Eremi della costa Ionica - Santuari ed Eremi in Sicilia

Santuari ed Eremi in Sicilia

Benvenuti nella pagina dedicata ai Santuari ed Eremi in Sicilia. Qui scoprirete tesori tra edifici sacri e Chiese, viaggerete tra sacralità e storia.  
La Sicilia è ricca di luoghi di culto che raccontano secoli di devozione e spiritualità. Dalle maestose cattedrali alle piccole cappelle isolate tra le montagne, ogni santuario ed eremo ha la propria storia
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Costa Ionica o Sicilia orientale

Costa Ionica o Sicilia orientale, il territorio siciliano che si affaccia sulla costa ionica della Sicilia. Essa è costituita dalle città metropolitane di Catania e Messina e dai liberi consorzi di Siracusa e Ragusa.

Nel territorio sono presenti siti e strutture che meritano di essere conosciuti ed apprezzati, quei luoghi dalla frequentazione eremitica, siano questi romitori ipogei, cenobi o chiese rupestri, che sono presenti un po’ dovunque. Sono luoghi spesso non facilmente accessibili, tuttavia sempre suggestivi e gratificanti. Parliamo d'un giacitoio o di un altarino in pietra, una basilica catacombale paleocristiana o di una chiesa bizantina interamente scavate nel tufo e sovente impreziosite da un’iconografia.
luoghi remoti e isolati per dedicarsi alla contemplazione, alla meditazione ed alla preghiera. In principio ambienti naturali, come le grotte o gli anfratti della montagna, sia pure protetti e migliorati con semplici opere murarie, per arrivare poi in epoca medievale a strutture più articolate e complesse, come ad esempio, le chiese rupestri.
Eremi della Costa Ionica

Eremi della COSTA IONICA

Grotta di Santa Maria Adonai (Cappella rupestre – III secolo), Brucoli di Augusta
Le origini della grotta di Santa Maria Adonai risalgono al tempo delle persecuzioni da parte degli imperatori romani Decio e Valeriano, allorquando un gruppo di cristiani ricerca un riparo sicuro tra le “grotte greche” di Brucoli. Del luogo di culto, dopo l’abbandono dei cristiani, si perdono le tracce fino al 1500 con la scoperta casuale dell’icona mariana da parte di un pastore locale, attratto dalla bellezza del posto e dall’immagine della Madonna con Bambino, viene fondata una comunità monastica con la costruzione di un piccolo convento accanto al santuario rupestre.

Grotta di Santa Venera (Romitorio rupestre – II secolo) Avola-Marchi (SR)
La grotta di Santa Venera, l’ampia cavità carsica situata a strapiombo sulla valle Bugliola, nel cuore dell’antico rione avolese dei Marchi, stando alle fonti storiche, è stata la dimora della Santa siciliana (vissuta nella prima metà del II secolo) nel periodo in cui s’impegnò ad evangelizzare la parte orientale dell’isola, e successivamente adibita ad oratorio rupestre dai bizantini.

Grotta di San'Elia (Romitorio rupestre – XII secolo) Avola
La grotta di Sant’Elia, all’interno di una piccola cava dell’omonimo monte nel territorio dell’antica Avola, è uno degli oratori bizantini del siracusano che ancora conserva i resti di pitture rupestri. La tradizione vuole che questa grotta sia stata scelta come luogo di eremitaggio dal mitico Sant’Elia di Noto che vi rimase a vivere di stenti e privazioni fino alla morte (intorno al 1100).

Chiesa della Maddalena (Cappella rupestre – VIII-IX secolo) Siracusa
La chiesetta rupestre della Maddalena è la grotta scavata in epoca bizantina in un’area (collina del Mondio) dell’omonima penisola, all’imbocco del Porto Grande di Siracusa, antropizzata sin dal periodo greco-romano. Nelle vicinanze (Punta della Mola), le antiche cave di estrazione della pietra utile alla costruzione di edifici, monumenti e templi di Siracusa accompagnati dai resti delle fornaci, ora parzialmente sommersi dall’innalzamento del livello del mare.

