Mulini ad acqua ed a vento in Sicilia
Mulini ad acqua ed a vento, è un impianto destinato ad utilizzare l’energia meccanica, una tecnica per la macinazione del grano, luogo di tradizione popolare, la tradizione tramanda che di notte, quando il mulino era fermo o non funzionava per mancanza d’acqua, poteva capitare di scoprire le macine in movimento perché venivano azionate dai folletti interessati a macinare per sé e per le fate.
Simboli architettonici, testimoni di antiche realtà rurali, perfettamente integrati nell'ambiente, al punto tale d’arricchire il contesto paesaggistico.
Sono mulini costruiti per macinare il grano alcuni il sale, restaurati e ancora funzionanti, alcuni trasformati in in musei per ricordare la società contadina e salvaguardarne le antiche tradizioni. Si trovano in prossimità dei torrenti, storia, che regala scorci e panorami suggestivi.
Le ragioni della decadenza dei mulini ad acqua è da ricercare sotto il profilo economico, con la nascita dei mulini elettrificati,che permettono di lavorare una maggiore quantità di grano e la mancanza dell’acqua il cui corso è stato deviato per soddisfare le esigenze idriche dei siti abitati.
La forza dell’acqua,appunto,imbrigliata in numerosi meccanismi,(le ruote idrauliche sono tra questi),sostituì la forza delle braccia umane per soppiantare il lavoro manuale.
Il passaggio dalle macine a pietra al mulino a rulli avvenne con l’invenzione della macchina a vapore,alimentata a carbone,e alla scoperta,soprattutto,dell’elettricità.
I mulini ad acqua,come dicevamo,erano posti a cascata lungo i corsi d’acqua;qui giungevano i contadini con i muli carichi di grano e dovevano attendere a volte lunghe ore per il loro turno di macina.
Il mugnaio era colui che presiedeva al rito di trasformazione del cereale in farina,regolando sia la quantità di grano da molire,sia della giusta pressione da dare alle macine per ottenere,in maniera empirica ma sapiente,la “giusta granulosità della farina che doveva essere né troppo fine,né troppo semulosa”.
L’acqua convogliata attraverso un canale in muratura,detto “saia”,accumulata e scaricata nella “botte di carico”,che poteva raggiungere diversi metri di altezza, raggiungeva il locale inferiore dell’apparato detto “Guarraffo” dove veniva indirizzata a forte pressione da una canaletta detta “cannedda” sulle pale della ruota orizzontale a raggiera.
Sotto la spinta dell’acqua,nel locale superiore dove alloggiava il vero e proprio apparato molitorio,attraverso un giuoco di ingranaggi,la macina soprana ruotante(rotore) su quella sottana fissa “statore”,triturava la granaglia che veniva dai sacchi riversata nella tramoggia(trimoia) e convogliata nel foro centrale della mola soprana.
Il grano man mano che veniva molito dalle macine,opportunamente scalpellate con opportuni incavi disposti a spirale favorivano la fuoruscita della farina che veniva raccolta in un apposito accumulatore(cascia).
Le macine di pietra pur avendo speciali requisiti di durezza,porosità ed omogeneità di struttura,richiedevano continui lavori di scalpellamento, da parte dei “pirriaturi”con apposite martelline,dei solchi che il troppo uso levigava.
Scopri i Mulini in Sicilia: Tradizione e Storia in Movimento
Il mulino ad acqua è costituito da una ruota con pale (ruota idraulica) fissata a un albero (asse) e mossa da una corrente d’acqua che le imprime un movimento rotatorio continuo. Il moto viene trasmesso direttamente, o attraverso una serie di ingranaggi, a macine, seghe o altre macchine.
Nei mulini ad acqua più antichi (come quelli greci) l'asse è verticale rispetto alla direzione della corrente e l'intera ruota è immersa nell'acqua. Direttamente fissato all'albero in rotazione, il disco superiore della macina ruota alla stessa velocità delle pale e, strofinando su un disco fisso, macina il grano.
