Viaggio tra mummie e cripte in Sicilia - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

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Viaggio tra mummie e cripte siciliane

I luoghi dove possiamo ammirare le mummie: corpi imbalsamati e incartapecoriti che a distanza di secoli sono arrivati quasi intatti fino ai nostri giorni.
Queste di cui parliamo sono mummie tutte italiane. Corpi imbalsamati esposti dietro teche di cristallo e a volte persino all'aria aperta. Per la gioia di turisti e appassionati del macabro. Sopravvissute all'azione impietosa del tempo, dove il loro degrado si è arrestato, da corpi pieni di vita, oggi cadaveri che con il loro sorriso contorto e la mandibola spalancata sembrano volersi fare beffe di noi, una silente risata, che si può vedere.
Del resto, la visita alle catacombe sicule era proprio una meta del Grand Tour dell’Europa continentale per i giovani aristocratici del XVIII e XIX secolo, che non esitavano ad addentrarsi in questi cimiteri per trarne riflessioni sul senso della morte e sulla caducità della vita.
La mummificazione in Sicilia nasce dalla fede nel Purgatorio, l’anima doveva purificarsi, la morte veniva vista come un percorso, che rappresenta un cammino dell’anima.
A volte è la natura stessa a conservarli, altre volte ci ha pensato la mano esperta dell’uomo.

La scoperta delle mummie spesso è avvenuta in modo del tutto casuale. In molti casi fu una conseguenza dell'editto di Saint-Cloud, promulgato da Napoleone nel 1804, che decretava che i morti dovessero essere seppelliti al di fuori delle mura cittadine per ragioni igienico-sanitarie. Fu così che per spostare le salme dai cimiteri ecclesiastici in molti luoghi furono scoperte delle mummie, potremmo dire che i corpi sembravano essere stati sepolti da poco.
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Palermo, le Catacombe dei Cappuccini

A Palermo le Catacombe dei Cappuccini ospitano la collezione di mummie più famose, soprattutto per quanto riguarda la sua vastità: circa 8.000, una stima incerta perché le salme non sono mai state inventariate, i monaci capirono nel 1599 che il terreno su cui sorgeva il loro convento aveva capacità di preservare i corpi. In seguito a ciò molti chiesero di essere seppelliti nel loro cimitero. I cappuccini scavarono un'ampia rete di catacombe per ospitare le salme, ma non si limitarono a ciò. Si dedicarono essi stessi alla mummificazione artificiale dei cadaveri, con un procedimento che richiedeva anche un anno, prima li si svuotavano degli organi, poi li si teneva in piedi al chiuso in una stanza per farli scolare di tutti i liquidi. Infine li si trattavano con l'aceto e riempivano con paglia.
Molti dei cadaveri appartengono ai monaci, altri sono della popolazione palermitana. Sono disposti in ordine per settori: uomini, donne, bambini, vergini, preti, monaci, professori. A seconda della classe sociale, molti cadaveri hanno la loro nicchia privilegiata.
La mummia più famosa è quella di Rosalia Lombardo: una bambina di due anni morta nel 1920 per un'infezione bronchiale. Fu il padre a commissionare all'imbalsamatore Alfredo Salafia la mummificazione. Questi purtroppo morì prima di completare l'opera, con la conseguenza che il corpo si è deteriorato, ma la testa è rimasta perfettamente intatta. La piccola Rosalia è rimasta straordinariamante uguale ad allora, e per il suo aspetto e la sua espressione naturale è stata definita la Bella Addormentata.

Savoca, le mummie nel convento dei cappuccini

A Savoca le mummie nel convento dei cappuccini, custodivano una cripta dove sono ospitate da secoli le mummie di vari esponenti della classe nobiliare savocese. Non c'è da stupirsi, dal momento che solo delle persone benestanti potevano permettersi di pagare ai monaci il denaro necessario per il complesso procedimento di mummificazione della salma.  Oggi sono una trentina le mummie, ma si ritiene in passato fossero di più. Le salme hanno infatti subito vari danni, alcuni dei quali tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando si capì che le mummie potessero essere sfruttate come richiamo turistico. Peccato che il desiderio e la fretta di guadagnare soldi facili avesse fatto sorvolare sulla cura dell'esposizione e la corretta preservazione dei cadaveri: le mummie vennero collocate alla bell'e meglio all'interno di nicchie troppo strette per loro, ammassandole e tenendole in piedi con dei legacci poco ortodossi. A ciò si aggiunse un violentissimo atto teppistico nel 1985 quando un pazzo irruppe nella cripta e dipinse le mummie di verde. Oggi le mummie sono state oggetto di un progetto di restauro e conservazione che le ha rese più visibili al pubblico.

