Terrasini porto itinerari turistici - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

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Che tu sia un appassionato di arte, di gastronomia o di natura, la Sicilia ha qualcosa da offrire a tutti. Esplora le strade, immergiti nelle acque cristalline o assapora i sapori autentici.
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Terrasini porto, approdo, itinerari turistici

Se stai pensando di visitare Terrasini, sei nel posto giusto.
Questa affascinante cittadina, situata proprio sul mare, è il punto di partenza ideale per esplorare non solo le sue bellezze storiche, ma anche i caratteristici borghi e le località rurali che la circondano. Dalla tua posizione al porto, puoi facilmente organizzare escursioni indimenticabili, scoprendo angoli nascosti e paesaggi mozzafiato. Che tu sia un amante della storia, della natura o semplicemente della buona cucina siciliana, Augusta ha qualcosa da offrirti. Preparati a vivere un'avventura unica.

A poca distanza potrete passare dalla costa all'entroterra per visitare borghi, parchi naturali, Comuni che con le loro attrattive vi permetteranno di trascorrere una piacevole permanenza, permettendovi di scoprire un territorio sensazionale, perchè storia e tradizioni si fondono con il territorio.
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Terrasini - Cinisi - Carini - Montelepre - Altofonte - Piana degli Albanesi - Borgetto - Partinico


Per la SS 113, litoranea sul mare Tirreno, in direzione Palermo si incontra Cinisi, stazione balneare dominato dall’ex Abbazia dei benedettini oggi sede del Municipio e caratterizzata dalla Tonnara dell’Orsa e l’annessa Torre Molinazzo.
Da Cinisi dista poco Villagrazia di Carini da dove inizia la salita verso Carini, l’antica Hykkara arroccata e dominata dall’omonimo castello noto per la vicenda, tra storia e leggenda, della baronessa di Carini.
Da Carini si prosegue per circa 11 km sino a Montelepre, ove svetta la Torre dei Ventimiglia. Si prosegue sino a raccordarsi con la SS 186, attraversando l’abitato di Sagana, per deviare per Giacalone e dirigersi verso Altofonte, piccolo centro dominante la Valle dell’Oreto inserito nel parco di caccia del normanno Ruggero. Resistono ancora vestigie del palazzo reale, trasformato in monastero, e di altri edifici normanni.
Da Altofonte si prosegue per circa 12 km sino a Piana degli Albanesi, la più importanti delle quattro colonie albanesi in Sicilia. Significative alcune chiese ove si professa il rito greco-ortodosso. Proseguendo per la provinciale si scorge il Lago di Piana degli Albanesi, il più vecchio invaso artificale della Sicilia. Nelle vicinanze è possibile effettuare escursioni nella Riserva della Pizzuta. Uscendo da Piana si ritorna per la medesima strada dell’andata sino alla località Ponte di Sagana ed al bivio proseguire a sinistra per Borgetto lasciando a destra Montelepre. Prima di arrivare all’abitato di Borgetto sulla sinistra vi è la deviazione per il Santuario di Romitello dove s’ammira ampio panorama sul Golfo di Castellammare.
Da
Borgetto si prosegue per Partinico, una delle capitali vitivinicole del palermitano, connotato dalla Chiesa Madre, dalla Villa comunale con il Chiosco della Musica, dalla Torre Albachiara, dal Castello di Ramo e dall’interessante Museo civico.
Da Partinico si ridiscende per la SS 113 ritornando a Terrasini.



Cinisi, itinerari dal porto di Terrasini
Cìnisi comune della Città Metropolitana di Palermo, 75 m s.m., patrono Madonna del Furi prima decade di giugno.
Centro situato sul promontorio di Punta Raisi, alle falde delle balze del pizzo Corvo. Già possesso di signori locali, dalla fine del sec. XIV appartenne al monastero di San Martino delle Scale.
Importanti la Chiesa del Sacramento del XVIII secolo,
il Santuario della Madonna del Furi,  https://www.facebook.com/santuariomadonnadelfuri/
la Chiesa delle Anime Sante, la Chiesa e il Convento Santo Canale, tutte e due risalenti al secolo XIX.
Il territorio, collinare con vasti frutteti di limoni, arance che si alternano a ulivi saraceni, frassini un tempo coltivati in modo estensivo dai produttori di manna e carrube.