Il mulino greco era di piccole dimensioni e piuttosto lento.
Sfruttando tecniche costruttive più perfezionate le ruote idrauliche furono fissate ad un asse orizzontale. Le più antiche erano alimentate dal basso e sfruttavano il moto della corrente.
Successivamente si sono costruite ruote idrauliche alimentate dall'alto. Il sistema di rifornimento dell'acqua è più complesso ma più efficiente. La ruota, infatti, non viene azionata solo dalla corrente ma anche dal peso dell'acqua in caduta. La potenza di un mulino può essere accresciuta aumentando il diametro della ruota.
Il meccanismo adottato nei mulini siciliani è quello a ruota orizzontale che fa corrispondere ad ogni giro della ruota un giro della mola.
Gli organi operatori sono le due macine o mole, una inferiore fissa e una superiore mobile, a dischi piani con un foro centrale.
La macina fissa chiamata anche frascino o dormiente deve essere poggiata su una base solida.
La macina mobile superiore, chiamata anche girante, viene sostenuta e fatta girare da un asse verticale.
I pirriaturi, i tagliatori della ruota di pietra del mulino
Il duro lavoro dei ‘pirriaturi‘ un tempo, dediti al taglio ed alla rifinitura manuale delle rocce.
I ‘pirriaturi’ di un tempo, infatti, dovevano sostenere l’enorme fatica che ne scaturiva dall’utilizzo di attrezzi da lavoro pesantissimi e dalla necessità di maneggiare, i blocchi di basalto, erano in grado di decodificazione i rumori trasmessi dalla pietra comprendendo come procedere per il taglio della morbida durezza della pietra.
L’avvento dei moderni macchinari ha radicalmente modificato i processi di estrazione, taglio e rifinitura della pietra, tanto che oggi è difficile immaginare la grande fatica che dovevano sostenere tutti coloro che lavoravano nelle ‘pirrere’.
Acqua passata nun macina mulinu,
alcuni di voi hanno già sentito questo proverbio siciliano.
In questa sezione è possibile inserire le fotografie del proprio tour
Molini Cavallo d'Ispica
Via Cava Ispica, 89
Modica
+39 0932 771048
+39 328 168 3213
info@cavallodispica.it
Mulino ad acqua Giorginaro
Ugo Affannato e il figlio Mario tengono in vita, non senza difficoltà, il mulino e la sua memoria. Il “Giorginaro” è l’unico ancora attivo di quei quattordici “fratelli” in pietra che un tempo animavano questa antica via del torrente San Giorgio. Un mulino ad acqua con ruota orizzontale in cui viene macinato il grano
Museo in Italia
98058 Novara di Sicilia ME
Mulino ad acqua "Santa Lucia"
Museo in Italia
Indirizzo: 96010 Palazzolo Acreide SR
Antico mulino a pietra
Longi
Via Vendipiano
Mulino Elettrico
Attivita Farina di cereali
Proprieta Privato
L’Antico Mulino a Pietra è un impianto del secolo XVIII° di proprietà della famiglia Lazzara che ne ha acquistato i diritti nel 2009.
L’Antico Mulino a Pietra è un impianto del secolo XVIII° di proprietà della famiglia Lazzara che ne ha acquistato i diritti nel 2009. Restaurato oltre cento anni fà venne riattivato negli anni novanta.
