Bari (dell’Abbadia): fu eretta nel 1550 e si affaccia con la fiancata meridionale sulla piazzetta del SS. Crocifisso. È comunemente detta Abbadia e costruita insieme all’annesso monastero delle suore benedettine.

Giuliana, Sanbuca di Sicilia, Santa Margherita, Gibellina, Salemi, tempio di segesta, Buseto, Erice, Custonaci, San Vito lo Capo, Scopello

Sambuca di Sicilia itinerario i monti Sicani

Sambuca di Sicìlia comune del Libero consorzio Comunale di Agrigento, 350 m s.m., patrono Madonna dell'Udienza terza domenica di maggio,
la chiesa della Concezione (sec. XIV), con portale ogivale a colonnine,
la cinquecentesca chiesa del Carmine, divenuta santuario della Maria Santissima dell'Udienza.
Il palazzo Panitteri è sede di un piccolo museo delle cere.
La Chiesa Madre o Matrice di Sambuca di Sicilia è uno dei monumenti più importanti della città.
La Chiesa del Rosario di Sambuca di Sicilia è situata nella parte settentrionale del paese, nei Vquartiere Saraceno,  il campanile, ricavato da una delle torri a difesa del castello
saraceno, che culmina a guglia piramidale coperta da quadrelli di ceramica policrome e sorretta da enormi foglie d'acanto scolpite
Fu fondata da un gesuita e costruita tra il 1554 e il 1664. Si narra che nei primi anni del XVI secolo i gesuiti, per scacciare le credenze popolari che vedevano l’area infestata da spiriti maligni, dipinsero sulla parete di un’edicola un’immagine della Madonna della Scala, il portone ligneo della chiesa è dedicato a San Domenico di Cusman, l'ideatore del “Rosario”,

Una leggenda narra che a Sambuca avvenne un sanguinoso massacro da parte dei soldati comandati da Federico II, da allora, intorno al castello di Zabuth, si udivano pianti e urla strazianti e
venivano avvistate inquietanti sagome aggirarsi nel bui, presso la Via Fantasma, i padri gesuiti decisero di dipingere sulla parete di un'edicola l'immagine della Madonna della Scala, luogo in cui gli abitanti si riunivano per pregare.

Minna Fest - Sagra delle Minni di Virgini a Sambuca di Sicilia il 13 e 14 maggio 2023, manifestazione che celebra un particolare dolce della tradizione siciliana che replica la forma del seno con ripieno di crema di latte, scaglie di cioccolato e zuccata, e ricoperto con glassa di zucchero.   https://www.facebook.com/paliodelludienzasambuca

Le Feste Saracene nel Borgo dei Borghi. L’Emiro, i Vicoli e la Fondazione di Zabuth a Sambuca di Sicilia. Tra i vicoli dell'antico Quartiere Arabo va in scena l'affascinante storia della fondazione della cittadina,da parte dell'Emiro Al Zabut, fino alla cacciata degli arabi, una rievocazione storica con oltre 150 figuranti.   https://www.facebook.com/prolocosambuca/

Santa Margherita del Belice itinerario dei monti Sicani

Santa Margherita di Bèlice comune del Libero consorzio Comunale di Agrigento, 400 m s.m., patrono Santa Rosalia 4 settembre e 4 ottobre,
Del vecchio abitato rimangono la chiesa madre, dedicata a Santa Rosalia, originaria del Seicento ma ricostruita nel secolo seguente, e il palazzo Filangieri, con annesso parco e teatro, di cui Giuseppe Tomasi di Lampedusa diede una descrizione nel romanzo Il gattopardo.

Il Museo del Gattopardo nasce in onore del celebre scrittore Tomasi di Lampedusa, che trascorse a Santa Maria del Belice trascorse, tra i sei e i vent’anni, le proprie estati. Il museo è ospitato presso il Palazzo Filangeri Cutò, divenuto, nel capolavoro di Tomasi di Lampedusa "il Gattopardo", il palazzo di Donnafugata.
Si tratta di un museo costruito quindi interamente attorno al celebre romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Il Museo della Memoria di Santa Margherita del Belice ha lo scopo di ricostruire, custodire e comunicare la memoria civile della Valle del Belice nel periodo del terremoto del 15 gennaio 1968. Il museo ha sede presso l'ex Chiesa Madre di Santa Margherita, distrutta dal terremoto del 1968 e ricostruita per ospitarne il museo

