Itinerario la valle del Belice - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

Se vuoi visitare la Sicilia e non sai da dove iniziare. Siamo qui per aiutarti. Scopri le migliori destinazioni in Sicilia e pianifica il tuo viaggio.
Che tu sia un appassionato di arte, di gastronomia o di natura, la Sicilia ha qualcosa da offrire a tutti. Esplora le strade, immergiti nelle acque cristalline o assapora i sapori autentici.
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Itinerario i Comuni della Valle del Belice


Itinerario i Comuni della Valle del Belice è la valle costituita dal bacino idrografico entro il quale si estende il corso del fiume Belice.
L'itinerario si propone la scoperta di un territorio che si sviluppa economicamente, intorno al fiume Bèlice.

Se stai pensando di esplorare la Valle del Belice, sei nel posto giusto, questo angolo di Sicilia, bagnato dal fiume Belice, non è solo un luogo di storia, ma anche di bellezza mozzafiato.
Ricca di siti archeologici e racconti affascinanti, la valle è stata segnata dal terremoto del 1968, ma ha saputo rinascere e mostrare il suo vero volto.
Passeggiando tra i suoi paesaggi, potrai scoprire antichi tesori e gustare la cucina locale, tutto mentre ti godi un'atmosfera unica e accogliente.

Il Belìce, è un fiume della Sicilia sud-occidentale, nel suo corso attraversa il territorio di tre province:
Agrigento, Palermo e Trapani, interessando i comuni di Menfi, Montevago, Camporeale, Partanna, Poggioreale e Castelvetrano.


Scopri la Valle del Belice: Un Viaggio tra Storia e Natura

Se stai pensando di esplorare la Valle del Belice, sei nel posto giusto. Questa zona, famosa per il suo fiume omonimo, è un vero scrigno di tesori storici e culturali.
Anche se il terremoto del 1968 ha lasciato il segno, oggi puoi scoprire siti archeologici affascinanti e paesaggi mozzafiato che raccontano storie di un passato ricco e vibrante.
Preparati a un viaggio che unisce natura, storia e tradizioni locali, perfetto per chi vuole immergersi nella bellezza della Sicilia.

L'attuale conformazione dei centri abitati risente visibilmente delle vicende sviluppatesi intorno al terremoto del 1968 che rase al suolo alcuni comuni e ne segnò profondamente altri, fu un violento evento sismico, che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale, la Valle del Belice, con epicentro tra Gibellina Salaparuta Poggireale, Montevago.

Dopo la valle del Belice si è lentamente risollevata e gli antichi paesi della valle sono stati in gran parte ricostruiti in luoghi distanti da quelli originari interessati dal terremoto.

Tra i paesi piu rappresentativi delle modifiche subite troviamo Gibellina, il centro abitato attuale, noto anche come Gibellina Nuova, è sortA dopo il terremoto del Belice del 1968 in un sito che in linea d'aria dista circa 11 km dal precedente. Il vecchio centro, distrutto dal sisma, è stato abbandonato ed è oggi noto come Gibellina Vecchia.
Per la ricostruzione della cittadina l'ex sindaco della città Ludovico Corrao ebbe l'illuminata idea di "umanizzare" il territorio chiamando a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri; quest'ultimo si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruendo e realizzò un "Grande Cretto" nella vecchia Gibellina, a memoria del sisma che la distrusse. All'appello del sindaco risposero, altresì, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia. La città divenne subito un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui artisti e opere di valore rinnovarono lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa.

Dal 1981 vi svolgono ogni anno le Orestiadi, un festival internazionale con manifestazioni che vanno dalle rappresentazioni teatrali a quelle musicali, dalla pittura alla scultura, al cinema.
Sono organizzate dalla Fondazione Orestiadi, che nella sua sede nel Baglio Di Stefano, ha istituito il Museo delle Trame Mediterranee.

La Rete Museale e Naturale Belicina è stata costituita nel marzo del 2012 e comprende, oltre i percorsi museali, anche una serie di nuovi itinerari capaci di emozionare i visitatori, ne fanno parte tutti i musei dei comuni della Valle del Belìce: Camporeale, Castelvetrano, Contessa Entellina, Gibellina, Giuliana, Menfi, Partanna, Poggioreale, Roccamena, Salaparuta, Salemi, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belìce, Santa Ninfa, Vita e, insieme a questi, l’Azienda Foreste Demaniali di Trapani, la Fondazione Orestiadi di Gibellina, il CRESM di Gibellina, le Riserve naturali della Grotta di Santa Ninfa e della Grotta di Entella e dei parchi archeologici di Segesta e di Selinunte e Cave di Cusa.