Sul territorio di Cinisi ne esistono tre: Torre Pozzillo, Torre dell'Orsa e Torre Molinazzo. Presso la torre dell'Orsa, in seguito, fu edificata una Tonnara, per lungo tempo gestita direttamente dai monaci benedettini.

Natale a Cinisi, appuntamento immancabile la visita al Presepe "in movimento" più bello della Sicilia Occidentale,  https://www.facebook.com/presepeartisticosemovente

Cinisi è nota anche grazie a Peppino Impastato, che ha lottato contro la mafia locale,  https://www.casamemoria.it/




Carini, itinerari dal porto di Terrasini
Carini comune della Città Metropolitana di Palermo, 170 m s.m., patrono Santissimo Crocifisso 12 settembre
La facciata della chiesa madre, settecentesca, è affiancata da due campanili ai lati. La facciata tardo-settecentesca è in stile barocco ed è caratterizzata da tre grandi portali sormontati da timpani semicircolari.
Originariamente la facciata presentava due campanili ma, dopo un crollo, il campanile destro è stato adattato a torre dell’orologio.
Il fianco destro dell’edificio presenta un ampio loggiato a tre arcate e vivaci pannelli policromi di gusto barocco composti da mattonelle maiolicate raffiguranti: S. Vito, l’Assunta, S. Rosalia e il SS. Crocifisso, datati 1715

l'oratorio della Compagnia del Santissimo Sacramento, Di interesse è l’aula dell’Oratorio, dove i confratelli si riunivano in preghiera, decorata finemente dalla bottega di
Giacomo Serpotta. L’aula si raggiunge attraverso un vestibolo a pianta rettangolare in cui è collocato un dipinto su lavagna che raffigura la “Madonna del Monserrato” di Arena del 1605. L’Aula, anch’essa a pianta rettangolare, ha le pareti ricoperte da preziose decorazioni in stucco e otto statue allegoriche, sedute su di un piccolo cornicione, raffiguranti la Fede, la Carità, la Fortezza, la Prudenza, la Speranza, la Giustizia, la Grazia e la Chiesa.

la chiesa di San Vito (ricostruita nel Cinquecento),
la chiesa dei Cappuccini.
La Chiesa degli Agonizzanti di Carini è un edificio religioso in stile rococò.
Nella Chiesa è presente una tribuna alla quale si accedeva dal Palazzo Marchisi,
L’interno della chiesa è arricchito da stucchi dorati, in linea con lo stile tardo barocco. Nelle due pareti laterali è presente un cornicione su cui sono adagiati 4 aquile, sormontate da putti. In alto, troviamo tre affreschi per lato che raffigurano: la Visitazione, la Presentazione di Gesù al Tempio, l’Assunzione; la Natività della Vergine, la Presentazione della Vergine al Tempio e l’Immacolata.
Le due pareti sono cosparse di putti, festoni di fiori e grappoli di frutta. Nella navata centrale, all’interno di piccoli “teatrini” in stucco, sono rappresentati le scene della Morte di San Giuseppe e della Madonna. Il ciclo iconografico si conclude con l’Apoteosi della Vergine dipinta nella volta, circondata da una serie di affreschi disposti a lune. Gli affreschi sono attribuiti a Filippo Tancredi e
al palermitano Filippo Ra.

La Catacomba Paleocristiana di Villagrazia di Carini, con i suoi oltre 5.000 mq di superficie scavata, si configura come una delle più importanti testimonianze del cristianesimo in Sicilia.

Castello di Vino, un evento straordinario nel mondo del vino a giugno presso il Castello di Carini
Il Castello di Carini diventa il palcoscenico di un evento straordinario, unendo la suggestione dei castelli medievali con la degustazione dei vini.   https://www.castello-divino.com/




