La meridiana o orologio solare e lo scorrere del tempo
Sei appassionato di storia e di astronomia, non puoi perderti la bellezza delle meridiane in Sicilia. Questi antichi orologi solari sono davvero unici e offrono una visione del tempo completamente diversa da quella a cui siamo abituati. Se vuoi scoprire dove trovarle e conoscere gli edifici che le ospitano, sei nel posto giusto. Ti offriamo un itinerario alla scoperta delle meridiane in Sicilia, un viaggio emozionante alla scoperta di un'arte antica e affascinante.
La meridiana è uno degli oggetti più affascinanti utilizzata fin dall'antichità determinare il passare del tempo, è stata una necessità per l’uomo.
La cosa più facile da osservare, per gli uomini di un tempo, è stata l’ombra del sole.
Sappiamo che gli antichi Egizi iniziarono a costruire degli strumenti per la misurazione del tempo che prevedevano l’uso del sole, con i Greci abbiamo delle certezze che abbiamo inventato lo gnomone, da parte di Anassimandro e dell’istallazione, nel 560 a.C., di un orologio solare a Sparta. E poi da lì, questi strumenti raggiunsero ogni angolo della Magna Grecia.
In Sicilia, nel 263 a.C., il console romano Marco Valerio Messalla, occupando la città di Catania scorge un lungo chiodo che sporgeva dalla parete di un edificio. Era lo gnomone della meridiana che permetteva di indicare il tempo grazie alla sua ombra prodotta sulla superficie.
Estasiato dall'invenzione greca, prese il quadrante solare di Catania e lo fece montare a Roma, incurante del fatto che essendo stato progettato per un’altra città aveva un errore.
Nel tempo l’uso di questi strumenti diminuì fino a dimenticarli in tutto il periodo medievale. Infine, si riscoprì l’orologio solare grazie ai monaci Benedettini che nel VII-VIII secolo se ne servivano per individuare le ore di preghiera. Ecco spiegato perché in alcune chiese se ne possono trovare.
Ma in epoca moderna si assiste nuovamente all'oblio dell’orologio solare.
La nuova necessità è quella di avere, la stessa ora, tra una città e l’altra
Quando si stabilirono i parametri internazionali, fu stabilito che il riferimento fosse il meridiano passante per Greenwich. Il nostro meridiano quindi, spostandoci 15° a est è quello passante per il nostro vulcano Etna.
La meridiana viene riscoperta negli ambienti più attenti alla natura e tra gli appassionati di storia, potremmo proporvi un insolito turismo in Sicilia, è quello delle opere gnomoniche. Meridiane, scioteri, calendari e altri magnifici strumenti che consentono di sfruttare l'ombra o la luce del sole per ricavare informazioni utili.
Le meridiane in Sicilia
La meridiana, detta anche più correttamente orologio solare o gnomonica, è uno strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole. Ha origini molto antiche e nella sua accezione più generale indica in massima parte gli orologi solari presenti sui muri degli edifici. In senso stretto, con meridiana si dovrebbe intendere unicamente l'indicatore del passaggio del Sole a mezzogiorno.Meridiane a camera oscura
L'elenco dei siti ospitanti le installazioni di meridiane:
Le meridiane all’interno di chiese vengono chiamate " a foro" o meglio “a camera oscura” in quanto sul pavimento si viene a formare l’immagine del Sole. Ognuna è costituita principalmente da una linea che segue il meridiano del luogo: quando l'immagine del Sole, entrando dal foro gnomonico, si posa su tale linea vuol dire che il Sole si trova nel punto più alto del suo percorso quindi è mezzogiorno. Però serviva anche come calendario: durante l’anno, con le stagioni, varia l’inclinazione dei raggi solari, per cui l’immagine luminosa la troviamo in posizioni diverse. A voler essere precisi queste sono le vere meridiane e danno solo il mezzogiorno mentre quelle esterne sono quasi sempre orologi solari.
Meridiana a foro
PD è la linea meridiana che ovviamente va da Nord a Sud. La sezione della Chiesa è stata disegnata secondo questa direzione. In A è praticato il foro gnomonico attraverso cui passano i raggi del Sole a mezzogiorno. L’immagine del Sole si posa nel punto D al solstizio invernale, 22 dicembre. Nel punto B negli equinozi, 21 marzo e 22 settembre. Nel punto P al solstizio estivo, 21 giugno.