– Terre Sicane, guarda le strade del vino terresicane
Associazione tra aziende  ed enti pubblici dei comuni di Contessa Entellina, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belìce, Sciacca

Nella prima metà degli anni ottanta il Consorzio per l'Alto e Medio Belice ha costruito uno sbarramento sul Belice Sinistro, ai piedi della Rocca di Entella, dando vita a un invaso artificiale, il lago Garcia.
Nell'area che ricade nel territorio comunale di Contessa Entellina, è stata istituita la Riserva Naturale Integrale Grotta di Entella. La Grotta di Entella, che è il motivo dell'istituzione della riserva, si sviluppa all'interno della Rocca (557 metri s.l.m.), che è un rilievo isolato proprio a monte della confluenza del Belìce Sinistro con il Belìce Destro.
Nella zona dell'ultimo tratto del fiume Belìce è stata istituita la Riserva naturale Foce del Fiume Belice e dune limitrofe.
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Itinerario i Comuni della valle del Belice

Gibellina, e la valle del Belice

Gibellina comune in provincia di Trapani, 227 m s.m., patrono San Rocco 16 luglio
Sul viadotto d'ingresso a Gibellina sorge la Stella del Belice, gigantesca porta-scultura di Pietro Consagra, divenuta il simbolo della città.
Tra le varie realizzazioni architettoniche spiccano il Meeting, un edificio per i congressi, realizzato dallo stesso Consagra, in acciaio e cristallo, il Centro civico e culturale di Vittorio Gregotti, Giuseppe Pirrone e Alberto e Giuseppe Samonà.
Agli stessi architetti si deve anche la costruzione che ospita il Municipio, fronteggiato dalla Torre Civica di Alessandro Mendini.
Di Ludovico Quaroni è la chiesa madre, mentre a Franco Purini e a Laura Thermes si devono il Sistema delle Piazze e la Casa del Farmacista.
Il Palazzo Di Lorenzo, opera di Francesco Venezia, è una particolare casa-museo in cui si sovrappongono stili antichi e moderni e nel cui cortile è inglobata la facciata recuperata da un antico palazzo della vecchia Gibellina.

Nel 1996 è stato istituito nel “baglio” Di Stefano, imponente edificio rurale trasformato in sede di istituzioni culturali e residenza di artisti e studiosi ospiti della città,
il Museo delle Trame Mediterranee, che raccoglie ed espone tessuti, gioielli, ceramiche, costumi, reperti archeologici, sculture e quadri provenienti da molti paesi del Mediterraneo.
Nel granaio è allestita la sezione d'arte contemporanea, con alcune tra le opere donate dagli artisti che, nel corso degli anni, hanno lasciato segni tangibili a Gibellina (Mario Schifano, Pietro Consagra, Toti Scialoja, Carla Accardi ecc.).

Il Museo Civico, che comprende una ricca collezione di arte contemporanea, una sezione etno-antropologica e una storica.
In un'antica casa contadina rimasta indenne dal terremoto del 1968 è stato allestito il Museo Etno-Antropologico della Valle del Belice con la ricostruzione dei cicli lavorativi del grano, della vite, dell'olivo, del lino e del formaggio, e numerosi attrezzi relativi ad arti e mestieri tipici della zona.

Gibellina dal 6 al 8 maggio sarà nuovamente FESTA RANNI, la più bella delle feste della tradizione popolare siciliana. L’evento, molto atteso dalla popolazione locale e fortemente voluto dalla Congregazione del SS. Crocifisso di Gibellina ha visto anche la compartecipazione del Comune di Gibellina, per la realizzazione del ricco programma di eventi. La domenica Solenne Processione del simulacro del SS. Crocifisso per le vie del paese.
l clou dei festeggiamenti è previsto il sabato pomeriggio con la Solenne Sfilata del Prisenti con Muli Bardati con partenza da Piazza XV Gennaio 1968. I cavalieri sfileranno in sella ai muli bardati.

Tra giugno e settembre si svolgono a Gibellina le “Orestiadi”, che prevedono un ciclo di rappresentazioni classiche e rassegne di prosa, musica etnica e arti visive.