Montelepre, itinerari dal porto di Terrasini
Montelèpre comune della Città Metropolitana di Palermo, 343 m s.m., patrono Santissimo Crocifisso ultima domenica di maggio.
Centro situato nella valle del fiume Nocella. Sorse intorno a una fortificazione del 1433, sviluppandosi però solo nella seconda metà del sec. XVII. Inizialmente feudo dell'arcivescovo di Monreale, passò poi a vari signori. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale fu teatro delle imprese, oscuramente legate all'indipendentismo siciliano e a forze della reazione anticontadina, del bandito Salvatore Giuliano, nativo del luogo (1922-1950). § Il castello medievale, fatto edificare da Giovanni Ventimiglia, è una costruzione quadrangolare con pareti aperte da piccole bifore ogivali, coronamento a merli e ambienti interni con volte a costoloni. In piazza Ventimiglia sorge una torre del 1424. Nell'abitato sono anche la chiesa madre di Maria Santissima del Rosario e la chiesa di Sant'Antonio, che custodisce una Adorazione dei Magi attribuita a G. Salerno. Nel territorio si conservano tracce di un centro indigeno del sec. IV a.C.
A gennaio tradizionale Sagra della Sfincia di priescia a Montelepre, il dolce tipico monteleprino a forma di "e"
U matrimoniu a Montelepre, la parata carnevalesca più originale della Sicilia: una grottesca festa di nozze con tanto di sposi e invitati “celebrata” nel pomeriggio della domenica di Carnevale. U matrimoniu, così chiamato, è un evento unico nel suo genere atteso da tutto il paese e dalle zone limitrofe, dove si mettono in scena le nozze di due giovani un po' particolari.




Altofonte, itinerari dal porto di Terrasini
Altofónte comune della Città Metropolitana di Palermo, 350 m s.m., patrono Sant’ Anna 24 luglio
Fu residenza estiva e di caccia dei re di Sicilia a partire da Ruggero il Normanno, che vi fece costruire un palazzo, dove nacque Pietro II d'Aragona. Nel 1307 Federico d'Aragona donò il parco e il palazzo ai monaci cistercensi della chiesa di Santa Maria d'Altofonte, che lo trasformarono in monastero; intorno a esso si sviluppò il borgo.
Del palazzo reale e del successivo monastero sussistono pochi resti e la chiesetta di San Michele.
La chiesa madre di Santa Maria e Sant'Anna, ricostruita nel 1618 dal cardinale Scipione Borghese, custodisce un bassorilievo raffigurante la Madonna di Altofonte (1328).

La storia del Crocifisso Nero, che si trova nella cappella dell'Addolorata della Chiesa Santa Maria di Altofonte, la tradizione vuole che in origine si trovasse nella cappella del Baglio Romei, presso l'antica via d'accesso al paese, gravita una leggenda: i frati, avendolo trovato nei pressi di Baglio Romei, lo avrebbero ridipinto ma si dice che il Cristo abbia riassunto il proprio colore originale, ovvero il nero, che ne sottolinea l’espressione sofferente.

Presso il Parco Robinson di Altofonte, luogo in cui si stanziarono i soldati condotti da Garibaldi alla conquista di Palermo, nell’ambito della spedizione “dei mille”, un Obelisco al calvario, dedicato proprio a Garibaldi.



Piana degli Albanesi, itinerari dal porto di Terrasini
Piana degli Albanési comune della Città Metropolitana di Palermo, 720 m s.m., patrono Santa Maria Odigitria 2 settembre
Centro situato sul versante orientale del monte La Pizzuta, in prossimità dell'omonimo lago artificiale. Fu fondato nel 1488, col nome di Hora, da una comunità di albanesi.
È oggi la principale colonia albanese nell'isola.

La chiesa di San Demetrio, di rito greco, è cinquecentesca: ha pianta a croce greca con tre navate absidate divise da archi a pieno centro e presenta l'iconostasi (cioè il divisorio, tipico delle chiese bizantine, che separa i fedeli da chi celebra la funzione); conserva il notevole altare maggiore, la decorazione absidale (opera secentesca di Pietro Novelli) e tre tavole bizantineggianti.
La chiesa dell'Odigitria (sec. XVII), eretta su progetto del Novelli, conserva un Trionfo della Vergine ligneo barocco.
La più antica delle chiese, San Giorgio, ha un monumentale portale con timpano spezzato.
A S dell'abitato è il lago di Piana degli Albanesi.

Piana degli Albanesi, Hora o Piana degli Albanersi, l'originario nome della città, fondata il 30 agosto 1488 fu la prima delle città albanesi in Sicilia, alle falde della Pizzuta, dove sorge la chiesa della Madonna dell'Odigitria, gli albanesi edificarono il primo impianto della città articolato per ospitare circa 1500 abitanti, con un assetto urbano adatto a una popolazione strutturata secondo l'organizzazione sociale greco albanese. Sorsero così i quartieri San Vito, San Giorgio, San Demetrio, e il quartiere detto Piazza Pubblica.