Se poco certi rimangono gli ipotetici calendari astronomici preistorici, detti “pietra calendario” o la sala circolare del Castello di Sperlinga con dodici misteriose nicchie, ben più concrete sono le tracce archeologiche come il quadrante solare di tipologia ellenistico-romana (III e II secolo a.C.) ritrovato pressoché ovunque (a Kamarina, a Terme Vigliatore, a Catania, a Tindari, a Caronia etc). Con l'avvento del Cristianesimo, poi, si diffusero le “chiese calendario”, capaci di individuare l'esatto inizio della Pasqua, ispirandosi al fenomeno analogo all'interno del Tempio Greco. Le chiese paleocristiane (Nunziata di Giarre, Ispica, Priolo, Palagonia, Catania etc) e bizantine (Calatabiano, Siracusa, Castelluccio di Augusta etc), le cosiddette “Cube” (tra Etna e Alcantara) costituiscono importanti esempi del genere.
Sebbene non manchino gli orologi solari, le opere più affascinanti sono certamente gli orologi solari da parete. Tra gli esemplari Manieristi si possono citare quelle presenti a Piazza Armerina, di cui la più antica parrebbe essere nell'ex monastero di Santa Maria del Gesù. Nel centro ennese vi sono celebri gli scioteri di piazza San Rocco, sulla facciata della omonima chiesa e del palazzo del Municipio, ma anche altre opere semisconosciute, come un orologio solare del 1611 sulla facciata di Casa Velardita, già Villa Trigona di Roccabianca o gli esigui resti di uno sciotere inciso sull'intonaco dell'ex convento benedettino femminile di San Giovanni Evangelista.
L'introduzione dell'ora parigina, diffusa ancora oggi, avviene in misura lenta a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, documentato dai bei esemplari sulla facciata della Cattedrale di Ragusa. Ancora negli stessi anni sul davanzale di una finestra della sagrestia del San Giuseppe a Vittoria si incideva un insolito orologio solare su superficie orizzontale e il grandioso e delizioso Laberinto Biscari (Giardino Bellini di Catania) si dotava di un originale sciotere costituito dalle facce di un dodecaedro, inizialmente posto al centro di una artistica fontana e oggi orientato malamente. Questi ultimi usavano ancora il computo italiano. Alla fine del secolo, nella stessa Ragusa, sulla facciata della chiesa di San Vincenzo Ferreri si incise un elegante sciotere ancora con ore italiane e a Valverde ancora nel XIX secolo si incideva un orologio col computo italiano sulla facciata di un edificio nobiliare all'ingresso del paese.
Un'opera complessa, fu commissionata al pluripremiato sacerdote inventore biancavillese Salvatore Franco. Si tratta di un orologio solare che funge anche da meridiana, costituita da tre gnomoni di cui uno individua gli equinozi e il 18 marzo, forse per ricordare l'indomani, festa di San Giuseppe, onomastico dell'allora vescovo m. Dusmet. Quest'opera senza data, visibile nel cortile dell'arcivescovato di Catania, segna anche l'orario di Palermo (distante 6'28'' da Catania), forse, per orientarsi con gli orari dei treni.
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San Mauro Castelverde e le numerose meridiane
C'è un paese in Siclia San Mauro Castelverde dove si può restare meravigliati oltre che per le opere civili e religiose quanto restare meravigliati dalla presenza dei tanti archi in pietra sparsi per le viuzze e dei numerosi orologi solari che arricchiscono i prospetti di chiese e di edifici privati, sia nel centro storico che nei sobborghi nei pressi del paese, ma non è l'unico paese in Sicilia ne troviamo anche degli altri, andiamo a scoprirle, non prima di conoscere qualcosa sulle meridiane.Granmichele la città dalla meridianenella piazza esagonale
Come Grammichele definita anchessa la città Siciliana delle meridiane, la città è la più conosciuta appunto come la città delle Meridiane, tale infatti da ospitare in ciascuna delle sue piazze un orologio solare di tipo diverso, è unica per la sua pianta esagonale, affascinante per la sua storia.
La città fu ideata da Carlo Maria Carafa principe di Butera e fu fondata nel 1693 dopo il violento terremoto che distrusse la città di Occhiolà.
La meridiana a forma di croce – che ai tempi della sua fondazione era stata installata nella piazza principale – è oggi sostituita da un’enorme statua monumentale di bronzo di Murat Cura. Essa è parte integrante dell’orologio che regge un’asta gnomonica e occupa il centro della piazza e raffigura un uomo inginocchiato simboleggiante il tempo, avvolto da una serie di cerchi che richiamano l’antica sfera armillare e lo imprigionano inevitabilmente, nel suo tempo. L’orologio solare è essenzialmente composto da tre parti: lo gnomone, il quadrante e un insieme di linee che indicano le ore, i solstizi, gli equinozi, lo zodiaco e, nel caso specifico, riporta le date di distruzione di Occhiolà e della fondazione di Grammichele.
