La Valle del Belice
La Valle del Belice è la valle, prevalentemente collinare, costituita dal bacino idrografico del fiume Belìce. Si trova nella Sicilia occidentale e occupa un'area compresa tra le città metropolitane di Palermo, Trapani e Agrigento.
Ai piedi della Rocca di Entella, dando vita a un invaso artificiale, il lago Garcia, nell'area che ricade nel territorio comunale di Contessa Entellina, è stata istituita la Riserva Naturale Integrale Grotta di Entella. La Grotta di Entella, che è il motivo dell'istituzione della riserva, si sviluppa all'interno della Rocca. Nel gennaio del 1968 la zona fu colpita da un forte movimento tellurico, noto come Terremoto del Belìce, che ha devastato la maggior parte dei comuni della valle e del comprensorio.
Nel territorio sono presenti siti e strutture che meritano di essere conosciuti ed apprezzati, quei luoghi dalla frequentazione eremitica, siano questi romitori ipogei, cenobi o chiese rupestri, che sono presenti un po’ dovunque. Sono luoghi spesso non facilmente accessibili, tuttavia sempre suggestivi e gratificanti. Parliamo d'un giacitoio o di un altarino in pietra, una basilica catacombale paleocristiana o di una chiesa bizantina interamente scavate nel tufo e sovente impreziosite da un’iconografia.
luoghi remoti e isolati per dedicarsi alla contemplazione, alla meditazione ed alla preghiera. In principio ambienti naturali, come le grotte o gli anfratti della montagna, sia pure protetti e migliorati con semplici opere murarie, per arrivare poi in epoca medievale a strutture più articolate e complesse, come ad esempio, le chiese rupestri.
Grotta del Beato Arcangelo (Romitorio rupestre – XIV secolo) - Calatafimi-Segesta
La grotta del Beato Arcangelo, nei pressi del santuario campestre della Madonna del Giubino, ad un paio di chilometri da Calatafimi, è il luogo dove il giovane Arcangelo Piacentini andò a rifugiarsi allorquando decise di abbandonare la casa paterna per condurre una vita solitaria fatta di preghiera, penitenza e contemplazione. In questa grotta il Beato eremita resterà per un paio d’anni finché il crescente flusso di fedeli attratti dai suoi miracoli non lo costringerà a trasferirsi ad Alcamo, dove fonderà un santuario.
Romitorio di Santa Naria della Dayna (Ruderi di romitorio – XV-XVI secolo) - Marineo
Il cosiddetto romitorio di Santa Maria della Dayna, nei pressi del lago di Scanzano, poco distante dalla nuova Marineo, era all’origine una delle tante masserie presenti nella zona. Con iniziale funzione di hospitium accolse i contadini provenienti dai dintorni, la gente che aveva abbandonato l’antico borgo di Makella (sulla Montagnola) per dedicarsi all’agricoltura o gli albanesi che arrivarono in Sicilia alla fine del Quattrocento. La sua fondazione si deve a tre frati francescani provenienti dall’eremo della Mancusa: lo stesso dove visse e compì dei miracoli san Benedetto il Moro, che poi dimorerà per 19 mesi in quello nuovo di Scanzano.
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