NXIRARO
Contrada Acqua di Poma
Comiso
Mulino ad Acqua
ELSA BARONE tel 349.5637180
Restaurato ma non in produzione
Mulino ad acqua risalente al XVII sec, perfettamente conservato e ancora funzionante, a pochi passi dal centro di Comiso
La Timpa
Vallata santa Domenica
Ragusa
Mulino ad Acqua
Attivita Farina di cereali
Molino in pietra per cereali biologici e grani antichi siciliani ( russello, tumminia, arcangelo), ristorante attiguo, grotta originale in pietra per ospitalità diffusa.
mail: annalisadibenedetto1@virgilio.it Cell. 3394114236
Antico mulino risalente al 1732 interamente ristrutturato e tuttora funzionante. Alimentazione ad acqua, macina in pietra
Molini del Ponte
Castelvetrano
Mulino Elettrico
Attivita Farina di cereali
Filippo Drago, ultimo discendente di una famiglia di mugnai, ha recuperato e resi di nuovo operativi due mulini a pietra naturale risalenti alla fine del 1800. Macinando a pietra antichi grani siciliani (Tumminia, Russello, Perciasacchi, Senatore Cappello etc) ha realizzato una linea di farine biologiche molto apprezzate sotto la denominazione farine del palmento di Molini del Ponte. Per lui fare il mugnaio vuole dire due cose, da un lato essere all'avanguardia acquistando macchinari di ultima generazione per la selezione e pulitura del grano, mantenendo però il metodo tradizionale della molitura; dall'altro investire sui grani antichi.
Mulino Culcasi
Nubia
Trapani
Mulino a Vento
Attivita Frantoio da sale
Tel: 0923/867061
Su una parte del caseggiato (costruzione in tufo con pianta rettangolare e tetto a due spioventi) insiste la torre in muratura tronco conica del grande mulino a stella. Il mulino, ingegnosa macchina artigianale a pale ricoperte da tele e mosse dal gioco delle correnti aeree, veniva utilizzato un tempo per far salire l'acqua dalla vasca detta "fridda", tramite la spirale di Archimede, a quelle dette d'acqua cruda, oppure a far muovere le ruote di pietra destinate alla molitura e ridurre in polvere il sale marino. La molitura avveniva attraverso lo sfregamento e la pressione esercitata dalla mola ri supra su quella ri sutta e la granulometria del prodotto macinato dipendeva dalla distanza tra le due mole, a sua volta quella ri sutta poggiava su due blocchi di tufo detti cantuna che la sollevavano da terra, mentre in quella ri supra vi è un foro centrale dal quale si caricava il sale da macinare. La casa del salinaro durante il periodo della raccolta del sale era anche abitazione stagionale degli operai oltre che deposito del sale dopo la molitura da parte del mulino stesso. All'interno un Museo illustra le fasi della raccolta del sale, mostrando gli attrezzi utilizzati un tempo, varie parti di ingranaggi di mulini, pale, ruote dentate, pignoni ed una grande spira di Archimede. I pannelli esplicativi alle pareti e le foto dei salinari contribuiscono a mantenere vivo il ricordo dei tempi passati.
Mulino del principe
San Giuseppe Jato
Mulino ad Acqua
Attivita Farina di cereali
Il Mulino del Principe è ubicato a San Giuseppe Jato, ai piedi del Monte Jato e presso l'omonimo fiume, nel Comune di Monreale, a sud-ovest di Palermo. Presenta una torre aquaria tipica dei “mulini con torre”, poco elevata, alimentata da un ponte-acquedotto con arcate a sesto acuto e speco scoperto che sulla torre s’irradia in tre diramazioni, portando l’acqua in altrettante docce circolari “a tromba” che alimentano almeno due ritrecini e un terzo meccanismo.
I mulini ad acqua della valle del fiume Jato
Fino al ‘900, erano in funzione nell’alta valle del fiume Jato, nei pressi di San Giuseppe Jato e San Cipirello, cinque mulini ad acqua:
1) Mulini della Chiusa;
2) Mulino Provvidenza;
3) Mulino del Principe;
4) Mulino Jato;
5) Mulino Quarto o Giambascio
Mulino di Caronia
gola di "Passo del Corvo"
Caronia
Mulino ad Acqua
Attivita Farina di cereali
L'Associazione I Nebrodi (www.inebrodi.it) gestisce, per conto dell'Ente Parco dei Nebrodi, questo fabbricato del 1863, ristrutturato e pienamente visitabile. Il Mulino è facilmente raggiungibile a partire dalla S.S. 113, attraverso un'antica strada comunale che costeggia per buona parte gli argini del corso d'acqua; in corrispondenza di un ponte si procede poi a sinistra, risalendo a mezza costa il versante per alcune decine di metri.