Chiesa di San Nicolò La Rena a Catania e la sua meridiana
Altro dettaglio degno di nota è la splendida meridiana che percorre il transetto, realizzata fra il 1839 e il 1841 da due celebri astronomi, il tedesco Wolfgang Sartorius von Waltershausen e il danese Christian Peters. Ciò che ha reso famosa questa meridiana non sono solo le sue dimensioni e i pregevoli materiali di cui è composta: ancora oggi, essa desta meraviglia per la sua straordinaria precisione.
E' considerata la più completa d'Italia. In essa viene infatti considerato il mezzogiorno di tutti i giorni dell'anno, vengono fornite informazioni precise sulla sua ubicazione, sui punti noti del territorio catanese, sui segni zodiacali, sugli equinozi e solstizi, nonché il confronto tra le unità di misura esistenti nel periodo della sua realizzazione (1841): metro francese, piedi parigini, piedi inglesi, palmi siciliani, palmi napoletani.
Duomo di Palermo e la sua meridiana
Fu proprio nel periodo degli ultimi lavori di restauro che si pensò di realizzare, nel 1794, una meridiana sul pavimento dell’interno. Dal 1790 era direttore dell’ Osservatorio Astronomico di Palermo l’abate Giuseppe Piazzi (1746-1826), che intendeva uniformare il computo del tempo in Sicilia al sistema vigente nella maggior parte d’Europa, dove si utilizzava il “sistema all’europea”, basato sul giorno solare vero, cioè l’intervallo di tempo fra due successivi passaggi del Sole al meridiano. Come nel resto di quasi tutti gli Stati della nostra penisola, invece, alla fine del 1700 anche nel Regno delle Due Sicilie si seguiva ancora il sistema “all’italiana”: si suddivideva il giorno in 24 ore uguali contate a partire da mezz’ora dopo il tramonto del Sole. La seppur piccola differenza giornaliera tra i due sistemi comportava l’accumularsi di differenze sensibili, nel corso dell’anno.
Dopo aver visitato le città francesi e inglesi, al rientro in Italia l’astronomo Piazzi constatò che in Lombardia già nel 1786 era stata attuata una riforma con la realizzazione della meridiana del duomo di Milano e da qui gli venne l’idea di fare la stessa cosa: introdurre una riforma del tempo nel Regno delle Due Sicilie, costruendo una meridiana nel duomo palermitano, la quale avrebbe consentito di stabilire il mezzogiorno vero in modo semplice e preciso, fruibile da tutta la popolazione.
Problemi in corso d’opera…
Dal 1794 dovettero passare diversi anni perché l’inaugurazione dello strumento astronomico avvenne soltanto nell’aprile del 1801, e con una certa frettolosità poiché si voleva far coincidere l’avvenimento con la riapertura al culto della Cattedrale, avvenuta il 4 giugno 1801, solennità del Corpus Domini.
Nel 1795 Piazzi aveva ricevuto l’incarico dall’Arcivescovo di Palermo e Monreale, Lopez y Royo, di procedere nella sua opera, ma si presentarono alcuni problemi, che gli fecero intuire che non l’ avrebbe potuta terminare tanto presto. Il pavimento, intanto, non era ancora fatto; i calcoli delle altezze per lo gnomone predicevano che la lunghezza dello strumento non poteva essere notevole come egli voleva (era auspicabile la massima estensione per determinare il più esattamente possibile l’istante del mezzogiorno) (2). Inoltre, la meridiana a “camera oscura” (vale a dire, costruita in interno) doveva poter contare sull’apporto di luce durante tutto il periodo dell’anno e in ogni momento della giornata (cosa che qui non avveniva). Altra cosa importante era che la meridiana non arrecasse disturbo durante le funzioni liturgiche. Si profilarono una serie di questioni limitanti che furono ben presto chiare all’astronomo Piazzi:
l’orientazione del duomo sull’asse SO-NE
la presenza nelle immediate vicinanze di edifici che impedivano l’ingresso, in certi periodi dell'anno, dei raggi solari
la disposizione delle colonne divisorie delle navate
Fu così che lo studioso si vide costretto a collocare la meridiana nella zona antistante l’area presbiteriale, in una posizione che arrecava disturbo alle funzioni, di dimensioni limitate (21,82 m) e, a causa dell’altezza relativamente modesta delle navate laterali, dovette collocare lo gnomone a soli 11,776 m. La distanza tra i punti solstiziali è di 18,726 m.