Sulle rovine del paese antico Alberto Burri ha realizzato il Grande Cretto di Gibellina, uno degli esempi di Land Art in Sicilia, il Cretto è una tra le opere d'Arte Contemporanea più estese al mondo. http://www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/land-art-sicilia.php

Cantine Aperte alle Tenute Orestiadi di Gibellina. una giornata dedicata all'allegria e la spensieratezza, alla scoperta delle Tenute Orestiadi e dell'incredibile, ricca e varia, realtà che le circonda. Buon vino, buon cibo, buona musica e ottima compagnia!
Durante la giornata musica dal vivo, visite attraverso Gibellina Museo En Plein Air a bordo del Trenino Caterino, pranzo con prodotti locali, vino fino ad esaurimento silos.

Santa Margherita del Belice, la valle del Belice

Santa Margherita di Bèlice comune del Libero consorzio Comunale di Agrigento, 400 m s.m., patrono Santa Rosalia 4 settembre e 4 ottobre,
Del vecchio abitato rimangono la chiesa madre, dedicata a Santa Rosalia, originaria del Seicento ma ricostruita nel secolo seguente, e il palazzo Filangieri, con annesso parco e teatro, di cui Giuseppe Tomasi di Lampedusa diede una descrizione nel romanzo Il gattopardo.

Il Museo del Gattopardo nasce in onore del celebre scrittore Tomasi di Lampedusa, che trascorse a Santa Maria del Belice trascorse, tra i sei e i vent’anni, le proprie estati. Il museo è ospitato presso il Palazzo Filangeri Cutò, divenuto, nel capolavoro di Tomasi di Lampedusa "il Gattopardo", il palazzo di Donnafugata.
Si tratta di un museo costruito quindi interamente attorno al celebre romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Il Museo della Memoria di Santa Margherita del Belice ha lo scopo di ricostruire, custodire e comunicare la memoria civile della Valle del Belice nel periodo del terremoto del 15 gennaio 1968. Il museo ha sede presso l'ex Chiesa Madre di Santa Margherita, distrutta dal terremoto del 1968 e ricostruita per ospitarne il museo

Ficodindia Fest a Santa Margherita di Belìce, ad ottobre. Sapori, gastronomia, tradizione, arte, cultura, folklore: una due giorni ricca di eventi, spettacoli, degustazioni, laboratori del gusto, mostre e visite guidate nei suggestivi luoghi che furono di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. A Santa Margherita di Belìce, che nel famoso romanzo viene decritta sotto il nome di Donna Fugata, si possono visitare le ville e i giardini del Palazzo Filangeri di Cutò, dove all'interno è stato allestito il Museo del Gattopardo. Nell'antica piazza Matteotti ancora i segni e i ruderi del terremoto del 1968 che viene ricordato dalla vecchia facciata della chiesa madre trasformata in Museo della Memoria.

Negli stand allestiti in centro, si potranno gustare i ficodindia del Belìce preparati in svariati modi: marmellate, torte, gelati, liquori.
Spettacoli, concerti e folklore allieteranno le serate dove si potranno gustare ficodindia e bere del buon vino accompagnato dalle prelibatezze del luogo come il famoso formaggio vastedda della valle del Belìce. https://www.facebook.com/ficodindiafest

La Rete Naturale Museale Belicina, nasce con lo specifico obiettivo di raccontare la storia, dei luoghi dei paesi che costituiscono la Valle del Belìce intesa come comunità.
La storia le arti antiche, il paesaggio l’identità culturale delle comunità, il dramma del sisma, la ricostruzione che hanno determinato l'incontro con i grandi maestri dell’arte contemporanea che con le loro opere hanno riconfigurato il territorio siciliano vedi il Cretto” di Alberto Burri, a Gibellina, come le realtà urbane scomparse nella valle del Belìce quali le rovine di Poggioreale e quelle di Salaparuta.  https://retemusealebelicina.it/

Il Distretto Turistico Selinuntino mira a valorizzare e far conoscere l'area Sud-Ovest della Sicilia ai fini turistici

Terre del vino sicane
La Strada del vino Terre Sicane è un itinerario-sistema per conoscere il territorio dei comuni di Contessa Entellina, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Sciacca.