http://www.inebrodi.it/
Il Mulino Comune di Caronia, realizzato nel 1863, conserva tutti gli elementi che ne hanno permesso il funzionamento all'inizio del secolo scorso per la produzione di farina. L'impianto architettonico presenta una struttura tipica dei mulini cosiddetti “a rampa”, i cui elementi costitutivi sono rappresentati da: - canale di raccolta - canale di adduzione - rampa - locale “garraffo” - locali di lavoro Il canale di raccolta, realizzato in pietra e a sezione rettangolare, consentiva di convogliare l'acqua dal torrente ad una grande vasca posta a monte della struttura; allo stato attuale del canale si conservano soltanto pochi metri, ma in origine doveva essere ben più lungo. Il canale di adduzione,ortogonale rispetto a quello di raccolta, incanalava l'acqua dalla vasca alla rampa, costituita da un altro canale molto inclinato, a sezione tronco-conica, che aveva lo scopo di determinare il “salto di quota” dell'acqua (per un dislivello pari a circa 12 metri), che affluiva, così, a grande velocità sulle pale della ruota, ospitata nel locale arraffo. Il principio di funzionamento può essere paragonato a quello di una condotta forzata di una centrale idroelettrica, in cui l'energia dell'acqua aziona la turbina. La ruota, ad asse verticale, permetteva di azionare la macina, situata nel locale sovrastante, adibito ad ambiente di lavoro. Il sistema in realtà era formato da due macine: una, inferiore, fissa, l'altra, superiore, girevole e munita di scanalature per facilitare lo scarico del prodotto macinato. Le macine erano di forma cilindrica, con un diametro di 2 metri, realizzate in pietra arenaria. Il grano da macinare veniva convogliato sulla macina girevole attraverso una tramoggia; la rotazione della macina schiacciava e macinava i chicchi di grano trasformandoli in farina, che veniva raccolta su una madia di legno collocata di fronte alla macina. L' ex Mulino Comune è uno dei tre mulini originariamente situati lungo il Torrente Caronia; degli altri non restano però che alcuni ruderi, ma la loro presenza testimonia la presenza di una fiorente tradizione agricola in questo comprensorio dei Nebrodi all'inizio del secolo scorso. Sembra che, almeno per il mulino comunale, l'attività si sia interrotta a seguito di un’alluvione del torrente che distrusse gran parte del canale di raccolta dell'acqua.
Saline Ettore e Infersa
Indirizzo Contrada Ettore Infersa 158
Marsala
Mulino a Vento
Attivita Frantoio da sale
Il mulino a vento delle saline Ettore e Infersa é perfettamente restaurato e funzionante. Situato in contrada Ettore Infersa 158, nei pressi di Marsala (TP), é adibito alla macinatura del sale e a scopo turistico - museale. Il mulino d'Infersa, inserito nell'antica casa della salina omonima, risale al XVI secolo. Del tipo a stella (anche detto olandese), è tra i più grandi di tutta l’area delle Saline tra Trapani e Marsala. L'altezza complessiva della torre sfiora i tredici metri. Le due macine. poste al piano terra, sono di calcarenite locale, assemblate a spicchi e tenute assieme da un cerchio di ferro: ruotano mosse dal vento e macinano il sale. Ospita il museo con il percorso multimediale, il centro visitatori e la bottega del sale. I Mulini a vento sono un elemento caratteristico di questo paesaggio. Sono di tipo olandese, hanno corpo a tronco di cono e cupola conica, sei pale trapezoidali con scheletro in legno a cui vengono applicate le vele. Un complesso sistema di ruote dentate, alberi e ancoraggi permette di orientare la cupola e quindi le pale, per sfruttare l’energia del vento, che permetterà di macinare il sale o, se il mulino è posto tra le vasche, convogliare l’acqua nelle vasche. Le pale possono girare ad una velocità di circa 20 Km/h sviluppando una potenza massima di circa 120 cavalli.. La Riserva della Laguna dello Stagnone di Marsala si estende da Punta Alga fino a San Teodoro e comprende anche quattro isole: Mozia, Isola Grande o Lunga, Schola e Santa Maria. È la più vasta della Sicilia ed è caratterizzata da acque molto basse. Essa si estende dal litorale nord di Marsala, che guarda l'arcipelago delle Egadi, e prosegue fino alla città di Trapani. E’ un luogo magico, fuori dal tempo. Un paesaggio naturale suggestivo, mozzafiato, di rara bellezza per i suoi colori, i profumi, per i ritmi lenti delle onde del mare che dolcemente cullano le piccole barche da pesca, per le emozioni che suscitano il tramonto.