Cattedrale di San Demetrio - Rito Greco a Piana degli Albanesi
Intitolata a San Demetrio Megalomartire, è stata edificata nel 1498, poi rimaneggiata, e affrescata da Pietro Novelli nella prima metà del XVII secolo, come si ammira in particolar modo all’abside mediana. La pianta è a croce greca, con tre navate e con absidi chiuse da iconostasi. Sulla volta, il Padre Eterno benedicente tra arcangeli e cherubini; sotto, gli Apostoli, il Cristo Risorto e i Quattro Padri della Chiesa Greca. Insieme con la bella icona cinquecentesca della Vergine con il Bambino, realizzata con la tecnica della tempera ad uovo tipica della scuola senese, si ammirano il bellissimo gruppo in legno policromo ottocentesco raffigurante S. Demetrio di Tessalonica e S. Nestore, di Girolamo Bagnasco e bottega; la Madonna di Trapani, in marmo alabastrino, realizzata da scuola tosco-lombarda tra il XV e il XVI secolo; a destra, alla fine della navata, la statua di Santo Spiridione, realizzata da Nicolò Bagnasco come quella di San Giuseppe all’altare di destra. Nella facciata, i due mosaici di scuola monrealese (1960).

Chiesa di San Giorgio Megalomartire a Piana degli Albanesi
È la più antica di Piana degli Albanesi (originaria del 1495). La volta è interamente affrescata dal Crestadoro (1759) che dipinge San Giorgio in Gloria, mentre all’inizio della parete di destra troviamo un bel mosaico del Battista realizzato nel 1984. Sempre a destra, sopra la porta laterale, ecco il San Filippo Neri dipinto da Giuseppe Patania. All’abside occidentale c’è dipinto con la tecnica del falso mosaico il Cristo Pantocratore. A sinistra, la nicchia con la statua in legno di San Giorgio che trafigge il drago di Nicolò Bagnasco, opera tra le più riprodotte nella cesellatura dei brezi, le fibbie degli abiti tradizionali femminili. In fondo, l’affresco che raffigura Sant’Antonio Abate, da molti attribuito ai Novelli, padre e figlio.

Chiesa di San Nicola a Piana degli Albanesi
Edificata alla fine del XVI secolo, nell’ambone di sinistra vi si custodiscono icone del Seicento e del Settecento provenienti dalla palermitana Chiesa di San Nicola. Ad una navata, si mette in luce anche per le icone settecentesche realizzate da Ioannichios (ai tre registri dell’iconostasi), monaco dell’abbazia di Mezzojuso, il più famoso artista di icone dell’Italia meridionale secentesca. A lui si deve la cosiddetta “scuola siculo-cretese”, riconoscibile per la lavorazione del fondo in argento a mecca. Iniziando da destra, ecco le icone riproducenti San Giuseppe di Manusakis (opera del 1973), San Partenio, Sant’Atanasio, Sant’Eleuterio e Santa Barbara. A sinistra, Santa Caterina, San Giovanni Crisostomo e Sant’Antonio. La chiesa custodisce anche un bel tabernacolo ligneo del XVIII secolo e una statua in legno dorato raffigurante l’Immacolata (XVII secolo).

Chiesa della Madonna dell'Odigitria a Piana degli Albanesi
Costruita nel XVIII secolo, è l’unica testimonianza dell’opera di Pietro Novelli come architetto: le tre navate sono suddivise da quattro colonne che sorreggono la grande cupola ottagonale che, contrariamente a quanto succede nelle chiese barocche, risulta più vicina all’ingesso che all’altare maggiore. Qui si ammira, incassato in una statua secentesca, il quadro della Vergine Odigitria che la tradizione dice essere stato portato fin qui dai primi coloni albanesi. Alle navate laterali si susseguono quattro altari barocchi a marmi policromi e, tra i dipinti, quello raffigurante l’Arcangelo Michele (1700) e una crocifissione in legno ritagliato e dipinto.

Memoriale di Portella delle Ginestre
Il Memoriale di Portella delle Ginestre è una originale sistemazione naturale-monumentale del luogo, situato ad appena tre chilometri da Piana degli Albanesi in direzione di S. Giuseppe Jato. La sistemazione monumentale di Portella della Ginestra è un'opera di land art , dove vi furono i caduti del primo maggio 1947, si innalzano grandi massi, alti da 2 a 6 metri, cavati sul posto della pietraia, che sembrano magicamente collegati come i preistorici menhir. Uno di essi è il masso di Nicola Barbato, altri figurano sinteticamente corpi, facce e forme di animali caduti. In altri due sono rispettivamente incisi i nomi dei caduti e una poesia del poeta siciliano Ignazio Buttitta.  https://www.visitpiana.com/

Il Carnevale di Piana degli Albanesi, il Kalivari ju mjuath, si svolge secondo un'antica tradizione popolare che, sin dai tempi antichi dissacra i valori classici della Sicilia patriarcale, e rende la donna la protagonista di questa festa. La donna, rigorosamente vestita in maschera e con il viso coperto, ha la facoltà di scegliere, deridere ed invita al ballo gli uomini in attesa di essere prescelti.