Ficodindia Fest a Santa Margherita di Belìce, ad ottobre. Sapori, gastronomia, tradizione, arte, cultura, folklore: una due giorni ricca di eventi, spettacoli, degustazioni, laboratori del gusto, mostre e visite guidate nei suggestivi luoghi che furono di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. A Santa Margherita di Belìce, che nel famoso romanzo viene decritta sotto il nome di Donna Fugata, si possono visitare le ville e i giardini del Palazzo Filangeri di Cutò, dove all'interno è stato allestito il Museo del Gattopardo. Nell'antica piazza Matteotti ancora i segni e i ruderi del terremoto del 1968 che viene ricordato dalla vecchia facciata della chiesa madre trasformata in Museo della Memoria.

Negli stand allestiti in centro, si potranno gustare i ficodindia del Belìce preparati in svariati modi: marmellate, torte, gelati, liquori.
Spettacoli, concerti e folklore allieteranno le serate dove si potranno gustare ficodindia e bere del buon vino accompagnato dalle prelibatezze del luogo come il famoso formaggio vastedda della valle del Belìce. https://www.facebook.com/ficodindiafest

La Rete Naturale Museale Belicina, nasce con lo specifico obiettivo di raccontare la storia, dei luoghi dei paesi che costituiscono la Valle del Belìce intesa come comunità.
La storia le arti antiche, il paesaggio l’identità culturale delle comunità, il dramma del sisma, la ricostruzione che hanno determinato l'incontro con i grandi maestri dell’arte contemporanea che con le loro opere hanno riconfigurato il territorio siciliano vedi il Cretto” di Alberto Burri, a Gibellina, come le realtà urbane scomparse nella valle del Belìce quali le rovine di Poggioreale e quelle di Salaparuta.  https://retemusealebelicina.it/

Il Distretto Turistico Selinuntino mira a valorizzare e far conoscere l'area Sud-Ovest della Sicilia ai fini turistici

Terre del vino sicane
La Strada del vino Terre Sicane è un itinerario-sistema per conoscere il territorio dei comuni di Contessa Entellina, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Sciacca.

Gibellina itinerario dei monti Sicani

Gibellina comune in provincia di Trapani, 227 m s.m., patrono San Rocco 16 luglio
Sul viadotto d'ingresso a Gibellina sorge la Stella del Belice, gigantesca porta-scultura di Pietro Consagra, divenuta il simbolo della città.
Tra le varie realizzazioni architettoniche spiccano il Meeting, un edificio per i congressi, realizzato dallo stesso Consagra, in acciaio e cristallo, il Centro civico e culturale di Vittorio Gregotti, Giuseppe Pirrone e Alberto e Giuseppe Samonà.
Agli stessi architetti si deve anche la costruzione che ospita il Municipio, fronteggiato dalla Torre Civica di Alessandro Mendini.
Di Ludovico Quaroni è la chiesa madre, mentre a Franco Purini e a Laura Thermes si devono il Sistema delle Piazze e la Casa del Farmacista.
Il Palazzo Di Lorenzo, opera di Francesco Venezia, è una particolare casa-museo in cui si sovrappongono stili antichi e moderni e nel cui cortile è inglobata la facciata recuperata da un antico palazzo della vecchia Gibellina.

Nel 1996 è stato istituito nel “baglio” Di Stefano, imponente edificio rurale trasformato in sede di istituzioni culturali e residenza di artisti e studiosi ospiti della città,
il Museo delle Trame Mediterranee, che raccoglie ed espone tessuti, gioielli, ceramiche, costumi, reperti archeologici, sculture e quadri provenienti da molti paesi del Mediterraneo.
Nel granaio è allestita la sezione d'arte contemporanea, con alcune tra le opere donate dagli artisti che, nel corso degli anni, hanno lasciato segni tangibili a Gibellina (Mario Schifano, Pietro Consagra, Toti Scialoja, Carla Accardi ecc.).