Chiesa di Santa Panagia (Chiesa rupestre – XIII-XIV secolo) Contrada Santa Panagia, Siracusa
La chiesa rupestre di Santa Panagia, dedicata alla “tutta santa” (dal greco panaghia) Vergine Maria, è scavata nel versante sinistro della cava omonima, nella periferia di Siracusa. L’ambiente interno, a pianta vagamente circolare ed ingresso  orientato a sud-est, ha le pareti spoglie su cui però si articolano un paio di edicole e tre nicchie con tracce di affreschi illeggibili.

Cripta di San Marziano (Chiesa rupestre – IV-V secolo) Siracusa
Nell’area del complesso catacombale di San Giovanni Evangelista, in assoluto il più grande della Sicilia e, secondo la tradizione, luogo di sepoltura nel III secolo del primo vescovo di Siracusa, il Santo martire Marziano (o Marciano), è stata realizzata una cripta ipogea. Collocata al disotto delle rovine della chiesa normanna, l’ambiente si presenta con l’impianto basilicale del IV-V secolo, in concomitanza con la traslazione delle spoglie mortali del santo, poi restaurato ed abbellito in epoca normanna con i bellissimi capitelli dei quattro pilastri che reggono la volta.

Eremo della grotta santa (Ex oratorio rupestre – VI-XII secolo) Contrada Cozzo Romito, Siracusa
L’eremo della Grotta Santa è, di fatto, l’originario oratorio rupestre scavato in epoca bizantina nell’antica latomia di Cozzo Romito, già abitata, come richiama la denominazione, da parecchi eremiti, e poi riadattato, verso la metà del 1500, a romitorio da una locale comunità monastica. L’apertura della grotta verrà in seguito murata con la costruzione dell’attuale facciata, inglobando anche altre cavità funerarie contigue.

Oratorio dei quaranta martiri (Santuario rupestre – VIII secolo) Siracusa
Dell’originaria struttura architettonica dell’oratorio dei Quaranta Martiri, situato sotto la chiesa di Santa Lucia fuori le Mura e all’interno delle catacombe in cui la santa martire venne sepolta, e scoperto agli inizi del secolo scorso grazie al rinvenimento degli affreschi, la volta leggermente a botte e la parte superiore della parete sud-est. Nonostante le ridotte dimensioni dell’ambiente ipogeo è ancora perfettamente leggibile lo schema iconografico dell’affresco sulla volta.
COSTA IONICA ORIENTALE
EREMO DI SAN CORRADO (Chiesa e romitorio – XVIII secolo) Località: Messina (ME)
L’eremo di San Corrado, in cima ad una collinetta a ridosso delle sorgenti del torrente Boccetta, è riuscito miracolosamente a sopravvivere alle alterne vicende storiche, conservando intatto l’originario assetto dell’edificio settecentesco: come la facciata della chiesa, le due torri campanarie ai lati, il pregevole portale con timpano spezzato e, all’interno, gli altari e la lapide d’accesso alla cripta. I diversi eremiti che vi hanno dimorato, lo abbandoneranno una prima volta durante la peste del 1743 e, ancorché rientrati, una seconda e definitiva volta sul finire dell’Ottocento a causa delle famigerate leggi del 1866.

EREMO DI SAN FILIPPO D’AGIRA (Romitorio rupestre – V secolo) Località: Messina (ME)
L’eremo di San Filippo d’Agira, il famoso santo taumaturgo italo-greco vissuto nel V secolo, è in realtà la piccola grotta che si ritrova accanto alle rovine dell’omonimo monastero eretto nel 1145 fuori porta, a pochi chilometri dal centro abitato di Messina, lungo la fiumara di Pistunina. La grotta, nella quale ha dimorato per alcuni anni il Santo, è occupata all’interno da un piccolo altare devozionale.