Salemi, la valle del Belice

Salèmi comune del Libero consorzio Comunale di Trapani, 446 m s.m., patrono San Giuseppe 19 marzo.
L’attuale Chiesa Madre di Salemi, dedicata a San Nicola, è divenuta il principale luogo di culto della città dopo che il terremoto del 1968 ha distrutto la vecchia Chiesa Madre della città, la chiesa presenta una facciata in stile barocco, tra le opere custodite nella chiesa, è l'organo settecentesco. https://matricesalemi.blogspot.com/

Domina l'abitato il castello riedificato nel sec. XIII da Federico II, conserva alcune torri. Tra le architetture medievali del borgo antico, le strutture barocche della chiesa e del collegio dei Gesuiti, dove è stata allestita la Mostra di Cimeli del Risorgimento, che raccoglie fotografie, armi e documenti che testimoniano il contributo della città agli episodi del 1848-60. Nel 1789 fu adibito a carcere, e il 14 maggio 1860 da questo castello Garibaldi issò la bandiera tricolore, proclamando Salemi “capitale d’Italia” e la dittatura garibaldina. Oggi è sede museale e vi si svolgono concerti
e convegni.
Lo stesso collegio ospita il Museo Civico, dove sono esposti dipinti e sculture provenienti dalle chiese del territorio distrutte dal sisma e dal villaggio preistorico di Mokarta,
il quartiere ebraico della Giudecca e quello islamico del Rabato

Dedicata a San Biagio 3 febbraio, è la Festa dei Pani, che si celebra con la confezione e la distribuzione di pani di pasta non lievitata dalle varie forme, tra cui, cuddureddi (ciambelline, che simboleggiano la gola di cui il santo è protettore) e cavaduzzi (dalla forma di piccoli animaletti, che ricordano la liberazione dalle cavallette che invasero le campagne salemitane nel sec. XVI).

Il 19 marzo, in molte case, vengono allestite delle cappelle votive con le cosiddette “cene di San Giuseppe”, mense con enormi quantità di pietanze, non inferiori a 19 e non superiori a 101, cui vengono invitati vari commensali.

L’ex Chiesa Madre di Salemi, dedicata a San Nicola di Bari, crollò in seguito al terremoto del 1968. Oggi rimangono solo i ruderi dell’abside come fondo scenico della piazza in memoria del
terremoto e come simbolo di rinascita del paese.

A Salemi il museo della mafia ed officina della legalità, ospitato all'interno dell'ex convento dei Gesuiti e dedicato a Leonarda Sciascia https://www.facebook.com/sistemamusealesalemi

Si trova in una posizione favorevole dei grandi centri turistico-culturali della Sicilia occidentale, quali Selinunte, Cave di Cusa, Mothia, Riserva naturale dello Stagnone ed Erice.

Sagra della Busiata", ad agosto, il tradizionale appuntamento enogastronomico che si svolge tra i vicoli del centro storico di Salemi, in provincia di Trapani, e che richiama ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutta la Sicilia. Nei punti di degustazione sarà possibile degustare la particolare pasta lavorata a mano secondo le varianti culinarie offerte dai cuochi in gara, il tutto innaffiato con i vini delle aziende locali.  https://www.facebook.com/sagradellabusiata/   https://www.facebook.com/culturaturismospettacolosalemi

Montevago, la valle del Belice

Montevago comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 380 m s.m., patrono San Domenico 8 agosto,
L'abitato, distrutto dal terremoto del 1968, venne ricostruito in una zona limitrofa. Il santuario della Madonna delle Grazie, la chiesa madre e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo furono costruiti dopo il terremoto del 1968. Sussistono resti dell'antico borgo.
Luoghi da visitare: la grotta dei personaggi, San Nicola, il fosso della neve, la fonte sacra.


Festa del Vino e dei prodotti del Belice a Montevago a settembre. Degustazioni, visite guidate e spettacoli. Un viaggio alla scoperta delle eccellenze vinicole siciliane.

Menfi, la valle del Belice

Mènfi comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 119 m s.m., patrono sant’ Antonio da Padova 13 giugno. Fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1968.

Fra gli edifici civili si notano il palazzo Pignatelli (sec. XVII), che incorpora un torrione dell'antico castello, e il palazzo Valentino, del sec. XVIII.
Di epoca settecentesca sono la chiesa madre, alquanto rovinata dal terremoto, e la chiesa di Gesù e Maria, ornata di pregevoli altorilievi.