Il Museo Civico, che comprende una ricca collezione di arte contemporanea, una sezione etno-antropologica e una storica.
In un'antica casa contadina rimasta indenne dal terremoto del 1968 è stato allestito il Museo Etno-Antropologico della Valle del Belice con la ricostruzione dei cicli lavorativi del grano, della vite, dell'olivo, del lino e del formaggio, e numerosi attrezzi relativi ad arti e mestieri tipici della zona.

Gibellina dal 6 al 8 maggio sarà nuovamente FESTA RANNI, la più bella delle feste della tradizione popolare siciliana. L’evento, molto atteso dalla popolazione locale e fortemente voluto dalla Congregazione del SS. Crocifisso di Gibellina ha visto anche la compartecipazione del Comune di Gibellina, per la realizzazione del ricco programma di eventi. La domenica Solenne Processione del simulacro del SS. Crocifisso per le vie del paese.
l clou dei festeggiamenti è previsto il sabato pomeriggio con la Solenne Sfilata del Prisenti con Muli Bardati con partenza da Piazza XV Gennaio 1968. I cavalieri sfileranno in sella ai muli bardati.

Tra giugno e settembre si svolgono a Gibellina le “Orestiadi”, che prevedono un ciclo di rappresentazioni classiche e rassegne di prosa, musica etnica e arti visive.

Sulle rovine del paese antico Alberto Burri ha realizzato il Grande Cretto di Gibellina, uno degli esempi di Land Art in Sicilia, il Cretto è una tra le opere d'Arte Contemporanea più estese al mondo. http://www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/land-art-sicilia.php

Cantine Aperte alle Tenute Orestiadi di Gibellina. una giornata dedicata all'allegria e la spensieratezza, alla scoperta delle Tenute Orestiadi e dell'incredibile, ricca e varia, realtà che le circonda. Buon vino, buon cibo, buona musica e ottima compagnia!
Durante la giornata musica dal vivo, visite attraverso Gibellina Museo En Plein Air a bordo del Trenino Caterino, pranzo con prodotti locali, vino fino ad esaurimento silos.

Salemi e l'itinerario i monti Sicani

Salèmi comune del Libero consorzio Comunale di Trapani, 446 m s.m., patrono San Giuseppe 19 marzo.
L’attuale Chiesa Madre di Salemi, dedicata a San Nicola, è divenuta il principale luogo di culto della città dopo che il terremoto del 1968 ha distrutto la vecchia Chiesa Madre della città, la chiesa presenta una facciata in stile barocco, tra le opere custodite nella chiesa, è l'organo settecentesco. https://matricesalemi.blogspot.com/

Domina l'abitato il castello riedificato nel sec. XIII da Federico II, conserva alcune torri. Tra le architetture medievali del borgo antico, le strutture barocche della chiesa e del collegio dei Gesuiti, dove è stata allestita la Mostra di Cimeli del Risorgimento, che raccoglie fotografie, armi e documenti che testimoniano il contributo della città agli episodi del 1848-60. Nel 1789 fu adibito a carcere, e il 14 maggio 1860 da questo castello Garibaldi issò la bandiera tricolore, proclamando Salemi “capitale d’Italia” e la dittatura garibaldina. Oggi è sede museale e vi si svolgono concerti
e convegni.
Lo stesso collegio ospita il Museo Civico, dove sono esposti dipinti e sculture provenienti dalle chiese del territorio distrutte dal sisma e dal villaggio preistorico di Mokarta,
il quartiere ebraico della Giudecca e quello islamico del Rabato

Dedicata a San Biagio 3 febbraio, è la Festa dei Pani, che si celebra con la confezione e la distribuzione di pani di pasta non lievitata dalle varie forme, tra cui, cuddureddi (ciambelline, che simboleggiano la gola di cui il santo è protettore) e cavaduzzi (dalla forma di piccoli animaletti, che ricordano la liberazione dalle cavallette che invasero le campagne salemitane nel sec. XVI).

Il 19 marzo, in molte case, vengono allestite delle cappelle votive con le cosiddette “cene di San Giuseppe”, mense con enormi quantità di pietanze, non inferiori a 19 e non superiori a 101, cui vengono invitati vari commensali.

L’ex Chiesa Madre di Salemi, dedicata a San Nicola di Bari, crollò in seguito al terremoto del 1968. Oggi rimangono solo i ruderi dell’abside come fondo scenico della piazza in memoria del
terremoto e come simbolo di rinascita del paese.