Il “Mulino Soprano,” vive la sua storia affiancato alla sorgente nel territorio di Chiaramonte Gulfi in provincia di Ragusa. Sin dalle origini il suo funzionamento è stato alimentato con le acque della “Sorgente Acque Cifali”. E’ il primo mulino ad utilizzare le acque della sorgente, per questo viene denominato “ Soprano,” ed è uno dei più antichi mulini ad acqua in Sicilia.La data certa che indica la sua ricostruzione è del 1882, anche se resti di struttura lo retrodatano intorno al 1600.Nel 1926 la struttura originaria venne ampliata con l’aggiunta di quattro vani è ancora tutt’oggi conserva intatte le architetture dell’epocaAl suo interno, perfettamente restaurato, si trovano due macine di costruzione locale risalenti ai primi del novecento.
Palazzolo - Mulino di Santa Lucia
Dalle acque del torrente Purbella, troviamo del tutto integro un mulino idraulico per la macinazione del grano e dei cereali.
La caratteristica valle è conosciuta per la successione di mulini, spinti consecutivamente dall’energia delle acque del torrente. Il nostro mulino è il quarto della serie.
In questa struttura di lavoro, la cui esistenza è attestata fin dal XVI secolo, è stato allestito il "Museo della Macina del Grano". L'esposizione consente ai visitatori una lettura tecnica e storica del mulino.
Valle dei Mulini, Palazzolo Acreide
Messina - Museo del Grano San Filippo Superiore
Ispica - Mulino ad acqua Cavallo d’Ispica
Il Mulino ad acqua “Cavallo d’Ispica”, originale gioiello dell’arte contadina del XVIII secolo, sorge nella parte nord della valle archeologica di Cava d’Ispica, a pochi chilometri dal Barocco ibleo di Modica, città natale del poeta Quasimodo e famosa per il rinomato cioccolato.
L’antico Mulino, grazie alla dedizione costante tramandata per quattro generazioni dalla famiglia Cerruto e agli ambienti perfettamente conservati, costituisce oggi una irrinunciabile testimonianza di una civiltà contadina ormai estinta, che rivive tra le mura di questo sito
Scicli - Museo della Pietra
La Macina di Mulino
Costruita utilizzando l’antica pietra mulinaria della contrada San Brasi, nel ragusano, si dice sia la più grossa macina di mulino mai realizzata.
È costituita da dodici pietre, affiancate l’una all’altra, fino a formare la ruota, e dal collo, posizionato al centro.
La ruota, infine, è cinta da due cerchi di carretto siciliano e ricoperta di gesso. Attraverso un movimento rotatorio il frumento, che arriva dalla la tremoia, viene trasformato in farina.
Il Mulino Fiaccati a Roccapalumba
Si tratta di un mulino ad acqua costruito nel 1887 dalla famiglia Avellone sugli argini del Fiumetorto, nel feudo Fiaccati, in una posizione molto favorevole dal punto di vista commerciale. L’impianto, incuneato tra le rocce, incanalava l’acqua del fiume e la portava in una grossa “urga” o diga.