Menfi in Festa a settembre, il cartellone prevede iniziative varie che vanno dallo spettacolo alla cultura. Il programma coinvolge associazioni ed operatori locali, spazio gatronomico dedicato alla degustazione dei prodotti e dei vini del territorio, manifestazioni teatrali, sportive, spettacoli e artigianato.  https://www.facebook.com/prolocomenfi/

Inycon il Carciofo e l'Olio Evo di Menfi a novembre. La manifestazione organizzata dalla Pro Loco di Menfi è dedicata alla valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli identitari della Sicilia.
L'obiettivo è quello di promuovere e far conoscere i prodotti agricoli legati al territorio valorizzando identità, storia e cultura Siciliana, con show-cooking,  https://www.facebook.com/people/Inyconverdeoro/100086649477421/

Menfi, il Mare e il vino le appartengono a questa città, i vigneti che spaziano verso l’entroterra delle colline, attorno al Castello Federiciano, è sorto il centro abitato.
La vite e il vino sono state una costante che neanche il terremoto del 1968 ha interrottom tanto da divenire punto di riferimento per il vino e le spiagge.
Nella vicina Castelvetrano, si può visitare il Parco archeologico di Selinunte, un gioiello di origine greca che si estende su quaranta ettari di territorio

Salaparuta, la valle del Belice

Salaparuta comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 385 m s.m., patrono: san Giuseppe (19 marzo

Salaparuta fu colpito, nel 1968 da un violento terremoto che colpì l’intera valle del Belice, distruggendo la città. Restano i ruderi che testimoniano la vita prima del 1968; il nuovo centro abitato fu ricostruito a pochi chilometri di distanza dal centro originario, ricostruita secondo un moderno disegno urbanistico, è situata nella valle dell’Alto Belice, alla destra del fiume  e alle pendici del monte Porcello, in una zona dagli aspetti ambientali e naturalistici variegati.

Le opere d’arte  recuperate dalle macerie del terremoto  sono ora  custodite nelle due nuove chiese.

La Chiesa Madre di Salaparuta, dedicata a Santa Caterina, è stata costruita a seguito del terribile terremoto della Valle del Belice del 1968. La chiesa è stata edificata su progetto di Gaetano Averna e presenta al suo ingresso la statua della Regina Bianca di Navarra, uno dei primi esempi di scultura siciliana del Quattrocento. All’interno della chiesa sono custodite alcune opere recuperate dalle
macerie delle antiche chiese distrutte dal terremoto: il pregevole Crocefisso di Fra’ Benedetto Valenza del 1755 e la pietra dipinta raffigurante la Madonna del Piraino del secolo XVI.

La Chiesa della SS.ma Trinità di Salaparuta fu edificata a seguito del terribile terremoto della Valle del Belice del 1968 che distrusse l'antico abitato di Salaparuta.
Il progetto è opera dall’architetto Vito Corte ed è caratterizzato da una linea semplice e lineare. L'elemento caratterizzante dell'edificio è l'ampio sagrato che precede la chiesa.
All'interno della chiesa sono custodite diverse opere rinvenute dalle macerie del terremoto: le statue lignee della Madonna e del Cristo Risorto di fine sec. XVIII opere di Girolamo Bagnasco; il gruppo ligneo della Madonna del Piraino di Vincenzo Genovese del sec.XIX, che ripropone l’iconografia riprodotta sulla pietra miracolosa, conservata nella chiesa Madre.

Poggioreale, la valle del Belice

Poggioreale comune del Libero consorzio Comunale di Trapani, 189 m s.m., patrono Sant’ Antonio 13 giugno,
Distrutto completamente dal terremoto del 1968, fu ricostruito, il nuovo abitato è articolato su tre nuclei residenziali a forma di anello, ognuno dei quali disposto attorno a una piazza circolare. La cappella di Sant'Antonio è opera dell'architetto Franco Purini.

Mostra dei formaggi della Valle del Belice a Poggioreale ad ottobre. Promozione e valorizzazione della cultura, delle tradizioni, della gastronomia e della realtà economica locale,
Si va dal “pecorino pepato al pecorino siciliano fresco e stagionato, al pecorino rosso, al pecorino con olive e noci, al caciocavallo, alla Vastedda della Valle del Belice. In degustazione anche la ricotta, la zabbina, non è che ricotta freschissima non ancora rassodata, insieme al suo siero di produzione, consigliabile mangiarla appena venuta a galla.e altri prodotti della pastorizia, oltre “dolci” con ricotta, “sfinci e cappidruzzi”.

Contessa Entellina, la valle del Belice

Contéssa Entellina comune della Città metropolitana di Palermo, 571 m s.m., patrono Santa Maria della Favara 8 settembre
Contessa Entellina fu fondata nel 1450 quando i primi immigrati greco albanesi si insediarono nel casale Contessa, concesso loro dai Conti di Caltabellotta.
Il centro è ancora oggi caratterizzato da numerose chiese di rito greco, tra queste la chiesa di Maria SS. Immacolata e San Rocco e la chiesa delle Anime Sante del Purgatorio. Fra quelle di rito latino è di grande interesse la chiesa di Santa Maria delle Grazie delle Favare. Anche a Contessa permane l'uso della lingua albanese.