Burgio, all’interno del Convento dei Cappuccini le mummie

Burgio, all’interno del Convento dei Cappuccini, i quali usavano particolari tecniche di mummificazione dei cadaveri. Dopo averli denudati e depurati dagli organi interni, i corpi venivano fatti purgare per un anno in appositi colatoi per essere poi essiccati, ripuliti e profumati con unguenti aromatici. Alla fine venivano riempiti con stoppie e tenuti in piedi con bastoni. Ogni cadavere riprendeva forma attraverso i vestiti scelti dalle rispettive famiglie e poi erano sistemati nelle nicchie della cripta oppure dentro le casse di legno, talvolta insieme ad altri familiari.
La cripta, oggi Museo delle mummie, si trova sulla sinistra dell’unica navata della Chiesa dei Cappuccini, ubicata ai piedi del paese di Burgio, accanto al cimitero monumentale.
Il convento di Burgio è stato edificato tra il 1634 ed il 1647. Venne secondariamente ricostruito ricalcando il modello costruttivo di Antonio da Pordenone: chiesa ad una navata, coperta a capanna, con un rudimentale, singolare sistema di capriate in muratura, poggianti sulla volta della chiesa.
Il prospetto è semplicissimo, rivolto verso la cittadina di Burgio, con un piccolo campanile a vela. Alla sinistra della navata, la sepoltura, una cripta con piccole nicchie per ospitare le mummie di religiosi e benefattori. Sulla destra il corpo a due elevazioni delle celle del convento.

Gangi tra mummie e cripte

Gangi, era uso nel 1700 imbalsamare i corpi dei sacerdoti morti in Paese. Quest’usanza, protrattasi fino alla fine del 1800, ha dato vita alla Fossa dei Parrini, una cripta speciale nella Chiesa Madre.
Costruita nel XIV secolo e dedicata  San Nicolò di Bari, tra il 1725 e il 1872 si è praticata l’imbalsamazione dei preti. Ogni volta che un parroco della zona moriva, dietro un compenso otteneva un servizio speciale che doveva prolungare il suo ricordo tra i fedeli.  Nella una sessantina 60 di mummie in ottimo stato, molte delle quali hanno un originale trattamento del volto, di cui sono state ricostruite le fattezze attraverso l'uso della cera.
L’ingresso alla cripta è in fondo a destra dove c’è una scala che scende ed è preannunciato da una scritta che suona un po’ ironica: “scendete o vivi a visitar la morte, pria che la morte a visitar voi scenda, fu sempre bene prevenir la sorte“.

Piraino viaggio tra mummie e cripte

Piraino, le mummie di 26 sacerdoti custodite nella Chiesa Madre, se a volte è la natura stessa a conservarli, altre volte ci ha pensato la mano esperta dell’uomo.

Comiso Chiesa Maria della Grazia

Comiso nel 1616 i padri Cappuccini di Comiso edificarono una chiesa e la intitolarono a Maria della Grazia. All’interno della sua cripta, sono conservate ed esposte alcune mummie di frati cappuccini e benefattori. Sono, in tutto, circa cinquanta mummie rinascimentali quasi tutte perfettamente conservate.
La pratica della mummificazione iniziò nel 1742 e terminò nel 1838, quando poi arrivarono gli editti sui cimiteri. I Cappuccini usavano il classico metodo dell’essiccazione rinascimentale. I corpi venivano messi nei gocciolatoi, ovvero in una stanza sotterranea arieggiata che provocava il decomponimento dei corpo. Poi, venivano trasferiti nei loculi. Ogni corpo aveva il suo saio e il suo cartellino di riconoscimento, cosa visibile ancora oggi. Uno che appartiene a Gabriele Di Stabile, un ricco massaio comisano che si riservò un posto per la sepoltura. Di Stabile è stato un benefattore della città perché ha contribuito alla ricostruzione della chiesa dell’Annunziata, insieme al popolo, dopo il terremoto del 1693.

Santa Lucia del Mela, ex convento dei Cappuccini

Santa Lucia del Mela, ex convento dei Cappuccini, utilizzata fino all’Ottocento, sono presenti numerose mummie e scheletri, visibili in nicchie e casse, appartenenti a laici ed ecclesiastici e tra i resti conservati ci sono anche quelli del Beato Antonio Franco.
Lungo i muri perimetrali sono presenti venti teche contenenti per lo più scheletri spesso senza cranio ed appartenenti a vari personaggi.
I corpi in discreto stato di conservazione indossano ancora le vesti originarie, civili o sacerdotali, e si trovano in ventidue casse lignee mentre le casse più antiche sono in legno colorato e risalgono alla seconda metà del XIX secolo, con una lastra di vetro.
Militello Rosmarino

Novara di Sicilia tra mummie e cripte

Novara di Sicilia, inserito nel circuito dei borghi più belli d'Italia, rischiano di essere danneggiate  in modo irrimediabile dal degrado della cripta quattrocentesca della chiesa madre nella quale sono ospitate. Oltre a un intervento strutturale sulla cripta è previsto un restauro conservativo delle mummie: sono sei alle quali si aggiungono 74 teschi, ossa di prelati e persino due gatti mummificati.


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