A Salemi il museo della mafia ed officina della legalità, ospitato all'interno dell'ex convento dei Gesuiti e dedicato a Leonarda Sciascia https://www.facebook.com/sistemamusealesalemi

Si trova in una posizione favorevole dei grandi centri turistico-culturali della Sicilia occidentale, quali Selinunte, Cave di Cusa, Mothia, Riserva naturale dello Stagnone ed Erice.

Sagra della Busiata", ad agosto, il tradizionale appuntamento enogastronomico che si svolge tra i vicoli del centro storico di Salemi, in provincia di Trapani, e che richiama ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutta la Sicilia. Nei punti di degustazione sarà possibile degustare la particolare pasta lavorata a mano secondo le varianti culinarie offerte dai cuochi in gara, il tutto innaffiato con i vini delle aziende locali.  https://www.facebook.com/sagradellabusiata/   https://www.facebook.com/culturaturismospettacolosalemi

Buseto Palizzolo itinerario i monti Sicani

Buséto Palizzòlo comune del Libero Consorzio comunale di Trapani, 249 m s.m., patrono Madonna del Rosario 15 luglio

Il territorio di Buseto è stato per secoli la “via naturale” di collegamento tra le due antiche città elime. Testimonianza emblematica sono i numerosi bagli e casali disseminati nelle campagne, un tempo fattorie-residenza per le famiglie di allevatori e contadini.
Appena fuori dal centro abitato, è il Bosco di Scorace, 750 ettari di verde, in cui si trovano sugheri, cipressi, querce e cespugli di erbe aromatiche, in particolare frutti di bosco come il mirto e le more selvatiche. Sentieri naturalistici portano al laghetto collinare dal quale è possibile ammirare Bruca, una frazione di Buseto.

La chiesa della Madonna del Carmelo, sorta come chiesa campestre alla fine del sec. XVIII.

L’economia tradizionalmente legata all’agricoltura e all’allevamento del bestiame, rivive nel “Museo della Civiltà Locale”, ubicato in un’ala di Baglio Maranzano.
Tra gli eventi fonte di richiamo è la domenica delle Palme con la processione della Via Crucis con personaggi viventi.


Tangi - Sagra del Grano a giugno, nella piccola frazione rurale, rievocazione delle laboriose fasi della mietitura e raccolta del grano con metodi tradizionali.

Sagra Pasta cu l'agghia e sasizza arrustuta a Buseto Palizzolo ad agosto

Sagra della Busiata”, a settembre, il tradizionale appuntamento enogastronomico e culturale, un formato di pasta fresca locale.   https://www.facebook.com/BusiateBuseto

Sagra della Cassatella a Buseto Palizzolo (Trapani), organizzata dall'Associazione Chicco di Grano a maggio

I Porcini di Scorace e Sapori di autunno a Buseto Palizzolo (TP). Incontri, degustazioni, escursioni guidate al Bosco, mostra micologiche e cooking show   https://www.facebook.com/ass.boscoscorace/

Custonaci itinerario dei monti Sicani

Custonaci comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 186 m s.m., patrono Madonna di Custonaci ultimo mercoledi di agosto, posto all’estremità orientale del golfo di Bonagia.
Caratteristica dell'area urbana è la suddivisione in frazioni: Sperone, Assiene, Santa Lucia-Piano Alastre, Purgatorio, Baglio Messina e Scurati.

Il santuario della Madonna, meta di pellegrinaggi già nel Trecento e fortificato nel Cinquecento, custodisce una tavola attribuita a fra' Ludovico Zichichi (sec. XVI).
Di origine quattrocentesca è la chiesa di San Francesco, con un bel campanile.