Abbazia di Santa Maria del Bosco a Contessa Entellina
A causa del terremoto del 1968, della chiesa barocca restano solo il maestoso bel prospetto con l’elegante rosone e il campanile.
L’ex monastero è diviso da due chiostri in stile classico. Nel primo, a pianta quadrata, si contano 36 colonne con capitelli dorici che fronteggiano archi e nicchie. Al centro, una fontana a base ottagonale, del Seicento.
Il secondo chiostro ha pianta rettangolare e semplici colonne che sorreggono archi a tutto sesto. Anche qui, al centro dello spazio aperto, si trova una fontana del 1713. Da questo secondo chiostro si accede al refettorio che è impreziosito dall’affresco del Settecento che raffigura il miracolo della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci.
Bellissime le scalinate che conducono ai piani superiori, dove si trovavano le camere dei frati, la cappella privata dell’abate, la foresteria e l’antica libreria.

Terre Sicane Wine Fest a Contessa Entellina - Rassegna enogastronomica promossa dalla Strada del Vino Terre Sicane e dal Comune di Contessa Entellina nel cuore del Parco dei Monti Sicani. L’evento dedicato alle migliori espressioni vinicole delle Terre Sicane.  luglio https://www.facebook.com/terresicanewinefest/

Per Aspera ad Astra a Contessa Entellina - Nella magica atmosfera del Castello di Calatamauro una serata dedicata alla bellezza. Visita guidata, degustazione dei vini del territorio e di prodotti locali. agosto https://www.facebook.com/castellodicalatamauro/


Contessa Entellina, la cittadina è posta nella Valle del Belice, alle falde settentrionali del monte Genuardo, è considerata oasi etnica, linguistica e religiosa per la peculiare identità culturale dei suoi abitanti. Il piccolo comune montano infatti, insieme a Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela, fa parte delle tre comunità albanesi (arbëreshët) di Sicilia, sorte nel XV secolo, dove l’antica lingua albanese (gljuha arbërishte) viene ancora parlata. I suoi abitanti sono arbëreshë, ossia italo-albanesi.

Caltabellotta, la valle del Belice

Caltabellotta è un comune della città metropolitana di Agrigento,
Chiesa matrice di Maria Santissima Assunta realizzata dai Normanni nell'XI secolo, è caratterizzata da un portale gotico e presenta all'interno opere dei Gagini e dei loro allievi;
chiesa di Sant'Agostino: all'interno conserva una Deposizione in cotto di A. Ferraro (1512);
chiesa di San Lorenzo: ricordata per il suo portale gotico e per la cappella.
Chiesa della Pietà sorge in una splendida posizione panoramica nella parte alta del centro storico, incastonata tra le rocce del Monte Kratas.
Il Convento di San Pellegrino, sorge su un’originaria fondazione normanna edificata sui resti di un fortilizio arabo nel sito in cui la leggenda colloca la vicenda del trionfo del santo vescovo sul drago divoratore. La chiesetta presenta uno splendido portale in stile barocco. Percorrendo un atrio che si trova a sinistra della chiesa si accede a due profonde grotte legate al culto del mitico San Pellegrino, vescovo di Triocala, probabilmente sua originaria dimora.

Sagra della Pasta con le sarde a Caltabellotta, tradizione caltabellese in occasione dei festeggiamenti in onore di San Giuseppe. Il santo viene onorato con una tradizionale processione che si snoda lungo le principali vie del paese e attraverso la degustazione di tavolate e pietanze tipiche.
Durante la manifestazione si potranno degustare le tradizionali pietanze esposte sull'Altare.  https://www.facebook.com/people/Festa-di-San-Giuseppe/100070114429243/