EREMO DI SAN GIACOMO A CAMARO (Ruderi di chiesa-romitorio – XVII secolo) Località: Contrada Camaro, Messina (ME)
I ruderi dell’eremo di San Giacomo, nei pressi della ex-strada militare Noviziato-Casazza, non rendono certamente l’idea di quel semplice ma elegante oratorio in pietra calcarea, con due finestre ovali e un arco trionfale interno che immetteva nella zona presbiteriale. Da quanto attestato in documenti del 1755, il romitorio era strettamente appannaggio degli osservanti le dure regole di san Pacomio.

EREMO DI SAN NICANDRO O LICANDRO (Romitorio rupestre – VIII-IX secolo) Località: Messina (ME)
L’antico eremo di San Nicandro o Licandro, nell’omonimo rione storico di Messina, è la grotta dove intorno al 790-800 l’abate anacoreta Nicandro o Licandro ha deciso di stabilirsi assieme ad un piccolo stuolo di fedeli discepoli, com’è testimoniato dal rinvenimento nel 1611 di ben cinque scheletri poi traslati nel vicino monastero del Santissimo Salvatore. Dell’eremo, trasformato in epoca successiva in oratorio, sopravvivono due finestre monofore ad arco ogivale del Quattrocento, il portale e la cupola che sormonta e protegge la grotta.

EREMO DI SAN NICCOLÒ (Chiesa e romitorio – XVIII secolo) Località: Messina (ME)
L’eremo di San Niccolò si trova sulla collinetta Paradiso pressoché inghiottito dal cemento dell’insediamento residenziale. Sorto nel Settecento, si avvaleva di un certo numero di frati stanziali che, però, col tempo andarono riducendosi determinando la fusione con il vicino monastero basiliano di San Salvatore dei Greci. Poi, in seguito alla soppressione degli ordini del 1866, sarà espropriato e ceduto a privati.

EREMO DI SANTA MARIA DEGLI ANGIOLI (Chiesa e romitorio – XVII secolo) Località: Messina (ME)
La fondazione dell’eremo di Santa Maria degli Angioli, nella omonima e solitaria valle, si deve all’asceta pacomita Giovanni Battista Di Pino che nel 1685, assieme ad alcuni compagni, scelse quel luogo per vivere in penitenza e contemplazione. Ancora oggi, al suo interno sono custoditi un dipinto caravaggesco della Madonna degli Angeli con san Francesco d’Assisi adorante, un’acquasantiera marmorea con la Madonna in bassorilievo ed un altare del Settecento con tarsie marmoree.

EREMO DI SANTA MARIA DELLE GRAVIDELLE (Ruderi di chiesa-romitorio – XV-XVI secolo)
Località: Messina (ME)
Quel poco che rimane dell’eremo di Santa Maria delle Gravidelle si trova nel fondovalle del torrente Portalegni e non è altro che una torre diroccata in mezzo all’infestante vegetazione. Le poche notizie parlano di un suo completo abbandono a metà dell’Ottocento, con la morte dell’ultimo eremita; poi il terribile sisma del 1908 ha fatto il resto.

EREMO DI SANTA MARIA DI TRAPANI (Chiesa e romitorio – XV-XVI secolo) Località: Messina (ME)
L’eremo di Santa Maria di Trapani, mutuando il culto per la statua marmorea della Madonna con Bambino che, proveniente dalla Siria, non s’è più miracolosamente smossa dal territorio trapanese dove tutt’oggi è venerata, viene eretto nel XV-XVI secolo da un eremita originario della Sicilia occidentale e successivamente nel 1700, grazie alla popolarità ed alla devozione guadagnata, ampliato in un romitorio più capiente. La chiesa di oggi, con portale in marmo e pietra, per quanto semplice e modesta richiama in qualche modo l’architettura tipica del Settecento siciliano.

EREMO DI SARRIZZO (Romitorio rupestre – XIII-XIV secolo) Località: Messina (ME)
L’eremo di Sarrizzo (o San Rizzo) è in realtà la grotta scavata sulle alture di Piano Rama dove, secondo la tradizione, avrebbe appunto dimorato un certo santo eremita Rizzo. La cavità consta di un piccolo ambiente vagamente rettangolare coperto da una volta a botte in muratura. Al centro della parete di fondo è incisa sulla roccia una croce greca seguita da altri simboli ed iscrizioni sempre in greco di difficile lettura, a testimonianza dell’epoca bizantina d’origine.