Attraverso il foro gnomonico filtra il raggio solare all’istante del mezzogiorno, che va a posarsi lungo l’asse della meridiana; a seconda del periodo dell’anno e quindi del variare della posizione del sole sull’orizzonte, la “macchia solare” va spostandosi determinando contemporaneamente l’avvicendarsi dei mesi e delle stagioni ed i corrispondenti simboli zodiacali. Essi sono realizzati in marmi policromi e risaltano nell’orlatura di marmo bianco percorsa dalla linea di ottone.
Nonostante il tentativo di Piazzi di introdurre la misurazione del tempo "all'europea", e cioè di usare come riferimento due successivi passaggi del sole al meridiano, a Palermo si continuò ad usare il tempo "all'italiana", cioè a misurare le ore a partire dal tramonto del sole, anche, nell'uso popolare, ben dopo la riforma operata nel 1861 in seguito all'Unità d'Italia.
Durante l’eclisse solare dell’11 agosto del 1999, che a Palermo fu parziale, si potè vedere l’immagine del disco solare oscurato sul pavimento della cattedrale, fenomeno osservato con meraviglia da alcune migliaia di persone presenti in quel momento.
Duomo di Acireale e la sua meridiana
Sul pavimento del transetto del Duomo di Acireale si trova una bella Meridiana in marmi policromi. Fu eseguita nel 1843 dallo scultore Carlo Calì sotto la direzione dell'astronomo danese Friedrich Peters che risiedette a lungo a Catania. In seguito si trasferì negli Stati Uniti e fu assunto come direttore dell’osservatorio astronomico di Clinton.
Chiesa Madre di Castroreale e la sua meridiana
All'interno della Chiesa Madre di Castroreale, piccolo centro del Messinese, esiste una meridiana a camera oscura. Fu realizzata nel 1854 da Nicolò Perroni professore di latino e greco presso il locale Regio Ginnasio. Pare che avesse studiato anche matematica e comunque curava una notevole passione per l'astronomia.
Castroreale comune della Città Metropolitana di Messina, 394 m s.m., patrono San Silvestro 31 dicembre, l'abitato conserva la torre di Federico II, resto del castello che il re aragonese costruì nel sec. XIV.
chiesa madre dell'Assunta ha impianto a croce latina ed è affiancata da un campanile cinquecentesco; custodisce due statue (Santa Caterina, 1534, e Santa Maria di Gesù, 1501), un'acquasantiera di Antonello Gagini e tele di Filippo Iannelli (sec. XVII)
A Gagini si deve anche l'Annunciazione (1519) che si trova nella chiesa di Sant'Agata e il magnifico sepolcro di Geronimo Rosso esposto nel Museo Civico, allestito nell'oratorio di San Filippo Neri,
la chiesa di San Giovanni (sec. XVIII) è barocca, mentre quella del Santissimo Salvatore è stata ricavata nel sec. XIV da una preesistente moschea. Presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli è la Pinacoteca Parrocchiale.
La festa del Cristo Lungo nella ricorrenza del 23 - 24 - 25 agosto è un evento religioso popolare tipico finalizzato a rievocare e commemorare, quale forma di ringraziamento, l'estinzione dei focolai dell'epidemia di colera del 1854. In occasione di ogni festività, una volta rimosso dal suo sito abituale, il Crocifisso è montato all'estremità di una lunga e robusta asse di 12 mt., mediante un lungo e sistematico gioco e azioni combinate di pertiche di varia lunghezza, munite di forcine alle estremità, il lungo sostegno è via via issato e inalberato e viene portato in processione per le vie del paese.
Chiesa Madre Santi pietro e Paolo a Castiglione di Sicilia e la sua meridiana
La chiesa madre Santi Pietro e Paolo a Castiglione di Sicilia, , sorge su una parte di un castello edificato dai normanni verso il 1100. Presenta al suo interno, oltre a numerose opere d’arte raccolte nel corso dei secoli, anche una bellissima meridiana pavimentale costruita dall’astronomo Temistocle Zona nel 1882 mentre era direttore dell’osservatorio astronomico di Palermo. Spirito repubblicano fu garibaldino, a Mentana fu preso prigioniero e condannato a morte ma poi fu graziato da Pio IX.
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