Santuario di Maria Santissima di Custonaci, imponente nella sua mole, sorge al centro del paese.
Il santuario ha origini cinquecentesche, edificato su una precedente cappella della vergine Maria della Concezione, ha subito diverse modifiche ed ampliamenti nei vari decenni.
Il santuario è circondato da un sagrato pavimentato con piccoli ciottoli di fiume che vanno a formare unici disegni con motivi floreali e geometrici. La facciata presenta un rosone in tufo a vetri colorati. L’impianto interno è a croce romana con tre diverse navate divise da colonne

Il Feudo Sanguigno, con il nucleo attorno al santuario, divenne l’attuale centro storico del paese. Uno dei bagli più importanti del territorio è il Baglio Cofano nei pressi del monte omonimo.
Luogo d’interesse artistico e storico è il Santuario di Maria SS. di Custonaci: edificato intorno al 1500, sulla facciata riporta un elegante rosone. L’interno custodisce un dipinto ad olio su tela del XV sec. della Scuola di Antonello da Messina.

Custonaci è denominata Città internazionale dei Marmi per la presenza nel territorio del secondo bacino marmifero d’Europa, con circa 100 cave in attività ed una cinquantina di opifici industriali.
La visita nelle cave e nelle segherie per assistere all’estrazione e alla lavorazione del marmo. Tappa dell’itinerario sarà il Centro Culturale Espositivo del Marmo, un luogo fisico della memoria storica che conserva rilievi, fotografie, campionature dei marmi estratti, attrezzature di lavoro che si utilizzavano in cava negli anni ’50.

Nelle Grotte di Scurati, le grotte di Scurati sono complessivamente nove: Mangiapane, Buffa, del Crocifisso, Rumena, Miceli, Cufuni, della clava, Maria Santissima, e Abisso del Purgatorio.
Alcune si trovano all’interno della riserva naturale orientata Monte Cofano. Tra le nove quella più grande è Mangiapane. https://riservamontecofano.com/

La grotta Mangiapane antico insediamento preistorico, si svolge una suggestiva rappresentazione religiosa del Presepe vivente di grande richiamo turistico e popolare.

Caratteristica della zona è la rassegna gastronomica della Spincia Fest , frittella molto morbida e dolce, tipica del territorio di Custonaci.

Per gli amanti del mare anche un percorso religioso sottomarino con la statua della Stella Maris, posta sul fondale della Baia Cornino.

I Sapori del Borgo" a Custonaci a settembre. Manifestazione gastronomica che si inserisce nel cartellone estivo degli eventi di Custonaci. Appuntamento nelle vie del centro storico con i colori ed i sapori locali di questo territorio del trapanese con degustazioni di piatti tipici. https://www.facebook.com/proloco.custonaci

San Vito lo Capo itinerari monti Sicani

San Vito Lo Capo comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 6 m s.m., patrono San Vito 15 giugno.
La chiesa madre conserva l'impianto quadrangolare fortificato conferitogli nel Cinquecento,
il Torrazzo, il Santuario ed il tempietto di Santa Crescenza, tutti in stile arabo-normanno.
A poca distanza dall'abitato è l'antica tonnara del Secco, attiva fino al 1969,

C'era una volta Makari - Festa delle tradizioni rurali, piccola e suggestiva frazione di San Vito Lo Capo. Vengono valorizzate la cultura e le tipicità
culinarie e artigianali di questo borgo che, fino agli anni Settanta, basava la sua economia prevalentemente sull’agricoltura e l’artigianato manufatturiero.
Vengono allestiti stand di degustazione di prodotti tipici locali, dal pane cunzato alle cassatelle cu l’occhi, prodotto tipico di Makari, ai dolci di mandorla.
Durante la manifestazione vengono inoltre organizzati spettacoli musicali, culturali e di intrattenimento legati al territorio.

A San Vito lo Capo, ogni anno in primavera si svolge il Festival internazionale degli aquiloni. Le creazioni degli aquilonisti provenienti da
tutto il mondo invadono il cielo della cittadina. Tra le iniziative in programma anche il Giardino del vento, un “museo” a cielo aperto di opere d’arte che si muovono con il vento e laboratori dedicati ai più piccoli, https://www.facebook.com/festivalaquiloni


Baia Santa Margherita (località Castelluzzo, Cala Seno dell'Arena) ad agosto, Bagli, Olio e Mare la rassegna enogastronomica legata alla promozione del territorio di Macari e Castelluzzo.   https://www.facebook.com/bagliolioemare/


Tempu Ri Capuna a San Vito Lo Capo, la rassegna dedicata alla pesca ed al pesce azzuzzo ottobre,   https://www.facebook.com/tempuricapuna

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