EREMO DI SANTA MARIA LA MISERICORDIA (Chiesa e romitorio – XVIII secolo) Località: Larderia Superiore di Messina (ME)
L’eremo di Santa Maria La Misericordia, ubicato nell’omonima contrada, poco prima della frazione di Larderia Superiore, è stato fondato nel 1700 da eremiti pacomiti assieme ad altri cinque eremi. Per quanto ricostruito, dopo il rovinoso alluvione del 1858, le leggi soppressive del 1866 lo faranno ripiombare ancora una volta nel degrado. La chiesa di oggi, ancorché spoglia di qualsiasi arredo, conserva tre altari, di cui il maggiore con tabernacolo, del XIX secolo.

EREMO DI SAN SOSTENE (Chiesa e romitorio – XVII secolo) Località: Mili San Pietro di Messina (ME)
L’eremo di San Sostene, in cima ad un poggio che domina la frazione di Mili San Pietro, conserva al suo interno la statua marmorea del Santo al disopra d’un altare del Settecento pregevolmente intarsiato e ricco di simboli inequivocabilmente greci, tanto da far supporre che gli eremiti che lo hanno abitato siano stati osservanti delle regole di San Basilio.

SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA ROCCA (Cappella semirupestre – XII secolo) Località: Taormina (ME)
Il santuario di Santa Maria della Rocca, così chiamato per il fatto che venne realizzato scolpendo la roccia, si erge sull’altura che domina Taormina e, secondo la tradizione, occupa la grotta in cui un pastorello, rifugiatosi per ripararsi da un temporale, vide apparire una signora con un bambino in braccio. Divenuto ben presto meta di pellegrinaggio il santuario è stato poi accompagnato dalla nascita di un piccolo monastero basiliano – da tempo abbandonato – che si staglia dietro la chiesa, proprio sul ciglio del dirupo.

PIANA DI CATANIA


GROTTA DI SAN MAURO (Chiesa rupestre – XV-XVI secolo)
Località: Carlentini (SR)
La grotta di San Mauro, scavata sul costone roccioso dell’omonimo colle nel territorio (parco archeologico) dell’antica polis greca di Leontinoi, faceva parte di un cenobio rupestre di epoca tardo-medievale costituito da tre spazi comunicanti tra loro per mezzo di aperture interne di forma trapezoidale. Nella fattispecie, l’ambiente di sinistra, a pianta rettangolare, era adibito al culto; quello di mezzo doveva essere il convivio o luogo delle riunioni; il terzo enorme vano, suddiviso in sette cellette, era sicuramente il romitorio dei monaci. La chiesa, di forma quadrata, presenta una grande abside con altare litico e volta a botte; mentre sono del tutto assenti le chiusure del perimetro esterno.

GROTTA DI SANT’ANDREA (Chiesa rupestre – XIII-XIV secolo)
Località: Carlentini (SR)
Quella di Sant’Andrea è una delle cosiddette “grotte della solitudine” scavate nel banco calcarenitico della Cava di San Mauro. Strutturalmente la chiesa consta di  una profonda navata rettangolare con volta a botte ed abside, all’interno della quale sono ricavati due ripiani, mentre lungo la fiancata di destra è presente un sedile in pietra. Per quanto concerne le decorazioni, sono presenti nella sola area absidale: degna di nota una Deposizione di Cristo dipinta a fresco e datata intorno al XIV secolo.

GROTTA DI SANTA MARGHERITA (Chiesa rupestre – XI-XII secolo)
Località: Carlentini (SR)
Il ruolo cultuale della grotta di Santa Margherita, ricavata in una bassa parete calcarea dell’omonima cava, sede della vasta area cimiteriale del vicino insediamento di Leontinoi, è ufficialmente attestato nei primi anni del Trecento, ma già nel XVII secolo risulterà in stato di abbandono. La chiesa è particolarmente interessante: per la forma dell’abside (a sesto acuto piuttosto accentuato), per la razionale definizione degli spazi interni e per la complessa decorazione pittorica. In pratica, l’architettura interna, che distingue gli spazi liturgici da quelli per i fedeli mediante un’iconostasi, consta di un soffitto piano e, nella parete presbiteriale di fondo, dell’apertura di due absidiole semicircolari affiancate; mentre, sulla sinistra, un piccolo ambiente adiacente a pianta poligonale conserva segni di tombe ad arcosolio (a testimonianza dell’originario utilizzo sepolcrale dell’ipogeo poi inglobato nella chiesa).