Borgetto, itinerari dal porto di Terrasini
Borgétto comune della Città Metropolitana di Palermo, 290 m s.m., patrono Madonna del Romitello 25 agosto.
La cittadina di Borgetto sorge sul pendio d’una collina, nel versante opposto alla nota Conca d’Oro.
Appartenne dal 1410 al monastero benedettino di Santa Maria delle Ciambre e in seguito al comune di Palermo.
Sul monte Crocefia sono le rovine del monastero di Santa Maria delle Ciambre e il santuario della Madonna del Romitello.

“Le cene di San Giuseppe o Artari o San Giuseppe parati”. Tradizionale manifestazione folcloristico-religiosa che ormai da anni è entrata a far parte dell’itinerario turistico siciliano.   https://www.facebook.com/people/Congregazione-di-San-Giuseppe-Borgetto/100066541792005/

Dall’antistante pianura delimitata a nord dal  golfo di Castellamare fino alle colline del Capo S. Vito, dalla montagna del Palmito fino al suggestivo paese di Montelepre.



Partinico, itinerari dal porto di Terrasini
Partinico comune della Città Metropolitana di Palermo, 175 m s.m., patrono San Leonardo 6 novembre,
la barocca chiesa matrice dell'Annunziata e la settecentesca fontana di piazza Duomo.

Il Palco Musicale, sito in piazza Garibaldi, è un podio su cui si esibiva la banda musicale durante le manifestazioni patriottiche ed i comizi elettorali.

Palazzo Ram è la più antica masseria di Partinico ancora esistente. Si erge alle pendici del colle Cesarò e domina la piana di Partinico fino al mare. L'edificio fu voluto dai Ram, una potente e nobile famiglia della Catalogna, verso la fine del XVI secolo.

Borgo Parrini è un piccolo borgo con vie colorate, decorate e abbellite da meravigliosi murales.
Le sue origini risalgono agli inizi del '600, quando i Padri Gesuiti del Noviziato di Palermo acquistarono le terre in alcuni feudi del territorio di Partinico.
Il borgo, divenuto un paese fantasma, venne recuperato da pochi cittadini che dagli anni '70 che hanno continuato a curare il paese. Fra questi c'è Giuseppe Gaglio che ha recuperato alcune proprietà nel paese, ispirandosi all'architettura di Antoni Gaudì.
Il borgo è un museo a cielo aperto: murales e scritte abbelliscono i muri della città. All’interno del borgo si trova anche una casa museo dove scoprire i curiosi motivi decorativi interni e la collezione di manifatture creata da artisti locali.   https://www.facebook.com/borgoparrini/

La costa da Terrasini a Punta Barcarello

Dall’approdo, lungo la SS 113, un itinerario panoramico sulla costa verso Palermo si dispiega fra i monti ed il mare sino alla Riserva naturale di “Capo Rama”, caratterizzata dalla torre di avvistamento a pianta circolare quattrocentesca conserva intatto il suo fascino anche se parzialmente diroccata. A pochi metri dalla torre si trova un piccolo bunker risalente alle opere di fortificazione costiera della Seconda Guerra mondiale.
Proseguendo si raggiunge il paesino di Isola delle Femmine al largo del quale si trova l’isolotto di Isola delle Femmine, riserva naturale affidata alla LIPU. La leggenda narra che sulla torre che domina l’isola ci fosse una prigione femminile, ma il rudere di una torre di avvistamento che si erge nel punto più alto dell’isola fa parte del sistema difensivo cinquecentesco.
A questa torre, detta “di fuori”, ne corrispondeva un’altra, quella “di terra” di forma circolare, che ancora si può osservare a sinistra del paese e che costituisce la più antica emergenza architettonica del luogo. Proseguendo lungo la costa sino al borgo di Sferracavallo e spingendosi oltre la punta di Barcarello ci si trova al confine con la riserva naturale di “Capo Gallo”.
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