Costa Tirrenica Occidentale siciliana
Viene definita Sicilia occidentale siciliana, quella parte del territorio siciliano che si affaccia sulla costa nord-ovest della Sicilia. Essa è costituita dalla città metropolitana di Palermo e dai liberi consorzi comunali di Trapani e Agrigento, che hanno preso il posto delle ex tre province.
Nel territorio sono presenti siti e strutture che meritano di essere conosciuti ed apprezzati, quei luoghi dalla frequentazione eremitica, siano questi romitori ipogei, cenobi o chiese rupestri, che sono presenti un po’ dovunque. Sono luoghi spesso non facilmente accessibili, tuttavia sempre suggestivi e gratificanti. Parliamo d'un giacitoio o di un altarino in pietra, una basilica catacombale paleocristiana o di una chiesa bizantina interamente scavate nel tufo e sovente impreziosite da un’iconografia.
luoghi remoti e isolati per dedicarsi alla contemplazione, alla meditazione ed alla preghiera. In principio ambienti naturali, come le grotte o gli anfratti della montagna, sia pure protetti e migliorati con semplici opere murarie, per arrivare poi in epoca medievale a strutture più articolate e complesse, come ad esempio, le chiese rupestri.
Grotta del Beato Giovanni Liccio (Romitorio rupestre – XVI secolo) Contrada Chiarchiaro, Caccamo
La grotta del Beato Giovanni Liccio è l’angusta cavità naturale che si apre sull’altura che sovrasta la contrada Chiarchiaro di Caccamo dove il frate domenicano piuttosto avanti negli anni soleva spesso ritirarsi, sottraendosi agli occhi ed alla vicinanza dei compagni, per pregare. Ovviamente il luogo di culto è da sempre meta di un incessante pellegrinaggio da parte delle popolazioni locali.
Grotta di Santa Lucia o della montagnola (Romitorio rupestre – XII secolo) Capaci
La grotta di Santa Rosalia o della Montagnola, la cavità naturale che si apre ai piedi di monte Raffo, secondo la tradizione è il luogo dove la Santa, patrona di Palermo, dimorò per un breve periodo prima di raggiungere l’eremo di monte Pellegrino, meta del viaggio ascetico iniziato qualche anno prima dai monti della Quisquina. All’interno, un piccolo altare ed una nicchia che accoglie l’effigie lignea della Santa supinamente distesa. Il santuario rupestre, cui si accede mediante una gradinata intagliata nella roccia, si avvale di una semplice e sobria facciata in conci di tufo realizzata nel XVIII secolo.
Grotta di Santa Margherita (Chiesa e romitorio rupestri – XI-XII secolo) Castellammare del Golfo
Le origini cultuali della grotta di Santa Margherita, seminascosta dalla folta vegetazione mediterranea sul costone roccioso prospiciente il mare del golfo, sono piuttosto incerte e, a parte un probabile utilizzo (fine dell’XI secolo) come luogo ascetico temporaneo di un gruppo di monaci provenienti dal monastero basiliano di Santa Maria del Bosco nei pressi di Vicari, possiamo solo rifarci alla datazione delle pitture rupestri presenti al suo interno che attestano la presenza eremitica tra il XIII ed il XIV secolo. La grotta, lunga all’incirca una decina di metri, è distinta in due ambienti pressoché separati: quello iniziale che, sfruttando la cavità rocciosa come un grande catino absidale, veniva dedicato al culto, l’altro più in fondo che svolgeva le funzioni di romitorio.
Eremo della Mancusa (Chiesa e romitorio – XVIII secolo) Giardinello
L’eremo della Mancusa viene edificato nella prima metà del Cinquecento da Girolamo Lanza, fondatore di una comunità eremitica osservante la regola francescana: la stessa in cui entrerà e che, alla sua morte, sarà scelto a guidare San Benedetto il Moro, prima di trasferirsi sul monte Pellegrino a Palermo
Eremo di San Calogero (Ruderi di chiesa e romitorio – IV secolo) Termini Imerese
I poveri resti di quello che fu l’antico eremo di San Calogero, realizzato nel IV secolo in cima al monte Euraco (1.326 m/slm), l’odierno monte San Calogero, sono ancora lì a testimoniare la sacralità del luogo dove il santo predicatore si rifugiò dalle persecuzioni degli imperatori Diocleziano e Massimino. La chiesetta, restaurata una prima volta nel IX secolo da san Teotista, divenne per molti secoli meta di pellegrinaggio al santo patrono. L’ultimo documento che l’attesta è del 1790, allorquando si decise di effettuare un restauro. Oggi della chiesa rimangono solo alcuni spezzoni dei muri perimetrali in pietra.
Grotta del Beato Nicolò di Adernò (Romitorio rupestre – XII secolo) - Adrano
Grotta del Beato Nicolò di Adernò (Romitorio rupestre – XII secolo) Contrada Aspicuddu, Adrano
La grotta del Beato Nicola di Adernò, nota anche come “grotta di Aspicuddu” dall’omonima contrada nel territorio adranese, è l’aspra cavità di scorrimento lavico alle pendici dell’Etna scelta come dimora eremitica dall’appena diciassettenne Nicola (Nicolò) Politi allorquando decise di fuggire dalla nobile casa paterna e dalle nozze imposte per contrastare la vocazione di consacrarsi a Cristo. Qui il Santo in pectore vivrà in preghiera e penitenza per tre lunghi anni, dal 1134 al 1137, fin quando non sarà costretto a ricercare un altro e più lontano luogo solitario (l’eremo di monte Calanna) temendo di essere scoperto e raggiunto dai suoi genitori.
Costa Tirrenica Orientale siciliana
Viene definita Sicilia orientale siciliana, quella parte del territorio siciliano che si affaccia sulla costa nord-ovest della Sicilia. Essa è costituita dalla città metropolitana di Palermo e dai liberi consorzi comunali di Trapani e Agrigento, che hanno preso il posto delle ex tre province.
Santuario di Sant'Antonio da Padova (Chiesa semirupestre – XVI secolo) - Milazzo
Santuario di Sant'Antonio da Padova (Chiesa semirupestre – XVI secolo) - Milazzo
Il santuario di Sant’Antonio da Padova viene edificato nel 1575 scavando ed inglobando la grotta eremitica in cui qualche secolo prima (1221) si era rifugiato il missionario portoghese, naufrago sulle costa del Capo nel corso di uno sfortunato viaggio per mare verso Lisbona. L’edificio sacro di oggi, con l’adiacente canonica, è frutto di rifacimenti eseguiti in tre epoche diverse: il portale in pietra del 1699, l’altare maggiore con la statua lignea del Santo, i bassorilievi in stucco che ne rappresentano l’iconografia sulle lastre marmoree che rivestono le pareti laterali, sono elementi significativi delle risorse profuse dalla devozione locale.
Grotta dell'Apostolo (Chiesa rupestre – XI-XIII secolo) - Patti
Grotta dell'Apostolo (Chiesa rupestre – XI-XIII secolo) Contrada Monte, Patti
La cosiddetta grotta dell’Apostolo o “du Pistòlu” rappresenta uno dei pochi esempi di architettura sacra rupestre nel messinese, sebbene la presenza di un’area rupestre antropizzata sia già attestata in un documento ecclesiale del 1094. Per il resto questa chiesetta rupestre, pur presentando un impianto bizantino, dal punto di vista architettonico rievoca il gusto arabo-normanno.
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