ORATORIO DEL CRISTO BIONDO (Oratorio rupestre – XIII secolo)
Località: Carlentini (SR)
L’oratorio del Cristo Biondo fa parte di un villaggio rupestre medievale presente in un terrazzamento della costa orientale della cava di San Mauro. Della chiesa, in pessimo stato di conservazione, rimane una piccola aula absidata vagamente trapezoidale, con volta a botte ribassata, che all’origine era quasi integralmente affrescata.

EREMO DELLA GABELLA (Ruderi di chiesa e romitorio – XVI secolo)
Località: Castel di Iùdica (CT)
I poveri ma severi resti dell’eremo della Gabella e della chiesa di San Michele Arcangelo si trovano adagiati sulla degradante sella formata dalle cime del monte Iùdica. Sono la viva testimonianza di un antico insediamento eremitico risalente al XVI secolo che comprendeva anche altre strutture utilizzate dai monaci come magazzini o silos, in parte mutuati o fagocitati dalla masseria Iudica sorta nell’800 e oggi di proprietà provinciale.

EREMO DI SAN GIACOMO (Ruderi di chiesa e romitorio – XVII secolo)
Località: Castel di Iùdica (CT)
I ruderi dell’eremo di San Giacomo si possono tutt’oggi rinvenire sulle alture del monte Turcisi, il rilievo collinare che s’inserisce tra le vallate del Dittaino e del Gornalunga, già sede di un fortilizio di età greca. Il complesso religioso, sorto intorno al 1650 e comprendente un edificio conventuale per ospitare i monaci provenienti dal vicino monte Iùdica oltre ad una chiesa, è però destinato ad una vita assai breve e stentata, tanto che all’inizio del XIX secolo finirà per restare abbandonato ed andare in rovina.

CHIESA DI SAN GIULIANO (Chiesa rupestre – IX-X secolo)
Località: Contrada Grotte della Scalderia, Lentini (SR)
La chiesa di San Giuliano, che occupa la grotta scavata nella parete calcarea della Cava Ruccia in contrada Grotte della Scalderia, consta di un ambiente rettangolare con soffitto piano oltre ad un paio di ricettacoli ricavati lungo le pareti laterali, il tutto racchiuso/protetto da una facciata in muratura con portale d’accesso. Nella parete di fondo trova posto un altare in muratura ed una grande edicola arcuata, mentre un secondo altarino in pietra è allocato in un incavo di destra.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE IL GIUSTO (Ruderi di chiesa semirupestre – XIV secolo)
Località: Lentini (SR)
La chiesa semirupestre di San Giuseppe il Giusto, nonostante le mutilazioni subite ed il degrado cui ha dovuto assoggettarsi, riesce ancora a stupire per la ricchezza di arredi e decorazioni che un tempo adornavano il suo interno.

COLONNE DI SAN BASILIO (Chiesa rupestre – I-II a.C.-VIII) Località: Lentini (SR)
Con il termine “Colonne di San Basilio” si identifica un’antica ed imponente struttura di epoca classica situata in cima al monte San Basilio, in un’area già fortemente antropizzata nella preistoria. Nella fattispecie, è interamente scavata nella roccia calcarea ed è formata da ben 32 colonne, in buona parte crollate, che sostengono delle lastre di pietra. Nonostante l’ipotetico uso originario, in epoca bizantina la struttura è stata sicuramente riconvertita in un luogo di culto, com’è visibilmente attestato dalle tracce di affreschi su alcune colonne. Inutile aggiungere che, allo stato odierno, l’intera area è abbandonata a sé stessa.