Santuario di Montevergine
Situato ad oriente appena fuori l’abitato di S. Anna, che si adagia su di uno sperone di roccia ai piedi del Kratas a circa 340 mt. sul livello del mare, poco distante dal fiume Verdura.
Fu edificata da Francesco Alliata, principe di Villafranca, che nel 1624 fece costruire un villaggio, cui diede il nome di Sant’Anna. Il suo territorio é intriso di leggende e di storia che s’intrecciano inevitabilmente con quelle della vicina Caltabellotta.
La chiesa è ad una sola navata con tre altari per lato poco profondi; notevoli e tutti da scoprire gli affreschi che sono venuti alla luce durante l’ultimo restauro. Al suo interno sono conservati alcuni capitelli ritrovati nella zona, pare appartenenti alla non più esistente chiesa di S. Giorgio, da cui sembra sia stato tratto anche il portale ogivale decorato
Montevergine, composto dalla chiesa e dall’eremo annesso, è ubicato a ridosso della zona archeologica di Troccoli, deformazione del toponimo originario Trokalis
L’Eremo, affiancato per intero sul lato destro della chiesa, è distribuito su due elevazioni: a piano terra, sono locali non molto ampi, adibiti per i lavori dei frati, nel piano superiore sono dislocate le celle e il piccolo campanile. Il tutto è inserito in un contesto paesaggistico straordinario. Il complesso è arricchito, inoltre, da una fontana di forma circolare alimentata costantemente da una sorgente, che porta refrigerio a visitatori e passanti.
L’Eremo di Montevergine per la comunità santannese è un luogo molto importante e riveste un grande valore religioso è qui che si trova un crocifisso ligneo quattrocentesco .
Tale crocifisso, situato sull’altare maggiore, secondo la tradizione pare sia stato dipinto sulle tavole del letto di S. Brigida e sia stato portato dall’Africa dai seguaci di Sant’Agostino.
Vuole la tradizione che a Ruggero durante il combattimento sia apparso sopra un cavallo bianco S. Giorgio, ornato di una splendida veste, intervenne in aiuto al condottiero normanno. In memoria della vittoria ottenuta, il conte elesse suo protettore S. Giorgio e ornò il suo scudo con l’immagine del santo e in seguito fece costruire la chiesa di S. Giorgio di Trokalis (Troccoli).

Dedalo Festival a Caltabellotta. Rassegna e seminari per musica e arte invisibile per la valorizzazione e la promozione del territorio.   https://www.facebook.com/dedalofestival/

Santa Ninfa, la valle del Belice

Santa Ninfa comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 410 m s.m., patrono Santa Ninfa 12 ottobre, distrutto dal terremoto del 1968, l'abitato fu completamente ricostruito

La chiesa del Purgatorio (1629), restaurata dopo il sisma del 1968 come la chiesa della Badia (sec. XVIII-XIX), conserva dipinti sei-settecenteschi di scuola siciliana e un gruppo ligneo barocco settecentesco.

Nel 1995 è stata istituita al Riserva Naturale Integrata “Grotta di Santa Ninfa” affidata in gestione a Legambiente, per la protezione e la valorizzazione di un suggestivo ambiente carsico.

Nell’area adiacente si trova il “Castello di Rampinzeri”. La denominazione “castello” per ciò che riguarda la grande masseria di Rampinzeri è impropria non essendo questo munito di fortificazioni. Viene così chiamato a seguito delle trasformazioni subite nell’800. Di questo castello si fa cenno nel romanzo “Il Gattopardo”. Il 17 agosto 1937 il re Vittorio Emanuele, accompagnato dal principe Umberto,assistette, dal terrazzo del castello di Rampinzeri, unitamente al capo del governo Benito Mussolini alla fase conclusiva delle grandi manovre.

– il Museo “Nino Cordio” interamente dedicato all’opera del nostro grande concittadino Nino Cordio, pittore e scultore

– la biblioteca comunale che ospita una sezione che porta la dicitura “Fondo prof. Giuseppe Bellafiore”,il prof. Bellafiore nostro concittadino, già professore di Storia dell’Arte Medievale e Moderna presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo ha donato la sua biblioteca personale a questo comune.

– il “Museo dell’Emigrazione” sull’emigrazione siciliana conseguente ai moti del 1894.

Sagra della Salsiccia a Santa Ninfa ad agosto. La manifestazione prevede stand espositivi lungo tutto il viale, esibizione di gruppi musicali locali e artisti di strada. L’evento gastronomico-culturale che si tiene ogni anno nel mese di agosto viene organizzato dal Comune con il patrocinio dell’Unione dei comuni del Belice  https://www.facebook.com/sagradellasalsicciasantaninfa/

Festa dell'Agricoltura a Santa Ninfa domenica a settembre, organizzata dal Comune di Santa Ninfa con il contributo dell'Assessorato Regionale Agricoltura e con la collaborazione delle cantine, degli oleifici, dei caseifici, delle aziende agricole del territorio, di Legambiente e della Pro Loco Santa Ninfa. Una giornata all'insegna della tradizione contadina, della gastronomia locale e del divertimento.

