Il parco Horcynus Orca nei luoghi del Mito e Stefano d'Arrigo a Messina
Se sei un amante della letteratura e della natura, non puoi perderti il parco Horcinus Orca a Messina, un vero gioiello ispirato dal leggendario scrittore Stefano D'Arrigo.
Qui, tra alberi secolari e panorami mozzafiato, potrai immergerti nell'atmosfera delle sue opere e scoprire i luoghi che hanno influenzato la sua scrittura.
Passeggiando per i sentieri del parco, avrai l'opportunità di vivere un'esperienza unica, dove la bellezza della Sicilia si fonde con la magia della letteratura. Prepara la tua visita e lasciati incantare da questo angolo di paradiso.
Capo Peloro a Messina dove si incontrano Scilla e Cariddi
Realizzato nel 2001 nella struttura fortificata del complesso cosiddetto “Torre degli Inglesi”, il parco Horcynus Orca deve il suo nome in omaggio al celebre romanzo di Stefano D’Arrigo: il viaggio di ritorno di 'Ndria Cambria da Napoli a Cariddi agli inizi dell'ottobre del '43, non a caso, coincide col ritorno dell'Orca nello Stretto.
Il “MACHO” Museo d’Arte Contemporanea Horcynus Orca
Le sale ad ovest della parte ottocentesca della fortificazione ospitano l’esposizione permanente della collezione d’arte contemporanea del Mediterraneo del Parco Horcynus Orca, curata da Martina Corgnati, una tra i più importanti critici e conoscitori del settore in ambito internazionale.
La “Torre degli Inglesi”
La Torre di forma tronco-conica chiamata “Torre degli Inglesi”, leggermente scarpata, è il risultato della trasformazione durante la presenza inglese a Messina nella prima metà dell’Ottocento, di una preesistente Torre edificata nel 1798 che fu ricoperta dagli inglesi fra il 1805 e il 1808 con una sorta di “camicia” protettiva, una fronte muraria curvilinea con “orecchiette” alle estremità.
Parco Horcynus Orca
Edificio ex Tiro a Volo, Località Torre Faro,
98164 Messina ME
Tel 090 90 32 737
info@horcynusorca.it
L'ispirazione - il romanzo
Il Parco Horcynus Orca nasce, nel segno e nel nome del romanzo di Stefano D’Arrigo, sulle propaggini estreme della Sicilia e della Calabria, isola e continente divisi e legati da quel mare che da una riva rimanda all’altra il suo nec sine te nec tecum vivere possum.
Il sole tramontò quattro volte sul suo viaggio e alla fine del quarto giorno, che era il quattro di ottobre del millenovecentoquarantatre, il marinaio, nocchiero semplice delle fu régia Marina ‘Ndrja Cambrìa arrivò al paese delle Femmine, sui mari dello scill’e cariddi.
(S. D’Arrigo, Horcynus Orca, Mondadori, 1975, ).
Si apre così il labirinto del viaggio e del ritorno di ‘Ndrja Cambrìa alla sua terra, a Cariddi, nell’autunno del 1943. ‘Ndrja percorre a piedi, cercando il modo di raggiungere la Sicilia, una Calabria devastata, che si popola via via, di figure come lui sbandate dalla guerra. Grazie a una di queste, Ciccina Circé, riesce ad attraversare lo Stretto. Ma quanto troverà, approdando a Cariddi, è tutt’altro dall’ambiente e dalla comunità che ha lasciato andando in guerra;
Appunti di viaggio, l'accoglienza, dove mangiare, lasciate un suggerimento
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