GROTTA DEI TRE SANTI O IL CARCERE (Chiesa rupestre – III-IV secolo)
Località: Lentini (SR)
La grotta dei Tre Santi, chiamata anche Il Carcere, è quella in cui, secondo la tradizione, nel 253 vennero rinchiusi per otto mesi prima di essere martirizzati i tre santi compatroni di Lentini, Alfio, Filadelfio e Cirino. La chiesetta rupestre ad aula quadrangolare, piuttosto spoglia e severa, esibisce unicamente le tre statuine lignee dei santi sopra l’altarino.

GROTTA DI SANT’ALANIA O ANANIA (Chiesa rupestre – VIII-IX secolo)
Località: Lentini (SR)
La grotta di Sant’Alania o di Sant’Anania, scavata in un basso costone di roccia del- l’omonimo colle, nelle immediate vicinanze di un’antica area cimiteriale, appartiene sicuramente all’epoca altomedievale. La chiesa è costituita da un ambiente quadrato con soffitto piano che culmina in fondo con un presbiterio rialzato vagamente trapezoidale ed un’abside semicircolare.

ORATORIO DI SANTA LUCIA (Oratorio rupestre – XIII-XIV secolo)
Località: Lentini (SR)
L’oratorio rupestre di Santa Lucia, in attonita compagnia delle rovine (XIV secolo) di quello che probabilmente fu il convento delle Clarisse, è ricavato in una bassa parete calcarea del colle Tirone. La struttura, peraltro costituita da un unico ambiente trapezoidale con volta piana, nella parete di fondo presenta un’abside rialzata dotata di due teche semicircolari; mentre in quella di destra si possono rilevare i resti di un sedile.

CENOBIO BENEDETTINO DEL PIRATO (Ruderi di cenobio semirupestre – XIII secolo)
Località: Militello in Val di Catania (CT)
Quel che rimane dell’antico monastero benedettino del Pirato, edificato nella cosiddetta “Cava dei Monaci” nel 1154 non lontano del centro abitato, è una delle testimonianze di quell’opera di latinizzazione della Sicilia operata/tentata dalla Chiesa di Roma tramite i monaci benedettini.

CHIESA DEL CONVENTAZZU (Ruderi di chiesa-romitorio)
Località: Militello in Val di Catania (CT)
La cosiddetta “chiesa del Conventazzu”, appena fuori dall’abitato e probabilmente dedicata a San Marco, faceva parte di un complesso monastico sorto sulle rovine di una fortificazione greca. I resti odierni risalgono al Cinquecento, in concomitanza con l’abbandono dei monaci eremiti agostiniani che utilizzarono a lungo il romitorio prima di trasferirsi definitivamente in città.

CHIESA DI SANTA BARBARA (Ruderi di chiesa rupestre – III-IV secolo)
Località: Militello in Val di Catania (CT)
Quella di Santa barbara è un’ampia chiesa rupestre situata ad est della vecchia Militello, in posizione dominante rispetto ad un villaggio in rupe altomedievale distribuito su più livelli che prendeva il nome dalla chiesa. La grotta, in origine probabilmente una tomba, venne ampliata e utilizzata in vari modi nel corso dei secoli, tanto che al suo interno sono rari e quasi del tutto compromessi gli elementi riconducibili all’uso cultuale, come talune nicchie ed un altare scavato sulla parete sud.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA SCALA (Ruderi di chiesa rupestre – XIV-XV secolo)
Località: Militello in Val di Catania (CT)
Della piccola chiesa di Santa Maria della Scala, ricavata all’interno di una cavità naturale che si apre su una rupe a sud del centro abitato ed ancora attiva fino allo scadere dell’Ottocento, rimangono soltanto l’altare scavato nella roccia e la volta a botte in conci.

CRIPTA DELLO SPIRITO SANTO (Cappella rupestre – IV-V secolo)
Località: Militello in Val di Catania (CT)
La cripta dello Spirito Santo fa parte di un complesso ipogeo tardo-antico o proto-bizantino su cui poggia ed in parte è stata edificata la chiesa di Santa Maria La Vetere intorno all’XI secolo. All’interno conserva ancora, incisi nella roccia, altare, croci e loculi di matrice greco-orientale.