Gusta la Pecora a Santa Ninfa a novembre, la tradizionale Sagra della Pecora della Valle del Belice, la manifestazione interamente dedicata alla pecora e ai suoi derivati, in una splendida collina seicentesca, il paese della Grotta.  https://www.facebook.com/SagraDellaPecoraSantaNinfa

Castelvetrano, la valle del Belice  

Castelvetrano comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 187 m s.m., patrono San Giovanni Battista 24 giugno,
La chiesa di San Domenico, eretta nella seconda metà del sec. XV,  la facciata della chiesa madre dell'Assunta (sec. XVI) è ornata da un portale preziosamente intagliato; l'interno, con decorazioni a stucco di A. Ferraro e G. Serpotta, ha una notevole cappella della Maddalena di T. Ferraro.
La chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita alla fine del Settecento, conserva una statua in marmo di Antonello Gagini.
Nei pressi dell'abitato è la chiesa della Santissima Trinità di Delia, eretta in epoca normanna nel sec. XII; ha pianta a croce greca triabsidata con cupola centrale su quattro colonne.
Chiesa del purgatorio

Presso il litorale, vicino Marinella, sono i resti della città greca di Selinunte.

Corteo Storico di Santa Rita e della Nobiltà Castelvetranese a Castelvetrano . Il sontuoso corteo storico racchiude nel suo seno le nuove coordinate della religiosità globale, e quelle della più profonda tradizione spagnola e aragonese con la Rievocazione storica dell’Investitura di Carlo d’Aragona e Tagliavia a primo principe della Città.  https://www.facebook.com/corteosantaritacastelvetrano/

Sarduzza Fest settembre ed ottobre a Castelvetrano. L'evento gastronomico mira alla valorizzazione della Sarduzza di Selinunte una particolare e ottima varietà di pesce azzurro,   https://sarduzzafest.it/

La festa del Cioccolato a Castelvetrano è una manifestazione dove è possibile prendere parte ad esperienze degustative uniche con tante varietà di cioccolato, provare delizie culinarie tipiche dello street food siciliano, assistere a spettacoli culinari con il cioccolato come protagonista.   https://www.facebook.com/people/Associazione-Centro-storico-Castelvetrano/100066598821135/

La leggenda dei delitti dell’Aironera di Castelvetrano
Questa leggenda trae probabilmente origine dalla storia biografica della duchessa Zenobia Gonzaga, figlia di Vittoria Doria e di Ferrante II, duca di Guastalla, e del consorte Giovanni III d’Aragona, duca di Castelvetrano. Il luogo a cui è legata la leggenda un antico edificio di Castelvetrano chiamato “L’Aironera”, chiamatacosì perchè il duca di Castelvetrano, Don Diego D’Aragona, proprietario della tenuta, la utilizzava come base per la caccia all’airone. L’edificio è anche conosciuto come “Lariuni”.

Secondo la leggenda essendo il duca sempre molto occupato, la moglie, per non annoiarsi, si trasferì presso l’Aironeria e sempre per non annoiarsi, organizzava sempre grandi feste, dove partecipavano i nobili più in vista di Castelvetrano e dei paesi vicini.  La duchessa era ancora giovane ed attraente e non di rado accettava la corte dei partecipanti alle feste, ebbe quindi molti amanti ma per non far sapere in giro che tradiva il marito dopo, passata la notte di passione, li faceva uccidere da un suo servo.  Le misteriosi sparizioni, purtroppo, si ripetevano nel tempo e, la voce di tali omicidi iniziò a girare per il paese. Un giovane nobile, venuto a conoscenza di quanto si raccontava intorno alla duchessa e alle misteriose scomparse di tanti giovani del circondario, decise di sfidare la sorte; iniziò così a corteggiare la donna, entrò nelle sue grazie e riuscì ad avere un appuntamento galante; l’uomo sapeva già cosa gli sarebbe accaduto e nascose nel mantello un affilato pugnale.
Dopo una notte infuocata, quando il servo stava per attaccarlo alle spalle, il nobile gentiluomo reagì con prontezza e, colto di sorpresa il suo aggressore, lo uccise, quindi fuggì via.
La notizia dell’accaduto si sparse subito intorno al paese e nel circondario; il duca rientrò subito a palazzo, fece richiamare la moglie dalla palazzina dell’Aironera e la fece uccidere, ma il giovane era già lontano, al sicuro dalla vendetta del Duca.
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