L’edificio consta di un corpo centrale e
suddiviso in tre ambienti. L’ingresso avviene superando un’apertura ad arco sulla cui chiave è
incisa la data di costruzione del mulino, il 1882.
Montagnareale - Mulino di Capo
Lungo la valle del torrente di Montagnareale, questa è l’unica struttura rimasta integra dove è possibile vedere degli antichi resti e capire le funzionalità di un mulino ad acqua. Questo mulino risale al 1600 rimasto attivo fino agli anni ’50. Il piccolo edificio è costruito su due piani, uno dei quali era usato per il mugnaio. Originariamente la ruota in legno era di tipo verticale, oggi invece è di tipo orizzontale sostituita dopo un restauro.
Il Mulino di Capo, o Mulino di Menzu, fa parte di un circuito di mulini che si compone della presenza di ben nove strutture, di cui però l’unica recuperata e funzionante è questa. I nove mulini sfruttano l’acqua dello stesso torrente
Gli ecomusei in Sicilia
Gli ecomusei, custodi della Sicilia nascosta, luoghi che intrecciano ricerca antropologica, rilancio turistico e sostenibilità ambientale, luoghi che raccontano il patrimonio materiale e immateriale siciliano, intrecciando ricerca antropologica, rilancio turistico e sostenibilità ambientale, una rete di storie e tradizioni del passato.
L’associazione culturale Kassar di Castronovo di Sicilia ha come scopo, in primo luogo, quello di promuovere tutte quelle attività ed iniziative che possano favorire la crescita culturale della Città di Castronovo di Sicilia.
I mulini della "Xiumara" di Castronovo Di Sicilia. https://www.associazioneculturalekassar.it/
Vivere slow è un'associazione turistica che si occupa della promozione del territorio dell'area del Corleonese e in particolare quello del comune di Contessa Entellina.
Il mulino ad acqua dell'Area Archeologica Naturalistica Castello di Calatamauro è uno dei due mulini costruiti lungo il torrente Senore in Contrada Bagnitelle.
Anello Valle dei Mulini di San Filippo
Ricade nella frazione collinare di San Filippo Superiore a Messina, nel percorso suggestiva è la cascata di San Filippo.
I segreti del torrente Torcicoda. Scopriamo insieme un'area della Sicilia ricca di storia. Siamo tra Enna e il lago di Pergusa, un lago del mito.
Già i viaggiatori del passato si sono fermati qui per approfondirne i misteri. Il torrente Torcicoda, tra Enna e il lago di Pergusa, ha davvero tanto da raccontare.
Alcuni edifici in uso fino agli anni Sessanta, tra cui il “Mulino nuovo”, risalente alla metà dell’ Ottocento, struttura rudimentale fa parte di un sistema complesso di canali di adduzione d’ acqua e di mulini, circa venti, presenti lungo il corso del torrente. Tra gli altri complessi ricordiamo il “Mulino dell’ agnello” (1873) dove esiste ancora la “botte”, i mulini “Paradiso” e “Immacolata”, con canali di adduzione e vani di molitura, il mulino “Valata”, con annessi ambienti per il ricovero degli animali in attesa della molitura, e infine il mulino “Marcatobianco”
L'Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici
L'Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici è la prima organizzazione di questo tipo a livello nazionale.
È una Associazione culturale senza fini di lucro ed intende riunire studiosi, proprietari ed appassionati di mulini per i seguenti scopi:
Promuovere la riscoperta e la valorizzazione culturale e turistica dei mulini per salvaguardare la loro valenza storica, architettonica e meccanica, censire e catalogare i mulini esistenti in Italia, per divulgare le tradizioni, la tipologia e la storia di mulini, organizzare eventi, conferenze, seminari, mostre, concorsi, gemellaggi ed itinerari per favorirne la conoscenza e conservazione di questo patrimonio.
Non sono presenti ancora recensioni.