GROTTA DI SANTA FEBRONIA (Oratorio rupestre – XII-XVII secolo)
Località: Palagonia (CT)
La grotta di Santa Febronia, scoperta solo all’inizio del secolo scorso e raggiungibile per mezzo di una mulattiera, è scavata in un banco di roccia calcarea a fianco di una tomba preistorica a tholos. L’ambiente interno, di forma vagamente rettangolare, presenta un’abside leggermente decentrata in cui trova posto l’altare; un subsellium perimetrale con spalliera; il soffitto provvisto di alcune calotte reggi-lampade in prossimità dell’area absidale, ed un corridoio a gomito per il collegamento con le celle eremitiche. La decorazione della grotta, per il nutrito numero di pannelli ancora ben conservati oltre che per la qualità intrinseca, è di particolare interesse artistico.
Eremi della COSTA ETNEA

Eremi nella COSTA ETNEA

EREMO DI SANT’ANNA (Complesso eremitico – XVIII secolo) Località: Aci San Filippo di Aci Catena (CT)
La fondazione dell’eremo di Sant’Anna si deve all’intraprendenza del frate eremita Rosario Campione che assieme ad altri due compagni nel 1751 dà vita ad una vera e propria comunità agricola. La struttura, che all’origine comprendeva la chiesetta, due piccoli ambienti ed una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane, nel 1756 viene ampliata con l’aggiunta della cappella e delle celle. Più avanti l’intero complesso verrà abbellito, rivestendo il pavimento della chiesa con piastrelle di ceramica di Caltagirone, ed ulteriormente ampliato con altre celle, una biblioteca ed alcuni laboratori.

CRIPTA DI SANTA MARIA ALLA GROTTA (Chiesa rupestre – III secolo) Località: Catania-Grotte Bianche (CT)
Quella di Santa Maria alla Grotta che attualmente si ritrova sotto la chiesa di San Gaetano alle Grotte, probabilmente ricavata all’interno di una grotta lavica ed utilizzata dapprima dai romani come cisterna ipogea ed in seguito come sepolcreto paleocristiano, è in assoluto la prima chiesa cristiana realizzata a Catania (262 d.C.) e tra le prime in Europa intitolate alla Vergine Maria. Di fatto da un probabile martyrion, la grotta sarà via via trasformata in chiesa, murando l’arcosolio per ricavare un altare e aggiungendo due sedili in pietra lavica. Successivamente, con la libertà di culto, verrà anche abbellita con affreschi – di cui purtroppo restano solo le labili tracce di una Madonna con Bambino del III secolo – ed ampliata con la costruzione di un sovrastante tempio per favorirne l’accesso e la fruizione. Nonostante gli ulteriori rimaneggiamenti in epoca normanna (XI secolo), come la realizzazione di una nuova gradinata, probabilmente a causa del cambio di destinazione da chiesa a cripta, il luogo di culto verrà pressoché dimenticato e bisognerà attendere il XVI secolo per la definitiva riapertura ai fedeli.

CRIPTA DI SANT’EUPLIO (Cappella rupestre – IV secolo) Località: Catania (CT)
La cripta di Sant’Euplio si apre sotto i resti della chiesa rinascimentale di Sant’Antonio Abate distrutta nel corso dell’ultima guerra mondiale, nel centro storico di Catania. La vicinanza con il luogo del martirio di Sant’Agata induce ad ipotizzare l’originaria funzione di carcere o, comunque, di sepolcro del santo martire compatrono della città. In ogni caso l’ipogeo, divenuto tempio in età tardo-antica e meta di un incessante pellegrinaggio, nel XIII secolo viene ampliato con la costruzione sub divo di una chiesa più grande e, stando alle testimonianze, riccamente decorata. Tornando alla cripta, il cui accesso è assicurato da una breve scalinata, consta di un unico, piccolo ambiente che conserva il primitivo altare paleocristiano, le pareti movimentate da tante nicchiette.
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